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La vendetta dei ricchi

Marc Vandepitte | michelcollon.info
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

05/10/2015

Chiunque legga un po' oltre la retorica populista della "necessità di austerità" vede la cruda realtà: la vendetta di una élite espropriata dei suoi beni dopo la Seconda Guerra Mondiale. "L'austerità non è altro che guerra di classe." Noam Chomsky (1)

Spostamento del carico o truffa fiscale?

L'anno scorso c'erano ancora grandi speranze in Belgio. Il governo si era rivolto unicamente al comune lavoratore dando inizio alla prima serie di tagli: allungamento della giornata lavorativa, aumento dell'indice dei prezzi ed altre misure che avrebbero evitato accuratamente di colpire i ricchi. Ma non ci siamo allarmati, il famoso spostamento del carico fiscale dal reddito ai consumi (tax shift) (2) andava a riequilibrare tutto e per questa volta si sarebbe rivolto verso il capitale.

Malgrado questo, il risultato ha continuato ad essere molto diverso dalle previsioni. Come in occasioni precedenti, l'uomo della strada è colui che paga ciò che viene consumato alla festa, soprattutto quando il conto risulta essere molto alto. Grava sulle famiglie con quasi 1.000 euro all'anno e riguarda anche i pensionati e i disabili. Nel migliore dei casi, con il beneficio che si dovrebbe avere entro il 2018, i salari più bassi verrano aumentati di 40 euro al mese, cioè dal 5 al 25% del totale. Molto meno rispetto a quello che si perderà a seguito dei maggiori tagli. E i ricchi? C'è la tassa sulla speculazione, la tassa Caiman sul denaro sporco all'estero e la lotta contro la piccola evasione fiscale. Secondo il Governo ciò ammonterà ad un totale di 800 millioni di euro, una valutazione molto ottimista, dato che previsioni più accurate calcolano che questi tagli, alla fine dei conti, porteranno molto meno.

Riassumendo, chi paga il prezzo è il lavoratore comune, il disoccupato, il pensionato, il disabile. Si raschierà il fondo del barile per coprire l'83% di questo "spostamento fiscale". Il restante 17% arriverà dai ricchi, sempre se si raggiunga questa percentuale. Al contrario, il cambiamento fiscale serve gli interessi di questa classe superiore. Con la diminuzione dei contributi padronali sulla sicurezza sociale, gli impresari intascheranno non meno di 2.000 milioni di euro, che si sommeranno alle molte migliaia di milioni accumulati durante le precedenti riforme fiscali.

Come mai non ci sono soldi?

È incomprensibile ed assolutamente scandaloso che oggi si risparmi sulla pelle dei malati, dei disoccupati o dei pensionati. Il Belgio è uno dei paesi più ricchi del mondo. Le entrate medie di una famiglia con due figli sono di quasi 8.000 euro al mese (3). Non c'è nessun motivo di toccare il benessere della popolazione. Il nostro paese e gli altri paesi dell'Europa sono sufficientemente ricchi per garantire ad ogni abitante un reddito (alternativo) generoso.

Si ripete costantemente il leitmotif "non ci sono soldi", che probabilmente è la più grande bugia della storia del dopo guerra. In tutto il mondo le grandi imprese sono sedute su una montagna di 7.000.000 milioni di dollari con i quali non sanno che fare. E', per così dire, un eccesso di capitale.

Nel caso del Belgio questa eccedenza ammonta a varie decine di miliardi di euro.(4)

Di conseguenza non si tratta in assoluto di una questione di mancanza di denaro. Da una parte si ha un eccesso di capitale delle grandi imprese, dall'altra si ha un enorme debito statale. Il colmo è che lo Stato eroga propri fondi a queste imprese che non sanno come impiegare il proprio capitale, per poi cercare di recuperarlo dai lavoratori medi e dalle persone più deboli della nostra società. L'Effetto San Matteo (**) ha raggiunto proporzioni surreali.

Basta solo una cifra per chiarire l'ingiustizia di tutto questo sistema di cambiamento fiscale in Belgio, che arriva ad un ammontare di 3.700 milioni di euro. Compariamoli ai 4.800 milioni di euro che nell'anno passato si intascarono gli azionisti di InBev (una multinazionale della birra con sede in Belgio) (5). Come può essere che non ci siano soldi?

La vendetta dei ricchi

Per capire ciò che è ncessario oggi e ciò che c'è in gioco, dobbiamo esaminare l'aspetto storico.

La ripartizione delle ricchezze è la questione socioeconomica fondamentale per tutta la società. All'epoca di Padre Daens (un celebre sacerdote cattolico fiammingo difensore della causa operaia), un po' più di cent'anni fa, l'abisso tra poveri e ricchi era indegno. La pesante e spietata lotta sociale portata avanti dal neonato movimento operaio avrebbe dovuto permettere un miglioramento progressivo dell'estrema disuguaglianza nella ripartizione della ricchezza.

Questa arrivò al suo culmine durante la Seconda Guerra Mondiale. Il fascismo era stato vinto, l'(estrema) destra era stata fortemente screditata e il movimento operaio era più forte che mai. La paura del comunismo forzò le élites dell'epoca a fare molte concessioni. Il politico socialdemocratico e ministro belga Philippe Mouraux lo dichiara espressamente: "Perchè assistiamo nel periodo che segue la guerra ad un progresso sociale tanto importante? Perché il comunismo terrorizzava la borghesia."(6). In quelle condizioni nacque e si sviluppò lo Stato sociale (o welfare state, stato del benessere).

Però questo non piaceva alla classe dominante, che vedeva diminuire sensibilmente le sue ricchezze. (grafico). Meditava così sulla sua rivincita. I ricchi del pianeta compresero che quello di cui avrebbero dovuto appropriarsi è lo spirito della gente. Investirono decine di milioni di dollari nel laboratorio delle idee più di destra, con il compito di elaborare una ideologia convincente come alternativa allo Stato del benessere.

Esattamente nello stesso modo in cui i saggi più eminenti si riunirono negli anni 40 per sviluppare la bomba atomica, si è chiesto ai cervelli pensanti più illustri di portare a punto una specie di arma nucleare ideologica.(7)

Più avanti questa ideologia verrà denominata neoliberismo. Si trattava di una politica socioconomica caratterizzata da una diminuzione delle imposte sul capitale, dal risparmio nelle spese sociali, dalla diminuzione delle spese dello Stato, dalla privatizzazione e dal libero mercato.

E' necessario segnalere che, secondo i fondatori del neoliberismo, la condizione sine qua non affinchè funzioni questo metodo di governo, è la neutralizzazione del cane da guardia dello Stato sociale: il sindicato. Fu così che questa ideologia socioeconomica si armò di una componente antidemocratica.

La spintarella della crisi

Era una ideologia poderosa, ma negli anni successivi alla guerra i rapporti di forza erano sfavorevoli al suo radicamento. Tutto ciò si modificò durante la crisi economica del 1973. I forti scioperi provocarono un indebolimento importante dei sindacati. Le idee neoliberali, che durante la Seconda Guerra Mondiale erano marginali, vennero lanciate con forza e con esito positivo, in più la caduta del muro di Berlino nel 1989 diede ancor più impulso a questa offensiva. Le idee altamente asociali del neoliberismo continuarono lentamente ad imporsi e iniziarono a farsi largo nell'opinione pubblica, mentre il movimento operaio rimaneva sempre più sulla difensiva.

In questo contesto bisogna situare il cambiamento del sistema fiscale e lo smembramento dello Stato sociale. Bisogna inquadrarlo nella cornice di un'offensiva lanciata in tutti i paesi sviluppati. Si tratta di un tentativo delle élites (certamente ben mascherato) per riconquistare il proprio "regno perduto". Inoltre i populisti di destra tendevano ad essere ogni volta più abili nell'arte del camuffamento.

Agirono in modo astuto basandosi sulle incertezze e sulle angosce della popolazione e deviarono l'attenzione su altre questioni: le minacce terroriste (esagerandole), la crisi dell'emigrazione (auto organizzata), ecc… L'offensiva antisociale, come in tutte le teorie neoliberali, viene accompagnata dagli attacchi ai sindacati e cerca di mettere fuori gioco l'ambito sociale.

Non fatevi ingannare, la bulimia del capitalismo è lontana dal saziarsi. Il grafico precedente mostra che le élites hanno solo recuperato una parte del proprio regno. Dipenderà dalle relazioni di forza (cioè noi e loro) e dal modo in cui possono debilitare sempre più i sindacati, se possano o no impadronirsi di maggiore ricchezza e benessere. Quanto più debole sarà la risposta all'offensiva antisociale, più forte colpiranno la prossima volta. La consegna è più che mai, "al lavoro!"

Note:

(1) http://www.alternet.org/economy/noa... .
(2) la motivazione ufficiale delllo spostamento del carico fiscale (tax shift) è un insieme di misure volte a ridurre l'imposta sul lavoro.
(3) Il calcolo per una famiglia media parte dall'ipotesi che il reddito familiare disponibile rappresenti il 66% del PIL. In alcuni Paesi è più elevato, in altri meno. Le cifre tengono conto di differenze di prezzo tra i vari paesi per gli stessi prodotti o servizi ed esprimono il potere d'acquisto reale. Il PNL del Belgio: http: //ec.europa.eu/eurostat/statis .... La mediana è molto più bassa rispetto alla media, precisamente perché il 10% dei ricchi si appropria scandalosamente di un'importante parte del reddito.
(4) http: //www.telegraph.co.uk/finance / ....Se le imprese belghe si trovano con un'eccedenza più o meno comparabile, allora dovrebbe corrispondere a 100.000 milioni di euro.
(5) http://www.alternet.org/economy/noa... .
(6) Knack, 17 ottobre 2007, p. 48.
(7) http://www.globalexchange.org/resou... .

** Effetto San Matteo (Matthew Effect) è un termine coniato dal sociologo statunitense Robert K. Merton che designa i meccanismi attraverso i quali i più favoriti tendono ad aumentare il loro vantaggio sugli altri. Ne fa riferimento col versetto 29 della parabola dei talenti del Vangelo secondo Matteo (Mt, cap. 25, vers.14-30): "Poichè a chi ha, sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha."


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