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Formazione aziendale: lo sfruttamento mascherato da opportunità

Omar Cota | juventudcomunista.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

09/05/2016

L'arrivo di grandi investimenti del settore automobilistico ha fatto si che lo Stato e le varie camere di commercio destinino una quantità importante di risorse per addestrare i futuri lavoratori del settore, implementando programmi di abilitazione, formazione e reclutamento.

A causa del boom che il settore automobilistico sta avendo in Messico, nei prossimi cinque anni si dovrebbe avere una crescita del 60%, il che significa anche moltiplicare la manodopera qualificata che si ha attualmente. Proprio in questo momento il settore necessita di 1.4 milioni di tecnici in più per avere un rendimento simile a quello dei paesi più "produttivi."

Questa situazione ha suscitato la preoccupazione delle aziende sulla necessità di formare i giovani in modo da qualificarli e in modo che il loro profilo corrisponda alle proprie necessità.

Mentre in alleanza con lo Stato si modificano i piani di studi di CBEtis, Cetis, Conaleps, Licei, Istituti Tecnici, eccetera e si aprono scuole "pubbliche" specializzate nel settore, le grandi case automobilistiche come Generale Motors, Nissan, Audi e Mazda, solo per nominarne alcune, stanno sviluppando i propri centri di formazione in cui, per un determinato tempo, formano tecnici che lavorano senza percepire salario alcuno, per potere essere abilitati e, successivamente, poter essere impiegati in queste imprese.

La forma nella quale si annunciano e si ricevono questi grandi investimenti, è sempre accompagnata da un discorso "progressista", come se l'arrivo di questi monopoli fosse un'opportunità di crescita per chi abita nella regione e non rappresenti invece l'opportunità di queste grandi aziende di ottenere profitto dalla necessità di chi non ha nulla da vendere se non la propria forza di lavoro.

Business Round

In un modello di "formazione aziendale", nel quale si dà una formazione teorica ai giovani, ma ai quali viene anche fornita una formazione pratica all'interno delle proprie strutture: per almeno tre anni i giovani lavorano senza ricevere nessuna rimunerazione.

Queste società si presentano con un discorso altruistico e reclutano giovani facendo loro credere che si sta dando loro l'opportunità di esserne parte, quando in realtà sono essi stessi che lavorandovi, finiscono per pagare la formazione della manodopera utilizzata successivamente dall'impresa.

Attraverso questi programmi per "apprendisti", come li hanno chiamati alcune imprese, molti giovani, finita la scuola secondaria e senza possibilità di potere accedere ad una formazione superiore, vi vedono l'opportunità di crescere o per lo meno di migliorare un po' la loro condizione economica, che è in effetti possibile, ma è necessario dimostrare loro che non c'è niente di buono in questo.

Gli operai, in questo caso i tecnici necessari al settore automobilistico, sono non solo i responsabili dell'impatto economico milionario che sta generando questo settore, non solo in Messico ma nel mondo, ma anche del fatto che questo rimanga nelle mani di pochi, dei padroni delle grandi aziende attraverso il suo facilitatore; lo Stato, conta su tutte le garanzie per sfruttare tanto le risorse naturali necessarie, come garantire la sua manodopera.

Questo modello formativo è solo un'altra forma di sfruttamento che dobbiamo combattere, sia gli studenti tecnici, di qualunque settore, come quelli che fanno parte di questi programmi che non sono esclusivi del settore automobilistico, devono essere coscienti che solo in una società in cui quello che prevale è la soddisfazione delle necessità di tutta la popolazione e non la sete di guadagno delle imprese, potranno svilupparsi pienamente come studenti e come futuri lavoratori.


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