www.resistenze.org - osservatorio - mondo - politica e società - 14-04-18 - n. 669

La voce dei popoli ammutolisce la OSA

Sergio Alejandro Gómez | granma.cu

13/04/2018

Gi organizzatori sono stati obbligati a ritirarsi in una sala privata, mentre nell'auditorio principale è stata improvvisata una tribuna per far sì che i veri rappresentanti dei popoli indigeni, afro discendenti e combattenti per i diritti sociali della regione potessero esprimersi con libertà.

LIMA. La ferma posizione cubana di respingere le manovre dell'Organizzazione degli Stati Americani (OSA)  ha attenuto l'appoggio dei partecipanti a Lima all'incontro della società civile con i rappresentanti dei governi del III Vertice delle Americhe.

Gi organizzatori sono stati obbligati a ritirarsi in una sala privata, mentre nell'auditorio principale è stata improvvisata una tribuna per far sì che i veri rappresentanti dei popoli indigeni, afro discendenti e combattenti per i diritti sociali della regione potessero esprimersi con libertà.

Il dialogo ufficiale che la OSA pretendeva di portare avanti con un metodo antidemocratico non è potuto nemmeno cominciare.
Mirthia Brossard, portavoce della coalizione in cui sono raggruppati quasi tutti i cubani ha chiesto una mozione d'ordine ed ha reclamato l'uscita dei mercenari privi di qualsiasi legittimità per rappresentare Cuba.
La Brosard ha spiegato che questi personaggi sono finanziati dagli Stati Uniti per sovvertire l'ordine interno di Cuba e ha respinto la forma in cui la OSA ha garantito la loro presenza nel VIII Vertice delle Americhe.

Gli organizzatori hanno offerto un trattamento preferenziale alla coalizione numero 26 in cui sono presenti vari membri della mal chiamata Rete Latinoamericana dei Giovani per la Democrazia (REDLAC), e li hanno sistemati nel salone generale dall'inizio.

Guidata da membri della controrivoluzione cubana, la REDLAC funziona come un braccio della OSA per attaccare i governi  progressisti della regione, e especialmente Venezuela, Cuba e Bolivia.
La delegazione cubana  ha appoggiato le parole della Brossard gridando in coro «Io sono Fidel», «Fuori i mercenari» e «La Patria si difende, non si vende».

La delegazione venezuelana e buona parte della sala si sono sommate al reclamo Dopo una lunga pausa, il segretario generale della OSA, Luis Almagro, ha tentato di pronuniciare il discorso che aveva pianificato, ma le grida di «bugiardo» e «vendi patria» non gli hanno permesso di concludere.
L'ambasciatore  Juan Antonio Fernández, rappresentante del governo cubano all'evento, ha chiesto la parola in varie occasioni, ma gli organizzatori non gli hanno aperto il microfono.

Dopo la ritirata all'interno dei dirigenti della OSA, il diplomatico ha parlato alla sala ed ha spiegato le ragioni dell'atteggiamento cubano.
«Cuba non accetta la presenza di mercenari! La società civile cubana è questa  che sta qui, con le nostre glorie sportive, gli scienziati, i giovani, uomini e donne del popolo, le chiese e la spiritualità cubana, quelli che affrontano il blocco», ha detto indicando i delegati dell'Isola che occupavano i primi posti.
«La società civile cubana non è quella ospitata in lussuosi hotels o che si unisce ai terroristi», ha aggiunto.

Fernández ha denunciato l'esclusione della Repubblica Bolivariana del Venezuela ed ha assicurato che nessuno potrà «imporre a Cuba un dialogo con i terroristi», ed ha mostrato al pubblico l'immagine di uno dei contro rivoluzionari presenti assieme al terrorista Luis Posada Carriles, mandante dell'esplosione in volo di un aereo cubano in Barbados, nel 1976.

«Cuba va rispettata! Non vi mettete contro Cuba!», ha concluso l'ambasciatore, Dopo il suo primo discorso, Fernández  ha chiesto di nuovo la parola per denunciare un intervento del rappresentante degli Stati Uniti  che ha mostrato un aperto appoggio ai mercenari.
«Vi piaccia o meno, la sola cosa che potete aspettarvi da Cuba è più Rivoluzione», ha detto Fernández. «Stiamo e staremo lì, proprio davanti a voi!»
La maggioranza dei presenti ha sostenuto l'atteggiamento cubano e si è sommata alla tribuna improvvisata nell'auditorio, che è durata circa due ore dopo la ritirata degli organizzatori.

Lourdes Huanca, presidente della Federazione Nazionale delle Donne Contadine, Artigiane e Indigene native,  salariate del Perù, (FENMUCARINAP), è stata una del oratrici.
Huanca ha detto a Granma d'essere rimasta nella sala «perchè un dialogo  a porte chiuse non è un dialogo».
Rispetto alla posizione difesa da alcuni  organizzatori su un presunto affronto contro il popolo del Perù da parte della delegazione cubana, la leader indigena ha assicurato che Cuba ha solo «difeso i suoi interessi».
«Non è possibile e non è giusto che gli Stati Uniti paghino i biglietti d'aereo e portino qui i loro mercenari», ha detto.

La dominicana Altagracia Sanjosep ha segnalato a Granma che i popoli devono dire ai loro governanti che «la devono ascoltare la verità».
«Siamo qui per dire ad Almagro che è un traditore e un venduto, un corrotto e che ha una doppia morale», ha detto Moly Aguirre, membro della nutrita delegazione venezuelana che si è fatta sentire nella sala gridando in coro «Le sanzioni sono blocchi».

Gli afro discendenti si sono sommati alla protesta cubana e venezuelana ed hanno mostrato cartelli  contro le uccisioni dei leaders sociali in Colombia.
Cuba aveva avvisato precedentemente che non avrebbe tollerato la presenza di mercenari nel Forum, ma ha partecipato all'evento con la disposizione di un dialogo rispettoso. ( GM – Granma Int.)


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