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XVI Vertice dell'ALBA-TCP

Granma | granma.cu

17/12/2018

La Patria Grande ci reclama uniti per continuare a forgiare la nostra seconda e definitiva indipendenza

Discorso pronunciato por Miguel M. Díaz-Canel Bermúdez, Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri della Repubblica di Cuba, nell'inaugurazione del XVI Vertice ALBA-TCP, nel Salone di Protocollo di Cubanacán, il 14 dicembre del 2018, "Anno 60º della Rivoluzione".

(Versione Stenografica del Consiglio di Stato)

Stimati Presidenti, Primi Ministri e Capi di delegazione, distinti invitati:
Stimato compagno David Choquehuanca:

Chi di noi non ricorda quel 14 dicembre del 2004, di gala il teatro Carlos Marx e Fidel che collocava sul petto di Chávez l'Ordine "Carlos Manuel de Céspedes"?

Quel giorno Fidel ricordò le parole di Céspedes: " Il Venezuela, che aperse all'America spagnola il cammino dell'indipendenza e lo percorse gloriosamente sino a serrare la sua marcia in Ayacucho, è il nostro illustre maestro di libertà…".
Quel 14 dicembre nacque l'ALBA e a Cuba fu una festa.

Chi di noi può dimenticare l'allegria di quella giornata quando Chávez e Fidel firmarono il documento della nascita del nuovo progetto d'integrazione tra uguali?
Chi che lo visse, non si emoziona con la memoria della fraternità di quegli uomini che non solo ebbero sogni immensi, ma che diedero loro nomi poetici e li trasformarono in realtà?

In uno di Vertici dell'ALBA, Chávez raccontò un giorno che Fidel aveva dato il nome alla missione che grazie a questa integrazione ha operato già per differenti patologie oftalmologiche,più di 2.800.000 latinoamericani e caraibici. Nulla è più simile a un miracolo.
Lo abbiamo anche sentito parlare dell'alba che lo aveva ispirato per chiamare ALBA il fatto che noi festeggiamo.

Costa credere che tutto sorse nella mente de leader bolivariano nel dicembre del 2001, con il Venezuela sotto l'impatto di uno sciopero dei padroni che era il preludio del colpo dell'anno dopo.
Dopo una lunga notte pensando a che alternativa opporre al progetto imperiale dell'ALCA, appare la luce dell'alba e con questa l'idea.

Si realizzava nell'Isola Margarita una riunione dell'Associazione degli Stati dei Caraiabi e Chávez annuncia il suo progetto.
Fidel, che è lì, non solo applaude con entusiasmo, ma al suo ritorno a L'Avana gli scrive chiedendogli dettagli.
Chávez gli confessa che è solo un'idea. Dopo tre duti anni affrontando colpi blocco e aggressioni di ogni tipo, i due firmarono la Dichiarzione che diede nascimento all'ALBA.

Alternativa Bolivariana per i Popoli di Nuestra America fu il suo primo nome, perchè era un progetto d'integrazione contro l'Accordo di Libero Commercio.

Undici mesi dopo, nel Vertice delle Americhe, a Mar del Plata, in Argentina, la proposta dell'alleanza imperiale, ALCA, fu sepolta dai popoli della regione in un'azione di ribellione e solidarietà guidata da Chávez, che già forma parte della storia continentale.

Ne 2009, dopo cinque anni, cambiò il significato della sua prima parola. Era sempre l'ALBA ma già non era un'alternativa ma un'alleanza e con gli apporti della Bolivia se trasformò in ALBA-TCP.

Così oggi celebriamo 14 anni dalla nascita dell'ALBA e 9 dell'Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America-Trattato di Commercio dei Popoli, ALBA-TCP.

Ai due stati fondatori, e mi onoro di rappresentarne uno, si sommarono Antigua y Barbuda, Bolivia, Dominica, Ecuador, Nicaragua, Santa Lucía, San Vicente y las Granadinas, San Cristóbal y Nieves, e Granada.

Le mie prime parole di oggi sono un omaggio a quell'impegno e alla sua realizzazione.
Al sogno e ai sognatori e a tutti quelli che resero possibile che in meno di 15 anni abbiamo saldato debiti di secoli.
Ci riempie d'orgoglio e ci rallegra contare le opere di questa integrazione: circa 11000 medici dei paesi dell'ALBA laureati nelle Scuole Latinoamericane di Medicina di Cuba e Venezuela; i 2.223.035 latinoamericani e caraibici operati per problema della vista; 30 milioni di viste oculistiche; un milione e mezzo di handicappati censito e assistiti socialmente; 4.163.767 alfabetizzati nella regione con il metodo "Yo sí puedo"; 3 paesi dell'ALBA-TCP dichiarati Territori Liberi dall'Analfabetismo: il Venezuela nel 2005, la Bolivia nel 2008 e il Nicaragua en 2009.

Altri, come El Salvador, avanzano fermamente pera realizzarlo.
Queste sono conquiste nonostante i seri problemi provocati dalla guerra economica che soffre il Venezuela.
Gli esperti coincidono che non ci sono precedenti d'una conquista sociale di questa portata in altri meccanismi d'integrazione

Ma non è solo nell'area sociale che abbiamo risultati da mostrare. Qui c'è il Banco dell'ALBA che offre finanziamenti alle nostre nazioni per progetti economici d'interesse.

E c'è l'investimento delle entrate per la vendita del combustibile mediante accordi di pagamenti giusti nello sviluppo sociale, agricolo, della pesca, dell'industria e le riparazioni navali, la creazione di capacità industriali, le miniere con estrazione e opere, le infrastrutture stradali, idrauliche aeroportuali e del turismo.

Chi può ignorare l'aiuto solidale dei medici e dei lavoratori elettrici cubani e caraibici, dei gruppi di riscatto venezuelani, boliviani, nicaraguensi, cubani e salvadoregni, degli scienziati delle nostre nazioni quando più ne abbiamo avuto bisogno?

Parliamo con orgoglio di un aiuto senza condizioni rispettoso degli interessi nazionali e delle legislazioni di ogni paese. Tra noi non ci sono ricatti politici o di altro stile. L'Alleanza è un paradigma indiscutibile di solidarietà, cooperazione e concertazione tra i suoi membri e questi valori costituiscono la nostra forza principale.
Tutti siamo coscienti del potenziale collettivo convocato dalle nostre stesse necessità, per trasformarci in un attore decisivo del tempo che viviamo.

Dobbiamo agire con audacia e realismo e aggiustare le proposte alle potenzialità reali. Necessitiamo fondamentalmente articolare piani e progetti e centrare le risorse limitate di cui disponiamo.
Soprattutto dobbiamo prendere in considerazione l'avverso ambiente economico internazionale e regionale e l'impatto delle ingiuste misure coercitive unilaterali contro diversi dei nostri paesi. Ma è possibile avanzare anche queste difficili circostanze

La congiuntura attuale domanda sempre più l'unità e la concertazione politica nei nostri paesi e sforzi decisivi per affrontare la strategia di divisione dell'imperialismo. S'impone la convinzione indiscutibile che Nuestra América è una sola, dal Bravo alla Patagonia, e che è un dovere fondamentale impedire che si approprino delle nostre risorse naturali e ci sottomettano al loro egemonismo

L'aggressività dell'imperialismo si dirige oggi contro i nostri valori più genuini. Li disturba la solidarietà che ci caratterizza; non tollerano la giustizia sociale e tanto meno l'equità nella distribuzione delle entrate; odiano irrazionalmente la vocazione sovrana dei popoli e non rispettano il diritto di scegliere il sistema politico che decidiamo.

Assaltano lo sviluppo sostenibile e la convivenza armonica con l'ambiente.
Detestano e attaccano la visione latinoamericana e caraibica dell' unità, la cooperazione Sud-Sud e la ricerca della complementarità economica.
Il loro attacco ha un solo proposito: ottenere il controllo delle immense risorse naturali di una regione che per molto tempo hanno considerato come il loro cortile posteriore.

Per questo hanno ripreso i principi della Dottrina Monroe, "legge" della subordinazione regionale alle ambizioni del grande capitale statunitense.
Con questo fine la si concepì 195 anni fa e la sua essenza rimane invariabile.
Con questa certezza è un dovere opporsi alle pretese per niente dissimulate di disseppellire il suo spirito.

«Mettiamo davanti il sociale, siamo profondamente umanisti, mettiamo avanti il dolore della nostra gente per rinforzare la coesione sociale: questa è l'ALBA», disse Chávez nel suo storico discorso a Mar del Plata nel novembre del 2005.

Il breve riassunto che abbiamo fatto ci prova quanto è stato possibile realizzare.
Non va dimenticato che tutto quello è stato realizzato sotto i colpi della sovversione, i colpi e le minacce di colpi, le minacce che non terminano mai … il blocco che non si elimina mai.

Giustamente il 14 dicembre de 2004, Fidel valutava il contesto nel quale si concepì l'ALBA: "La battaglia ora è più dura e difficile. Un impero egemonico in un mondo globalizzato con l'unica super potenza che prevale dopo la guerra fredda e il prolungato conflitto tra due concezioni politiche, economiche e sociali radicalmente differenti, costituisce une enorme ostacolo per l'unico che oggi potrebbe preservare non solo i più elementari diritti dell'essere umano, ma anche la sua stessa sopravvivenza.

Alcuni diranno: «Che cosa è cambiato? È cambiato che siamo cambiati.
E non è stato poco.
Ricordiamo i fatti più notevoli: come conseguenza del terremoto del 12 gennaio del 2010 in Haiti, i paesi dell'ALBA-TCP approvarono un piano d'azione per contribuire alla ricostruzione e fomento dello sviluppo del fraterno paese caraibico nelle sfere della salute, finanze, energia, agricoltura e sovranità alimentare, educazione, costruzione sicurezza, trasporto e logística.

Anche se con insufficienze, l'ALBA TCP ha realizzato progetti per unire le potenzialità dei paesi membri a beneficio dei nostri popoli nell'alimentazione e l'ambiente, la scienza e la tecnologia, il commercio giusto, la cultura, l'educazione, l'energia, l'industria e le miniere, la salute, le telecomunicazioni, il trasporto e il turismo.

Oggi m'interessa segnalare particolarmente il potere politico e morale della nostra Alleanza.

Il blocco ALBA dalla sua creazinoe ha difeso posizioni ferme e vere per condannare in maniera assoluta il genocida blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro Cuba.

L'ALBA ha sostenuto in maniera energica il Governo del presidente Evo Morales, respingendo la convocazione che gruppi separatisti fecero in Bolivia e si riuscì a disattivare le loro pretese divisioniste.

Fu l'ALBA ad alzare le nostre voci, in spazi internazionali, per fare suo l'Accordo del Vertice di Managua nel quale i capi di Stato hanno condannato il colpo di Stato perpetrato in Honduras.

Sono stati i paesi dell'ALBA che sono riusciti a derorgare nell'Assemblea Annuale dell'Organizzazione degli Stati Americani del 2008, l'infame sospensione di Cuba come membro della OSA decisa dal 1962.

È stato decisivo l'appoggio al Vertice Mondiale dei Popoli sul Cambio Climatico e i diritti della Madre Terra realizzato a Cochabamba, nello Stato Plurinazionale della Bolivia, nell'aprile del 2010.

È fondamentale l' accompagnamento dell'ALBA al popolo di Puerto Rico nella sua lotta per l'indipendenza e la sovranità nazionale.

Così com'è preziosa la costruzione del Consiglio dei Movimenti Sociali, gli incontri di questi Movimenti dell'ALBA aTintorero, in Venezuela, nel 2007, e a Cochabamba, in Bolivia, nel 2009 e 2010, e le iniziative e posizioni rispetto a temi fondamentali degli avvenimenti internazionali.

Sorelle e fratelli:

Tutto quello che abbiamo realizzato insieme resterebbe come un altro capitolo dell'impegno della nostra regione per unirci - che i nemici hanno frustrato- se non avvertissimo i nuovi rischi e le minacce che affronta il blocco.

La Repubblica Bolivariana del Venezuela e la Repubblica del Nicaragua sono stati gli obiettivi principali dei più recenti attacchi indirizzati a distruggere anche il minimo passo avanti in materia di sovranità e giustizia sociale.

Ma l' ALBA-TCP è nello stesso tempo un bastione invincibile contro i tentativi delle forze reazionarie che vogliono isolare il Venezuela e il Nicaragua.

È decisivo difendere contro venti e maree la piena vigenza dell'Alleanza come uno spazio di resistenza, di dialogo e lotta, del quale ci sentiamo parte indissolubile.

Per questo vanno il nostro riconoscimento e la nostra solidarietà con il presidente Nicolás Maduro Moros e con il Governo democraticamente eletto del Venezuela, e con il Nicaragua sandinista guidato dal Comandante Daniel Ortega Saavedra. Staremo sempre insieme al Venezuela e al Nicaragua, fratelli di lotte e di sogni, per la dignità dei nostri popoli.

Non possiamo essere ingenui, né accettare silenziosamente le aggressioni che organizzano contro altri paesi fratelli.

Non è possibile sottovalutare la grande disponibilità di risorse dei nostri avversari storici per far crollare governi, imporre il caos ed eliminare autorità democraticamente elette, e per impedire che forze progressiste e popolari si mantengano al governo.

L'ingerenza nei temi interni degli Stati, la sovversione politica, le aggressioni economiche e i loro effetti sociali e le costanti minacce dell'uso della forza sono pericoli reali per la pace e la sicuerezza nella regione.

Il rispetto dei principii del Proclama dell'America Latina e dei Caraibi come Zona de Pace è essenziale per preservare la stabilità nell'area.
È imperativo difendere l'etica e l'onestà delle amministrazioni pubbliche e respingere il giustizialismo della politica, quando con tanta allarmante frequenza si tenta d'ignorare la volontà popolare, com'è avvenuto in Brasile, dove giudici venali oggi associati alla destra, insistono nella pratica d'accusare e condannare i leaders progressisti.

È obbligatorio costruire un fronte il più ampio possibile che riunisca le forze della sinistra e progressiste ai movimenti e alle organizzazioni sociali della regione, per affrontare queste sfide.

E nemmeno per un attimo possiamo dimenticare il più importante e vitale degli impegni che condividiamo: impegnarci in forma permanente alla costruzione, al rafforzamento e la difesa dell'unità.

Questo è il nostro bene più prezioso.
Il debito con i nostri patrioti e l'impegno con i nostri figli.
Come disse Fidel: «L'età dell'egoismo deve passare».

L' ALBA-TCP è una necessità. Come meccanismo genuinamente latinoamericano e caraibico, ha dimostrato ancora una volta d'essere un efficace spazio d'accordo, unità, difesa delle cause più giuste, integrazione, cooperazione e solidarietà.

I popoli di Nuestra America accumulano una dolorosa memoria.
Non è possibile dimenticare le lezioni del passato, i crudeli e oscuri anni delle dittature militari e l'impatto del neoliberalismo che tentano di riportare, con le nefaste conseguenze che ebbero sulla nostra regione le politiche e i ricatti, le umiliazioni e l'isolamento che, come allora, hanno negli Stati Uniti il loro principale operatore.

Con azioni e linguaggi sempre più aggressivi, oggi l'impero s'impegna a riprendere la subordinazione coloniale nel Governo e nelle corporazioni di Washington.

Con gli stessi bilanci che plagarono di dolore e miseria Nuestra America in nome della libertà - come avvertì Bólivar- tornano le vecchie pratiche con nuovi abiti.

Stimati compagni, sorelle e fratelli:

José Martí aveva solo 24 anni quando scrisse in un solo paragrafo una lezione di storia che tutti dobbiamo conoscere.
Diceva Martí: «Pizarro conquistò il Perù quando Atahualpa combatteva a Huáscar; Cortés vinse Cuauhtémoc perché Xicoténcatl lo aiutò nell'impresa; Alvarado entrò in Guatemala perchè i quichés assediavanogli zutujiles. Dato che la divisione è stata la nostra morte, quale volgare intesa o cuore meschino ha necessità che gli si dica che dall'unione dipende la nostra vita?»

Compagni:

Prima di cominciare gli scambi, desidero ringraziare in nome del nostro Governo e di tutto il popolo di Cuba per la posizione dei paesi dell'ALBA-TCP durante il dibattito e l'approvazione della risoluzione per porre fine al blocco degli Stati Uniti contro Cuba nella passata sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Rendo omaggio alla coerenza, al valore e alla dignità mostrate dalle nostre fraterne nazioni caraibiche che rifiutano la sottomissione alle pressioni che respingiamo con tutta l'energia.

Ugualmente reitero la nostra opposizione all'insistenza d'includerli tra i paesi a reddito medio, alle ingiuste misure contro di loro di considerarli giurisdizioni non cooperative e appoggiamo la loro giusta domanda di ricevere compensi per i danni provocati dalla schiavitù.
In nome della nostra Rivoluzione e del nostro popolo, vorrei condividere con voi il profondo legato del più martiano dei cubani.

Fidel ci ha insegnato che «I nostri popoli non hanno avvenire senza l'unità e senza integrazione».
Bolívar e Martí, Fidel e Chávez ci hanno lasciato insegnamenti di valore incalcolabile tra i quali la lealtà ai principi.

Le loro lezioni ci mostrano la rotta da seguire in quest'ora decisiva della Patria Grande che ci reclama uniti per continuare a forgiare insieme la nostra seconda e definitiva indipendenza

Credo molto opportuno, per questa tappa di lotta e resistenza, ricordare quello che il leader della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro, disse a Cartagena de Indias nell'ottobre del 1995, e cito: «Non siamo semplici spettatori. Questo mondo è anche il nostro mondo. Nessuno può sostituire la nostra azione unita, nessuno prenderà la parola per noi. Solo noi e solo uniti potremo respingere l'ingiusto ordine politico ed economico mondiale che si pretende d'imporre ai nostri popoli».

Difendiamo allora le nobili idee che condividiamo, con tutta l'energia, nell'ALBA-TCP.
Molte grazie. Applausi.

(Versione Stenografica del Consiglio di Stato/ GM - Granma Int.)



Daniel Ortega Saavedra, Presidente del Nicaragua

Il presidente del Nicaragua  Daniel Ortega ha denunciato che tutte le politiche interventiste  contro Venezuela, Bolivia e Cuba sono azioni criminali di lesa umanità, parlando durante il XVI Vertice dei capi di Stato e di Governo dell'Alleanza  Bolivariana dei Popoli di Nuestra America-Trattato di Commercio dei Popoli (ALBA-TCP).

Il presidente del Nicaragua  Daniel Ortega ha denunciato che tutte le politiche interventiste  contro Venezuela, Bolivia e Cuba sono azioni criminali di lesa umanità, parlando durante il XVI Vertice dei capi di Stato e di Governo dell'Alleanza  Bolivariana dei Popoli di Nuestra America-Trattato di Commercio dei  Popoli (ALBA-TCP).

In particolare ha citato l'indurimento del blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro Cuba, nonostante le risoluzioni approvate dalla stragrande maggioranza dei membri dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che domandano la sospensione di questa politica unilaterale.

Ha sostenuto che la celebrazione di questo Vertice nel 14º anniversario dell'ALBA-TCP ratifica il valore della solidarietà degli anni di lotta dei popoli per la giustizia e la pace.

Ha definito Fidel Castro e Hugo Chávez "gli Spartaco" dei nostri tempi di fronte alla schiavitù che impone il capitalismo moderno globale.

Ha detto che crede che il numero dei conflitti che oggi soffre l'umanità sono provocati dalla concentrazione della ricchezza in poche mani, mentre la maggioranza sopporta la povertà presente anche nell'opulenta società nordamericana.

«Il capitalismo non crede nella solidarietà, ma è egoista per essenza, ha detto, ed ha portato l'esempio della tragedia rappresentata dalle due Guerre Mondiali che colpirono il pianeta, iniziate in Europa e non in Africa, Asia o America Latina, creando dolore e morte nei popoli».

Ha indicato il valore della sovranità e del rispetto del Diritto Internazionale ed ha sottolineato che le azioni e gli attacchi sferrati nel mondo dagli Stati Uniti e dai loro alleati non hanno sostegno giuridico e sono crimini di guerra.

«E quando si lanciano in questi tempi a una politica apertamente d'ingerenza e d'intervento contro, per esempio, il Venezuela, vediamo un'azione di prepotenza e mancanza di rispetto da parte di una potenza che non può coesistere e coabiatare con il Diritto Internazinale e che, anche, passa al disopra delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza della ONU.

Si è riferito all'utilizzo di Washington della tristemente celebre Organizzazione degli Stati  Americani (OSA) per coprire gli interventi militari nella regione, come nel caso della Repubblica Dominicana ed ha indicato che le truppe nordamericane furono accompagnate da soldati del regime dittatoriale di Anastasio Somoza.

«Gli Stati Uniti non vogliono capire che il mondo è in una fase di cambio multipolare e vogliono continuare con un mondo unipolare con azioni anche contro i loro stessi alleati.

Il multilateralismo è una realtà che presenta una tendenza al suo rafforzamento nonostante i tentativi della superpotenza americana di afferrarsi all'egemonismo.

Poi ha segnalato che l'ALBA-TCP  ha l'obiettivo di lottare per la vita e che nonostante gli attacchi contro questa organizzazione, l'ALBA non si è disintegrata, non si è arresa, non si è venduta e questo fa disperare l'impero nordamericano.

Questi sono momenti di forte lotta  perchè sono anche tempi di cambi profondi per il bene dei popoli.

Ortega ha sottolineato l'importanza di unire le forze e ha denunciato la guerra sferrata contro la Rivoluzione Sandinista in Nicaragua, che però non sono riusciti a sconfiggere e a distruggere.

Dopo la sconfitta nelle elezioni nel 1990 abbiamo ripreso ilgoverno per via elettorale nel 2007 quando cominciarono di nuovo le cospirazioni e le sanzioni economiche contro il Nicaragua per sottometterci.

«Abbiamo la certezza che i nostri popoli hanno la forza e la dignità di vincere le sanzioni nonostante le minacce. Siamo sicuri che le rivoluzioni venezuelana e cubana supereranno invitte questo transito difficile, accompagnate dai popoli dell' ALBA-TCP e del mondo».

Al termine  ha reso omaggio a  Fidel e a Chávez, «a questi due grandi gladiatori della pace e della giustizia». ( Gm - Granma Int.)

Parole chiave: Daniel Ortega Saavedra, Presidente del Nicaragua, XVI Vertice, ALBA- TCP.


Dichiarazione finale del XVI Vertice dell'ALBA-TCP

Presentazione di Bruno Rodríguez Parrilla, Ministro delle Relazioni Estere di Cuba.
In Difesa dell'America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace.

I capi di Stato e di Governo dei los paesi membri dell'Alleanza Bolivariana per i popoli di Nuestra America-Trattato del Commercio dei Popoli (ALBA-TCP) riuniti a L'Avana, in occasione del XVI Vertice dell' ALBA-TCP: Ispirati dall'incontro fraterno dei Comandanti Fidel e Chávez, nella prima visita di questi a Cuba, il 14 dicembre del 1994, che pose la semente della nostra cooperazione:

1. Reiteriamo la nostra volontà di continuare a fomentare la costruzione di un nuovo ordine internazionale, democratico, giusto, inclusivo ed equo, nel quale sia effettiva l'uguaglianza sovrana tra gli Stati e il rispetto della libera autodeterminazione dei popoli; un ordine che promuova la cooperazione e el multilateralismo, e che nello steso tempo respinga l'interventismo e le azioni coercitive unilaterali.

2. Ratifichiamo il nostro impegno con la concertazione politica, la cooperazione e l'integrazione, coscienti che solo l'unità tra i nostri popoli doterà le nazioni latinoamericane e caraibiche di una maggior capacità per far fronte all'ingerenza e al dominio politico ed economico storicamente imposto dai poteri egemonici globali.

3. Riaffermiamo la necessità di rinforzare la Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC) come meccanismo di concertazione
politica regionale basato nel più stretto rispetto e nella difesa dei principi del Diritto Internazionale, includendo la soluzione pacifica delle controversie, la proibizione dell'uso e della minaccia dell'uso della forza, il rispetto del libera determinazione, della sovranità, dell'integrità territoriale e la non ingerenza nei temi interni di ogni paese.

4. Riconosciamo l'attivismo di El Salvador per favorire lo sviluppo e il rafforzamento della CELAC, così come riaffermiamo il nostro appoggio alla Bolivia nel suo esercizio della Presidenza Pro Tempore della CELAC nel 2019.

5. Insistiamo che le misure coercitive unilaterali sono contrarie alla Carta delle Nazioni Unite e al Diritto Internazionale, vulnerano le regole internazionali del commercio, minacciano la pace e la sicurezza internazionali e restringono il godimento dei diritti umani della popolazione degli Stati contro i quali si applicano.

6. Segnaliamo la necessità che le organizzazioni internazionali e in particolare l'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), adottino le misure che ci vogliono per affrontare le violazioni alle norme del commercio internazionale comprese nelle misure coercitive unilaterali, e che gli Stati e i loro gruppi adottino azioni per impedire gli affetti dell'extraterritorialità che le accompagnano.

7. Denunciamo il carattere extraterritoriale di molte di queste misure che non solo danneggiano gli indici socioeconomici degli Stati colpiti, ma danneggiano anche gli interessi economici e commerciali di terzi.

8. Esprimiamo la nostra preoccupazione per le aggressioni e le azioni contro la pace e la sicurezza regionali e soprattutto le minacce dell'uso della forza contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela che attentano il Proclama dell'America Latina e i Caraibi come Zona di Pace, firmato dai capi di Stato e di Governo nel II Vertice della CELAC, realizzato a L'Avana il 28 e 29 gennaio del 2014.

9. Segnaliamo la resistenza del Governo e del popolo del Venezuela di fronte all'ingerenza esterna e alle misure coercitive unilaterali, e alla costante manipolazione mediatica contro questo paese.

10. Reiteriamo il nostro appoggio e riconoscimento al Governo eletto del presidente Nicolás Maduro Moros al quale auguriamo successo nella sua gestione al fronte della Repubblica Bolivariana del Venezuela, a partire dalla consegna del potere il prossimo 10 gennaio del 2019.

11. Respingiamo le azioni d'ingerenza del Governo degli Stati Uniti, che utilizza ancora una volta la OSA nella sua politica interventista contro la sovranità, l'autodeterminazione e l'ordine costituzionale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, del Nicaragua e di altri paesi.

12. Ratifichiamo il nostro appoggio senza condizioni al governo e al popolo del Nicaragua nella sua decisione di continuare a difendere la sua sovranità, la pace, le notevoli conquiste sociali, economiche, di sicurezza e di unità nazionale conquistati.

13. Reiteriamo il reclamo della comunità internazionale che esige l'eliminazione senza condizioni del blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti a Cuba, ch è una violazione assoluta, flagrante e sistematica dei diritti umani del popolo cubano, il cui carattere extra territoriale danneggia tutti gi Stati. Celebriamo l'approvazione nell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per la 27ª volta, della risoluzione che reclama la fine del blocco e ratifica la condanna di questa frustrata politica.

14. Reiteriamo la nostra solidarietà con il compagno Lula Da Silva, leader emblematico di Nuestra America, prigioniero político in Brasile.

15. Lamentiamo le modifiche annunciate al Programma "Más Médicos para Brasil", che impongono condizioni inaccettabili e non rispettano le garanzie accordate per la partecipazione dei medici cubani al Programma. . Respingiamo gli attacchi alla dignità, alla professionalità e all'altruismo dei collaboratori cubani.

16. Riaffermiamo il nostro appoggio e il nostro impegno al popolo e al governo della Bolivia nel suo storico e giusto diritto di un'uscita sul mare con sovranità. Invitiamo la Repubblica del Cile e lo Stato Plurinazionale della Bolivia a iniziare nuovamente il dialogo e gli scambi, nella cornice della sentenza della Corte Internazionale di Giustizia, con il proposito di risolvere la chiusura marittima della Bolivia.

17. Respingiamo energicamente le misure adottate contro i fraterni paesi dei Caraibi, considerandoli giurisdizioni non cooperative ed esortiamo a rivedere i criteri di che li pongono tra i paesi a reddito medio, cosa che rende più difficile il loro accesso al credito e alla cooperazione internazionale.

18. Riaffermiamo il nostro continuo appoggio ai paesi dei Caraibi nel nostro continuo reclamo del compenso per il genocidio della popolazione nativa e gli orrori della schiavitù e la tratta.

19. Riaffermiamo il nostro impegno d'affrontare il cambio climatico, coscienti che le cause di questo fenomeno radicano nei modelli irrazionali di produzione e consumo imposti dal sistema capitalista. Le aggressioni alla nostra Madre Terra mostrano impatti negativi sempre più evidenti e questo impone premura nelle azioni della comunità internazionale al rispetto.

20. Sottolineiamo la notevole vulnerabilità dei nostri paesi di fronte agli effetti avversi del cambio climatico e ai disastri naturali. L'ALBA-TCP chiama alla piena implementazione dell'Accordo di Parígi, prendendo come base il principio delle responsabilità comuni ma differenti, per fermare il riscaldamento globale e lavorare per lo sviluppo sostenibile in armonia con la natura.

21. Riaffermiamo il nostro impegno nella preservazione e il rafforzamento delle istituzioni sorte nel seno ALBA-TCP, che apportano benefici ai nostri popoli attraverso la cooperazione, la complementarità economica e la concertazione.

22. Esprimiamo la nostra volontà di studiare la possibilità d'implementare le nuove iniziative nel seno dell'ALBA-TCP, che promuovono il beneficio equo e complementare delle economie dei paesi membri.

23. Riconosciamo la necessità del dialogo costante tra le forze politiche progressiste e dei movimenti sociali. L'ALBA-TCP ha il dovere d'essere una piattaforma che favorisce l'incontro tra le organizzazioni sociali della regione, coscienti che l'unità dei nostri popoli costituisce il baluardo della sovranità degli Stati latinoamericani e caraibici.

24. Felicitiamo il Governo e il popolo cubani per il 60º anniversario del trionfo della Rivoluzione Cubana contro le forze imperialiste degli Stati Uniti e la dittatura di Fulgencio Batista.

25. Ratifichiamo la piena vigenza delle parole del Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, il 18 ottobre del 1995 nel Undicesimo Vertice del Movimento dei Paesi non Allineati ( MNOAL) quando disse: «Non siamo semplici spettatori. Questo mondo è anche il nostro mondo. Nessuno può sostituire la nostra azione unita e nessuno prenderà la parola per noi.

Solo noi e solo uniti possiamo respingere l'ingiusto ordine politico ed economico mondiale che si pretende d'imporre ai nostri popoli».

( GM - Granma Int.)


Prepariamoci per le nuove vittorie

Il presidente venezuelano Nicolás Maduro Moros lo ha affermato pronunciando le parole di chiusura della cerimonia per il 14º anniversario dell ALBA-TCP, con la presenza del Generale d'Esercito Raúl Castro Ruz, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito, e il Presidente cubano Miguel Díaz-Canel Bermúdez

17 dicembre 2018 08:12:38

«Prepariamoci per proseguire la marcia vittoriosa di questo progetto storico, unico, nato dalle mani di Fidel e Chávez, prepariamoci  per rinnovare la speranza e per nuove vittorie», ha affermato il presidente venezuelano Nicolás Maduro Moros, pronunciando le parole di chiusura della cerimonia per il 14º anniversario dell'Alleanza Bolivariana dei Popoli  di Nuestra America-Trattato del Commercio dei Popoli  (ALBA-TCP), con la presenza del Generale d'Esercito Raúl Castro Ruz, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito, e il Presidente cubano Miguel Díaz-Canel Bermúdez.

Applausi prolungati hanno chiuso queste sue riflessioni finali in un discorso dedicato in parte a ricordare gli inizi della bella relazione tra i popoli di Cuba e del Venezuela, attraverso i loro due leaders e le sfide che affrontano oggi le nazioni latinoamericane e caraibiche di fronte alla scalata del neoliberalismo.
Maduro ha invitato ad essere più forti per resistere alle aggressioni del nemico. Siamo sottoposti a grandi pressioni e sembra che la pazzia si sia impadronita degli organismi che prendono le decisioni nel potere del Nord, e di fronte a questa situazione ha chiamato a prepararci.

Hanno fatto retrocedere alcuni paesi sino a dove non si era più pensato che sarebbero tornati, al neoliberalismo selvaggio, al si salvi chi può, ed per questo che è tanto importante questo Vertice di oggi, ha segenlato riferendosi alla XVI riunione realizzata venerdì 14 nel salone di protocollo di El Laguito, con la presenza di mandatari, primi ministri e capi di delegazione di 12 nazioni dell'area.
Di fronte a questa realtà il mandatario venezuelano ha chiamato a far sì che i popoli conoscano e sentano presto la rivitalizzazione delle missioni e dei programmi sociali dell'ALBA, come il grande attore politico che è stata ed è della regione e del sistema delle Nazioni Unite.

Per questo è tanto importante che ci poniamo alla velocità e all'altezza  del grande impegno economico che abbiamo di creare un modello di ricchezza comune, ed ha segnalato che non era mai esistita una realtà come questo meccanismo d'integrazione che esprimesse la speranza,  la realizzasse in azioni concrete e avesse in sè tutto il valore e la dignità di popoli che hanno lottato per secoli per il loro diritto al futuro.
La dichiarazione finale del XVI Vertice, letta dal Cancelliere cubano, mostra buona parte di quello che è il consenso attivo, il pensiero rivoluzionario per questo secolo XXI dei governi coraggiosi e ribelli che ognuno dei presenti rappresenta.

Ha segnalato che è una grande allegria condividere in incontri come questi la presenza del compagno Raúl Castro Ruz.
Ricordando l'arrivo per la prima volta a L'Avana del comandante Hugo Chávez, in pieno periodo di battaglia, di difficoltà, periodo eroico del popolo cubano, ha detto che allora  c'erano governi di sinistra vigliacchi e ci sono anche adesso, che credono che prendendo le bandiere della destra gli si perdoneranno i peccatucci e potranno avere potere, quando il loro destino è seccarsi, affondare e sparire dalla mappa.

Ha ricordato l'abbraccio che si scambiarono Fidel e Chávez alla scaletta dell'aereo in quello che fu un momento storico, di due uomini che non agirono mai per fare la storia, ma che la fecero in tutte le sue attuazioni, con modestia, intelligenza e coraggio.
Lì, ha sottolineato, cominciò una relazione che indubbiamente segnò il cammino dei nostri popoli, non solo quelli di Cuba e del Venezuela ma, come si è dimostrato, dell'America Latina e dei Caraibi.

La realtà dei sogni condivisi

Un decennio dopo erano divenuti realtà parte dei sogni condivisi ed erano altre le circostanze per l'avvicinamento profondo delle due rivoluzioni tra i popoli; già dalle menti brillanti dei due erano sorti il progetto di Petrocaribe, ed anche le missioni salvatrici per il popolo bolivariano nei settori della salute, l'educazione, la cultura e la casa.
Su quella base nacque l'ALBA come alternativa al modello  colonizzatore dell'Area di Libero Commercio per le Americhe, che pretendeva d'annullare i processi rivoluzionari,  ha detto Maduro.
Indicando i temi trattati nel Vertice,si è riferito al bilancio realizzato dai passi avanti in materia sociale, politica e diplomatica in questi 14 anni.

L'irruzione dell'ALBA risultò decisiva per la fondazione della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi nel 2011 e per la sua proiezione come istanza di convivenza e unione dei nostri popoli, ha precisato,

Non deve stupire quindi che una delle proposte nella riunione è stata la ripresa della MIssione Miracolo per portarla a tutta la regione.
Ha reiterato che nonostante i benefici restano molti impegni e il primo identificato è stata la necessità dello sviluppo economico su basi integrazioniste, la creazione di un modello proprio.

Non è casuale, ha segnalato, che gli attacchi principali contro i processi progressisti e rivoluzionari dei governi dell'ALBA e dell'America Latina in generale sono nell'ambito economico, ed ha citato com esempi l'indurimento delle strategie di persecuzione e blocco contro Cuba, l'attivazione di una politica finanziaria criminale contro Venezuela e Nicaragua, le minacce ci guerra economica e commerciale contro paesi anche e poderosi.

La cupola degli Stati Uniti applica come forma principale d'attacco la guerra commerciale ed economica e per questo nell'ALBA siamo coscienti che così come i grandi impegni e le missioni della sua tappa di fondazione sono stati ratificati, oggi abbiamo ben chiaro che in queste condizioni avverse ci tocca il forte compito della resistenza sviluppando un modello economico integrato. Solo noi possiamo formare un pensiero economico proprio, ha indicato.

Il mandatario venezuelano ha convocato alla coesione per far fronte all'ostilità imperialista.
«Vediamo l'importanza di unire tutte le nostre esperienze nel sociale e nella cultura, ma dove siamo rimasti indietro è nello sviluppo economico, nella creazione di basi economiche solide che sostengano lo sviluppo sociale, la felicità, la tranquillità e  la prosperità alle quale hanno diritto i nostri popoli come grande obiettivo comune», ha sostenuto.

Poi ha avvertito che i nostri popoli necessitano le loro proprie ricchezze e ha detto a intellettuali, pensatori ed economisti, che è una menzogna la realizzazione dello sviluppo economico tirando tutti al proprio lato ed ha chiesto d'elaborare una strategia comune.
«Oggi possiamo comprendere meglio l'eroicità del popolo cubano contro il criminale blocco applicato per frenare lo sviluppo, la libertà, l'indipendenza e la dignità del popolo cubano, ha precisato ed ha proposto che tanto Petrocaribe come la criptomoneta siano le moneta di cambio nelle operazioni commerciali e internazionali tra i paesi membri dell'Organizzazione. Saranno i mezzi di cambio liberamente convertibile con indipendenza commerciale.

Dobbiamo concentrarci nella produzione di ricchezze, ha sottolineato,  «Le risorse non cadono dal cielo, è necessaria una corretta strategia d'investimento. È il fronte principale in cui ci si attacca per farsi arrendere, asfissiarci e indebolirci, confondere i popoli, dividerci e in buona misura a volte ci riescono», ha indicato Maduro Moros.

Poi ha riconosciuto che nonostante i grandi sforzi e le condizioni avverse, le ostilità e le aggressioni permanenti dell'imperialismo yankee sono state affrontate.
Rsipetto all'ambiente continentale oggi hanno preso il potere le correnti neofasciste con posizioni importanti nei governi dell'America Latina e dei Caraibi. Esiste una destra estrema, con corrienti imposte dagli Stati Uniti e dall'Europa.

«Attraversiamo una tappa di duro scontro per il potere politico in alcuni paesi vicini. Vari governi sono nelle mani della destra intollerante. Il Mercato Comune del Sud, Mercosur, è stato praticamente disintegrato. Si stabilisce il congelamento dell'Organizzazione delle Nazioni Sudamericane, Unasur, si minaccia una scalata di guerra, alleata alle oligarchie che oggi governano negli USA, ma ugualmente oggi possiamo dire in queste condizioni avverse,dove s'impone il neoliberalismo, possiamo dire 24 anni dopo quell'abbraccio, 14 anni dopo la nostra fondazione, che abbiamo vissuto anni intensi d'espansione della speranza, dell' uguaglianza e della giustizia. Possiamo dire qui c'è l'ALBA come riferimento, disposta a resistere e a durare. Qui siamo pronti per continuare a combattere, per proseguire questa lotta», ha sostenuto il Presidente venezuelano.

Poi ha portato l'esempio dei popoli rappresentati da uomini coraggiosi come Raúl Castro e Daniel Ortega e quando si ricorda Fidel, i popoli sentono presente lo spirito immortale di coloro che ci hanno lasciato un pensiero come legato. Questa eredità sospinge tutti i loro sogni e la loro ansia di realizzare quel che è giusto e guida le nuove generazioni.

Maduro ha terminato dicendo che non c'è mai stata prima un'istituzione di questo tipo che esprimesse la speranza, che realizzasse azioni concrete e che apportasse tutto il valore e la dignità in sè dei popoli che hanno lottato per secoli per il loro diritto al futuro.

(GM - Granma Int.)


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