www.resistenze.org - osservatorio - mondo - politica e società - 30-09-19 - n. 722

74° Assemblea generale delle Nazioni Unite: su clima e Iran scontri in seno all'imperialismo

Communistes | sitecommunistes.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

24/09/2019

L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dato origine a un'abbondante letteratura di segno opposto sulle prospettive degli accordi sui principali conflitti in corso e in particolare sulla questione iraniana. Tutto è iniziato con il rituale climatico e lo "spettacolo" Greta Thumberg: tale è la sua strumentalizzazione che non si può dubitare che la sua orchestrazione sia parte delle lotta per l'influenza tra le grandi potenze imperialiste.

La denuncia per l'inquinamento contro cinque stati: Francia, Argentina, Germania, Brasile e Turchia, che esonera gli Stati Uniti, la Cina e l'India, mostra che dietro le quinte ognuno fa la sua parte e intende tirare dritto sulla propria strada soprattutto in campo energetico, mentre confonde le acque. Ciò è tanto più vero in quanto i monopoli dei paesi imperialisti industrializzati dominano questa produzione, essenziale per lo sviluppo delle attività economiche.

Questo è il nocciolo della questione: come condurre le grandi produzioni nei campi dell'energia, dell'agro-alimentare, dei trasporti, delle comunicazioni... per soddisfare i bisogni sociali dell'umanità preservando la salute degli uomini sul lavoro e nella vita così come il loro ambiente, ostaggio delle loro attività senza abbattere il capitalismo, la cui natura predatoria è ben radicata!

Per quanto riguarda la situazione internazionale, l'Iran è stata al centro delle dichiarazioni e degli scambi poiché la situazione nella regione è diventata tesa e instabile. Questa situazione ci ricorda che non viene dal nulla. Deriva dalla violenza degli scontri imperialisti per dominare, da oltre un secolo, una regione strategica per la produzione di energia e per le rotte marittime e terrestri di petrolio e gas.

L'imperialismo tedesco, inglese, francese e statunitense si è impegnato in guerre e continua a farlo, anche distruggendo stati sovrani, attraverso l'intervento diretto o indiretto di eserciti di mercenari interposti. L'ascesa dell'imperialismo russo e cinese sono ulteriori motivi di tensione. Ognuno tessendo alleanze con le potenze regionali di secondo rango, può avanzare i propri pedoni. Se oggi la situazione si concentra sull'Iran, non dobbiamo dimenticare che le questioni palestinese, la guerra in Siria, l'Iraq, in Libia e nello Yemen sono direttamente collegate alla stessa questione del dominio. Gli Stati Uniti, che hanno infranto l'accordo sul nucleare iraniano, stanno esercitando un'enorme pressione sull'Iran: attraverso le sanzioni economiche affamano il popolo nella speranza che permetta un rovesciamento del regime portando a una nuova direzione.

Francia, Germania e Gran Bretagna, co-firmatari dell'accordo sul nucleare, vorrebbero continuare a svolgere un ruolo nella regione per preservare gli interessi dei loro monopoli. Si barcamenano tra l'imitazione della politica americana, come la condanna dell'Iran per l'attacco ai siti petroliferi sauditi e i tentativi, vani, di "attenuare" la durezza delle sanzioni statunitensi che penalizzano le loro imprese.

Tutti questi sforzi sono inutili nella misura in cui la violenza dello scontro ha raggiunto livelli in cui la risoluzione della crisi può passare, secondo gli Stati Uniti, solo dalla sconfitta militare o meno dell'Iran. Ma le cose non sono così semplici, andare oltre in un'operazione militare significherebbe accendere un'intera regione, quindi ci sarebbe una guerra totale e su larga scala. Se l'imperialismo non ha mai rinunciato alla guerra, deve anche valutare che le conseguenze non siano state scritte in anticipo! Più che mai, la lotta per la pace e l'indipendenza nazionale sono all'ordine del giorno.

Queste lotte antimperialiste devono essere profondamente associate alla lotta di classe contro il capitalismo.


Resistenze.org     
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.