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Nobel pace 2022: ennesima frode del pacifismo imperialista

Piattaforma Comunista | piattaformacomunista

Ottobre 2022

Che il premio Nobel per la pace sia un'arma ideologica nelle mani degli imperialisti occidentali non è una novità. Salvo poche eccezioni esso è stato assegnato a personaggi a dir poco ambigui, quando non compromessi in attività che di pacifico non hanno nulla a che fare.

E' stato premiato il segretario di stato USA Kissinger ideatore ed organizzatore del colpo di stato in Cile capeggiato da Pinochet, contro il governo legittimamente eletto di Allende, scatenando una sanguinosa repressione durata anni con migliaia di vittime. Sono stati premiati i sionisti Begin, Peres, Rabin che hanno sempre sostenuto l'occupazione della Palestina con la violenza, scacciando o discriminando pesantemente il popolo palestinese che vi risiedeva da secoli e secoli. E' stato premiato De Klerk, leader della minoranza razzista che per decenni ha governato il Sudafrica, discriminando pesantemente la maggioranza nativa della popolazione.

E' stata premiata Aung San Suu Kyi che in Birmania ha avallato l'espulsione e il massacro del popolo Rohingya. A questi si aggiunge la lunga fila dei dissidenti dell'URSS (p. es il fascista Saharov), della Cina (Liu Xiaobo), e successivamente di Russia e Bielorussia. Nel 2021 è stato premiato il dissidente russo Muratov, per il suo orientamento liberale filo-occidentale.

Quest'anno il premio è andato a ben tre esponenti della sovversione contro i regimi di Bielorussia e Russia, verso i quali non nutriamo alcuna simpatia; ma non per questo possiamo qualificare come amanti della pace personaggi e associazioni che fanno il gioco dei briganti occidentali, CIA in testa.

Il bielorusso Baliatsky (in carcere per evasione fiscale - già questo "qualifica" il personaggio) che ha tentato - ma gli è andata male - di organizzare a Minsk una replica di Maidan.

L'associazione russa Muratov è stata a sua volta premiata per la sua attività sovversiva associata alla denuncia del socialismo in particolare al tempo di Stalin di cui ne attacca la "violenza" e i "crimini". Ora oggi sappiamo con più chiarezza di ieri il contesto in cui Stalin e la dittatura del proletariato di cui ne era a capo dovettero agire: il sabotaggio organizzato nelle fabbriche, negli uffici, nei campi, in relazione e alla sovversione delle potenze imperialiste straniere e della reazione interna sconfitta nella guerra civile, ma anche e soprattutto della guerra civile che negli anni '30, a partire dell'assassinio di Kirov, fu scatenata, nella clandestinità, all'interno del Partito dall'unione dei cospiratori; sappiamo infine che il "rapporto segreto" kruscioviano del 1956 fu interamente costruito a tavolino, una menzogna dietro l'altra.

Anche il premio all'associazione ucraina "centro per le libertà civili" va ad un'associazione che non ha mosso un dito conto il sanguinario piratesco e criminale regime di Zelensky, sostenuto all'interno dai nazisti che si sono macchiati di tremendi crimini e atrocità rimasti impuniti (Odessa p. es.). Si è invece occupata dei crimini dei russi in Crimea!

Il comitato che gestisce il premio Nobel ha accuratamente evitato di considerare qualsiasi personalità che si oppone da tutte e due le parti alla guerra in corso, chiunque reclami la sua immediata fine, i negoziati, il disarmo, persino chiunque che esiga operazioni di carattere umanitario. Un chiaro esempio di cosa significa oggi il pacifismo imperialista.

Le agenzie di disinformazione occidentali ululano da anni per la 'mancanza di libertà', per la 'repressione del dissenso' in paesi non disposti a fare i vassalli degli USA. Guardassero in casa propria, dove il crimine organizzato è sempre più diffuso e l'illegalità arriva agli alti vertici dello stato, quando non è favorita dallo stesso Stato. Solo per l'Italia: le stragi, la P2, Gladio, criminalità fascista, mafia, camorra, criminalità economica e malavita comune, inaudite violenze poliziesche, la lista è lunga.

Si tengano pure queste libertà, compresa quella del non dire, del distorcere, del calunniare. Continuino pure a prendersi gioco dei lavoratori e dei popoli oppressi con le loro chiacchiere sulla democrazia, con i falsi premi per la pace. Saranno sempre di più i proletari che comprenderanno che per farla finita con lo sfruttamento e l'oppressione del capitale, con la miseria e le guerre di rapina non c'è altra via che la sostituzione della dittatura della borghesia con la dittatura del proletariato, della democrazia per i ricchi con la democrazia per i poveri.


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