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Intervista al collettivo francese di lotta per Mumia Abu-Jamal

PCF ( a cura di) | pcf.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

29/03/2023

Intervista a Jacky Hortaut, co-animatore del collettivo francese "Libérons Mumia" *

D. Su iniziativa del Collettivo francese "Libérons Mumia", lei ha appena visitato in prigione Mumia Abu-Jamal alla testa di una delegazione sindacale, composta dal SNJ-CGT e da un leader del sindacato dei giornalisti americani NWU, che rappresentava la Federazione internazionale dei giornalisti. Quanto è importante per voi questa solidarietà sindacale in questo 42° anno di detenzione?

R. Le delegazioni francesi gli fanno regolarmente visita, cosa che lui apprezza molto. Ma questa volta ha mostrato particolare piacere nel parlare con i colleghi per tre ore, un momento raro che la prigione non concede di solito ai giornalisti. Questo appoggio professionale e sindacale, in un momento in cui i tribunali devono pronunciarsi sulla richiesta di revisione della sua condanna, è un ulteriore sostegno alle posizioni assunte a suo favore dalla Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite, dal Parlamento europeo e da Amnesty International.

D. Qual è stato il contenuto di questo incontro?

Come di consueto, Mumia stesso ha alimentato la discussione sullo stato del mondo: guerre e sofferenze dei popoli, miseria economica e sociale per i più indigenti, sconvolgimenti climatici, tutti elementi che egli considera conseguenze generate dal sistema capitalistico in profonda crisi. La pandemia di Covid ha disvelato quello che lui chiama "l'impero in decadenza". Attento alle lotte politiche e sociali, ha voluto elogiare gli scioperi e le manifestazioni contro la riforma delle pensioni in Francia.

Ha anche parlato a lungo del deterioramento delle condizioni carcerarie dopo la pandemia di Covid. Le visite sono drasticamente ridotte e poiché le richieste di visita possono avvenire solo via Internet, si crea il pretesto per rifiutarle senza alcuna spiegazione, privando così le famiglie di un loro diritto. Il cibo è deplorevole e totalmente inadeguato allo stato di salute di detenuti malati o indeboliti da anni di detenzione, come nel suo caso.

D. Mumia ha avuto un anno terribile nel 2022, con gravi problemi di salute e la morte della moglie. Come sta a poche settimane dal suo 69° compleanno?  È ancora intellettualmente attivo nonostante il carcere?

R. Nonostante la malattia e la sofferenza, Mumia rimane un combattente determinato e con la testa piena di energia, al punto da preparare una tesi di dottorato sulla disumanizzazione delle carceri statunitensi, che porta molti detenuti a recidivare, una conseguenza, secondo lui, della politica di incarcerazione di massa con 2,3 milioni di prigionieri. La scrittura è la sua terapia, la sua ragione di esistere e di lottare. La pubblicazione di più di una dozzina di libri in quattro decenni lo testimonia. E che riscatto per lui trovarne alcuni nella biblioteca del carcere a disposizione dei suoi compagni di detenzione.

D. Sul fronte giudiziario, a che punto è la battaglia condotta dal suo team di difesa e dai suoi sostenitori per la revisione del processo?

R. Siamo in un momento chiave del processo giudiziario, con la recente scoperta di documenti d'archivio che provano il coinvolgimento razzista e l'uso di pratiche illegali da parte dei giudici che hanno portato alla sua condanna a morte nel 1982. Con queste nuove prove - dopo quattro decenni di appelli e di mobilitazione internazionale - i suoi avvocati hanno faticosamente conquistato la possibilità di ricorrere in appello. Se il giudice incaricato del caso accetterà di accogliere l'appello, Mumia potrà finalmente difendere la sua innocenza davanti a un tribunale che rivedrà la sua condanna. Questo aprirebbe la strada a un suo possibile rilascio.

D. Come si può estendere la campagna di solidarietà affinché l'uomo soprannominato "la voce dei senza voce" dai suoi colleghi giornalisti di Filadelfia possa finalmente riconquistare la libertà e la sua famiglia?

La mobilitazione negli Stati Uniti, così come in tutto il mondo, rimane essenziale per farlo uscire dall'inferno della prigione. A tal fine, le organizzazioni americane che sostengono Mumia Abu-Jamal hanno recentemente organizzato un grande incontro a Philadelphia, riunendo numerose personalità per denunciare l'accanimento giudiziario di cui quest'uomo è vittima. Questa conferenza è stata trasmessa in diretta in tutto il mondo. Intensificare la mobilitazione, fare appello alle autorità politiche e giudiziarie americane - come ha fatto recentemente la città di Parigi a sostegno del suo cittadino onorario - è più che mai necessario "per riportare Mumia a casa". La manifestazione che si tiene ogni anno a Place de la Concorde a Parigi è un'occasione per farlo.

*) Per saperne di più sulla lotta di Mumia e dei suoi sostenitori in Francia: www.mumiabujamal.com


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