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- osservatorio - mondo - politica e società - 14-05-25 - n. 932
Israele e Bergoglio
Tiziano Tussi
14/05/2025
Due informazioni per mettere bene in tavola questa questione. Morte di un Papa e messaggi di condoglianze dal governo ebraico di Israele. Evidentemente il tutto sfiora la questione dell'antisemitismo o, meglio, antiebraismo o antisionismo. Antisemitismo dovrebbe voler dire che si accomunano in un solo mazzo popoli che non sono solo ebrei. Arabi ad esempio, e Abissini, tra altri popoli, alcuni scomparsi o assimilati con altri popoli della zona. Quindi si potrebbe smetterla di usare e pensare al temine antisemita. Per precisione si dovrebbe usare il termine antiebraico, se lo si vuole usare e praticare (come i nazisti). Meglio ancora, per restringere il cerchio, usare il termine antisionista per identificare una discrasia o un sentimento di avversione verso il governo di Israele e con la sua volontà di accentramento del suo potere ebraico in Palestina e d'intorni.
Naturalmente poche note non risolvono un ginepraio storico intricatissimo. Ma andiamo avanti per arrivare alla questione che riporta il titolo. Quindi bisognerebbe usare il termine antisionista per cogliere la centralità della questione. Gli ebrei non sono tutti sionisti mentre i sionisti sono tutti ebrei. Perciò antisionista coglie in pieno la peculiarità di ciò che volgiamo dire. Sion è la collinetta che sta dietro Gerusalemme. Ritorno a Sion era ciò che il Primo congresso ebraico di Basilea, 1897, assunse come compito, guidato da Theodor Herzl, che scrisse anche un libro, Lo stato ebraico, molto letto nei decenni successivi.
Ma lasciamo perdere lo sfondo storico e concentriamoci sull'oggi, morte di Papa Francesco-Bergoglio e comportamento del governo attuale di Israele. La figura del Papa è, logicamente, oltre che dottrinale e istituzionale, Capo di Stato, anche politica. I Papi non sono tutti uguali e perciò ognuno imprime il suo pensiero nella chiesa e nei suoi rapporti con gli altri stati. Bergoglio ha retto un papato molto particolare ed in ogni caso è entrato in rotta di collisione con lo Stato di Israele per la sua azione genocidaria a Gaza. Lasciando da parte ogni altra questione, logicamente il Papa, un Papa, non poteva stare zitto di fronte all'orrore che Israele, o meglio, il suo governo sta perpetrando ai danni dei palestinesi ancora più marcatamente dopo il 7 ottobre 2023.
A 88 anni il Papa muore. Perciò moltissimi stati e politici e Capi di Stato mandano in Vaticano messaggi di cordoglio. Chi più chi meno sentiti e/o formali. Il caso del governo di Israele e del suo primo ministro è unico, anche in questa occasione, ma come al solito non soggetto a critiche puntuali come dovrebbe essere. Perché? Perché ogni comportamento di Israele porta solo o al silenzio su di esso oppure ad una accettazione incondizionata? Risolviamo questo busillis e poi andiamo verso la fine dell'esposizione.
Diciamolo apertamente. Il genocidio degli ebrei nella Seconda guerra mondiale è stato orribile e una delle conseguenze, ha dato agli ebrei sopravvissuti, dai campi, la possibilità di rivendicare tale disastro passivo per poter avere poi via libera a qualsiasi altro modo di essere, di comportarsi. La costruzione di uno Stato, in Palestina, dove non avrebbe dovuto esserci, almeno così come si è verificata, sloggiando dal territorio chi già ci viveva, è stata possibile solo agli ebrei e solo a loro. Certo vi sono, vi erano, considerazioni storiche per gli stessi ebrei su quei territori ma vi erano anche poche migliaia di ebrei in un mare di palestinesi arabi che già vi dimoravano.
Alla luce di quanto accaduto negli anni'40 e con il certificato di vittime perfette, come si sarebbe potuto impedire l'allocazione ebraica in Palestina? Il passato pogrom nazista permetteva infatti agli ebrei che si spostavano in Palestina, aggiungendosi ai pochi autoctoni, una rendita macchiata di sangue, del loro sangue. Questo ha permesso agli stessi una politica simile a quella che i nazisti hanno riservato loro durante la Seconda guerra mondiale.
Certo anche i Palestinesi, i loro gruppi armati, hanno contribuito non poco a confondere ogni acqua di relazione tra i due popoli, ma questo sarebbe un altro discorso, e visto dalla parte dei palestinesi. I loro errori e le loro mancanze verso Israele. Ma qui vogliamo solo considerare ciò che si è venuto a creare nel rapporto tra il governo di Israele ed il Papa morto.
Perciò, come non hanno fatto molti altri leader mondiali, le condoglianze ufficiali del governo di Israele sono giunte dopo tre giorni dalla morte di Bergoglio, solo il 24 aprile su X. Non certo un gran ché per l'occasione. Subito hanno mandato condoglianze figure della diaspora, rabbini d'Italia, il Congresso mondiale ebraico, comunità ebraiche italiane ed il presidente dello Stato di Israele Isaac Herzog. Ma nulla dal Governo, primo ministro e/o dal ministro degli esteri. Questo per le ovvie ragioni che Bergoglio si era speso per criticare aspramente il massacro di Gaza, dove esiste una piccola comunità cristiana cui Francesco telefonava spessissimo.
La cancellazione delle condoglianze degli ambasciatori ebrei, delle ambasciate sparse per il mondo ha sollevato critiche e resistenze, ma nulla di più. Gli ambasciatori hanno dovuto fare buon viso a questa imposizione governativa. L'ex ambasciatore a Roma ha anche detto che il suo paese non avrebbe dovuto mandare rappresentanti di rilievo ai funerali in quanto Francesco "ha concorso ad aumentare un'ondata di antisemitismo in tutto il mondo". Altri ambasciatori o ex ambasciatori non erano d'accordo con questo giudizio, ma tant'è. Quindi solo l'ambasciatore presso la santa Sede ha rappresentato il suo governo ai funerali.
Funerali che hanno visto la presenza di autorità e Capi di Stato quali Trump, Macron, Mattarella, Zelensky, re e regine di Europa: solo per citarne alcuni, pochi. La lista è lunghissima e la si può trovare in rete. Israele solo con l'ambasciatore presso la Santa sede. Uno schiaffo alla memoria di Bergoglio ed alle sue posizioni politiche.
Anche questo concesso a Netanyahu ed alla sua cieca volontà di fare piazza pulita di ogni voce minimamente convinta di critica verso la sua politica. Quando non massimamente contraria al suo operato. Un Capo di Stato che compie ogni giorno crimini di guerra senza che il mondo si faccia sentire. E quando qualcuno lo fa, vivo o morto che sia, viene disprezzato dallo stesso Netanyahu, con lo stigma di antisemita, anche se non lo è.
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