www.resistenze.org - osservatorio - mondo - salute e ambiente - 17-10-16 - n. 606

L'accordo di Parigi sul clima: una nuova opportunità di profitto per i monopoli, nel mezzo di una concorrenza brutale.

Partito Comunista di Grecia (KKE) | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

12/10/2016

La delegazione del KKE al Parlamento Europeo ha votato contro la ratifica dell'accordo da parte del PE

La delegazione del KKE al Parlamento Europeo ha votato contro la ratifica dell'Accordo di Parigi sul cambiamento climatico, nella sessione plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo, perché non fa che perpetuare le cause che sono all'origine del problemi ambientali, quelle che il modo di sviluppo capitalista crea ed inasprisce.

Nel suo discorso a sostegno del voto negativo, la delegazione del KKE al PE ha evidenziato quanto segue:

"L'accordo di Parigi sul clima, che è un compromesso temporaneo tra i centri imperialisti ed i paesi capitalisti più potenti, né vuole né può affrontare i gravi problemi ambientali creati dal modo di sviluppo capitalista, il quale vede l'ambiente come un mezzo per accrescere i profitti dei grandi gruppi d'affari, che depredano le risorse naturali ed hanno altresì effetti devastanti, non solo dovuti alle loro emissioni incontrollate, ma anche dovuti alle guerre imperialiste scatenate in tutto il pianeta.

L'accordo ha in nuce i vari Sistemi di commercio delle Emissioni (ETS), i quali sono meccanismi per l'acquisto di una profittevole possibilità di inquinare che han già dato prova di intensificare il degrado ambientale.

Le tecnologie "verdi" sono progettate per aprire nuovi settori di investimento per i monopoli con grandi e veloci profitti all'interno di una concorrenza spietata, dove la UE gioca un ruolo di leader, cercando di far avere ai propri gruppi d'affari un relativo vantaggio in questo settore. Nel momento in cui finanziano i paesi più poveri e sottosviluppati dell'Africa, dell'Asia, etc. assertivamente per farli partecipare all'accordo, in realtà creano un'altra via a favore dei grandi gruppi d'affari per fare ingresso in nuovi mercati e saccheggiare maggiormente le risorse delle loro popolazioni.

Il risultato certo di quest'accordo (come del precedente, quello di Kyoto) sarà anche l'aggravamento dei problemi ambientali e l'inasprimento della condizione e delle condizioni di vita delle famiglie degli strati popolari.

Solo la socializzazione della ricchezza e dei mezzi di produzione, solo un'economia ed una società che non siano basate sul profitto capitalista, ma sulla soddisfazione dei bisogni popolari possono assicurare un pianificato, compatibile e bilanciato impatto della classe lavoratrice sull'ambiente e sulla natura. Per una vita di questo genere che la classe lavoratrice si merita, essa deve prendere il controllo dell'economia nelle proprie mani, creando le proprie alleanze sociali, rompendo colla barbarie capitalista, coi monopoli e colle loro unioni imperialiste".

07/10/2016

La delegazione del KKE al Parlamento Europeo


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