www.resistenze.org - osservatorio - mondo - salute e ambiente - 05-02-21 - n. 778

Rapporto dell'Ufficio Politico al VI Plenum del Comitato Centrale del PCM (I parte)

Partito Comunista del Messico (PCM) | elmachete.mx
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

01/02/2021

Il seguente rapporto è stato scritto e presentato ad agosto del 2020 al VI Plenum del CC del Partito Comunista del Messico (PCM). Pur essendo passati diversi mesi e con l'evolversi della pandemia fino ad oggi alcuni dei dati citati nel rapporto sono modificati, rimane perfettamente attuale l'analisi sulla natura della crisi economica, la relazione tra capitalismo e pandemia e il carattere politico e di classe delle misure e politiche adottate.(ndr)

I

Quando ci siamo riuniti a gennaio (2020) non avevamo consapevolezza che la pandemia scoppiata nella Repubblica Popolare Cinese a dicembre (2019) - la quale si è poi diffusa in tutto il pianeta ed è ancora lungi dall'esser messa sotto controllo e dall'attenuarsi - avrebbe avuto l'incidenza e la portata che oggi conosciamo.

La pandemia del Covid-19 si combina con ciò che da marxisti intravedemmo collettivamente nel VI Congresso dell'agosto del 2018, come scenario sicuro in termini economici: la prevedibile fine del periodo di debole ripresa e l'inevitabile inizio di una nuova crisi capitalista.

Sulla crisi economica e la pandemia

Il mondo vive attualmente una seria crisi economica internazionale, una crisi di sovrapproduzione e sovraccumulazione di capitale. Riconosciamo che nella concatenazione dei fenomeni, questo processo economico è stato catalizzato e ha preso forma concreta con la pandemia di Covid-19, che ha acuito l'impatto della crisi economica sulla classe operaia e i settori popolari. Divergiamo dagli economisti e politici borghesi che cercano di occultare il carattere e le cause della crisi (per la quale si è coniato il termine di "grande confinamento") con la pandemia.

Si vuole occultare la causa della crisi attuale, presentandola come una crisi derivata dalla pandemia e non dalle caratteristiche intrinseche del capitalismo. Tuttavia, se analizziamo i dati economici possiamo osservare che la tendenza alla crisi economica esisteva già da prima della pandemia e che la pandemia l'ha solamente accelerata e acutizzata. Ad esempio, la Banca del Messico inizia tutti i suoi rapporti trimestrali del 2019 ripetendo in ognuno di essi il rallentamento dell'attività economica [1] e ciò si evidenzia osservando la tendenza della produzione industriale e del commercio mondiale in ogni trimestre:











In mezzo a questa tendenza di rallentamento e poi di caduta della produzione industriale e del commercio mondiale, che indicavano l'inizio della crisi, l'epidemia del Covid-19 si è diffusa nel mondo alla fine di gennaio del 2020. L'irruzione stessa del virus e la sua propagazione accelerata in tutto il pianeta è una responsabilità che non si può separare dal capitalismo che determina la relazione dell'insieme di tutta la società con la natura nella maggioranza dei popoli del mondo.

Le malattie zoonotiche che sono sorte o riapparse recentemente sono l'ebola, l'influenza aviaria, la sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS), il virus Nipah, la febbre della Valle del Rift, la sindrome respiratoria acuta grave (SARS), il virus del Nilo Occidentale, il virus del Zika e, adesso, il coronavirus SARS-CoV-2 che causa il Covid-19. Tuttesono legate all'attività economica umana. L'interazione con animali nel corso della storia è stata fonte costante di acquisizione di virus (il 75% delle malattie infettive emergenti sono zoonotiche, ossia sono trasmesse dagli animali), ma negli ultimi decenni la tendenza è cambiata in diverse e preoccupanti direzioni, dato che ad oggi sono state rilevate da 3 a 4 nuove specie di agenti patogeni umani all'anno.

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È noto che l'integrità degli ecosistemi contribuisce a regolare le malattie promuovendo la diversità delle specie in modo che sia più difficile che un patogeno si diffonda, amplifichi o domini. Al contrario la sua riduzione, distruzione, le alterazioni nell'uso del suolo, nel clima, negli animali o ospiti umani è correlato agli agenti patogeni, che si evolvono sempre per sfruttare nuovi ospiti approfittando, ad esempio, del bestiame che funge da ponte epidemiologico tra la fauna indebolita e le infezioni umane. Se alla comparsa delle malattie e alla loro capacità di infettare umani, aggiungiamo il volume e il ritmo del trasporto di merci, possiamo avere un'immagine molto chiara dell'interazione di tutti questi fattori spinti dalla necessità del capitale di sostenere la sua riproduzione ampliata ad un ritmo folle e la sua responsabilità nello sviluppo della pandemia. Come già stabiliva Marx nel 1867: "la produzione capitalistica sviluppa quindi la tecnica e la combinazione del processo di produzione sociale solo minando al contempo le fonti da cui sgorga ogni ricchezza: la terra e l'operaio" (Il Capitale, libro I, parte 2, pag. 220, Editori Riuniti, Roma, 1973)[4]

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Quando il virus iniziò a diffondersi al di fuori della Repubblica Popolare Cinese, già si conoscevano i gravi rischi che poteva procurare in termini di salute. Ogni Stato ha elaborato una strategia di fronte alla pandemia e, sottotraccia, di fronte alla crisi capitalista. Ognuno di essi ha dovuto risolvere il dilemma a quale fattore sociale dare priorità e su chi scaricare i sacrifici: la vita umana o l'economia. Questo nei paesi capitalisti si è tradotto nel decidere se sacrificare la classe operaia o i profitti capitalisti. Sacrificare la salute e la sopravvivenza della classe operaia o sacrificare la continuità e il futuro dei profitti capitalisti. In tutti i paesi capitalisti, si è deciso di proteggere e garantire il profitto capitalista. Tuttavia, le strategie particolari di ogni paese sono state diverse, comportando risultati differenti.

Alcuni paesi hanno contenuto fino ad un certo punto la pandemia. La base della strategia di questi è stata quella che oltre a sacrificare la classe operaia, hanno assunto misure tempestive e ferme che potessero contenere la pandemia. Ossia, hanno sacrificato temporaneamente parte dei loro profitti al fine di assicurare il profitto futuro. In questi paesi il blocco dei voli, la riduzione del commercio internazionale, le strette misure di quarantena sono stati un fattore importante dei loro risultati. Altre condizioni come il loro isolamento geografico (Australia, Nuova Zelanda) o l'esperienza in pandemie recenti (Giappone, Corea del Sud) hanno influito. Bisogna evidenziare la situazione della Cina, che ha avuto alcuni vantaggi che perdurano dalla sua epoca di costruzione socialista, come una maggiore centralizzazione economica e politica, così come una certa esperienza di mobilitazione nelle masse popolari che ancora perdura.

In altri paesi, l'obiettivo non è stato quello di contenere la pandemia ma unicamente di gestirla. Semplicemente, assicurare che la quantità di malati e morti non superasse un certo numero. Hanno stabilito il minor numero possibile di misure che potessero colpire gli interessi dei monopoli e hanno ritardato l'assunzione di misure fino a quando è stato possibile. Non hanno chiuso le frontiere, né ridotto il commercio, né il turismo internazionale, la quarantena è stata introdotta tardivamente e si è sottovalutata la grave minaccia della pandemia.

Un caso caratteristico di questo è il Messico. Agli inizi dei primi contagi in Europa e USA, quando era possibile minimizzare l'ingresso di persone contagiate nel paese, il discorso ufficiale è stato quello di negare questa possibilità o ridurne l'importanza. Si diceva che bisognava adattarsi come "un guanto", che si poteva continuare ad "abbracciarsi" e ad uscire per le strade. Sono proseguiti gli eventi di massa e i tour presidenziali; dal Governo Federale c'è stata indifferenza nel promuovere in maniera chiara e tempestiva l'importanza delle misure di base come l'uso delle mascherine. La quarantena ha avuto inizio tardivamente e in modo improvvisato. La fine delle lezioni in presenza è avvenuta in modo improvvisato il 21 marzo, un mese dopo i primi contagi nel paese, senza preparare gli insegnanti, alunni e famiglie. Il decreto di Emergenza Sanitaria a parole impediva i licenziamenti e obbligava i padroni a pagare il salario completo, ma senza alcun strumento per renderlo effettivo. Ossia, si è dato semaforo verde per l'inizio dei licenziamenti e le riduzioni salariali. Sono stati chiusi i Consigli di Conciliazione e Arbitrato e sono state impedite le riunioni di più di 30 persone, ossia, si sono legalmente legate le mani degli operai e si è lasciata carta bianca alla borghesia. I monopoli commerciali sono rimasti aperti, mentre la piccola borghesia e i venditori ambulanti erano obbligati a chiudere. L'unica misura applicata è stato un programma clientelare di prestito a fondo perduto distribuito dalle basi di Morena (partito di "sinistra" al governo, ndr). La quarantena è durata giusto il tempo che era accettabile per i monopoli ridurre le loro attività e in concordanza con gli interessi e tempi degli USA. La "nuova normalità" ha significato l'apertura di settori "essenziali" come la miniera, la produzione di automobili o la produzione di birra (sic!). Un "semaforo epidemiologico" è stato introdotto per diluire la responsabilità della crisi sanitaria del Governo Federale tra i governi statali e assicurare così il ritorno al lavoro in ogni centro.

Se confrontiamo questo sviluppo con le strategie di altri paesi, con governi reazionari come quello di Trump e Bolsonaro negli USA e in Brasile, con governi socialdemocratici come quello spagnolo, o con altri paesi come Russia, Francia, Gran Bretagna o Italia, ci troviamo di fronte alla stessa situazione.

Cina:



Corea del Sud:



Giappone:



USA:



Brasile:



Messico:



Indipendentemente da quanto efficace sia stata la strategia, nei paesi capitalisti, ad esser inevitabilmente sacrificata è stata la classe operaia. In tutti questi paesi la classe operaia è lasciata al suo destino non possedendo i mezzi di produzione. La quarantena ha portato in un modo o nell'altro a licenziamenti e riduzioni salariali, lasciandola priva di mezzi di sussistenza. La privatizzazione della salute e la distruzione della sanità pubblica hanno determinato che la qualità della cura che poteva avere un malato fosse minima. A sua volta, si è approfittato della quarantena per stabilire misure economiche antipopolari e per accrescere la persecuzione della lotta economica e politica del proletariato, dietro la scusa della pandemia.

Dall'altro lato, nei paesi dove è avvenuta una Rivoluzione socialista e ancora perdurano in una certa misura le conquiste del socialismo, si può notare una differenza qualitativa. La classe operaia e i settori popolari, la loro vita e la loro economia hanno avuto la priorità e anche se ci sono dovuti essere alcuni sacrifici economici (come la chiusura delle frontiere, la riduzione del commercio e del turismo, ad esempio), questi sacrifici non hanno implicato sacrifici per le famiglie operaie, che hanno potuto contare su misure di sussistenza adeguate. Sono state mobilitate le differenti organizzazioni della classe e del Partito Comunista per assicurare le misure sanitarie adeguate, ad esempio, a Cuba dove il personale medico è stato mobilitato in ogni quartiere per spiegare la gravità della questione fin dal principio. Questo ha permesso che il numero di morti per Covid-19 sia minimo (Repubblica Popolare Democratica di Corea e Repubblica Socialista del Vietnam) e la pandemia sia contenuta nella RPDC con meno di 10 contagiati, Vietnam con meno di 500 e Cuba meno di 2600.

Cuba:



Vietnam:



In tutti i paesi capitalisti si è cercato di occultare gli interessi di classe alla base della strategia utilizzata. Il caso del Messico è caratteristico, ma coincide con la stessa linea comunicativa di altri governi come quello degli USA e del Brasile. Inizialmente hanno negato l'importanza della pandemia, paragonandola ad altre malattie (il suo tasso di contagio, i sintomi generali, come con l'epidemia di Sarampion a Città del Messico, ecc.), argomentando che gli unici morti erano nella popolazione della terza età (come se questi non avessero il diritto di continuare a vivere). In un secondo momento, durato varie settimane, si è cercato di concentrare l'attenzione sui responsabili sanitari, in particolare la persona di Gatell (epidemiologo messicano,
sottosegretariato per la prevenzione e la promozione della salute presso il Ministero della salute messicano dal 2018 e da gennaio 2020 portavoce e uno dei principali membri della task force per affrontare la pandemia COVID-19, ndr) e il "modello" di previsione e "strategia" epidemiologica. Sono state promosse le loro credenziali accademiche e la "scientificità" dei modelli, in questo modo hanno cercato di occultare il carattere politico delle misure assunte. Insieme a questo discorso, si è venduta l'idea che non c'era altra opzione, ogni altra misura era "dittatoriale", "repressiva", impossibile in un paese così popolato e esteso. A metà della quarantena il discorso è mutato e hanno iniziato a parlare della necessità di tornare alla "normalità", dell'"impossibilità dei settori popolari di continuare con la quarantena" (discorso penetrato in alcune organizzazioni popolari), per nascondere in realtà la necessità dei monopoli di tornare al lavoro. Il caso del Vietnam o Cuba mostra che sono possibili quarantene più ampie, evidentemente, se si destina parte della ricchezza sociale ad assicurare la sussistenza della classe, che in Messico si traduce nell'espropriazione della borghesia. Una volta impiantata l'idea della "nuova normalità" come un fatto, data la grave situazione sanitaria il discorso si è messo sulla difensiva. Passato il tempo in cui si argomentava della fruttuosa o scientifica strategia di "contenimento", adesso si parla dell'"immunità di gregge" e si giustificano i quasi 50 mila morti con la combinazione con altre patologie, in particolare il diabete e l'ipertensione.

Di fronte a questo discorso, quello utilizzato dai gruppi politici all'opposizione, in particolare il PAN (Partito Azione Nazionale, destra, ndr) e alcuni mezzi di comunicazione fa da contraltare: il totale fallimento della strategia di AMLO (presidente Obrador, ndr). Utilizzano la drammatica situazione che vive la classe operaia e gli esorbitanti numeri di morti e malati per mostrare le mancanze della strategia, ma occultano le cause e la presentano come un errore del governo e non come una necessità di classe.

Torneremo più avanti sulla questione della pandemia e la sua disastrosa gestione in Messico. Per ora, definiamo che la crisi economica del capitalismo e la pandemia sono elementi imprescindibili dell'analisi dei comunisti e determinanti per tracciare la nostra tattica, elemento che non abbiamo contemplato all'inizio dell'anno (2020).

Comportamento generale del capitalismo

Le centinaia di migliaia di morti oggi (agosto 2020, ndr) superano 880 mila e continuano ad aumentare. Questi numeri si basano sugli usi e le modalità degli Stati borghesi, da cui neconsegue una loro gestione arbitraria. Tra i paesi con un maggior numero di decessi, il Messico si trova al terzo posto in compagnia di USA, Brasile, Regno Unito e Russia. È indifferente la demagogia di uno o dell'altro, o il tipo di gestione che assumono.

Le azioni e responsabilità degli Stati borghesi nella grandezza della tragedia risiede nel modo di produzione capitalista e negli adeguamenti necessari per prevenire e far fronte alla nuova edizione della crisi di sovrapproduzione e sovraccumulazione del capitale.[11]

La condotta della borghesia rispetto alla pandemia è determinata dalla competizione inter-monopolista e la difesa a oltranza dei "propri" monopoli da parte degli Stati. La rivalità inter-imperialista, inter-borghese e la lotta di classe non vanno in quarantena. La corsa al vaccino caratterizzerà questo periodo e rappresenta un ulteriore episodio delle contraddizioni inter-imperialiste, soprattutto tra Cina, Russia, UE, USA, Regno Unito, Brasile e i paesi che stanno aspettando silenziosamente di trarne profitto. La vita umana è sottomessa a questa dinamica nell'interesse di garantire il profitto dei monopoli. A questo obbediscono le fluttuazioni delle valutazioni degli Stati di fronte all'"opinione pubblica", alle lamentale contro le misure popolari che cercano un minimo di tutela per la loro salute e una serie di regolamenti in materia di farmaci. Si diluisce il carattere di classe degli Stati. E in base a questo si promuovono nozioni imprecise che costringono il proletariato a scegliere un lato tra i borghesi in conflitto. A questo corrispondono le valutazioni positive a proposito della decisione della Cina di collocare gratuitamente la sua versione del vaccino nel mondo, sottovalutando che è riflesso di un'audace campagna per rafforzare la sua penetrazione nelle economie e il suo ruolo principale nel mondo. Diplomazia al servizio dell'egemonia mondiale e della battaglia per il primo posto nella piramide imperialista. La classe operaia e i settori popolari devono riconoscersi come estranei a questo dilemma controproducente e riconoscere in queste sfide inter-borghesi un'ulteriore causa delle loro tremende difficoltà e della necessità di rovesciare il capitalismo.

È indiscutibile che nella pandemia i gravi costi della stessa sono stati trasferiti, in vari modi, sulla classe operaia e i settori popolari. E al di sopra di tutti si ergono i monopoli come veri vincitori. Basta guardare i nomi delle imprese beneficiate oltremodo a proposito o nel quadro della crisi della salute pubblica mondiale: Amazon, Inovio, Moderna, Novavax, Top Glove, K12, Zoom, Teladoc, Netflix, YouTube, Facebook, Peloton, tra gli altri. I monopoli con base in Messico non sono da meno. Per citare un caso: América Móvil, di Carlos Slim, sta per acquisire, con il concorso di soci, il Gruppo Oi, il maggior operatore di telefonia fissa e quarto di telefonia mobile in Brasile, e terza impresa di telecomunicazioni più decisiva in America Latina.

Esistono caratteristiche generali del comportamento del capitalismo dove predomina l'interesse generale di accrescere i loro profitti e trasferire qualsiasi costo sulle vite della classe operaia in molteplici e varie forme. E si è dimostrato anche che il capitalismo non può vivere un solo giorno senza lo sfruttamento del lavoro salariato, che non possono mettere in quarantena. Non si è fermato nemmeno il militarismo, che è cresciuto, né la tendenza del capitalismo alla guerra e alla barbarie.

Alcuni dati della recessione economica che indicano una grande depressione economica di lunga durata e breve ripresa

Il numero di persone disoccupate nel mondo aumenterà fino a 190.5 milioni, secondo le stime dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), 20.5 milioni di occupati persi solo negli USA (cifra che non si vedeva dalla grande depressione). Circa il 60% della manodopera mondiale (2 miliardi) svolge lavori informali, mal pagati o che non offrono nessun o poco accesso alla protezione sociale e ai diritti lavorativi. Più di 630 milioni di lavoratori nel mondo, ossia, una persona su cinque della popolazione attiva mondiale, vive in condizioni di povertà, definita da un limite di reddito di 3.20 dollari al giorno. Si prevede che il tasso di disoccupazione mondiale arriverà al 9.4% alla fine del 2020, con una lenta ripresa perché potrebbe verificarsi una nuova ondata del virus, secondo i dati dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Si tratta di una crisi più grave di quella del 2008, alcune previsioni come quelle della Banca Mondiale parlano di una crisi più grave di quella del 1929 e comparabile solo a quella del 1870. La contrazione nel commercio mondiale ha superato 1/5 e si avvicina a 1/4. Le perdite accumulate dal PIL mondiale si quantificano al momento in 9.000 milardi di dollari, una quantità maggiore dell'economie di Germania e Giappone messe insieme.

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Posizione del movimento comunista internazionale

Collettivamente i partiti comunisti e operai si sono posizionati con responsabilità:

1) Richiedono misure urgenti per rafforzare il sistema sanitario pubblico in ogni paese, così come la ricerca scientifica. Si mette in evidenza la rilevanza della salute come un diritto e non una merce, compiendo agitazioni per porre fine alle privatizzazioni, proponendo la statalizzazione, centralizzazione e controllo pubblico. Si denuncia che il carattere privato della sanità è una condanna a morte della classe operaia e i settori popolari.

2) Esigono che si garantiscano le misure di protezione di base, le quali sono immediatamente rincarate (mascherine, guanti, disinfettanti), per la classe operaia nei luoghi di lavoro, la popolazione in generale e per la prima linea, ossia il personale sanitario. Una richiesta in linea con quanto la realtà sta dimostrando, ossia che la carenza da un lato e la speculazione dall'altro, hanno accentuato la morte di personale medico e anche la propagazione della pandemia. L'esperienza ha indicato che queste misure di base sono state l'elemento essenziale in quei paesi che hanno controllato il contagio. Qui constatiamo nuovamente l'irresponsabilità della gestione in Messico che, fino ad oggi, continua a mettere in discussione l'uso delle mascherine e rifiuta la responsabilità statale di assumere la loro distribuzione sociale.

3) Protezione dei redditi e diritti della classe operaia. Poiché era prevedibile una offensiva dei monopoli, degli organismi padronali per proteggere i propri profitti, e per questo si avvalgono di ogni risorsa, come il taglio dei posti di lavoro, ferie forzate, tagli salariali e accentuazione dello sfruttamento attraverso lo smart working. Tutto ciò che si vede e vive anche in Messico, dalla dichiarazione di emergenza fino al "semaforo epidemiologico".

4) Nessuna diminuzione dei diritti democratici conquistati dalla classe operaia. E questo è chiaro, da quando gli Stati borghesi ne hanno approfittato, con leggi, decreti, riforme parlamentari, come avvenuto in Grecia, con l'intento di proibire le proteste e gli scioperi, e poi anche in Messico dove è aumentata la repressione, sono stati rafforzati i corpi di polizia ed è avanzata la militarizzazione.

5) Porre fine ai blocchi e altre sanzioni ingiuste. Da un lato sono un attacco diretto ai popoli che riducono le loro capacità di affrontare la pandemia, una condanna a morte per l'impossibilità di acquisire medicine e forniture, o ricevere la cooperazione sanitaria, come nei casi di Iran, Venezuela, Siria; e al contempo un atto irrazionale poiché impedisce la solidarietà di paesi che in questo campo hanno acquisito una esperienza come è l'importante caso di Cuba, la cui stella ha brillato in questi mesi nella cooperazione di successo in vari continenti.

6) Opposizione agli interventi imperialisti e alle aggressioni, così come alle esercitazioni militari. Il sistema imperialista non è andato in quarantena, i suoi piani sono attivi contro i popoli e il rischio di attacchi militari latente.

È passato un secolo da quando i comunisti del mondo si sono messi alle spalle concezioni ristrette del lavoro e intervento di massa.[13] Essendo corretta la valutazione che il socialismo-comunismo è l'alternativa al capitalismo e la sua barbarie, questo non significa ignorare i problemi concreti, tantomeno un problema così grave come quello che sta colpendo la classe operaia, che è quella che soffre la fame, la miseria, i licenziamenti, il taglio salariale, i contagi e la morte, come dimostrato dalle statistiche del Covid-19. Essendo corretta la nostra tesi che il riformismo è un corso antiproletario, per noi la questione è come colleghiamo la lotta concreta, il sollevare misure urgenti/immediate necessarie con la lotta strategica, connettendole con l'obiettivo del rovesciamento del capitalismo.

In queste condizioni, inedite, ogni partito comunista ha cercato di mantenere il suo funzionamento organico e la sua attività politica e nel suo insieme il movimento comunista internazionale ha continuato la sua attività, anche se ci sono ostacoli non superabili. Ad esempio, l'Incontro dei Partiti Comunisti e Operai non potrà realizzarsi quest'anno (2020) fino al prossimo, lo stesso varie riunioni regionali. Ma sono sorte anche nuove e creative iniziative, ad esempio in varie dichiarazioni. Il dinamismo del movimento comunista internazionale ha come animatore l'attività dei nostri compagni del Partito Comunista di Grecia.

Un elemento di importanza è anche la situazione negli USA, dove le manifestazioni anti-razziste e anti-repressione sono state molto importanti e hanno espresso anche l'insubordinazione sociale per la pessima politica sanitaria.

[...]

Compagni:

Sulla crisi economica capitalista, dobbiamo ribadire che il Covid-19 è stato un catalizzatore, ma non la causa, come tenta di scaricare la sua responsabilità il capitalismo, cercando di ripulirsi.

Nel 2008 abbiamo fatto uno sforzo importante per mostrare qual è il carattere della crisi economica nel capitalismo, in primo luogo come qualcosa di inerente al ciclo economico, al sistema e non solo alla sfera finanziaria. Vediamo questo con quanto scrisse Engels, il cui bicentenario commemoriamo a novembre (2020):

"… In effetti, dal 1825, anno in cui scoppiò la prima crisi generale, tutto il mondo industriale e commerciale, la produzione e lo scambio di tutti i popoli civili e delle loro appendici più o meno barbariche, si sfasciano una volta ogni dieci anni circa. Il commercio langue, i mercati sono ingombri, si accumulano i prodotti tanto numerosi quanto inesitabili, il denaro contante diviene invisibile, il credito scompare, le fabbriche si fermano, le masse operaie, per aver prodotto troppi mezzi di sussistenza, mancano di mezzi di sussistenza; fallimenti e vendite all'asta si susseguono. La stagnazione dura per anni, forze produttive e prodotti vengono dilapidati e distrutti in gran copia, sino a che finalmente le masse di merci accumulate defluiscono grazie ad una svalutazione più o meno grande e produzione e scambio a poco a poco riprendono il loro cammino. Gradualmente la loro andatura si accelera, si mette al trotto, il trotto dell'industria si trasforma in galoppo e questo si accelera sino ad assumere l'andatura sfrenata di un vero steeple-chase industriale, commerciale, creditizio e speculativo per ricadere finalmente, dopo salti da rompersi il collo, nel baratro del crac. E così sempre da capo…

Nelle crisi la contraddizione tra produzione sociale e appropriazione capitalistica perviene allo scoppio violento. La circolazione delle merci è momentaneamente annientata; il mezzo della circolazione, il denaro, diventa un ostacolo per la circolazione; tutte le leggi della produzione e della circolazione delle merci vengono sovvertite. La collisione economica raggiunge il suo culmine. Il modo della produzione si ribella contro il modo dello scambio, le forze produttive si ribellano contro il modo di produzione che esse hanno già superato." [14]

La nostra analisi è in sviluppo, ma i segnali del rallentamento prima nell'Unione Europea, dopo negli USA e la Cina, estesi adesso a tutto il sistema capitalista, ci mostrano il fallimento del capitalismo, di tutte le forme di economia di mercato (neoliberista, nazionalizzata o keynesiana, ecc.). In questo corso si trova l'acutizzazione della lotta di classe.


[1] Gennaio-marzo 2019: "Dopo essersi osservato un rallentamento dell'attività economica mondiale nella seconda metà del 2018, si è registrata una moderata ripresa nel primo semestre del 2019 in alcune delle principali economie…".

Aprile-giugno 2019: "(…) nel secondo trimestre dell'anno l'economia ha visto ridurre il suo ritmo di crescita rispetto al primo, come conseguenza della minor espansione delle principali economie avanzate e emergenti…".

Luglio-settembre 2019: "(…) nel terzo trimestre del 2019 è proseguito il rallentamento dell'economia mondiale…".

Ottobre-dicembre 2019: "(…) la crescita dell'attività economica mondiale ha proseguito nel suo rallentamento nel quarto trimestre del 2019…".

[2] Numero di eventi delle malattie infettive emergenti (MIE) per decennio. Gli eventi delle MIE (definiti come l'origine temporale di un MIE, rappresentato dal caso originale o gruppo di casi che rappresenta una malattia emergente nella popolazione umana, vedere Métodos) sono rappresentati in grafico con: a) tipo di patogeno; b) tipo di trasmissione; c) resistenza ai farmaci; d) modo di trasmissione.

[3] Rete che mostra le specie selvagge e domestiche e la loro associazione con virus. Le specie ospiti che trasportano gli stessi virus sono collegati. Illustrazione: Università della California Davis.

[4] In meno di 50 anni sono state perse il 60% delle forme di vita selvaggia.

[5] Dati su alcuni dei principali cicli biogeochimici del pianeta. Inoltre, si stima che la temperatura
è incrementata negli ultimi 50 anni ad un ritmo 170 volte superiore a quello che sarebbe avvenuto naturalmente.

[6] Evoluzione delle navi da carico. La categoria Triple E riempirebbe con i suoi container in blocchi di due più di 30 treni da 1.61 km ciascuno. Questi contenitori contengono circa 36.000 auto, 863 milioni di lattine di cibo in scatola o l'equivalente in acciaio di otto torri Eiffel.

[7] Carico del trasporto aereo espresso in bilioni di tonnellate per km.

[8] Passeggeri di voli internazionali all'anno. Prima della pandemia raggiungevano 4 bilioni. Da notare anche l'incremento del ritmo di questi viaggi. Ad esempio, il volo commerciale di 17.000 km tra Sydney e Londra attualmente si realizza in 19 ore e 19 minuti, mentre nel 1947 si realizzava in 55 ore.

[9] Grafico dei viaggi aerei mondiali per passeggeri-kilometri storico 1936-2016.

[10] Commercio agricolo internazionale per tipo di prodotto, espressi in milioni di USD 1961-2006. Fonte: FAO (2009).

[11] Il costo per costruire preventivamente un progetto globale che studi il viroma dei patogeni sconosciuti tra 25 famiglie di virus in probabili animali ospitanti sarebbe di 1.2 milioni di dollari, che rappresenta meno dello 0.2% delle perdite economiche dell'epidemia SARS in Asia nel 2004, meno che la perdita totale nel PIL a causa della fine della crescita economica in Guinea, Liberia, Sierra Leone nel 2015 durante l'Ebola del 2013-2016, o equivalente al 0.0006% della spesa militare mondiale.

[12] Grafica dove si può apprezzare la comparazione tra la crisi del 2008 con quella del 2020. L'incerta prospettiva di "rimbalzo" con una ripresa del 5.8% di crescita per il 2021 è basata sull'ipotesi che la pandemia svanisca alla fine del 2020.

[13] Si sono compiuti cent'anni dal classico del marxismo-leninismo "Estremismo, malattia infantile del comunismo". Scritto a maggio e pubblicato a giugno del 1920, in occasione del II Congresso dell'Internazionale Comunista.

[14] Engels, Friedrich; Anti-Dühring; Marx-Engels, Opere Complete, vol. XXV, Editori Riuniti, pag. 265.


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