www.resistenze.org - osservatorio - mondo - salute e ambiente - 27-09-21 - n. 800

Perché il Covid-19 è in realtà virus di classe

Marc Vandepitte | investigaction.net
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

22/09/2021

No, il covid non è uguale per tutti, come si sostiene spesso. I più deboli sono molto più esposti al virus e alle sue conseguenze economiche. I ricchi sono riusciti persino a trarne profitto. La crisi del coronavirus ha crudelmente fatto risaltare la struttura di classe del nostro mondo.

Un virus di classe

Verrebbe spontaneo pensare che il virus non abbia ceto o classe, ma non è così.

Un recente studio negli Stati Uniti ha scoperto che la disuguaglianza è un fattore importante nella diffusione e nell'impatto del virus. Più si è in basso nella scala sociale, più alto è il rischio di essere infettati, ricoverati in ospedale e di non sopravvivere al COVID-19.

Lo studio indica tre ragioni. In primo luogo, lo stato di salute delle persone più povere è peggiore; hanno, per esempio, più frequenti problemi di obesità. Questo li rende meno resistenti al virus.

Secondariamente, ci sono le condizioni di lavoro. I lavoratori meglio pagati sono stati spesso in grado di lavorare da casa, mentre i lavoratori comuni non hanno accesso a questo lusso. Le professioni di contatto sono spesso mal pagate o sottopagate, ma sono quelle ad essere state in prima linea in questa battaglia. Inoltre, molte aziende non hanno rispettato e continuano a non rispettare le misure di sicurezza nelle loro aree di produzione.

Infine, gli strati più bassi della società hanno comprensibilmente meno fiducia nel governo. Sono quindi meno inclini a rispettare le misure di sicurezza o a farsi vaccinare. Inoltre, una volta malati, è più difficile per loro isolarsi a casa.

Queste tre ragioni fanno del SARS-CoV-2 un vero virus di classe. I numeri parlano da soli I numeri parlano da soli. Gli abitanti dei quartieri più poveri di una città come Anversa hanno tre volte più probabilità di essere infettati. Il dieci per cento più povero dei cittadini ha più del doppio delle probabilità di essere ricoverato in ospedale e fino a cinque volte di più di morire di covid.

I ricchi sono diventati scandalosamente più ricchi

Dal punto di vista medico, i poveri sono stati colpiti dal coronavirus molto più duramente dei ricchi, ma sono stati anche colpiti più duramente nei loro portafogli. Secondo il Washington Post, la recessione causata dal covid-19 è stata la più disuguale della storia moderna.

Mentre decine di milioni di persone cadevano in disoccupazione e povertà, le 32 più grandi multinazionali del mondo hanno visto i loro profitti aumentare di 109 miliardi di dollari solo nel 2020. L'anno scorso il numero di miliardari nel mondo è aumentato di 493 persone, un record secondo la rivista Forbes. Almeno 40 di questi nuovi miliardari sono legati a società coinvolte nella lotta contro il covid-19, come Stéphane Bancel di Moderna e UğurŞahin di BioNTech. I giganti farmaceutici hanno ricevuto sovvenzioni molto generose e beneficiato del sostegno del governo per sviluppare i vaccini, ma sono stati autorizzati a intascarne gli enormi profitti.

La ricchezza combinata di questi miliardari è cresciuta della cifra sbalorditiva di 5.100 miliardi di dollari tra marzo 2020 e marzo 2021, un aumento del 62 per cento. Questa somma favolosa equivale alla ricchezza prodotta da 3 miliardi di persone in un anno (1). Mai così tante Ferrari e Lamborghini sono state importate in Belgio come l'anno scorso, "l'anno del coronavirus".

Vaccini: una questione di vita o di morte a seconda della disponibilità

La grande carta vincente nella lotta contro il coronavirus è il vaccino. Le persone non vaccinate hanno 29 volte più probabilità di essere ricoverate in ospedale e 11 volte più probabilità di morire a causa del covid-19. Il servizio sanitario britannico stima che i vaccini abbiano salvato 100.000 vite nel Regno Unito. Per gli Stati Uniti e l'UE congiuntamente, la cifra ammonta a 1,4 milioni di vite salvate.

Le persone non vaccinate sono anche una fonte di nuove varianti. Questo è ciò che accade nelle regioni con bassi tassi di vaccinazione, che possono diventare focolai di infezione perché il virus trova molti ospiti da attaccare. Più a lungo queste persone rimangono da vaccinare, più è probabile che si sviluppino nuovi ceppi resistenti al vaccino.

Ecco perché la condotta di accaparramento dei paesi ricchi è così vergognosa e miope. Secondo l'ONU, al 30 agosto i 30 paesi più poveri avevano vaccinato solo il 2% della popolazione, rispetto al 57% dei paesi ad alto reddito. Nella Repubblica Democratica del Congo, il tasso di vaccinazione è dello 0,1%, ad Haiti dello 0,24%, in Ciad dello 0,27% e in Tanzania dello 0,36%.

Gli scienziati hanno indicato che gli attuali vaccini funzionano così bene che la maggior parte delle persone non ha ancora bisogno di un richiamo. Ciononostante, negli Stati Uniti lo stanno già distribuendo e Israele si sta addirittura preparando a somministrare una quarta dose. [In Italia, il 25/09 il Cts ha dato il via libera alla terza dose a partire da operatori sanitari e persone fragili, ndt].

Il programma COVAX è un'iniziativa delle Nazioni Unite per fornire vaccini a prezzi accessibili ai paesi del Sud del mondo. Ad oggi, solo l'11% dei 2 miliardi di dosi promesse sono state consegnate. Ancora più scandaloso è che paesi ricchi come Gran Bretagna, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Arabia Saudita e Qatar abbiano acquistato centinaia di migliaia di dosi di vaccini COVAX per il loro uso personale.

Mentre i paesi ricchi avranno presto un'eccedenza di oltre un miliardo di dosi, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità circa 10.000 persone muoiono ogni giorno a causa del coronavirus, qualcosa che sarebbe "interamente prevenibile" se i vaccini fossero distribuiti più equamente. Quando si dice un virus di classe…


Resistenze.org     
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.