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Un mondo senza fame
Vijay Prashad | mronline.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
08/10/2021
Cari amici, saluti da Tricontinental: Istituto per la Ricerca Sociale.
Il 1° ottobre ha avuto il suo lancio al pubblico l'Assemblea Internazionale dei Popoli (IPA), una rete di oltre 200 movimenti politici e sociali. L'IPA deve la sua origine a un incontro tenutosi in Brasile nel 2015 in cui i leader dei movimenti si sono riuniti per parlare della pericolosa situazione in cui versa il mondo. In questo incontro, intitolato Dilemmi dell'Umanità, è nata l'idea di creare l'IPA e tre percorsi associati: una rete di media (Peoples Dispatch), una rete di scuole politiche (il Collettivo Internazionale di Educazione Politica) e un istituto di ricerca (Tricontinental: Institute for Social Research). Nel corso dei prossimi mesi, scriverò di più sulla storia dell'IPA e sul suo orientamento generale. Per ora, salutiamo il suo lancio.
Ogni anno, il 16 ottobre, le Nazioni Unite commemorano la Giornata Mondiale dell'Alimentazione. Quest'anno, l'IPA, Peoples Dispatch, il Collettivo Internazionale di Educazione Politica e Tricontinental: Institute for Social Research condurranno una campagna politica per porre fine alla fame. In vista di questa giornata, Peoples Dispatch ha già prodotto una serie di articoli (https://peoplesdispatch.org/tag/hunger-in-the-world/) in collaborazione con sei piattaforme di comunicazione che raccontano la fame nel mondo oggi e la resistenza delle persone ad essa; nel frattempo, il Collettivo Internazionale di Educazione Politica sta conducendo una serie di seminari denominati Crisi Ambientale e Capitalismo che esplora gli aspetti della produzione alimentare non sostenibile.
Non c'è niente di più osceno dell'esistenza della fame, la terribile indecenza di lavorare duramente ma restare senza i mezzi per il sostentamento. A tal fine, abbiamo redatto Red Alert n. 12, dal titolo Un mondo senza fame, per affinare il nostro pensiero sulla fame e sul cibo e per perfezionare le nostre campagne per porre fine alla fame.
In un mondo di abbondanza, perché la fame persiste?
La fame è intollerabile.
La fame nel mondo, che era diminuita dal 2005 al 2014, ha cominciato ad aumentare da allora; la fame nel mondo è ora ai livelli del 2010. La principale eccezione a questa tendenza è la Cina, che ha sradicato la povertà estrema nel 2020. Il rapporto 2021 dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), The State of Food Insecurity and Nutrition in the World, evidenzia che "quasi una persona su tre nel mondo (2,37 miliardi) non ha avuto un accesso adeguato al cibo nel 2020 - un aumento di quasi 320 milioni di persone in un solo anno". Il Programma alimentare mondiale dell'ONU prevede che il numero di coloro che sono affamati potrebbe quasi raddoppiare prima di raggiungere un grado significativo di contenimento della pandemia di COVID-19, "a meno che non si agisca rapidamente".
Gli scienziati ci informano che non c'è carenza di cibo per la popolazione: infatti, l'offerta complessiva di calorie pro capite è aumentata in tutto il mondo. La gente ha fame non perché siamo in troppi, ma perché i contadini produttori di sussistenza in tutto il mondo sono stati costretti dall'agribusiness ad abbandonare le loro terre e sono stati spinti nei bassifondi delle città, dove l'accesso al cibo dipende dal reddito monetario. Di conseguenza, miliardi di persone non hanno i mezzi per comprare il cibo.
Tutte le ricerche storiche dimostrano che le carestie non sono causate principalmente dalla mancanza di cibo, ma dalla mancanza dei mezzi per accedere al cibo. Come ha scritto la FAO nel 2014: "gli attuali sistemi di produzione e distribuzione alimentare non riescono a nutrire il mondo. Mentre l'agricoltura produce abbastanza cibo per 12-14 miliardi di persone, circa 850 milioni - una persona su otto della popolazione mondiale - vivono con la fame cronica". Questo fallimento può essere misurato, in parte, dal fatto che un terzo di tutto il cibo prodotto si perde durante la lavorazione e il trasporto o viene sprecato. Non è la sovrappopolazione a causare la fame, come spesso si sostiene, ma piuttosto la disuguaglianza e un sistema alimentare guidato dal profitto e dominato dall'agribusiness, in cui il bisogno materiale di base di cibo per centinaia di milioni di persone - come minimo - viene sacrificato per placare la fame di profitto di pochi.
Cos'è la sovranità alimentare?
Nel 1996, due frasi necessarie, sicurezza alimentare e sovranità alimentare, sono entrate nel linguaggio comune.
L'idea di sicurezza alimentare, sviluppata dalle lotte anticoloniali e socialiste e riconosciuta formalmente alla Conferenza Mondiale dell'Alimentazione della FAO (1974), è strettamente legata all'idea di autosufficienza alimentare nazionale. Nel 1996, come parte della Dichiarazione di Roma, il concetto di sicurezza alimentare è stato ampliato per mettere a fuoco l'importanza dell'accesso economico al cibo, e i governi si sono impegnati a garantire il cibo a tutte le persone attraverso politiche di reddito e di distribuzione alimentare.
All'inizio degli anni '90, La Via Campesina, una rete internazionale che oggi comprende 200 milioni di contadini di 81 paesi, ha introdotto l'idea di sovranità alimentare per insistere non solo sul fatto che i governi forniscano cibo, ma anche che le persone siano autorizzate a produrre gli alimenti di base. La sovranità alimentare è stata definita intorno alla creazione di un sistema agricolo e alimentare che assicurasse "il diritto dei popoli a un cibo sano e culturalmente appropriato prodotto con metodi sostenibili e il loro diritto a definire i propri sistemi alimentari e agricoli".
Più di un decennio dopo, La Via Campesina, la Marcia Mondiale delle Donne e vari gruppi ambientalisti hanno tenuto il Forum Internazionale per la Sovranità Alimentare a Nyéléni (Mali) nel 2007. Al forum, hanno elaborato sei componenti fondamentali della sovranità alimentare:
- Soddisfare i bisogni delle persone piuttosto che i bisogni del capitale.
- Valorizzare i produttori di cibo, in particolare creando politiche che potenzino i contadini e arricchiscano i loro mezzi di sussistenza.
- Rafforzare il sistema alimentare assicurando che le reti locali, regionali e nazionali collaborino e apprezzino coloro che producono cibo e coloro che lo consumano. Questo rafforzerebbe il coinvolgimento dei produttori e dei consumatori di alimenti nella creazione e riproduzione dei sistemi alimentari e assicurerebbe che cibi di scarsa qualità e malsani non travolgano il tentativo di creare mercati alimentari equi.
- Consentire il controllo della produzione di cibo a livello locale; in altre parole, dare a chi produce cibo il diritto di definire come organizzare la terra e le risorse.
- Costruire conoscenze e competenze, considerando seriamente le conoscenze locali sulla produzione alimentare, sviluppandole ulteriormente in modo scientifico.
- Lavorare in armonia con la natura, minimizzando i danni agli ecosistemi attraverso pratiche agricole che non siano distruttive per il mondo naturale.
L'idea del "locale" richiede una valutazione acuta delle gerarchie di classe, etnia e genere; non c'è "comunità locale" o "economia locale" che non sia lacerata dallo sfruttamento e dalla violenza di queste gerarchie. Allo stesso modo, i saperi locali devono essere visti insieme ai progressi della scienza moderna, le cui scoperte nel campo dell'agricoltura non devono essere scontate. Ciò che unisce la piattaforma della sovranità alimentare è la linea netta che la contrappone alla forma capitalista della produzione alimentare.
Il libero commercio e la speculazione nella produzione e distribuzione del cibo creano gravi distorsioni. La liberalizzazione del commercio non solo pone la minaccia di importazioni più economiche, che deprimono i prezzi dei raccolti, ma porta con sé una maggiore volatilità dei prezzi attraverso l'ingresso dei prezzi internazionali nei mercati nazionali. Tale liberalizzazione minaccia anche di cambiare i modelli di coltivazione nei paesi in via di sviluppo per soddisfare le richieste degli stati più ricchi, minando così la sovranità alimentare. Nel 2010, l'ex relatore speciale delle Nazioni Unite sulla povertà estrema e i diritti umani, Olivier De Schutter, ha messo in guardia sul modo in cui gli hedge fund, i fondi pensione e le banche d'investimento sono arrivati a sopraffare l'agricoltura con la speculazione attraverso i derivati delle materie prime. Questi metodi finanziari, ha scritto, "sono generalmente incuranti dei fondamentali del mercato agricolo". La speculazione finanziaria in agricoltura evidenzia il disprezzo che il denaro ha per un sistema di produzione alimentare equilibrato che potrebbe beneficiare sia i produttori che i consumatori. Incoraggia il potere del denaro a distorcere il sistema di produzione alimentare.
Il concetto di sovranità alimentare è un argomento contro questo tipo di distorsione, che ha le sue radici nell'accaparramento delle terre da parte delle multinazionali dell'agribusiness. Dall'inizio di questo secolo, colossi come Unilever e Monsanto, hanno promosso la più vasta espropriazione dei nostri tempi, scatenando il più grande esodo di popolazioni della storia e, così facendo, distruggendo la relazione tra persone e terra.
Due risoluzioni delle Nazioni Unite - una per dichiarare il diritto all'acqua (2010) e l'altra per affermare i diritti dei contadini (2018) - ci aiuteranno a plasmare un nuovo sistema agricolo che metta al centro i diritti dei produttori (compreso l'accesso alla terra) e il rispetto della natura e che tratti l'acqua come un bene comune e non come una merce.
Come possiamo creare un sistema di produzione e distribuzione del cibo giusto?
Le organizzazioni di contadini e agricoltori hanno sviluppato una sufficiente conoscenza dei fallimenti della forma capitalista di produzione alimentare. Le loro richieste puntuali affermano una forma diversa, che insista su una maggiore partecipazione democratica nella costruzione e riproduzione dei sistemi alimentari, una partecipazione che includa l'intervento dei governi piuttosto che delle agenzie di aiuto o del settore privato. Dalle loro numerose richieste, abbiamo distillato i seguenti punti:
Dare potere economico al popolo attraverso le seguenti misure:
- Attuare la riforma agraria per i contadini e gli agricoltori in modo che abbiano accesso alla terra e alle risorse per coltivarla.
- Sviluppare forme appropriate di produzione che incoraggino, tra le altre cose, qualche forma di azione collettiva per approfittare delle economie di scala.
- Istituire l'autogoverno locale nelle aree rurali, dove i contadini esercitino il potere politico necessario per plasmare politiche che beneficino le loro vite e che proteggano l'ecosistema.
- Rafforzare i sistemi di assistenza sociale in modo che i contadini siano protetti nei periodi avversi (maltempo, cattivi raccolti, ecc.).
- Costruire sistemi di distribuzione pubblica, con particolare attenzione all'eliminazione della fame.
- Assicurare la disponibilità di cibo sano nelle scuole pubbliche e negli asili nido.
Sviluppare e implementare misure per assicurare che l'agricoltura sia remunerativa:
- impedendo il dumping di prodotti alimentari a basso costo dai sistemi agricoli del Nord del mondo che beneficiano di massicci sussidi;
- ampliando l'accesso dei produttori rurali al credito bancario a prezzi accessibili e dando sollievo ai prestatori informali.
- Creando una politica che assicuri prezzi minimi per i prodotti agricoli.
- Sviluppando sistemi di irrigazione sostenibili e finanziati pubblicamente, sistemi di trasporto, impianti di stoccaggio e relative infrastrutture.
- Migliorando la produzione alimentare del settore cooperativo e incoraggiando la partecipazione popolare nei sistemi di produzione e distribuzione alimentare.
- Costruendo la capacità scientifica e tecnica per un'agricoltura sostenibile ed ecologica.
- Rimovendo i brevetti sulle sementi e promovendo quadri legali per proteggere le sementi autoctone dalla mercificazione da parte dell'agribusiness.
- Fornendo mezzi agricoli moderni a prezzi accessibili.
Progettare un sistema di commercio internazionale democratico mediante:
- La democratizzazione dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, che includa:
-- Una maggiore partecipazione nazionale dei paesi del Sud del mondo nella definizione delle regole di deliberazione, una maggiore apertura del processo di negoziazione (inclusa la pubblicazione dei rapporti e la negoziazione dei testi), e una maggiore partecipazione delle organizzazioni contadine nel processo di definizione delle regole.
-- Maggiore trasparenza nei meccanismi di controversia commerciale. Questo includa l'annuncio tempestivo di qualsiasi controversia e della forma di arbitrato, così come l'annuncio pubblico degli accordi giudiziari.
- Diminuire la dipendenza dalle potenti piattaforme del Nord globale per la progettazione di politiche e la risoluzione delle controversie; questo includa l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e il Centro internazionale per la risoluzione delle controversie sugli investimenti della Banca mondiale. Questi organismi sono controllati dal Nord globale, e operano quasi interamente nell'interesse delle multinazionali con sede nel Nord globale.
Queste proposte trovano eco nella piattaforma politica dell'IPA; seguite le varie piattaforme sui social media Facebook, Twitter e Instagram, dove saranno annunciate ulteriori informazioni sulle attività intorno alla campagna per porre fine alla fame.
Cordialmente,
Vijay
* * *
Originariamente pubblicato da: Tricontinental: Istituto per la Ricerca Sociale (7 ottobre 2021 )
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