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Riscaldamento globale, Movimento ambientalista e Socialismo

Charles Andrews | mltoday.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

15/10/2022

La più grande crisi ambientale che l'umanità si trova ad affrontare - il riscaldamento dell'atmosfera dovuto ai gas serra - richiede una società nuova e nuove conoscenze delle leggi della natura. Qualsiasi cosa in meno porterà altri uragani, tempeste, incendi, siccità e perdita dei raccolti, finché non impareremo questa lezione e non intraprenderemo un'azione rivoluzionaria.

Il movimento ambientalista - un movimento diffuso a livello mondiale, con un gran numero di giovani e informato da scienziati che dicono verità coraggiose - ci ha giustamente sbattuto questa crisi in faccia. Il movimento denuncia anche le microplastiche nell'oceano, i pesticidi nel suolo, l'inquinamento nell'aria che respiriamo e le sostanze chimiche cancerogene nel nostro cibo.

Cosa fare? Sebbene il movimento non abbia una piattaforma unica di richieste e soluzioni, possiamo elencarne alcune.

L'automobile unifamiliare è uno dei fattori che contribuiscono più nocivamente alle emissioni di gas serra. Si vada in bicicletta o in scooter elettrico. I viaggi in aereo sono un disastro per l'atmosfera - la maggior parte di essi dovrebbe essere interrotta.

Dovremmo smettere di mangiare determinate cose o consumarle una volta al mese. La produzione industriale di carne richiede una quantità eccessiva di cereali, emette troppi gas serra e avvelena il suolo con rifiuti trattati a metà. Gli allevamenti in batteria sono una macchina inquinante globale. La maggior parte degli alimenti dovrebbe essere coltivata e prodotta localmente, utilizzando più manodopera e meno sostanze chimiche.

Nel peggiore dei casi, il pianeta è destinato alla cupezza malthusiana. Ci sono semplicemente troppe persone, più di quante il pianeta possa sostenere ad una presunta "capacità di carico".

Inoltre, una delle conclusioni più progressiste del Movimento è il suo antimilitarismo. Gli ambientalisti hanno calcolato il contributo spropositato al riscaldamento globale delle forze aeree, delle marine e degli eserciti.

Ambientalisti, tecnologia e incentivi fiscali

È comprensibile considerare le emissioni di gas serra come conseguenza dell'introduzione delle tecnologie. Le tecnologie sono concrete, mentre il capitalismo è una rete pervasiva di relazioni economiche. Le aziende - i motori della depredazione capitalista - sono ampiamente libere di ignorare come le tecnologie da loro scelte impattano sull'ambiente.

Nel denunciare gli effetti letali di alcune tecnologie, gli ambientalisti ne abbracciano altre. Per esempio il campo tecnologico-ambientale sfidante oggi è il passaggio ai motori elettrici a batteria su automobili, camion, navi e persino aerei. Il modo esatto in cui verrà generata l'elettricità che carica le batterie è oggetto di controversia.

Quanta parte del movimento ambientalista è anti-capitalista? Il movimento ha denunciato Chevron e gli altri grandi monopolisti del petrolio per la loro ipocrisia, le loro bugie e la loro propensione a mettere a rischio l'umanità, pur di ottenere profitto. Gli ambientalisti hanno messo sotto attacco anche le aziende elettriche per il mix di fonti energetiche.

Finora, però, solo una piccola parte del movimento ambientalista ha guardato al socialismo rivoluzionario. Un altro rammarico è che il movimento comunista non ha fatto abbastanza lavoro teorico, ideologico e organizzativo per unirsi agli ambientalisti. Almeno non ancora [1].

Di conseguenza, la portentosa rabbia degli ambientalisti dopo essersi resa manifesta, lascia spazio al  lavoro "pratico", che si traduce in tasse sul carbonio, incentivi per i produttori che adottano tecnologie a basso contenuto di carbonio e di metano e sconti per i consumatori che acquistano prodotti ecologici. I regolamenti possono fissare delle scadenze entro le quali i produttori devono smettere di produrre motori a combustione interna, cucine a gas e condizionatori d'aria che utilizzano il refrigerante CFC.

Lo strumento governativo più elaborato è il "carbon cap and trade". Le aziende devono ottenere una autorizzazione per ogni tonnellata di gas serra emessa dal loro processo produttivo. Il governo può concedere alcune tonnellate di quote e metterne all'asta altre. Poi le aziende e gli speculatori possono scambiare le quote su un mercato. Il cap and trade si è rapidamente trasformato in una palude di controversie tecniche, previsioni in contraddizione e lobby di retrobottega sui limiti dell'anno.

Il cap and trade cerca di rendere il riscaldamento globale una voce di costo per le aziende. Naturalmente, queste ultime si oppongono. E quando si piegano all'inevitabile, cercano metodi di produzione che riducano anche il costo del lavoro. Oppure l'azienda aumenta il prezzo: i ricchi non hanno difficoltà ad acquistare prodotti ecologici, mentre ampie fasce della classe operaia non possono più permettersi ciò che prima era accessibile.

Alla base di questi sussidi e tasse governative c'è la convinzione che siano a portata di mano, o quasi, i mezzi tecnologici per raggiungere l'emissione netta zero di gas serra. Le tecnologie principali sono l'energia solare ed eolica, forse la fissione nucleare convenzionale, e la rimozione dell'anidride carbonica dall'atmosfera nei cosiddetti pozzi di carbonio, in particolare foreste. Senza entrare nei dettagli, due grandi problemi sono la bassa densità energetica del solare e dell'eolico rispetto al petrolio che devono sostituire, e gli effetti deleteri dell'estrazione e della raffinazione delle materie prime.

Il Governo degli Stati Uniti ha rilasciato una dichiarazione programmatica sulla Strategia a lungo termine degli Stati Uniti, che mira a emissioni nette zero entro il 2050. Questa "strategia" giustifica i circa 369 miliardi di dollari di sussidi per il cambiamento climatico promulgati nell'Inflation Reduction Act del 2022. L'amministrazione ammette che il percorso finale degli Stati Uniti verso le emissioni nette zero dipenderà dall'evoluzione delle tecnologie, dalle specificità dei pacchetti politici e normativi e da fattori come la crescita economica, i cambiamenti sociodemografici e i prezzi di mercato delle materie prime e dei combustibili nei prossimi tre decenni [2 (pg 6)]. Insomma non c'è fiducia che il capitalismo statunitense e il suo sistema di governance possano arrivare a zero netto entro il 2050.

Socialismo e scienza

La questione ambientale, più della maggior parte delle questioni controverse, richiede attenzione al rapporto tra gli interessi di classe e mezzi di produzione, le forze produttive. Il riscaldamento globale ha bisogno di quelle che possono essere definite grossolanamente correzioni tecnologiche, oltre che di scoperte scientifiche. La politica socialista da sola non basterà per risolvere la questione ambientale, avrà bisogno di combinare lo sforzo tecnologico, cosa che il capitalismo non è interessato a fare.

I comunisti schierati con i lavoratori hanno sempre abbinato la lotta per difendere i salari, le condizioni di lavoro e il sostegno sociale con la lotta per liberarsi del capitalismo e costruire il socialismo. Anche i comunisti ambientalisti devono unire la lotta per affrontare il riscaldamento globale con la lotta per liberarsi del capitalismo e costruire il socialismo.

Il profitto guida un'economia capitalista senza alcuna relazione necessaria con il benessere umano, mentre il socialismo sviluppa l'economia verso una serie di obiettivi definiti. Vogliamo arrestare il riscaldamento globale; vogliamo che tutti abbiano cibo, casa e assistenza sanitaria di qualità; vogliamo che ogni lavoratore raggiunga un livello culturale elevato, con l'opportunità di padroneggiare due o tre occupazioni a scelta durante la sua vita lavorativa.

Per costruire questo socialismo, abbiamo due strumenti chiave. Il primo è la politica comunista, che continua la sua azione in tutta la società socialista. Il socialismo o continua a progredire attraverso una serie di progetti comunisti, o ricade nel capitalismo [3].

Il secondo strumento chiave è la pianificazione economica. I capitalisti e i loro professori la deridono. Non si possono adottare piani di lavoro quotidiani per ogni fabbrica, negozio e ufficio da un unico centro, ci dicono. Si tratta di un'argomentazione di comodo. L'essenza della pianificazione economica è l'allocazione complessiva degli investimenti. L'anno prossimo, e nei prossimi cinque anni, quali industrie, tecnologie e occupazioni dobbiamo espandere e quali dobbiamo chiudere [4]?

Troviamo la risposta attraverso esercizi di pianificazione iterativi. Si stenda una prima bozza di piano coerente: ogni industria avrà gli input di cui ha bisogno da altre industrie e la produzione di ciascuna industria sarà assorbita dagli utilizzatori. Si confronti il piano con gli obiettivi. Quante tonnellate di gas serra saranno emesse? Quali esigenze sanitarie saranno soddisfatte e quali devono ancora essere soddisfatte? Quali cambiamenti in termine di occupazione sono richiesti? Questi confronti evidenzieranno come gli investimenti potrebbero essere allocati meglio. Si riveda il piano e si ripeta il processo.

La discussione e il calcolo iterativo avvengono prima del lancio del piano. Si tratta dell'allocazione complessiva degli investimenti.

Se il piano mostra che dobbiamo investire nella produzione di energia rinnovabile e chiudere alcune raffinerie di petrolio, facciamolo. Non ci si preoccupa dei profitti e del prezzo delle azioni di Chevron. Supponiamo di accettare di rinnovare le nostre città realizzando trasporti di massa che implichino corse frequenti lungo una fitta rete stradale, utilizzando autobus alimentati da linee elettromagnetiche posate sotto le strade. Possiamo farlo senza la resistenza di General Motors, Toyota o Tesla.

Nessun regime capitalista può dirigere l'economia in questo modo. Ogni dirigente capitalista investe dove vede l'opportunità più redditizia. Il governo può stabilire una regola qui e offrire un incentivo fiscale là. È tutto un rosicchiare i bordi.

Un cambiamento storico della base energetica

L'umanità è sulla soglia del passaggio dalla civiltà industriale alimentata dalla combustione di idrocarburi a una base energetica fondamentalmente nuova, che sostiene e viene sostenuta da un nuovo modo di produzione.

La specie umana ha iniziato applicando la propria energia muscolare. Abbiamo aggiunto l'energia degli animali domestici. Questa base energetica ci ha portato attraverso le epoche della raccolta, della caccia e poi dell'agricoltura. Dopo diverse migliaia di anni abbiamo aggiunto l'energia dell'acqua e del vento in alcuni luoghi, utilizzando mulini di legno.

La seconda grande base energetica della società umana è stata la combustione (ossidazione) del carbonio. Siamo passati dalla combustione del legno al carbone e poi al petrolio e ad altri idrocarburi. L'energia degli idrocarburi ha reso possibile l'industrializzazione. Abbiamo creato macchine azionate dall'energia della combustione del carbonio. Invero, alcune macchine erano necessarie per catturare l'energia del carbonio: il motore a vapore e il motore a combustione interna.

Le conoscenze scientifiche sono progredite di pari passo con la rivoluzione industriale, soprattutto la meccanica, la chimica e le meraviglie dell'elettricità e dell'elettronica.

Quando la base energetica era l'energia umana e animale, il modo di produzione era il dominio agrario. I contadini lavoravano e i loro raccolti e la loro carne alimentavano i sacerdoti nell'antico Egitto, i signori e la Chiesa nell'Europa medievale, la nobiltà terriera e i mandarini nella Cina dinastica. Quando la base energetica è passata alla combustione di idrocarburi, i lavoratori lavorano e la loro produzione diventa ricchezza per i capitalisti.

Siamo alle porte del socialismo e di una nuova base energetica della società umana. Troveremo questa base. Raggiungeremo una maggiore comprensione della natura rispetto a quella raggiunta dalla saggezza contadina e dal modo di pensare scientifico, in gran parte meccanico, del capitalismo.

Il socialismo mette più risorse nella scienza e nella tecnologia rispetto al capitalismo, non meno. Il socialismo utilizza maggiormente i frutti della scienza e della tecnologia rispetto al capitalismo, non meno.

Ci sono già accenni a una nuova base energetica. Conosciamo quattro forze fondamentali in natura: la gravità, la forza nucleare debole, la forza nucleare forte e l'elettromagnetismo. Nel 1989 Martin Fleischmann, elettrochimico e Membro della Royal Society, e Stanley Pons, titolare della cattedra di chimica presso l'Università dello Utah, hanno concluso in uno studio di poter sfruttare l'enorme riserva di energia racchiusa nei legami nucleari. Fleischmann e Pons hanno dato il via allo studio delle reazioni nucleari a bassa energia (LENR, Low Energy Nuclear Reactions) [5]. È un termine improprio: l'energia bloccata è enorme. La sfida è quella di sfruttarla con un innesco a bassa energia di qualche tipo.

Miliardi di dollari si riversano nei tentativi di fusione nucleare innescati da laser che riscaldano un piccolo bersaglio all'interno di un complicato contenitore fino a raggiungere una temperatura pari a diverse volte quella del sole. Nel frattempo, il campo della LENR non ha fatto progressi. Le sovvenzioni governative verso questo ambito sono state una minuscola frazione dell'uno per cento dei fondi destinati ai progetti di fusione nucleare ad alta energia. I truffatori si sono lanciati, imbrogliando gli investitori con termini mutuati dalla fisica e dispositivi falsi.

La LENR richiede un lavoro scientifico profondo e innovativo. È molto più difficile dei grandi esperimenti di fusione nucleare. Questi ultimi sono più ricerca applicata che nuova scienza. La ricerca di base si muove lentamente sotto il capitalismo. In genere, dobbiamo esplorare molte strade disparate; la maggior parte di esse conduce a un vicolo cieco. Le scoperte di base fanno a pugni con la proprietà privata, che limita utilizzo e sfruttamento. I risultati veramente nuovi minacciano i libri contabili delle aziende. La LENR decimerebbe le società di idrocarburi, le aziende elettriche e molte altre industrie.

Anche se la LENR merita una grande spinta, è troppo presto per dire che la LENR è la porta della nuova base energetica. L'energia solare, eolica, maremotrice e i tipi migliorati di reattori a fissione (come un aggiornamento dei reattori) serviranno probabilmente come tappe intermedie, insieme a un migliore isolamento degli edifici e alla piantumazione di alberi per assorbire il carbonio.

In un modo o nell'altro, abbiamo bisogno di una nuova base energetica e possiamo trovarla. Ne abbiamo bisogno per evitare un ulteriore disastro dovuto al riscaldamento globale. Ne abbiamo bisogno per passare dal micidiale mondo capitalista a un mondo migliore per tutti. Che in questa ricerca e nell'azione rivoluzionaria per intraprenderla gli ambientalisti e i socialisti trovino l'unità!

Note:

[1] There are also the so-called democratic socialists. But try to make sense of their ricochet between capitalism and socialism: "Creating a fully ecological society will require a revolutionary transformation to replace the capitalist social order based on exploitation and oppression with a new society based on cooperation, equity, and justice. A Green New Deal must serve as a bridge toward this future. To that end, we support the resolutions introduced by Rep. Alexandria Ocasio-Cortez in the House and Sen. Ed Markey in the Senate while recognizing that they are conversation starters." "DSA's Green New Deal Principles," Feb. 28, 2019. Next, seven principles in effect demand that capitalism behave like socialism.

[2] The Long-Term Strategy of the U.S., United States Department of State
and the United States Executive Office of the President, Washington DC. November 2021.

[3] See "Socialism is a series of communist projects."

[4] For more on the basic mechanism of socialist economy, see No Rich, No Poor by this author.

[5] LENR is not necessarily "cold fusion" of atoms; there are a variety of reactions among the weak and strong nuclear forces.


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