www.resistenze.org - osservatorio - mondo - salute e ambiente - 25-02-25 - n. 924

Il capitalismo e i suoi effetti patologici sulla gioventù

Canseco, FJC | elmachete.mx
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

24/02/2025

Negli ultimi anni si è osservato un preoccupante aumento dei comportamenti autodistruttivi e dei suicidi tra i giovani a livello globale. Diversi studi e rapporti recenti hanno evidenziato questo fenomeno. Solo in Messico, ad esempio, grazie al Sondaggio Nazionale sulla Salute e la Nutrizione Continua 2022 (Ensanut 2022), sappiamo che il comportamento suicidario negli adolescenti di questo paese è aumentato del 67%, e che il 6,5% dei giovani tra i 10 e i 19 anni ha tentato il suicidio almeno una volta nella vita. Sebbene siano state implementate misure di prevenzione e cura, queste saranno destinate ad essere insufficienti poiché ignorano il fattore alla radice di questo problema, il capitalismo, un sistema di oppressione strutturale che condiziona le persone fino a portarle a questo punto estremo e successivamente capitalizzare le sue cosiddette "soluzioni". Ma il capitalismo come influenza e condiziona  la gioventù?

Iniziamo da uno dei maggiori problemi per i giovani generati dal capitalismo, l'individualismo estremo e l'isolamento sociale che questo comporta, poiché limita le occasioni di riscontro e convivenza. Di conseguenza, i giovani si ritrovano in solitudine e privi di connessioni reali, senza un vero supporto per i momenti di crisi emotiva. Ma da dove nascono queste crisi? Come già accennato prima, la radice va cercata nel sistema. Essendo basato sulla disuguaglianza sociale, le diverse "soluzioni" che esso offre, come la terapia o i farmaci, non saranno purtroppo sufficienti a risolvere tale disuguaglianza, che di conseguenza porta a una condizione di precarietà lavorativa e di futuro incerto. Questa, sommata alla esaltazione della competitività, alla pressione per il successo e la produttività con cui i giovani vengono condizionati fin da piccoli genererà solo stress e ansia per l'incapacità di pianificare il proprio futuro, insieme a una disperazione che può scatenare comportamenti suicidi.

Molti giovani in cerca di sollievo da questi problemi si dedicano al consumo di alcol o droghe, o semplicemente al consumismo di oggetti alla ricerca di uno status per colmare un vuoto emotivo, consumismo che purtroppo finisce per avvantaggiare in primo luogo lo stesso sistema che li ha trascinati in questa condizione. Ma se non si possono giudicare tali scelte perché sarebbe sciocco incolpare le vittime e non l'aggressore - il sistema capitalista - in che modo il sistema si rafforza e trae vantaggio dai diversi problemi sociali e individuali dei giovani? Lo fa grazie ai "disturbi mentali".

Dopo aver spiegato gli effetti psicologici del capitalismo sui giovani, possiamo approfondire i cosiddetti "disturbi mentali", comunemente noti come "malattie mentali", di cui, sebbene non si possano negare i vari fattori biologici che li predispongono insieme alla possibile necessità di farmaci in alcuni casi, in altri casi come la depressione, lo stress o l'ansia, ci troviamo principalmente di fronte a comportamenti specifici degli individui, condizionati dai "valori capitalisti" come quelli già citati, individualismo, produttività, competizione o altri non menzionati come il culto della superficialità. Tutto ciò, unito all'ambiente socioculturale che tali "valori" portano con sé, fa si che questi comportamenti disturbati vengono classificati e stigmatizzati per poi fornire presunte "soluzioni" e trarre profitto dalla vendita di farmaci, che sebbene possano funzionare, resta innegabile che la cosa migliore sarebbe avere un ambiente più adatto e un cambiamento nel tipo di società.

La conclusione a cui si può arrivare è che finché il sistema capitalista non sarà lasciato alle spalle, superato e rovesciato in favore dell'istituzione di una società socialista-comunista, sarà impossibile ottenere un reale cambiamento positivo nella comunemente detta salute mentale dei giovani e delle loro famiglie. Ecco perché si deve lottare, per poter dare il sostegno necessario e generare un ambiente, una società e una cultura migliori.


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