www.resistenze.org - segnalazioni resistenti - appuntamenti - 18-12-04

Torino - Lunedì 20 dicembre - ore 20.30

 

Via Rossini 18 (TO)

angolo Corso San Maurizio


Aula Magna Istituto Avogadro



Voci dal deserto

 

Tanya Reinhart

Distruggere la Palestina

 

e

 

Aharon Shabtai

J’Accuse

 

presiede

Michelguglielmo Torri

Università di Torino

 

La lettura di poesie di Aharon Shabtai sarà seguita da un intervento di Tanya Reinhart e dal dibattito.

 

L’incontro è promosso e organizzato dall’Associazione Culturale Itàca di Ivrea in collaborazione con numerose organizzazioni locali e con la casa editrice Marco Tropea Editore. Ulteriori informazioni sul sito www.frammenti.it.

 

Hanno aderito Casa delle Donne, Comitato di Solidarietà con il Popolo Palestinese, Donne in Nero, Ebrei contro l’Occupazione  

 

 

 

Tanya Reinhart,
docente di linguistica all’Università di Tel Aviv, è l’autrice di "Distruggere la Palestina - La politica israeliana dopo il 1948”, pubblicato in francese e in inglese nel 2002 e in Italia, nel giugno 2004, Marco Tropea Editore.

 

Noam Chomsky: “L’analisi implacabile di Tanya Reinhart non potrebbe essere più attuale. Una lettura che suscita riflessioni profonde”.

 

Edward Said: "la critica più devastante della politica di Israele nei confronti  del popolo palestinese".

 

Stefano Liberti,  il Manifesto:

Una aspra analisi critica della politica portata avanti dai governi di Tel Aviv dal 1948 fino al 2002. Ma l'aspetto più innovativo nel libro è la messa a fuoco del ruolo pervasivo e soffocante dei militari nella società politica israeliana.

 

 

Aharon Shabtai
nato nel 1939, educato in un kibbutz, e presso la Hebrew University, alla Sorbona e a Cambridge, è autore di 16 libri di poesie ed è considerato il maggior traduttore contemporaneo in ebraico dei testi delle tragedie greche.

 

J'Accuse,il suo ultimo poema, ha vinto il premio del PEN American Center. Riecheggiando la famosa lettera in cui E. Zola denunciava l’antisemitismo del governo francese durante l’affare Dreyfus, Shabtai  accusa il suo paese di crimini contro l’umanità rifiutando di abbandonare la sua fede nei valori morali della società israeliana e di tacere di fronte  agli atti di barbarie e di brutalità.