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- segnalazioni resistenti - appuntamenti - 17-01-11 - n. 347
gennaio 1921 – gennaio 2011: novantesimo della fondazione del partito comunista
Livorno - sabato 29 gennaio 2011
Comunisti insieme per l’opposizione di classe e l’alternativa di sistema
ricostruire e rifondare il partito comunista,
rilanciare la sinistra anticapitalista,
costruire un vasto fronte di resistenza alla crisi
“Torniamo al centro del conflitto sociale, no ai ricatti Fiat, basta con le politiche governiste”
Davanti a noi abbiamo una devastante crisi economica. Non è una semplice crisi finanziaria e nemmeno una normale crisi ciclica ma – su questo c’è ormai un consenso generalizzato, nonostante la propaganda dell’economia politica - una crisi più profonda e “di sistema”; probabilmente la crisi più grave di valorizzazione del capitale da molti decenni a questa parte.
I padroni cercano nuove e più efficaci strade per evadere le tasse, comprimere i salari e sottrarsi alle loro colpe e responsabilità. Sappiamo bene, infatti, che la crisi non è la stessa per tutti e che sono le classi sociali più disagiate - quelle classi che Gramsci chiamava «subalterne» - a pagarne i costi.
Quei soggetti sociali che fino a non poco tempo fa sarebbero stati senz’altro definiti “proletari” – il lavoro dipendente, il lavoro autonomo parasubordinato, il precariato di massa, la manodopera giovanile in formazione - si trovano oggi di fronte ad un ricatto quotidiano come quello messo in atto dalla Fiat di Marchionne: o accetti di venderti al prezzo più basso, rinunciando ad ogni diritto acquisito, oppure sei fuori e la tua stessa sussistenza è a rischio. Inoltre, per la prima volta dal dopoguerra questi ceti si trovano a fronteggiare la crisi senza una propria qualificata rappresentanza politica; senza una rappresentanza, cioè, che sia in grado di difenderne gli interessi immediati ma anche di proporre un’alternativa complessiva e di sistema.
Questa assenza, questa vera e propria catastrofe della sinistra politica che si è resa manifesta dall’aprile 2008, rende ancora più grave la crisi economica, perché alimenta una pericolosa guerra tra poveri – Nord contro Sud, bianchi contro neri, particolarismo contro particolarismo, lavoro contro ambiente… -, e le dà il segno di un’egemonia reazionaria. Ma quest’assenza e questa catastrofe non sono un fenomeno casuale e contingente. Sono semmai la conseguenza di un fatto molto semplice: tutti gli spazi di agibilità per ipotesi neoriformiste volte a disegnare un “capitalismo dal volto umano”, quali quelle tentate fino a qualche anno fa, sono oggi chiusi. Detto in soldoni: non c’è più una lira da redistribuire e il welfare tradizionale è definitivamente tramontato – a meno, aggiungiamo, di non voler mettere in discussione le cosiddette compatibilità ed il sacro vincolo della proprietà privata (profitti, grandi patrimoni, spese militari, evasione fiscale...).
Naturalmente, il padronato e la classe dominante stanno approfittando di questa crisi internazionale per distruggere lavoro, diritti, democrazia e ambiente, nella speranza di far ripartire i profitti a livelli per loro vantaggiosi nella competizione globale. Nel frattempo, i metalmeccanici e gli studenti, i precari e i lavoratori immigrati, i senza casa e i disoccupati, occupano i tetti e scendono nelle piazze per resistere alla crisi, ma i conflitti sociali nel paese, che pure si stanno moltiplicando, sono sparpagliati e privi di una sintesi comune. In altre parole, la lotta di classe c'è eccome, ma viene agita solo dai padroni verso le classi subalterne.
Come possiamo essere utili a questo movimento?
Non certo illudendoci di cavalcarlo, di egemonizzarlo o di imporre una qualche linea dall’alto. Ma nemmeno cercando di dimostrarci affidabili al PD e ai settori padronali più “moderni”, scegliendo in altre parole l’alleanza con Montezemolo invece che con Marchionne, come qualcuno purtroppo continua a fare. C’è bisogno, al contrario, di rifare su basi nuove lo stesso faticoso lavoro che ha portato, più di un secolo e mezzo fa, alla costruzione del movimento operaio. C’è bisogno, cioè, di riaggregare un vasto fronte di resistenza anticapitalista, che i comunisti devono sostenere apertamente e del quale devono provare ad essere protagonisti.
Non è sufficiente oggi essere meri spettatori o proporsi come improbabili sponde esterne. Il rischio è che le speranze di cambiamento sociale che le piazze esprimono vengano nuovamente frustrate dalle politiche inevitabilmente filo-capitalistiche di nuovi “governi amici”. In questo senso, ci pare chiaro che i tentativi di coinvolgere la sinistra di classe nelle primarie del PD sostenendo il leaderismo di Vendola, esattamente come la cancellazione della effimera svolta di Chianciano e la riproposizione di alleanze governiste da parte della FdS, ci riporteranno sulla stessa strada, sbagliata e fallimentare, dell’Arcobaleno.
Se vogliamo ricostruire e rifondareun partito comunista forte e credibile, questo è il momento della lotta e della costruzione di una vasta opposizione anticapitalista. D’altro canto, non sono sufficienti e adeguate nemmeno le risposte minoritarie finora messe in campo, con micro-partitini o col rifugiarsi in un movimentismo antipolitico inconcludente. Questa strada rischia solo di alimentare la diaspora silenziosa e la frammentazione delle forze comuniste e anticapitaliste.
Noi riteniamo, al contrario, che sia necessario urgentemente:
- agire per unire, collegare e salvaguardare le energie conflittuali, le militanze dei compagni/e collocati sia dentro che fuori i partiti comunisti della FdS; difendere le comunità resistenti e le esperienze politiche, in particolare quelle di base; mettere in contatto le diverse realtà critiche presenti nel paese, ancora scollegate e frammentate, al di là dei riferimenti a differenti aree e organizzazioni, per impedire che il dissenso diventi sfiducia e disimpegno;
- sviluppare tavoli di confronto permanenti tra tutte le esperienze comuniste ed anticapitaliste, sociali e politiche, disponibili ad una ricerca e ad un lavoro comune, e questo rigorosamente sul terreno dei contenuti, delle analisi e delle concrete esperienze nelle lotte sociali, proponendo la convergenza su battaglie comuni per costruire un processo di riaggregazione su contenuti di classe;
- rafforzare, monitorare e collegare la presenza dei/lle compagni/e, dei circoli e sezioni di PRC e PdCI, delle varie forze e realtà comuniste, nelle lotte sociali, agendo in maniera dialettica (impegno diretto, proposta, sintesi e orientamento politico nei/dei movimenti) e facendo anche la necessaria chiarezza sulla contraddizione sempre possibile tra impegno sociale e rappresentanza politico-istituzionale, che spesso rischia di distruggere la credibilità della nostra iniziativa politica;
- riaffermare la necessità di un partito comunista di quadri con un radicamento di massa, ma riempire questa enunciazione, che in sé rischia di essere formalistica e persino feticistica, di contenuti concreti. C’è bisogno di una riflessione di fondo su questioni centrali come la linea politica, la democrazia interna, la forma partito, il contrasto alla formazione e alla separatezza dei ceti politici, la critica alla “doppiezza”, all’istituzionalismo, al governismo così come al settarismo dogmatico. Occorre una adeguata formazione teorica e pratica, una rinnovata rielaborazione sulla questione giovanile e su quella meridionale, la differenza di genere, sul rapporto tra ambiente e contraddizione di classe, sul senso della militanza e la funzione indispensabile dell’opposizione, sulla gestione delle risorse.
- riaggregare su programmi e obiettivi concreti una sinistra anticapitalista, un ampio fronte di realtà sociali epolitiche presente nei luoghi del conflitto, con l’obiettivo di ricostruire una rappresentanza autonoma e indipendente della classe e favorire la costituzione di un Blocco Sociale antagonista agli interessi del capitalismo.
Proponiamo un primo incontro nazionale a tutti/e i/le compagni/e, alle forze comuniste e anticapitaliste e a tutte le realtà interessate a questo percorso.
L’incontro si terrà sabato 29 gennaio 2011 a Livorno, perché l’occasione del 90° anniversario della fondazione del PCdI (21 gennaio 1921) non sia una mera celebrazione retorica ma rappresenti un’occasione per ripensare e rilanciare l’unità e l’autonomia dei comunisti nel nostro paese. Per tornare ad essere il cuore dell’opposizione di classe, per un’alternativa di sistema e non per un’alternanza di governo.
ASSEMBLEA NAZIONALE
delle comuniste e dei comunisti ovunque collocate/i
ore 10. 30 Palazzo del Portuale, via S. Giovanni 16
Livorno – fronte Porto
Antonio Piro, circolo PRC Lari (Pisa); Andrea Fioretti, Comunisti Uniti Lazio; Mauro Casadio, Rete dei Comunisti; Gualtiero Alunni, Comunisti Uniti Lazio; Antonio Andreotti, Arrigo Bortolotti, Marco Checchi, Renata Fabiani, Alidina Marchettini, Mario Noferini, Selene Pecchioli, Paola Serasini, Sandro Targetti (compagni/e della Federazione PRC di Firenze); Alberto Pantaloni, RSU/RLS Slc-Cgil Comdata (Torino); Fabio Corsi, circolo PRC “La Catena” San Miniato (Pisa); Massimiliano Murgo, RSU Flmu-CUB Marcegaglia Buildtech (Milano); Giovanni Bruno, delegato RSU Scuola; Valter Lorenzi, Rete dei Comunisti; Andrea Montella, circolo PRC “A. Tognetti” Pisa; Stefano Azzarà, Comunisti Uniti Marche; Paola Baiocchi, circolo PRC “A. Tognetti” Pisa; Alessandro Perrone, FIOM-Cgil cassintegrato Eaton Monfalcone; Ascanio Bernardeschi, circolo PRC Volterra (Pisa); Sergio Cararo, Rete dei Comunisti; Antonio Bernardeschi, circolo PRC Lari (Pisa); Francesco Cori, Coordinamento Precari della Scuola; Mario D’Acunto, Comunisti Uniti Toscana; Massimo Cavallini, circolo PRC Santa Maria a Monte (Pisa); Cinzia Della Porta, Rete dei Comunisti; Daniele Caneschi, Comunisti Uniti Toscana; Daniele Rossi, Rete dei Comunisti; Pio De Angelis, Comunisti Uniti Friuli; Antonello Tiddia, RSU Cgil Carbosulcis; Stefano Grondona, Comunisti Uniti Emilia-Romagna; Manuela Micheli, Rete dei Comunisti; Barbara Maffione, Comunisti Uniti Campania; Mario Maddaloni, RSU Filcem-Cgil Napoletana Gas; Marco Trapassi, circolo comunista di Parma; Henry Ribechini, Rete dei Comunisti; Eugenio Giordano, Alenia Pomigliano e dir.vo FIOM Napoli; Andrea Martocchia, comunista “non organizzato” Bologna; Leonardo Pegoraro, Comunisti Uniti Marche; Giuseppe Ambrosio, PdCI di Vibo Valentia; Daniela Cortese, RSU/RLS Telecom Italia Sparkle Roma; Renato Caputi, Comunisti Uniti Lazio; Ilario Germinario, rapp.te ASIA USB Grosseto; Roberto Villani, Comunisti Uniti Lazio; Susanna Angeleri, Rete dei Comunisti Arezzo; Riccardo Filesi, coord. cassintegrati Alitalia CUB Trasporti; Walter Aiello circolo comunista di Parma; Riccardo De Angelis, RSU/RLS Flmu CUB Telecom Italia; Maria Vittoria Molinari, Comunisti Uniti Lazio; Giovanni Caggiati, PRC Parma; Luca Climati, RSU USB Inpdap.
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