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- segnalazioni resistenti - appuntamenti - 10-10-15 - n. 560
"Buttando via la paura"
Lunedì 19 Ottobre ore 21 - Circolo Dravelli, Strada Praciosa 11, Moncalieri - Torino
Proiezione e dibattito: I facchini in lotta, il granello nell'ingranaggio che inceppa le multinazionali
Interventi di: Si.Cobas - ANPI Grugliasco
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Buttando via la paura: quando i lavoratori si organizzano, lottano e contano
Enzo Pellegrin
12/10/2015
La crisi strutturale che ha investito le nazioni a capitalismo avanzato e globalizzato è stata per i padroni un'opportunità eccezionale. Lungi dal semplicistico ragionamento veicolato dai media per cui "la crisi colpisce tutti", le ristrutturazioni aziendali, le delocalizzazioni ed i licenziamenti - attuati od anche solo minacciati - sono stati efficacemente utilizzati come destro per ottenere la completa regressione delle garanzie per i lavoratori e per ottenere un eccezionale compressione dei salari esistenti.
Tale meccanismo ha anche consentito di paralizzare i già non attivissimi sindacati concertativi che non hanno mai condotto una efficace azione di contrasto alla lotta di classe portata avanti in modo energico e spietato dal capitale.
Ma non ovunque è stato così.
Al fondo della scala salariale, i lavoratori del facchinaggio e della logistica, spesso composti anche da immigrati, precari, hanno trovato il modo, attraverso la reciproca solidarietà operaia e l'organizzazione, di mettere in campo efficaci lotte, scioperi ed occupazioni contro un padronato spietato, che ha dovuto però compiere significativi arretramenti, sbattendo la testa contro la forza dei lavoratori.
Questi ultimi hanno saputo resistere sia alla forza dei padroni che a quella dello stato che ha attivato il processo penale e la prigione nei confronti dei resistenti.
Del resto, a fronte di "salari" inferiori a sette o addirittura cinque euro all'ora, ovvero in condizioni di lavoro massacranti e precarie, l'articolo 36 della Costituzione Italiana, per cui il lavoratore ha diritto ad una retribuzione "in ogni caso sufficiente ad assicurare a sè ed alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa" deve esser sembrato se non una presa in giro, un'enorme ipocrisia.
Di fronte ad una classe padronale e alla politica loro amica che insieme hanno fatto carta straccia di questi diritti della Carta Fondamentale, la resistenza eroica di questi lavoratori e dei loro sindacati conflittuali ha certamente acquisito valore morale, ma soprattutto ha guadagnato il suo posto nella storia del movimento operaio in quanto è stata efficace, in un momento di quiescenza di altri vasti settori sindacali concertativi.
I facchini, con la lotta, hanno portato a casa i risultati, mostrando che la classe operaia è tutt'altro che finita e ridotta all'impotenza.
Hanno dimostrato che nel capitalismo è solo lo sfruttamento del lavoro da parte di pochi nei confronti di molti la fonte della ricchezza. Ricchezza la quale è distribuita in modo diseguale ed indegno, proprio perchè viene prodotta in questo modo.
Hanno mostrato, con la loro lotta, come questa diseguaglianza iniziale nella distribuzione della ricchezza è fonte di tutte le altre contraddizioni: dallo sfruttamento degli immigrati, all'assenza di abitazioni fruibili da lavoratori sempre più sfruttati, allo sfruttamento della donna o dei giovani, alla crisi delle periferie.
Soprattutto hanno dimostrato in quali condizioni la lotta è efficace: il settore in cui prestano il proprio lavoro - la logistica - è un tassello fondamentale del processo produttivo. Senza la consegna e la movimentazione delle merci la catena produttiva si ferma. Hanno dimostrato di saper sfruttare questa loro incidenza nella sfera di produzione della ricchezza, gettando via la loro paura per farla rinascere nei corpi e nelle menti del padrone, confermando che è proprio questa incidenza a fornire al movimento di lavoratori che lotta un potere enorme, tale da inceppare gli ingranaggi di grandi multinazionali, per regolare ed incidere nei rapporti tra le classi.
Hanno anche fatto comprendere come i concetti di classe, lotta di classe e contraddizione tra capitale e lavoro non possono essere soltanto compresi e sbandierati figurativamente, ma occorre soprattutto praticarli, tentando di unire ciò che il potere ed i padroni disuniscono.
Questa importante lezione di prassi consente di intravedere il dato politico fondamentale su cui ci si dovrebbe interrogare: per eliminare la diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza, occorre che siano gli stessi lavoratori produttori a decidere collettivamente come, dove, cosa e quando produrre per le necessità colettive, abbandonando l'anarchia produttiva del capitalismo e la realizzazione dei fini speculativi delle imprese private. Forse non si parlerebbe più di settori in dismissione con sacrifici occupazionali da chiedere ai lavoratori. Si parlerebbe di lavoratori che decidono insieme dove e come impiegare la propria forza produttiva che occuperebbe tutti nel modo dignitoso che quella norma costituzionale vorrebbe.
"Ditching the Fear", Buttando via la paura, è un film documentario realizzato da labournet TV, che racconta la lotta dei facchini e della logistica, di come, appunto "unusual things" - "cose insolite", glossiamo provocatoriamente noi - sono accadute in Italia dal 2008. Racconta del terreno di scontro che hanno dovuto affrontare, di fornte alla Granarolo, all'Ikea, ai caporali ed alle "cooperative" dei mercati generali: "Parlando colle mie compagne, sono venuta a conoscenza sin dal 2012 del sindacato SiCobas. Ma c'era molta paura, perchè si viene messi in una condizione di servitù, sei così schiavizzato sul posto di lavoro che non puoi nemmeno dire "be", non dici niente, continui solo a lavorare, capo dopo capo, dopo capo... Così ho parlato con le mie compagne dal 2012 e non so come sia successo, ma è stata una gran fortuna" (Una lavoratrice Yoox, dal film).
Quali sono queste cose inaudite?
Che la classe operaia si organizza, lotta in modo efficace e non figurativo o per sola delega, e - cosa altrettanto inaudita - raggiunge in questo modo altrettanto inauditi risultati!
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