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- segnalazioni resistenti - lettere - 15-11-10 - n. 340
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Ignorare, incensare o imparare dai comunisti greci?
La settimana scorsa il Partito Comunista di Grecia - KKE - ha avuto un buon risultato alle elezioni amministrative, mentre sia i socialdemocratici al governo che la destra (al governo prima dei socialdemocratici) hanno subito un arretramento: lo scambio dei ruoli non ha funzionato, i greci hanno scelto di non votare o di rafforzare ancora il KKE che contro la politica filoeuropeista e antipopolare di quei partiti si batte da anni. Il KKE nel 2006 aveva il 7% di voti, ora l'11%.
Era prevedibile che in Italia molti ignorassero volutamente il successo di quei comunisti che riescono ancora a far paura alla borghesia.
Altri si sono profusi in mille lodi. Alcuni però sono gli stessi che appoggiano o condividono la linea subalterna al PD di quel che rimane dei partiti comunisti, in netta contraddizione con la posizione del KKE.
Non parlare del KKE o parlarne solo in termini elogiativi non aiuta a studiare il fenomeno - a noi vicino - ed eventualmente imparare qualcosa.
Il KKE combattendo i due partiti che si alternano al governo combatte in realtà i monopolisti, la UE e l'FMI cioe' quello che ritiene sia il principale nemico di classe e trova così alleanza in ampi strati popolari. Un nemico alla volta.
Diversamente da quel che succede qui da noi che si privilegia la lotta partitica che non sempre coincide con quella di classe e cosė diventa nemico quello della porta accanto.
Inoltre il KKE ha un sindacato di riferimento - il PAME - e un fortissimo radicamento tra i lavoratori nelle fabbriche e nei porti, tra gli studenti degli istituti tecnici e nelle università.
Il KKE é stato protagonista dei durissimi scioperi contro le misure anti-popolari del governo "socialista".
Il KKE è stato al fianco delle lotte dei contadini poveri, dei piccoli autotrasportatori e degli artigiani.
Il KKE è contro l'Europa dei monopoli e si oppone fortemente al revisionismo storico.
Il KKE difende le esperienze socialiste passate e presenti e la figura di Stalin non è un tabù.
E i comunisti greci aumentano il loro consenso non solo elettorale tra il popolo greco.
E da noi? Niente di tutto questo, risultati elettorali compresi.
Se almeno iniziassimo a studiare i motivi dell'avanzata del KKE, qualcosa potremmo imparare.
Le ulteriori misure antipopolari che i governi attueranno a breve in Europa ci impongono di imparare presto, di non perdere tempo col dire cose diverse da quelle che si fanno.
Beppe Di Tolla
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