da posta@resistenze.org
Cari compagni,
mi è stato detto, da un uomo anziano che nel passato si diceva comunista e che ora ricopre una carica assai autorevole, che in questi anni ho vissuto al di sopra delle mie possibilità, che noi italiani "abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità".
Negli ultimi 8 anni della mia vita, e avendo superato da un lustro gli anta, mi è capitato solo di agguantare lavori precari: arrabattamento continuo (o discontinuo, visto che gli ipocriti lo chiamano pure così il precariato), basso profilo perché sennò non ti rinnovano, pochi soldi per il vivere quotidiano, nessuno per il futuro (l'unico accantonamento: il pensiero di fare un figlio).
Visti i salari saltuari, sono stata attenta mentre facevo la spesa, sono diventata un asso a valutare il prezzo del carrello ad occhio, ho fatto poca vita sociale, ho smesso di comprare libri e dischi e … il superfluo.
Negli ultimi 8 anni mi è capitato anche però, e per mia grande fortuna, che non ho avuto un figlio e non dovuto accedere al servizio sanitario, né per me né per lui, sana quasi come un pesce e denti curati nel passato (quando avendo un lavoro non discontinuo avevo potuto permettermi il dentista a libro paga). Nemmeno in questi 8 anni ho dovuto ricorrere alle istituzioni scolastiche né ad altra sorta di servizi sociali: il mio peso sulla collettività è stato minimo e gli unici servizi a cui ho fatto accesso sono quelli a tariffa (che se li privatizzano chissà se me li potrò permettere).
Visto che internet è a portata di mano, mi sono resa conto che non ero l'unica; e mentre i redditi da lavoro vanno in picchiata, i profitti da rendita e capitale crescono, caspita se crescono! E allora mi chiedo in che senso avremmo vissuto al di sopra delle nostre possibilità? Chi avrebbe vissuto al di sopra delle proprie possibilità?
Io di preciso non lo so, ma so che con gli strumenti informatici-telematici-cibernetici-videosorveglianti-fotocellulasensibili e satellitari a disposizione, lo si sa bene chi ha vissuto al di sopra delle nostre possibilità. E quando dicono che i titoli di stato, il nostro stato ma potrebbe far lo stesso Portogallo-Irlanda-Grecia-Spagna, sono pagati a interessi galoppanti (galoppano i porcelli?), quasi al 7% perché l'Italia-è-un-paese-a-rischio, anche il nome di chi in tasca quei titoli li ha, si sa. Mentre noi andiamo arrotoli, c'è chi sui nostri rotoli ci fa una fortuna speculativa: e si dice con un sospiro "il mercato, la borsa!", come fossero entità impersonali, mentre è ben noto nome e cognome, codice fiscale e circonferenza della natica, di chi stacca le cedole.
Un nome però ora lo si sa: quello del Salvatore nostro! Ribattezzato già supermario. Aristocratico di aspetto, anche nel timbro di voce, studente modello, laurea&master&cattedra, passaggio sui due continenti e carriera fulminante: accademico, studioso, economista, commissario europeo… l'uomo che mette d'accordo tutti. Eggià ma è questo un compito difficile? Sono accorsi come un gregge ad abbeverarsi alla sua fonte, che è poi quella di Goldman Sachs. Ci sono i partiti al parlamento con l'opportunistica defezione della Lega in vista di un recupero di popolarità; ci sono quelli fuori dal parlamento: è giunta immediata la perorazione dai soliti (e noiosi) toni narrativi di Vendola, un po' tardiva l'ossequiosa deferenza della Federazione della Sinistra, che in un primo momento invocava elezioni subito, anelante com'è di agguantare il carro del PD.
D'altronde la retorica della liberazione e di un CLN per salvare l'Italia è da un po' che è reiterata… non aveva iniziato Airaudo?
Supermario, c'ha il compito di traghettarci a un prossimo governo fatto di "politici", nel 2012-2013, con un governo di ministri-sottoministri-segretari-sottosegretari "tecnici", così i partiti non si sporcano le mani. Eggià è "il tecnico" che fa il lavoro sporco e i partiti si ripresentano immacolati all'appuntamento elettorale. Supermario europeista e liberista convinto, applicherà la ricetta, voluta dall'Europa e condivisa da tutti: ci farà assaggiare in pieno la verga delle liberalizzazioni-privatizzazioni-riassetti-dismissioni (tocca a Finmeccanica?), tagli allo spreco (ancora?) e sforbiciata alla spesa pubblica (ancora?), maggior flessibilità del mercato del lavoro (ancora?), e suvvia le pensioni… si vuol mica andare in pensione a 60? 65 anni? Ormai si campa fino agli 80… Si ma se mi tagliano la sanità, la prevenzione, se non ho più i soldi per nutrirmi a dovere e non faccio sport… come campo fino agli 80?
E che faresti tu? Me lo ha chiesto a bruciapelo attorno al bicchierino della pausa caffé. Bhe innanzitutto elezioni subito, rispondo. "E, no" fa lei "con questa legge elettorale!". Si ma almeno si salva una parvenza di democraticità, e qualche partito si assuma pure una qualche responsabilità per ciò che fa e per le alleanze che sceglie! Eppoi che cambia: questa legge elettorale o un'altra che non recuperi il proporzionale? Io sono per una testa, un voto… Non come le ultime volte, che il mio voto è finito nel cesso. Sono per un parlamento di lavoratori che rappresenti i lavoratori (il pedigree di supermario non mi assomiglia per niente … come fa a rappresentarmi?) Eppoi se la colpa è di sti mercati e della globalizzazione e di sti arabi che vogliono farsi fare la guerra preventiva … non sarà che è meglio cambiarlo proprio radicalmente sto sistema?
Compagni,
tutto questo per dirvi: quand'è che ci svegliamo e ci diamo una forma organizzata? Io penso a un Partito Comunista. Quand'è che ci accorgiamo sul serio di essere il 99%?
Alessandra Panebianco