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- segnalazioni resistenti - lettere - 07-06-21 - n. 792
Due facce opposte, stesso opportunismo
Enzo Pellegrin | posta@resistenze.org
07/06/2021
Recentemente, nel teatrino mediatico, va di moda una delle tante finte battaglie condite dalla narrativa dei partiti: la supposta sfida tra la dittatura del politically correct e le tendenze retrograde in tema di diritti civili.
Similmente a ciò che avviene per la narrazione del cosiddetto "fronte antimperialista", il mainstream pompa sia l'una che l'altra fazione.
Questi spettacoli hanno la funzione di sviare l'attenzione da una corretta quanto necessaria riflessione sulle diseguagliaze sociali generate dai correnti rapporti di produzione, e sulle corrette prassi per superarle.
In questo processo drogato, si infilano le pratiche elettoraliste delle formazioni politiche opportuniste, maggiormente rappresentate a destra, ma con sgradite sorprese anche a sinistra.
Razzismo e discriminazione si combattono con l'unica medicina del rispetto della libertà, unità alla promozione e alla realizzazione concreta di vera eguaglianza o solidità economica: non può darsi l'una senza l'altra.
La diseguaglianza economica è benzina per i poltronari, populisti del peggio, per raffigurare un nemico immediato di turno da cui ci si dovrebbe liberare, anche come scorciatoia per una asserita eguaglianza sociale. Il risultato è una poltrona per loro, divisioni comode per i padroni o per le cricche di partito, arretratezza galoppante della società, nonostante il progresso economico o tecnologico.
Il mancato rispetto della libertà altrui genera invece sempre nuove fratture sociali, e nuove fabbricazioni di ulteriori nemici per tacitarle. L'unico modo di vivere in una gabbia o fabbrica conformista, senza far parte dei carcerieri, è quello di cercare ogni possibile evasione e rottura della gabbia.
È vero che una certa, mediaticamente amplificata, caccia alle streghe di chi non è abbastanza radicale, persino estesa al passato, non è poi così diversa dalle aspirazioni di quelli che amano le scorciatoie razziste. Non è l'aspirazione a rompere le gabbie, ma a crearne di nuove.
Ma questo non giustifica l'ambigua simpatia per le posizioni razziste e antifemministe, anzi, lisciare in modo retrogrado a questi ultimi il pelo, elevandoli a guerrieri contro il politically correct, rappresenta la più schifosa forma di opportunismo ipocrita e criminale.
Chi sfrutta le contraddizioni umane sociali ed economiche per esercitare dittature di potere, le quali mortifichino il diritto dei lavoratori produttori primari di gestire in autonomia e autodeterminazione collettiva la ricchezza da essi prodotta, è sempre simile al male che afferma di combattere.
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