Anna Maria Bruzzone e Rachele Farina : La resistenza taciuta
Una Resistenza al femminile, taciuta. E’ il titolo del libro che
Bollati/Boringhieri ripubblicano in queste settimane. Il libro era stato
mandato in libreria dalla casa editrice La pietra, ora scomparsa, nel 1976. Ora
la pubblicazione, davvero meritoria, con una nuova introduzione di Anna Bravo
ed una aggiunta alla prefazione, delle due curatrici, giunge davvero utile.
Lo scenario è quello del Piemonte, principalmente. I racconti ripercorrono la
vita partigiana di dodici donne, precedute da una scheda biografica che
sintetizza la loro vita. Troppe le tematiche riportate nei testi. Innanzitutto,
ripeto, la ripubblicazione merita una lettura attenta che si fa storia. Storia
di un’epoca passata, in particolare modo il primo cinquantennio del secolo
scorso, con puntate sugli anni successivi, sino agli anni ’70.
Poi diventa ancora di più riflessione storica degli ultimi venticinque anni che
ci separano dalla prima edizione. Rileggere ora, con gli occhi degli anni ’70,
accadimenti della prima parte del Novecento ci fa ragionare in altro modo su
cosa è accaduto in quegli anni. La Resistenza al femminile è, per molte
testimoni, Resistenza negata, soprattutto dopo la fine della stessa, è anche un raccontare della differenza sessuale che
persiste per tutto quel periodo sino alla metà degli anni ’70.
Rileggendo ora i racconti del libro noi possiamo misurare se veramente si sono
fatti passi significativi sulla strada della parità sessuale, reale non solo esposta
in calendari e spettacoli televisivi. Nel merito, tematiche quali il sacrifico
di molte donne durante il periodo resistenziale, le incomprensioni con gli
uomini, ma anche il rispetto di molti partigiani per il loro lavoro ed,
all’opposto, il disprezzo dei fascisti e dei nazisti verso le donne italiane.
Episodi feroci di torture e di violenza fisica che molte partigiane hanno
dovuto subire. I ruoli di mamma e di sorella che dovevano sostenere assieme a
quello di combattente; la delusione sia per la mancata parità sessuale dopo la
guerra e per il ritorno di vizi atavici negli uomini, anche tra gli ex
partigiani. La messa da parte di molte di loro e le difficoltà nell’ottenere il
riconoscimento ufficiale di partigiana combattente.
Nel libro si assommano e si mescolano questi ed altri temi ancora. Attraverso
il lavoro attivo di queste donne, i loro ricordi, si viene ad avere una visione
più realistica della situazione sociale e politica dell’epoca: gli scambi di
prigionieri, i soldi raccolti e dati ai tedeschi per non essere uccisi, le
corruzioni ad personam di fascisti e spie; le mille astuzie, la fame, la borsa
nera.
Nel libro appaiono figure importanti: Gramsci, Napoleone Colajanni, Ludovico
Geymonat, Antonio Giolitti, tra i tanti. Una affresco al femminile, da leggere
o da rileggere. (Tiziano Tussi)
da Patria indipendente di gennaio 2004
La resistenza taciuta, a cura di Anna Maria Bruzzone e Rachele Farina, Bollati
Boringhieri, Torino, 2003, pag. 312, € 28.