www.resistenze.org - segnalazioni resistenti - libri - 25-11-22 - n. 849

Capitalismo, finanza, riscaldamento globale

Mario D'Acunto

2022

Transizione ecologica o transizione al socialismo?



Dalla quarta di copertina:

Negli ultimi anni, governi e grandi corporations si sono accaparrati il monopolio della segnalazione dei drammatici effetti che il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici che ne conseguono stanno generando. Questa segnalazione è accompagnata dall' imposizione esplicita di nuovi consumi e della riorganizzazione di nuove catene del valore . A questo processo si è dato il nome di transizione ecologica. Nessuna transizione di questo tipo è possibile in un sistema economico e sociale come il capitalismo dove la produzione è orientata alla realizzazione solo ed esclusivo di profitto e al contrasto della sua caduta tendenziale e alla creazione di una economia di guerra, votata al controllo delle risorse del pianeta.

Ciò di cui abbiamo realmente bisogno è un modello di produzione orientata ai bisogni. Produzione possibile solo avviando la realizzazione di una transizione verso una società socialista dove i mezzi di produzione siano di proprietà della collettività, in grado di orientarne la produzione secondo gli effettivi bisogni delle comunità che abitano il pianeta e nell'utilizzo razionale delle sue risorse.

* * *

La prefazione:

Il riscaldamento globale (global warming), causa maggiore dei cambiamenti climatici, è dovuto alla massiccia emissione nell'atmosfera di gas serra, principalmente diossido di carbonio, CO2, metano e protossido di azoto, ma anche vapore acqueo. Questa emissione è dovuta all'utilizzo massiccio dei combustibili fossili (petrolio, carbone, gas naturale), combustibili derivanti dalla decomposizione, processo sviluppatasi in milioni di anni attraverso le ere geologiche da  forme di sostanza organica in forme molecolari progressivamente sempre più stabili e ricche di carbonio.

Obiettivo di questo libro è duplice. Da una parte, attraverso l'analisi della centralità del ruolo dei combustibili fossili quale fonte di energia, verrà messa in evidenza la stretta connessione tra il ruolo degli apparati industriali-militari statunitensi, il signoraggio del dollaro e la finanziarizzazione dell'economia, quali risposte predominanti alla caduta tendenziale del saggio di profitto tipico delle economie mercantiliste.

L'altro obiettivo di questo testo è accennare ai criteri di classe che legano la questione ambientale e i cambiamenti climatici alla contraddizione capitale-lavoro (sfruttamento e inquinamento delle risorse naturali come complementare allo sfruttamento della forza-lavoro), connessione che si è palesata in modo sempre più chiaro negli ultimi cinquanta anni. Questi criteri di classe sono basati sui rapporti di produzione e i rapporti di proprietà tramite i quali la classe dominante si impadronisce delle risorse naturali per alimentare i cicli di accumulazione capitalistica e, sono qui, come accennato, letti alla luce della caduta tendenziale del saggio di profitto, evidenziando come la costruzione di un consenso di massa sulle questioni ambientali, recentemente emerso e sintetizzato dall'icona Greta Thunberg, sia guidato e controllato dal capitale fittizio e utilizzato nello scontro inter-imperialistico tra aree produttive.

In considerazione di quanto analizzato, si mostra che all'interno delle strutture profonde del modo di produzione che storicamente si è affermato, vale a dire il sistema capitalistico, matrice del riscaldamento globale, non possa realmente avviarsi nessuna transizione verso un minore sfruttamento delle risorse ambientali, specchio dello sfruttamento della forza-lavoro, e che invece questa contraddizione richiami necessario e irreversibile l'avvio, nelle condizioni storiche attuali, di una transizione verso un modo di produzione orientato ai bisogni e non al profitto, a cui diamo invariabilmente il nome di socialismo. Un modo di produzione che non solo abbia in sé il profondo senso ecologico, in quanto in grado di affrontare il doppio sfruttamento della forza-lavoro e delle risorse naturali, ma che riassuma in sé anche il senso più profondo della realizzazione di una democrazia sociale, sia attraverso la definizione dei bisogni, sia nella ridefinizione dei mezzi di produzione il cui controllo realizzi una reale democrazia popolare.

Il futuro dell'umanità, infatti, in ultima istanza dipende dal passaggio cruciale verso un nuovo sistema politico economico e sociale che concepisca la transizione della produzione per il profitto alla produzione in base ai bisogni.




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