E' in uscita il n°
4/2004 della rivista L'Ernesto e
gli atti del convegno di Milano del 26-27 marzo 2004
L’ERNESTO – rivista
comunista (riferimento
dell’area “Ernesto” del PRC)
N.
4/2004
SOMMARIO
EDITORIALI:
Il programma prima di tutto
Alberto Burgio e Claudio
Grassi
Gli Usa, l’Iraq, la Resistenza
di Luciana Castellina
Il Venezuela è una speranza
Intervista
ad Eduardo Galeano, a cura di A.
Riccio
Con la resistenza irachena
Intervista
a Jaime Ballesteros, a cura di
F. Giannini
Dalla vicenda Siemens
T. Rinaldini
Occupazione/formazione
P.
Boccara
Alternativa/dibattito
S.
Cesaratto, G. Chiarante, N. Ginatempo,A. Graziani, D. Greco, R. La Valle, L. Pettinari, R. Rossanda, P. Sabatini
Iraq:
G.
Labica, G. Franzoni
Russia: dopo la tragedia di Beslan
M.
Gemma
La Cina e l’ Unione Europea
F. Rozza
La riconquista dell’America
M.
Santopadre
Gheddafi cambia linea
M.
Lahmidi
Unione Europea: il nostro no
H. Charfo (PC Boemia e Moravia)
19 luglio1979: “Nuevo Nicaragua”
A.
Riccio
Recensioni:“La leggenda della globalizzazione”
Burgio
“legge” Dal Bosco
Sulla questione dell’egemonia culturale
G.
Livio, A. Petrini
“Banditi senza tempo”
Intervista
ai “Gang” a cura di G. Lucini
SUL SITO www.lernesto.it
RASSEGNA stampa su questioni nazionali e internazionali,
sul dibattito nel P.R.C. ecc.
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(MILANO, 26-27 MARZO
2004)
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“IL POTERE, LA
VIOLENZA, LA RESISTENZA”
26 e 27 marzo: convegno de l'ernesto a Milano
di Marco Dal Toso
Si è svolto venerdi’ 26 e sabato 27
marzo scorsi, presso la storica “casa della Cultura” a Milano, il convegno
organizzato dalla rivista l’Ernesto
(con la collaborazionedel Centro culturale “Concetto Marchesi” di Milano) sul tema
“Il potere, la violenza ,la resistenza”.La manifestazione, seguita complessivamente
da circa 400 tra compagne e compagni, ha visto la partecipazione,
in veste di relatori, di figure di spicco della cultura comunista, della
sinistra critica, dell’area cattolica e del movimento. Nella serata di venerdì
26( coordinata dal direttore Fosco Giannini, che ha offerto una cornice per la
discussione evocando “la necessità assoluta – per il rilancio del comunismo
dopo la crisi – di avviare una ricerca critica profonda e dai caratteri
scientifici, una ricerca plurale che escluda in via preliminare, per aver esito
positivo, nostalgie e liquidazionismi”), si è avviato il confronto con
una introduzione di Claudio Grassi, seguita dagli intervenuti
di Piero Bernocchi, Rina Gagliardi e Valentino Parlato.
Grassi, dopo aver contestato la spirale
guerra-terrorismo, ha ricordato che la guerra non è causata dal
terrorismo ma dalla crisi del capitalismo e dalle sue politiche
economiche spoliatrici. Dopo aver ribadito come la guerra
alimenti il terrorismo “che uccide l’idea di trasformazione sociale e
anche per questo è avversato dai comunisti”, ha poi messo in luce la
differenza tra la critica (“necessaria”) al comunismo del ‘900 e la sua
condanna totale, “che cancellerebbe la stessa storia dei comunisti rendendoli
senza futuro”. Soffermandosi poi sulla legittimità della resistenza
irachena ha rilevato come sia giunta l’ora di “avere meno pentimenti e più
forza nel denunciare le violenza dell’imperialismo e dei padroni, dal ‘900 ai
nostri giorni”. Grassi, infine, rammentando lo strapotere dei pochi centri
capitalistici sui popoli del mondo, ha sottolineato come non possa essere
elusa, da parte dei comunisti, la questione del potere.
Bernocchi, dopo aver sottolineato “come
non vi sia alcuna emergenza-violenza nel nostro paese”, si è dichiarato stupito
della condanna in astratto della violenza, che significherebbe, in ultima
analisi, la rinuncia alla lotta da parte dei popoli e ad ogni trasformazione
rivoluzionaria.
Rina Gagliardi si è soffermata
sull’opzione politica della non violenza circoscrivendone la validità al “qui e
ora” riconoscendo,inoltre, sia la difficoltà che la necessità di
coniugarla all’idea e alla pratica del comunismo.Dopo essersi chiesta” perché
il movimento operaio nel corso del ‘900 abbia perso, ha sottolineato la necessità
di compiere una approfondita riflessione interna ed esterna al partito che
indaghi le ragioni della sconfitta.”. “Il comunismo – ha concluso la
compagna Gagliardi - non può ridursi a una nostalgia, qualcosa cioè “a cui
rimanere fedeli. Anche il leninismo, che non ho mai condiviso, è stato capace
di grandi innovazioni”.
Valentino Parlato, in dissenso da Rina
Gagliardi (che l’ha accusato bonariamente di “continuismo”), si è
interrogato sul perché dell’operazione politica relativa alla non violenza
compiuta dal gruppo dirigente di Rifondazione. “ Il pericolo – ha detto Parlato
– è rompere con tutta la tradizione comunista”. “L’uso della forza – ha
proseguito – è talvolta indispensabile e bisogna stare attenti a non ripetere
l’operazione che Craxi fece con Proudhon”.
Nella giornata di sabato si è svolto il
seminario di approfondimento storico- teorico che ha visto la partecipazione,
fra gli altri, del comandante partigiano Giovanni Pesce; di dirigenti sindacali
come Franco Arrigoni (FIOM); intellettuali come Giuseppe Prestipino,
Franco Russo, Andrea Catone, Lidia Menapace, Josè Luis Del Roio, Fausto Sorini
e Alberto Burgio; militanti femministe e comuniste come Lidia Cirillo;
esponenti del mondo cattolico come don Renato Sacco e la lettura dei contributi
di Lucio Magri, Angelo Del Boca, Giorgio Bocca, Enzo Collotti e Gianni Minà. La
giornata seminariale è stata aperta dalla lettura dell’intervento di Magri, che
ha ribadito la necessità di un approccio critico con il socialismo realizzato,
ma ha anche affermato “che occorre reagire ad un liquidazionismo che oggi sta
dilagando il tutta la sinistra” e che “ si rifiuti, perché falsificante, una
ricostruzione della storia del ‘900 e del movimento comunista che considera
l’uno e l’altro come un cumulo di macerie”.
Prestipino ha ricordato, con Croce, che
il giudizio storico deve essere autonomo, svincolato dalle contingenze
politicistiche.
Russo ha affrontato il tema delle “vie
del potere” e dopo aver affermato come “Togliatti liquidò il leninismo
con l’ipotesi della via nazionale al socialismo”, si è soffermato sulla
destrutturazione del potere in Lenin, mettendo a confronto, in tema di garanzia
dei diritti universali, le esperienze del potere rivoluzionario e
dell’assemblea costituente. Per Russo la diminuzione di sovranità dello
Stato e’ oggi messa in discussione dalla centralità del mercato e dalla lex mercatoria : “oggi ad esempio lo Stato
e le imprese delegano alla WTO la regolamentazione del commercio e
occorre porsi il problema del superamento dello Stato tramite forme di
democrazia deliberativa partecipata”.
Andrea Catone, dopo aver invitato ad
osservare la questione della violenza nell’ambito “dei rapporti di
produzione”(Engels) si e’ soffermato sul concetto di “violenza levatrice
di ogni società” cosi’ come argomentato nel primo libro del Capitale di Marx a
proposito dell’ accumulazione originaria capitalistica della borghesia tramite
l’esproprio e il ricorso all’uso della forza (Gewalt). Dopo aver messo a fuoco la natura .e la
consistenza del nesso che lega la conservazione degli assetti di potere dati
all’impiego della coercizione e di quella che Marx definiva “coazione
extra-economica”, Catone ha affermato l’indissolubile legame fra capitalismo e
Stato. Infine, dopo aver osservato che “gli uomini fanno la storia in base alle
circostanze che trovano davanti a sé e che il proletariato non può scegliere da
sé il terreno di lotta”, ha rilevato come non ci sia mai stata, per il
movimento operaio italiano, una visione “catartica” e purificatrice della
violenza, come invece avvenne nel fascismo.
Fausto Sorini ha svolto una relazione
sul tema “Violenza, terrorismo e lotta armata nell’azione del Partito
Comunista d’Italia clandestino” nel dibattito che si sviluppo’ all’interno del
partito comunista alla conferenza di Basilea nel 1928. Dopo aver esaminato le
posizioni di Ottavio Pastore ,Ruggiero Grieco e Palmiro Togliatti ,
Sorini ha ricordato la critica di Secchia al terrorismo individuale e la sua
indicazione, anche in dissenso con Togliatti, di far crescere “anche nel corso
di dimostrazioni pacifiche agitazione laddove c’era fermento”. Lidia Menapace,
ha motivato il suo pacifismo assoluto ricordando alcune forme di lotta non
violente efficaci utilizzate dal movimento operaio nel corso della sua storia
(scioperi, boicottaggi, occupazioni, azioni radicali, spesso
illegali, ma mai violente).Con forte passione civile,ha infine ricordato
la natura razionale e volutamente “anti-eroica” della resistenza italiana. Del
Roio, ricordando i guasti profondi del neoliberismo in America Latina, ha
severamente criticato quei settori della sinistra europea che “arricciano
il naso quando parlano del Venezuela di Chavez”. Lidia Cirillo, dopo essersi
dichiarata d’accordo con una parte della relazione di Grassi, si è soffermata
“sulle differenze in tema la ricostruzione di un soggetto di classe: il
movimento dei movimenti va accolto come una positiva novità politica,in
considerazione della sua natura giovanile,internazionale e di critica al
liberismo. Oggi occorrerebbe tentare di riadeguare il partito alla società
senza rimanere una forza meramente identitaria”.
L’intervento di Enzo Collotti ha
trattato il tema della vicenda drammatica delle foibe contestualizzandola
storicamente nell’ambito delle violenze commesse dai fascisti e dai nazisti nei
confronti delle popolazioni slave dell’Istria negli anni compresi fra il 1939 e
il 1944. Le note di Angelo Del Boca hanno ricordato le cifre della
resistenza italiana ( tratte dal rapporto del generale Clark: 44.000 morti, 364.000
combattenti), sottolineando l’importanza di opporsi al tentativo di mettere
sullo stesso piano repubblichini di Salò e partigiani,vittime e carnefici, in
nome di una riconciliazione di tipo revisionistico. Del Boca ha incentrato poi
il suo intervento sul 60° anniversario (20 giugno 1944) dell’eccidio
nazifascista di Fondotoce (Val d’Ossola) dove furono barbaramente torturati e
poi trucidati 42 partigiani, e partendo da tale anniversario il grande
storico ha messo in luce lo scarto tra la grandezza della lotta partigiana e
l’attuale fase revisionista.
Don Renato Sacco ha raccontato della sua
esperienza in Iraq, e ha ricordato le grandi sofferenze di quel popolo sotto il
dominio nord americano, ponendo la questione della piena legittimità della
resistenza popolare irachena.
La relazione di Gianni Minà ha chiarito
come in America Latina l’uso della forza sia necessario sia per mantenere le
conquiste sociali realizzate a Cuba,in Venezuela e in altri paesi che per
difendersi dall’aggressione imperialista. Nel suo intervento Giorgio Bocca,
dopo aver criticato il revisionismo storico imperante e ricordando la necessità
etica della lotta dei popoli, si è dichiarato in disaccordo con Bertinotti
rispetto alla questione della non violenza. La compagna Luisa Morgantini, che
era invitata al convegno e non ha potuto parteciparvi per un impegno in
Turchia, ha voluto telefonare da Dyarbakir (Kurdistan turco) per salutare le
compagne e i compagni e per esprimere ed ottenere un messaggio di solidarietà
per Ocalan. Un saluto ai lavori è venuto anche dal costituzionalista
Gianni Ferrara.
Il convegno è stato anche caratterizzato
dagli interventi dell’economista Joseph Halevi, che ha trattato il tema “
Imperialismo Usa e Medio Oriente” e di Jaime Ballesteros, presidente dell’
Organizzazione per la Solidarietà ai Popoli dell’Asia, dell’Africa e
dell’America Latina (OSPAAAL) e già vice segretario generale del Partito
comunista di Spagna, che ha affrontato il tema “ Assetti geopolitici e guerre
imperialiste”. Un significativo saluto al convegno è stato portato da Hugo
Ramos Milanes (dell’Ambasciata di Cuba in Italia), da Bassam Saleh’ (
rappresentante della Comunità palestinese a Roma) e da Le Vinh Thu
(Ambasciatore della Repubblica del Vietnam in Italia).
L’intervento conclusivo di Alberto
Burgio ha infine ripercorso lo svolgimento dei lavori, ponendone in risalto
l’apertura e la ricchezza e soffermandosi su alcuni nodi cruciali del
dibattito.Tre in particolare : la discussione sulla guerra americana contro
l’Iraq ( a questo proposito Bugio ha sottolineato come in tutti gli interventi
la rigorosa critica al terrorismo si sia intrecciata alla problematizzazione di
quest’ultimo concetto, e ha quindi messo l’accento sul generale riconoscimento
dell’importanza della resistenza irachena,oltre che della sua legittimità);la
questione della non violenza(osservando come quasi tutti i relatori l’abbiano
affrontata contestualmente al tema dei rapporti di forza e ricordando che
l’intera storia recente del movimento operaio –almeno in tutto il secondo
Novecento- testimonia della consapevolezza della natura “disseminata” del
potere politico);il problema del potere, tematizzato, in più di un
intervento,nei termini di una critica della sovranità e della centralità dello
stato.Riguardo a tali questioni Burgio ha richiamato l’attenzione sui
presupposti analitici di questa critica ( a cominciare dalla ricorrente
propensione ad identificare lo Stato con la specifica statualita’ borghese
capitalistica) e sulla subalternità all’ideologia liberale che essi talvolta
tradiscono. Del convegno verranno pubblicato gli atti, da prenotarsi presso la
redazione de “l’ernesto” (info@lernesto.it).
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