www.resistenze.org - segnalazioni resistenti - riviste - 09-11-06

E’ in uscita Contropiano di Novembre
 
Contropiano sarà presente in tutte le piazze d’Italia in occasione dello sciopero generale del 17 novembre
 
(anticipazioni dell’inserto in fondo al sommario)
 
Il sommario di questo numero
Prime pagine.
Editoriale. A.A.A. Cercasi sinistra nel governo.
La cabina di regìa. Di chi è amico il governo Prodi?
Avviso ai naviganti. Parlar di suocera perché nuora intenda (una divagazione storica). (G.Gattei)
 
Il dibattito sulla credibilità di una ipotesi comunista in Italia e l’assemblea nazionale della Rete dei Comunisti
 
La questione comunista in Italia: un problema di teoria, di processi reali e di organizzazione
(di Diego Negri e Venturi Carlos Alexandre)
“Ritengo realistico battersi per il rinnovamento di una soggettività comunista in Italia”
 
(intervista a Fosco Giannini)
 
Pagine centrali
La Finanziaria. I ricchi non piangono….se la godono
 
“Spetta al sindacalismo di base tenere alta la mobilitazione”Il giudizio negativo sulla Finanziaria e lo sciopero generale del 17 novembre (Intervista a Pierpaolo Leopardi della CUB)
 
Documenti e corrispondenze
Il Socialismo del XXI° Secolo. Dall’America Latina all’Europa. Un confronto aperto
Il governo Prodi deve revocare l’accordo di cooperazione militare Italia-Israele
Appello per una manifestazione nazionale il 2 dicembre a Vicenza contro le servitù militari e contro la guerra
Gli studenti, la politica e l’autorganizzazione. (di Federico Orlandini, Mario Nichelini)
L’Asia nella spirale della guerra (ma non per colpa della Corea del Nord)
 
Inserto speciale
 
Le nostre banlieus. Emergenza del sociale e periferie della politica
-     Il sociale sta vincendo sul politico?
-     Il cielo sopra Scampia (di Michele Franco)
-     Ipotesi per un sindacato metropolitano (intervista a Emidia Papi, RdB/CUB)
-     Il pianeta degli slums. Conversazione con Mike Davis
 
Per informazioni: cpiano@tiscali.it tel 06-4394750
 
 
Anticipazioni dell’inserto speciale
 
Le nostre banlieus. Emergenza del sociale e periferie della politica
Il sociale sta vincendo sul politico?
 
Il dibattito apertosi in alcuni centri sociali romani dopo l’accoltellamento mortale di un giovane attivista avvenuta questa estate, ha cominciato a porre una serie di questioni importanti e sulle quali occorre riflettere e discutere più in profondità.
 
E’ già da diverso tempo che gli specialisti in analisi sociali, ci parlano della condizione nella quale sono costretti a vivere interi settori sociali, soprattutto giovanili. Inchieste ed analisi di vario tipo, portano come esempio la condizione di estrema precarietà e marginalità, alla quale viene confinata la condizione che viene vissuta da questi settori sociali.
 
Nelle opulente società occidentali, sempre più in via di precoce invecchiamento grazie anche alle speranze di vita che si sono allungate (per fortuna!!!), il settore giovanile sfugge ormai ad una possibile irregimentazione .
 
Da diverso tempo numerosi saggi , provano ad analizzare questa dimensione sfuggente (dagli ultras degli stadi alle bande di quartiere, dai giovani operai cocainomani del Nordest alle frustrazioni dei giovani precari altamente scolarizzati)…..
 
Metropoli imperialistica e crisi urbana:
Il cielo sopra Scampia.
di Michele Franco
 
Scampia, l’inferno metropolitano!
 
….L’area Nord di Napoli (Secondigliano, Scampia, Miano, Piscinola, Marianella) rappresenta l’esempio calzante di come si è andata evolvendo la crescita abnorme delle periferie, con il loro corollario di questioni, in una metropoli imperialista, di tipo medio, come la città partenopea. In questi nuovi quartieri (alcuni costruiti alla fine degli anni ’70 mentre si esauriva la fase dell’edilizia popolare, altri a ridosso dei borghi agricoli che circondavano la città) sono state allocate, attraverso varie tecniche di mobilità sociale[1][1], fasce di popolazione sradicata dai loro vecchi insediamenti, particolarmente dal centro storico, settori di ceto medio impoverito dall’ incrudirsi della crisi e consistenti nuclei di immigrati, tra cui gli ultimi tra questi (i Rom) con i loro campi, ulteriormente, separati, differenziati e vissuti, spesso, in maniera contrapposta e concorrenziale dal resto della popolazione. In tali spazi, nel corso degli anni, si è riprodotta tutta la casistica esistente della fenomenologia dell’esclusione, dell’infinita relegazione ai margini della società e della negazione di tutti i diritti……, fasce di popolazione sradicata dai loro vecchi insediamenti, particolarmente dal centro storico, settori di ceto medio impoverito dall’ incrudirsi della crisi e consistenti nuclei di immigrati, tra cui gli ultimi tra questi (i Rom) con i loro campi, ulteriormente, separati, differenziati e vissuti, spesso, in maniera contrapposta e concorrenziale dal resto della popolazione. In tali spazi, nel corso degli anni, si è riprodotta tutta la casistica esistente della fenomenologia dell’esclusione, dell’infinita relegazione ai margini della società e della negazione di tutti i diritti……
 
Il sindacato e la metropoli
Intervista a Emidia Papi
 
Come agisce ed interagisce l’organizzazione e l’intervento sindacale in una composizione di classe frammentata e oggi riaggregata in luoghi diversi dalle fabbriche? La delocalizzazione produttiva, lo sviluppo impetuoso dei servizi alle imprese, il precariato diffuso e il boom dei migranti, mettono anche i sindacati di base di fronte a problemi, sfide e modelli di intervento diversi dal passato.
 
….Credo che in questo senso i problemi che si trova di fronte il nuovo lavoratore della Metropoli/impresa siano legati alla continua ricattabilità e precarietà a cui si somma l’estrema parcellizzazione sia delle forme contrattuali che dei luoghi e tempi di produzione, e cioè il problema dell’identità di classe e della sua ricomposizione e consapevolezza, nonché la difficoltà di invertire, anche nelle relazioni con gli altri lavoratori la logica di isolamento e privazione in cui viene volutamente mantenuto…
 
Il pianeta degli slums
Una conversazione con Mike Davis
 
Per la prima volta nella storia, tra breve la maggioranza della popolazione mondiale vivrà nelle città. Ma grandi porzioni di questa popolazione urbana vivono in condizioni di assoluta povertà. Mike Davis, scrittore e attivista sociale, descrive questa tendenza nel suo nuovo libro Planet of Slums. Ha parlato con Lee Sustar delle conseguenze economiche, sociali, politiche ed ambientali della marea crescente della povertà urbana. E’ una nuova composizione di classe che non somiglia affatto alla moltitudine ma, piuttosto, ad proletariato metropolitano
 
La questione della crescita delle megaslum è stato escluso dal panorama del dibattito politico corrente. Perché?
Devo confessare di essere stato sorpreso dal pressoché totale silenzio da cui è stata salutata la pubblicazione di uno studio fondamentale delle Nazioni Unite – “La sfida degli slum” - tre anni fa. Oltre ad un panorama della povertà urbana su scala globale, i ricercatori dell'Onu ci hanno fornito un bilancio complessivo dei danni prodotti da trent'anni di aggiustamenti strutturali, politica del debito e privatizzazioni. Immagino che questo sia proprio il genere di notizie che i tifosi della Banca mondiale e, più in generale, del "Washington consensus" non vogliono sentire.
L'eccezione, ovviamente, è rappresentata dal Pentagono. Il disinteresse degli esperti del National Security Council verso i ghetti urbani contrasta con l'avido interesse mostrato dai più pragmatici strateghi militari dell'Army War College e del Warfighting Laboratory dei Marines.
Gli strateghi militari sono ben coscienti del fatto che, mentre le loro bombe intelligenti sono estremamente efficienti contro le città gerarchiche quali Belgrado, con le loro infrastrutture centralizzate e i distretti economici, le armi super-tecnologiche americane possono poco per il controllo degli agglomerati di povertà sottosviluppati, come a Mogadiscio in Somalia e Sadr City a Bagdad…..

www.contropiano.org