www.resistenze.org - segnalazioni resistenti - riviste - 10-05-07
Lettera agli abbonati e ai lettori de L'ERNESTO
Care compagne e cari compagni,
con la presente desideriamo informarvi che la rivista l’ernesto, dopo aver superato alcuni ostacoli, continua la sua pubblicazione. Nei prossimi giorni vi giungerà il nuovo numero, ricco come sempre di articoli, saggi ed interventi di esponenti della sinistra italiana e di intellettuali marxisti e comunisti del mondo. Prima, tuttavia, di illustrarvi i numerosi progetti che abbiamo in corso di definizione, riteniamo necessario fare il punto su quanto avvenuto nel corso degli ultimi mesi. Sappiamo che quanti ci hanno accompagnato con interesse nel corso di questi anni, sostenendoci col proprio abbonamento, partecipando alle iniziative promosse dalla rivista, sono rimasti sorpresi per il ritardo nella pubblicazione di questo numero. Molti sono anche stati raggiunti da messaggi contraddittori, alcuni dei quali alludevano perfino alla possibile chiusura delle rivista. Messaggi infondati, che però hanno certamente inquietato molti dei nostri sostenitori. Molti compagni, inoltre, che militano in Rifondazione Comunista, hanno seguito le vicende dell’area “Essere comunisti”e sono a conoscenza delle divisioni che si sono prodotte e che hanno alla fine portato ad una rottura, dai più giustamente considerata un fatto insensato. A costoro sentiamo il dovere di dare delle spiegazioni.
All’origine delle difficoltà, vi è stato in primo luogo l’aprirsi nell'area “ Essere Comunisti” di una differenziazione, che ha natura essenzialmente politica. E’ una rottura che si è prodotta nel corso di mesi e che nasce da una valutazione diversa sulla fase, sul ruolo di Rifondazione Comunista e sulla conseguente collocazione interna al partito. I compagni che hanno diretto la rivista hanno sostenuto la necessità di dare continuità alla linea congressuale assunta a Venezia, mantenendo in Rifondazione una collocazione autonoma. Alla base di questa scelta stava e sta la constatazione che quanto aveva costituito l’essenza della posizione di "Essere Comunisti" al congresso di Venezia non solo aveva trovato conferme nei fatti, ma che solo muovendo da quell’impostazione è oggi possibile dare prospettive all’iniziativa del Partito. In particolare, due erano e sono le questioni dirimenti: l’una è l’evidente errore di valutazione commesso dalla maggioranza del Partito nel giudizio sul nuovo governo e sulle potenzialità riformatrici dello stesso - rivelatisi molto più deboli di quanto auspicato - e l’altra è la pericolosità di una scelta che punta a superare Rifondazione Comunista per dar vita prima ad una Sinistra europea dai contorni molto vaghi, ma soprattutto ad un nuovo partito di tipo socialdemocratico. Queste constatazioni stanno alla base della scelta di operare in Rifondazione con spirito unitario, ma anche con un’iniziativa limpida ed autonoma, per intervenire modificando l’asse del governo, impedendone la deriva moderata, e per garantire - a fianco di una necessaria battaglia per l’unità d’azione delle forze della sinistra di alternativa - il mantenimento di un partito comunista autonomo, e cioè col proprio nome, il proprio simbolo e la propria autonoma presenza elettorale.
Il dissenso profondo nei confronti delle posizioni dei compagni che oggi hanno scelto la rottura dell’area, nasce dal rifiuto (da parte nostra) ad accettare un processo di omologazione progressivo, teso a determinare una progressiva integrazione nella maggioranza. Non ci hanno mai convinto le scorciatoie politiciste, né abbiamo mai considerato che l’occupazione di qualche spazio di governo nel Partito possa giustificarsi in sé, a prescindere dalle valutazioni di merito. Se in questi anni “ “Essere Comunisti” si è collocata all’opposizione nel Partito, non è stato per una vocazione minoritaria, ma per la constatata differenza di linea con la maggioranza. Asserire, come alcuni fanno, che oggi si sarebbero dischiusi nuovi spazi, proprio nel momento in ci è evidente la difficoltà dell’esperienza di governo ed è già stato annunciata l’intenzione di sciogliere Rifondazione in un nuovo partito, non più comunista, ci pare un non senso. Come ci pare un non senso ed anzi una scelta assurda, quella di aver voluta la spaccatura dell’area per liberarsi di quanti non accettano questa propensione all’omologazione. Le vicende della rivista sono legate a questa vicenda. La richiesta della sostituzione del direttore Fosco Giannini è stato il tentativo di appropriarsi della rivista – che giova ricordarlo: nel corso della sua esistenza ha sempre mantenuto un carattere autonomo – per ricollocarla in questa prospettiva. E’ stato per merito della tenacia di molti compagni, del presidente della cooperativa Filorosso, e di numerosi dirigenti dell’area “ Essere Comunisti”, che questo intento è fallito. Ed oggi possiamo sostenere con soddisfazione che non solo l’ernestoè più vivo che mai, ma che continuerà le sue pubblicazioni e che - anzi - sarà potenziato.
Nella situazione politica italiana c’è ora più di prima il bisogno di una rivista come la nostra, che si pone l’obbiettivo di contribuire, sia sul piano politico che teorico, alla rifondazione/ricostruzione di un pensiero ed una prassi comunista adeguata alla nostra società e al nostro tempo.
Tutti, a sinistra, fanno e propongono costituenti, cantieri, nuove forze politiche. Prodi, Fassino e Rutelli fanno la costituente del Partito Democratico. Boselli, Mussi, Angius ed altri propongono di dar vita ad una forza politica che funga da riferimento in Italia del Partito Socialista Europeo (l’Internazionale Socialista). In questo contesto c’è bisogno di rilanciare anche l’idealità comunista e di ricostruire un’organizzazione che la metta in pratica. Senz’altro c’è una grande esigenza di una maggiore unità d’azione delle sinistre, ma parallelamente, sentiamo il bisogno di rifondare una moderna forza comunista e antagonista al capitalismo, radicata socialmente e con basi di massa. Del resto lo spazio sociale per l’esistenza di un partito comunista adeguato ai bisogni inediti del nostro tempo è aumentato in questi anni, in cui sono cresciute esponenzialmente ingiustizie e disuguaglianze sociali prodotte dal capitalismo neoliberista. Così come la “guerra permanente” prodotta dagli Usa, dopo la fine dell’Urss, ha accresciuto la necessità di una lotta antimperialista, per la pace e il disarmo, per la quale moltitudini di giovani hanno riempito le piazze italiane negli anni scorsi.
Queste sono le ragioni politiche ed ideali per le quali è oggi chiamato ad assolvere ad un ruolo centrale nel dibattito a sinistra e dar voce ad un’ispirazione, quella rifondazione del pensiero e della pratica comunista che per noi restano il senso di un impegno per la traformazione. Una voce critica, non omologata, unitaria ma non subalterna, aperta al contributo di quanti a sinistra non accettano che il pensiero dominante costituisca l’approdo di una sinistra tentennante. Per dare questo respiro all’iniziativa è necessario un forte rilancio degli abbonamenti. In questi anni l’ernesto ha raggiunto un numero elevato di abbonamenti, più di 1.200, un vero e proprio successo nel panorama delle riviste di sinistra nel nostro paese, ma per il nostro progetto questa cifra è ancora insufficiente. Vogliamo far crescere ulteriormente il numero di abbonati, rendendo questa rivista un punto di riferimento estremamente solido. Questo proposito si connette all’obiettivo di fare degli abbonati del l’ernesto, un soggetto ampio e attivo. Nel corso di questi anni, il rapporto fra rivista e suoi lettori è stato talvolta episodico, quando invece le potenzialità erano davvero grandi per determinare una connessione profonda fra lettori e redazione, per fare della rivista un vero e proprio polo politico culturale, per farne uno strumento di battaglia politica e di crescita cultuale, ben oltre il suo tradizionale bacino d’influenza. E’ giunto il momento di dare seguito a questo progetto e in questo senso ci stiamo muovendo per definire una proposta che - una volta elaborata - vi avanzeremo.
Sappiamo anche che la complessità e la vischiosità del sistema informativo – a maggior ragione quando ad operare è una testata che ha scelto una battaglia così impegnativa come è quella di dare attualità ad un’ispirazione comunista – richiede l’attivazione di un sistema informativo articolato, se si vuole rompere il muro del silenzio che inevitabilmente si stringe intorno alle voci fuori dal coro. Per questo stiamo definendo intorno alla rivista degli strumenti che ne siano il naturale completamento. Il primo, giù attivato, è la newsletter. La newsletter è destinata ai nostri lettori e non solo. E’ uno strumento che ci consente di entrare direttamente in collegamento con voi, dandovi informazioni difficilmente desumibili sulla stampa di tutti i giorni, con particolare riferimento a quanto si muove a sinistra e con particolare riferimento al dibattito in Rifondazione comunista, ma non solo.
Accanto alla newsletter, renderemo operativo a breve un sito web. Quello esistente, a seguito della rottura della componente “Essere Comunisti”, è stato momentaneamente sospeso, ma sarà operativo di nuovo a breve. Il sito vuole costituire lo strumento d’informazione che supplisce alla necessità di dare un’informazione tempestiva, cosa che di per sé è impossibile per una rivista, specie se bimestrale, come l’ernestoche - per sua natura - è chiamata a produrre una riflessione più approfondita e meno contingente. Nelle nostre intenzioni il sito dovrebbe acquistare la caratteristica di una pubblicazione quotidiana on line, superando quella funzione di rassegna stampa che ha assolto fino ad ora.
A supporto della nostra iniziativa e di questo progetto, così ambizioso, sta in primo luogo la cooperativa Filorosso, che recentemente ha ridefinito l’assemblea dei soci e ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione, nelle figure di Gianluigi Pegolo (presidente), Pier Paolo Boldi
( vicepresidente) e Tiziano Zanisi membro effettivo. Disponiamo, quindi, ora di una struttura definita per gestire la nuova fase, mettendo fine all’incertezza di questi mesi. Un ringraziamento particolare intendiamo qui esprimere al presidente uscente Pier Paolo Boldi, la cui opera è stata preziosa. Se la rivista manterrà il suo profilo autonomo e la sua ispirazione originaria lo si deve in gran parte al suo impegno tenace teso ad impedire che, con un colpo di mano, si modificasse l’assetto redazionale. Al compagno Boldi, che aveva manifestato la richiesta di poter essere esentato da una serie d’impegni, è stato proposto di continuare a svolgere un ruolo importante di direzione nella cooperativa e siamo molto lieti che egli abbia dato la sua disponibilità.
Alla definizione dell’assetto della cooperativa si aggiunge la riconferma della fiducia al direttore Fosco Giannini. Con questa scelta il c.d.a. della cooperativa ha voluto non solo fugare tutte le voci sparse in questi mesi su una sua possibile sostituzione, ma ha voluto anche riconfermare la validità di una linea redazionale. Nei prossimi mesi è nostro proposito consolidare ulteriormente l’assetto della rivista dotandola di una redazione formalizzata e di un redattore capo.
E’ del tutto evidente che l’Ernesto non si propone di costituire una semplice strumento d’informazione, per quanto politicamente impegnato. Fin dall’inizio il suo compito è stato quello di svolgere un ruolo ambizioso, costituendo il riferimento di un’area politica. E ciò per la semplice ragione che non ci accontentiamo di essere un luogo di riflessione per quanto interessante e ricco di stimoli. l’’ernesto vuole essere l’ispiratore anche di un’iniziativa politica. L’ambito privilegiato di tale iniziativa resta Rifondazione Comunista, partito sul quale continuano a riporsi le maggiore speranza per la sinistra, per quante critiche si possano esprimere in relazione a singole scelte compiute. La nostra attenzione, però, si estende anche a quel popolo di sinistra che oggi è alla ricerca di riferimenti e che patisce questo distacco, sempre più profondo, fra le aspirazioni che esprime e la risposta che riceve dalle rappresentanze politiche. semplicemente abbiamo la netta percezione che il popolo della sinistra di questo paese meriti di più. Questo popolo merita di più e, cioè, una risposta vera ai propri bisogni e la possibilità di incidere per davvero nelle decisioni. Non possiamo garantirvi che saremo all’altezza di questi propositi, ma vi garantiamo che faremo di tutto per essere conseguenti. Ci attendiamo naturalmente il vostro appoggio e la vostra solidarietà. Troppe volte a sinistra gruppi dirigenti autoreferenziali hanno agito in funzione della riproduzione di se stessi, anziché per il successo di un’impresa comune. Anche in questo vorremmo segnare una discontinuità con alcune prassi antiche e recenti. E’ il nostro impegno. Vi chiediamo di sostenerci con il vostro aiuto e con la vostra criticità.
Il direttore dell’Ernesto
FOSCO GIANNINI
Il presidente della cooperativa Filorosso
GIANLUIGI PEGOLO: