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- segnalazioni resistenti - riviste - 05-02-09 - n. 260
Il sommario di Contropiano febbraio 2009 in uscita
Editoriale. I convitati di pietra
La divaricazione tra le possibilità offerte dalle contraddizioni reali e le capacità soggettive di intervenirvi per spostarne gli esiti in una direzione più avanzata, continua a essere il convitato di pietra del dibattito nella “sinistra” e nei movimenti sociali. Al contrario, le forze della destra alimentando gli istinti più belluini dell’Italia profonda, sembrano ancora meglio attrezzate per indicare una soluzione reazionaria alla crisi economica, sociale e morale che attanaglia il nostro paese. Il come mettere mano a questa contraddizione crescente, diventa giorno dopo giorno l’emergenza politica con cui fare i conti per riorganizzare una soggettività anticapitalista e comunista adeguata agli scenari - interessanti e inquietanti allo stesso tempo – del XXI° Secolo…..
“Il rischio del lavoro”
L’accordo sul “nuovo modello contrattuale” si configura – senza neanche l’abituale patina di mistificazione con la quale fino ad ora sono stati presentati i vari provvedimenti normativi che hanno peggiorato le condizioni dei lavoratori – come un autentico nuovo patto sociale di lungo periodo. Per il sindacalismo di base si apre una sfida strategica che va compresa fino in fondo
Al di là delle abituali chiacchiere di rito e di facciata, questo accordo sancisce che il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro sarà svuotato di ogni valore (..di quelli che ancora residuavano delle vecchie conquiste sociali) travolgendo tutti i fattori di unità politica e materiale che ancora permangono nel mondo del lavoro….. Nuovi compiti attendono alla prova tutte le organizzazioni del sindacalismo di base e tutti i delegati e compagni che, spesso in maniera isolata e sfidando la repressione aziendale e statale (come avviene ancora oggi negli stabilimenti FIAT, nelle Ferrovie, nelle principali catene della grande distribuzione…) si battono per mantenere viva una voce ed una azione indipendente di denuncia, di mobilitazione e di lotta…..
Avviso ai naviganti n. 45
Tu chiamalo, se vuoi, protezionismo (di Giorgio Gattei)
(…) Come infatti impedire che la resa dei conti con quella “finanza a debito” che ha sostenuto il sovra-consumo americano delle merci straniere finisca per travolgere l’economia reale? Occorre una spesa pubblica, come si sa, ma che sostenga la produzione (e l’occupazione) nazionale. E così l’imperativo inedito di comperare americano (buy American) è risuonato ufficialmente nel piano di soccorso da 819 miliardi di dollari previsto dal nuovo presidente Obama: i progetti e le infrastrutture nazionali saranno finanziati dallo Stato, ma utilizzando solo ferro ed acciaio made in USA (“La Repubblica”, 30.1.2009). Avvisaglie di autarchia? A Davos il presidente cinese Wen Jiabao ha ammonito gli Stati Uniti a non pensare di uscire dalla crisi rinchiudendosi nel protezionismo, ma piuttosto «rilanciando il commercio multilaterale, la liberalizzazione degli scambi e degli investimenti»…..
Il movimento No War in Italia deve fare un salto di qualità
(….) Dal Forum Sociale Europeo di Stoccarda dello scorso 5 ottobre 2008 è stato lanciato l’appello per una campagna di mobilitazione continentale dal titolo ”No alla guerra, No alla NATO - Mobilitazione internazionale dal 2 al 5 aprile 2009” con una manifestazione internazionale a Strasburgo prevista per sabato 5 aprile. Una indicazione giusta, che può coagulare una massa critica continentale in grado di rilanciare il movimento No War in una nuova fase di espansionismo aggressivo, come abbiamo visto, dell’Alleanza.
I comunisti devono contribuire allo sviluppo di questa mobilitazione, partendo da una analisi del ruolo che va assumendo l’Alleanza atlantica e delle contraddizioni che esso determina tra gli Stati che la costituiscono, come anche recentemente è emerso in diversi contesti bellici.
Occorre però agire a partire da un elemento centrale di chiarezza analitica, evidenziato in questi anni dalla Rete dei Comunisti nella “battaglia delle idee” portata avanti dentro il movimento No War italiano e al Patto contro la Guerra del quale siamo stati promotori insieme ad altre soggettività…..
Atene brucia!
Alcuni insegnamenti dalla prima rivolta popolare in Europa contro la crisi
Il 6 dicembre il 16enne Alexandros Grigoropoulos moriva sotto i colpi sparati da alcuni poliziotti, scatenando una protesta popolare di massa che in Grecia non si vedeva dall’epoca della lotta contro la dittatura fascista negli anni ’70….Le due principali formazioni della sinistra greca, il Partito Comunista (KKE) e l’Organizzazione Comunista (KOE) hanno da subito adottato due strade completamente divergenti nella relazione con quanti – giovani e meno giovani, studenti e lavoratori – erano scesi nelle strade per scontrarsi con gli apparati dello Stato….
CRISI E ALTERNATIVE
La sfida del Socialismo del XXI° Secolo
Un documento elaborato dall’Associazione Marxista “Politica e Classe” mette i piedi nel piatto del dibattito sulle alternative alla crisi del modo di produzione capitalistico. In arrivo due convegni molto interessanti.
(….) la questione dello sviluppo delle forze produttive e della scienza sono state sempre al centro del pensiero marxiano e della pratica, almeno di quella dichiarata, del movimento comunista internazionale. Ma è proprio su questo terreno, prima ancora su quello dei rapporti di forza immediati, che la sfida decisiva nel ‘900 è stata vinta dall’avversario di classe. Questo è, dunque, uno degli snodi su cui approfondire il confronto teoriconon per passione di categorie astratte ma perché tale nodo strategico si riproporrà inevitabilmente in un nuovo processo di trasformazione rivoluzionaria….. La vicenda del comunismo, nel ‘900 ed oltre, non è un cumulo di macerie da cui allontanarsi. Ancora una volta continuiamo a sostenere che ..non vada buttata l’acqua sporca ed il bambino…e la storia non è terminata! Nei decenni alle nostre spalle c’è chi si è interrogato sulle questioni sopraesposte. Un lavorio svolto nel gorgo dei conflitti e delle battaglie politiche e non nelle alchimie di asettici laboratori. La riqualificazione della nostra cassetta degli attrezzi può attingere,con modalità critiche e con un metodo appropriato alla situazione concreta, da alcune significative vicende e dal portato teorico/pratico manifestatosi….
La questione palestinese come snodo della Resistenza Globale
La straordinaria manifestazione del 17 gennaio contro il massacro di Gaza, è stata un importante segnale di controtendenza politica rispetto alla capitolazione della sinistra sulle lotte anticoloniali contemporanee. Liberarsi dalla logica eurocentrista e rompere il tabù della lotta al sionismo
La lotta di liberazione del popolo palestinese rimane senza dubbio paradigmatica dello scontro tra quella che abbiamo definito in questi anni la “Resistenza Globale” contro gli assetti neocoloniali determinati dalla competizione globale nella fase dell’imperialismo. In questo senso la “questione palestinese” è quella che più di altre rivela tutte le ambiguità e i ritardi presenti nell’analisi e nella cultura politica della sinistra europea. La straordinaria manifestazione del 17 gennaio contro il massacro di Gaza, è stata un importante segnale di controtendenza politica rispetto alla capitolazione della sinistra sulle lotte anticoloniali contemporanee e una conferma della validità dell’impianto con cui l’esperienza del Forum Palestina ha dato battaglia in questi anni alle complicità in Italia con il progetto sionista in Israele….
Il nuovo protagonismo politico dei migranti in Italia
In questi ultimi giorni, attorno alle mobilitazioni per la Palestina, abbiamo visto emergere la comunità araba, spesso guidata dalla componente mussulmana. Non è stato raro osservare che anche all’interno della sinistra si guardasse con estremo sospetto se non con vero e proprio disgusto a queste scesa in campo direttamente politica della componente arabo-islamica. C’è una seria discussione da aprire e da gestire.
In questi ultimi giorni, attorno alle mobilitazioni per la Palestina, abbiamo visto emergere la comunità araba, spesso guidata dalla componente mussulmana. Questa componente è scesa in piazza direttamente su un piano politico, solidarizzando con la lotta del popolo palestinese e manifestando apertamente la propria appartenenza ad una specifica comunità etnico-religiosa. La comunità arabo-mussulmana, è tra le porzioni dei migranti quella spesso più colpita, basti pensare agli attacchi che hanno subito rispetto ai luoghi di culto, e la criminalizzazione in quanto ritenuti sponsor del “terrorismo”. Non deve stupire quindi che la grande partecipazione attorno alle mobilitazioni della Palestina, erano un tentativo di affermare un legittimo spazio che questa comunità oggi a nella vita del paese….
IL “CHANGE” DI OBAMA ALLA SFIDA CON LA COMPETIZIONE GLOBALE.
Gli Stati Uniti fanno i conti con se stessi
Non possiamo negare che l’elezione di Barak Obama sia stata vissuta, da ampi settori di statunitensi e dalla maggioranza delle componenti di colore e latinos, come una occasione di ritrovata identità collettiva e di riscatto sociale a fronte di decenni di offensiva neoliberista che hanno, pesantemente, penalizzato, sul piano delle condizioni di vita, di lavoro e dei diritti sociali, questi importanti e numerosi strati della popolazione americana. Ma la realtà sarà diversa, molto.
(…)Nell’affermazione di Obama è fondata l’illusione (tuttora presente nelle fila del mondo del lavoro e dei ceti subalterni) che possa ridarsi quella fase di compromesso sociale che garantiva alti fringe benefites ai lavoratori. Quegli stessi benefits che la crescente concorrenza tra aziende e blocchi economici, a livello internazionale, obbliga a tagliare, fin dentro il cuore delle cittadelle statunitensi.
Questa micidiale illusione (perché di questo si tratta!) è, nel corso della crisi, destinata a confliggere con la dura realtà quotidiana…..
INSERTO SPECIALE DI QUESTO NUMERO
METROPOLI, INCHIESTA, CONRICERCA
Trasformazioni, modalità della governance e conflitti nel divenire delle metropoli.
Tracce possibili per una nuova qualità dell'agire politico.
La redazione di Contropiano sta facendo circolare, nel circuito militante e tra gli attivisti politici e sindacali, impegnati in lotte e vertenze nelle principali aree metropolitane del paese, questa traccia di ricerca e di possibile cimento comune. Stiamo raccogliendo commenti e suggerimenti che vorremmo fossero discussi, tutti insieme, in un Incontro, possibilmente, nazionale che provi a far ripartire il confronto e la socializzazione di esperienze, ricerche e nuovi spunti analitici.
Le brevi note che proponiamo all'attenzione dei compagni sono un esplicito invito a riprendere una ricerca ed una discussione attorno al cruciale tema delle aree metropolitane.
Gli ultimi anni hanno registrato, in varie città, il fiorire di esperienze e di esperimenti conflittuali (vere e proprie prove tecniche di trasmissione) che hanno riproposto la necessità di fare un punto politico-analitico adeguato ai profondi mutamenti economici e sociali intervenuti. Nel prossimo periodo la tendenza mirante ad importanti sconvolgimenti urbanistici e territoriali conoscerà una nuova impennata anche attraverso un rinnovato mix tra capitali pubblici e privati in una dimensione della circolazione monetaria a carattere multinazionale……..
Masse, Metropoli e Razzismo
La rivolta dei migranti a Lampedusa, le vigliacche cariche poliziesche a Massa contro donne e bambini, e ancora prima, la strage di Castelvolturno, l’assassinio di Abba a Milano unitamente all’inenarrabile cronologia di vessazioni e discriminazioni di qui sono vittime i migranti ripropongono – di nuovo – questa questione al centro dell’agenda politica. Del resto la stessa discussione in parlamento sul cosiddetto Pacchetto Sicurezza ripropone la sistematizzazione normativa di quel dispositivo securitario su cui si impernia la fabbrica dell’odio e della paura che segna il nostro tempo e le nostre aree metropolitane…
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