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Giornale telematico dei Giovani E Comunisti
GIOVANI E COMUNISTI
numero 2 - ottobre 2005
Quelli che ben pensano
L'EDITORIALE
In questi ultime settimane si è scoperto sui media quello
che si sapeva già: questa società a capitalismo avanzato è corrotta anche
moralmente. Il caso dei festini notturni del noto dirigente Fiat ha mostrato
ancora una volta la doppia morale dei media, oltre che la doppia vita di certi
personaggi influenti. Tanta comprensione e pena, sui media, per il giovane
rampollo, salvatosi per miracolo durante un’orgia a base di cocaina con alcuni
travestiti, mentre ci si dimentica che abbiamo le carceri piene di
tossicodipendenti bisognosi di cure. Per loro, invisibili reietti delle
società, nessuna clinica di disintossicazione, solo celle sovraffollate e
metadone. In Italia la politica della “riduzione del danno” (adottata dai paesi
nordeuropei, che educa alla prevenzione dell’uso degli stupefacenti ed ai
rischi connessi) è stata estirpata con una campagna proibizionista bacchettona,
secondo i principi che anche il consumo di stupefacenti sia un reato penale e
che non esistano differenze tra sostanze leggere (i derivanti della canapa) e
quelle pesanti (eroina, cocaina, pasticche, speed ecc..). Non sono la stessa
cosa; non si può mandare in galera chi si fa una pera né a miglior ragione chi
si fuma una canna.
Inoltre il consumo di sostanze, specie pesanti, tra i nostri coetanei,sta
aumentando esponenzialmente, grazie anche alla strana riduzione dei prezzi sul
mercato (niente carovita per le droghe!?!). Le politiche proibizioniste in
Italia hanno fallito su tutti i fronti, anche su quello repressivo.
Se
poi pensiamo a come il malessere sociale si espanda,vuoi ad esempio per la
mancanza di modelli culturali che non siano quelli individualisti e consumisti,
vuoi per l’insicurezza tipica dell’era della precarietà e se riflettiamo su
come questo malessere difficilmente si trasformi politicamente e si organizzi,
possiamo concludere che l’abuso delle sostanze sia da considerare, per noi
giovani rivoluzionari, dannoso e non liberatorio.
Alcuni esempi: quest’estate parlando con un giovane rappresentante del popolo
Saharawi abbiamo saputo come nei campi profughi nel deserto dell’Algeria, dove
questa gente dimenticata è esiliata, siano rifiutate severamente tutte le
sostanze: le autorità marocchine che li hanno cacciati dalla propria terra e
che li costringono a vivere nel deserto,in uno stato di guerra a bassa
intensità, li riempirebbe volentieri di hashish ed oppio, con gravi conseguenze
sul morale dei combattenti del Polisario, dei giovani, delle famiglie. Alcuni
amici tornati dalle comunità indios del Chiapas, ci hanno raccontato che le
droghe sono tutte proibite (e non ce ne sono davvero!) per lo stesso ragionamento;
anche i Nativi americani proibiscono le sostanze psicotrope, in particolare
l’alcol che gli yankee regalarono loro generosamente.
La stessa cosa avviene a Cuba, ad esempio per non poter essere accusati di
essere oltre che uno “stato canaglia” anche uno stato narcotrafficante.
Ricordiamo quando il protagonista de “la battaglia di Algeri”, il giovane
rivoluzionario ex pappone, va nei vicoli della casbah ad impedire con la forza
spaccio e prostituzione ai suoi ex compari.
Il potere nemico vorrebbe rendere questi popoli resistenti intontiti ed alle
prese con i vizi e le dipendenze. E’ una strategia. La stessa cosa è avvenuta
in Italia:una delle cause delle fine dei tumultuosi movimenti negli anni 70 è
stata l’eroina. Proporre la proibizione qui ed oggi in Italia è però
irrealizzabile: il fenomeno è ampio ed impossibile da estirpare. Ci vorrebbe
piuttosto una seria campagna di informazione e di prevenzione, di
depenalizzazione del consumo individuale, di riduzione del danno(come in
Svizzera dove in ospedale il “tossico” può far analizzare la “roba”, per
evitare di assumere sostanze da taglio letali), di legalizzazione dei derivati
della canapa. La stretta repressiva, dura, andrebbe fatta invece sul grande
spaccio, sulla malavita che lo gestisce, sulle gravi complicità denunciate di
recente anche dal procuratore nazionale antimafia Grasso.
Nessun media inoltre si è scandalizzato per i gusti sessuali notturni del rampollo, mentre autentiche crociate a mezzo stampa sono state fatte contro i Pacs, contro i diritti civili degli omosessuali, per non far svolgere i Gay Pride e via discriminando. Discriminazione di classe?
Un'ultima, amara, riflessione: gli operai Fiat di Melfi, la notte, la passano in catena di montaggio….
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