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- cultura e memoria resistenti - linguaggio e comunicazione - 02-11-09 - n. 293
Potere sofista
di Tiziano Tussi
“Hai un cane – si - ed il cane ha dei cuccioli – si - quindi il cane è un padre ed è tuo ergo è tuo padre ed i cuccioli sono tuoi fratelli”. Riadattamento di un dialogo dal dialogo platonico Eutidemo che Bertrand Russell cita, per intero, nella sua Storia della filosofia occidentale, a proposito dei sofisti. Bene i nostri baldi politici di destra sono, ora, i novelli sofisti.
Nella storia della filosofia, i sofisti – sapientissimi – rappresentano un caso emblematico. Svillaneggiati e criticati già al loro apparire – V° secolo avanti cristo, in Grecia , avevano portato nelle città stato della Grecia alcuni comportamenti scandalosi, mai prima possibili.
Lasciamo da parte le cause del loro apparire, e vediamo gli effetti culturali. Questi dotti si facevano pagare – scandalo – per insegnare ai figli delle classi abbienti – aristocratici e demos - che avevo soldi per poterselo permettere – soldi in cambio del sapere, altro scandalo – come avere ragione dei loro interlocutori in pubblico o come convincere un’assemblea di cittadini. Tutto ciò indipendentemente dalla verità del loro dire.
Non era importante cosa dicessero ma come e quando.
Luoghi comuni al momento giusto, sbriciolare ed infarinare un discorso usandolo alla bisogna, utilitaristicamente. Ironia, derisione, vendette terminologiche, ripetitività debordante di una frase o di un concetto. Basti veder come tali pratiche siano usate dai vari Brunetta – il campione della ripetizione infinita di brevi frasi - Ghedini, Lupi, Tremonti ed in primis Berlusconi, per capire cosa voglia dire avere ripreso e rianimato il discorrere sofista.
Russell li identifica come meccanici del linguaggio. Smontano e rimontano senza sosta, frasi ad effetto. Naturalmente i moderni sofisti sono aiutati dai moderni mezzi di informazione, la televisione in testa e dalle inquadrature ad hoc. Ad esempio. Quando parla un politico di campo avverso, si scuote e la testa e si ride, inquadrati da un regista compiacente, mente l’altro parla. Ciò produce un chiaro effetto di denigrazione. Ma è sull’eloquio che vogliamo appuntare la nostra analisi. Non importa cosa si dice ma quando e come. Bene. Se Berlusconi, anni 73, passa le notti con prostitute e da tempo lo si scrive sui giornali, basta rovesciare la frittata e denunciare, ripetutamente ad ogni momento, l’accanimento della stampa verso il felice gaudente. Quindi non è l’atto riprovevole – il reato?!? – che resta in mente a chi ascolta tali discussioni, in televisione e sui giornali, ma diviene errore dirlo con forza, diviene sbagliato. Tremonti afferma, dopo decenni di inneggiamenti e di ubriacatura della flessibilità, che il posto fisso è l’unico adatto per i lavoratori in Italia, non importa se corrisponde ad una evoluzione storica di un pensiero economico, ma trova il suo significato nell’impatto sorprendente, nel risultato inaspettato che provoca nel mondo dell’economia e della politica italiana. I fini sono sempre tendenti ad impressionare, sorprendere, senza altro aggiungere. Le case in Abruzzo? Ma eccole. Non sono per tutti e non le ha costruite il governo ma la Provincia di Trento. Eccole comunque. Io avevo promesso case – sempre Berlusconi – queste sono case, quindi le mie promesse sono state assolte. A Messina tutto smotta, morti e feriti: d’ora in avanti basta con case abusive! Come proclama niente male ed anche come autodenuncia di reato.
Cosa passa dopo quelle parole? Mi pare evidente che sia la denuncia di intenti verso il futuro. I tempi della vita sono sempre risolti sofisticamente. Cosa sono il passato ed il presente di fronte ad un futuro radioso, sempre prospettato come tale. “Non hai più ciò che hai perso, e perciò hai ciò che non hai perso. Ma non hai perso le corna e perciò sei cornuto” (Citato in Ludovico Geymonat, Il pensiero scientifico). Quindi puoi promettere continuamente ciò che non hai ancora fatto, dato che non lo hai fatto. E ciò che non hai fatto non lo puoi perdere e perciò sei sempre al posto giusto promettendolo, promettendo ciò che non hai ancora/mai fatto. Questa è lo stato della destra sofista in Italia, con Berlusconi a fare da traino. Come lo si combatte? Evidentemente non seguendola sulla stessa strada, ma impostando storicamente un modo alternativo, giusto – la verità – del fare politica. Ma se non si scende sul terreno dei fatti – che sono notoriamente duri, Levi Bruhl, Durkheim – non si può sperare di vincere i maestri moderno-sofisti. Sono troppo bravi. La vita reale però è altra e va ricollegata, ricucita socialmente. Altrimenti vince sempre l’individualismo libero e distruttivo.
Non toccherà certo a me? O almeno lo spero.
Tiziano Tussi