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- cultura e memoria resistenti - linguaggio e comunicazione - 02-11-20 - n. 766
I lettori del metrò di Mosca
Higinio Polo | mundoobrero.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
27/10/2020
Molti intellettuali dotarono il socialismo di portata teorica, rigore scientifico e di emozione umana
Sebbene la maggioranza degli intellettuali abbia storicamente esercitato la funzione di scriba del potere, questa tradizione ha cominciato a venir meno nel XIX secolo con la nascita del movimento operaio. Da allora, il lavoro di questi studiosi e il loro rapporto con la società (intesa come destinataria delle loro elaborazioni teoriche e del loro ordinamento dell'universo) e il ruolo svolto dai cosiddetti, fin da Zola, intellettuali è stato marcato a fuoco dalle regole del capitalismo.
L'emergere di una corrente intellettuale intorno al caso Dreyfus che metteva in discussione il discorso dominante e, successivamente, la progressiva organizzazione di importanti gruppi intorno alla proposta del socialismo che la rivoluzione bolscevica rendeva esplicita, inaugurava la nuova funzione dell'intellettuale.
Da Rodchenko o Maiakovski, con il loro impegno al servizio della rivoluzione, passando per l'azione di Barbusse o Rolland nella Francia tra le due guerre e di altri scrittori e artisti nel resto del mondo, fino all'impegno di tanti importanti scienziati e autori nei quarant'anni successivi alla Seconda guerra mondiale, molti intellettuali hanno accompagnato il movimento socialista e comunista, dotando il socialismo di portata teorica e rigore scientifico, oltre che di emozione umana. Il loro ruolo riassume la storia del secolo scorso: compongono tutti la figura di un rivoluzionario, un essere umano impegnato nella sua epoca e nella libertà che è anche un lettore della metropolitana di Mosca.
Tuttavia, negli ultimi anni del XX secolo, la scomparsa dell'Unione Sovietica e la regressione, finanche il discredito, delle idee socialiste e comuniste, ha portato alla progressiva defezione di molti intellettuali.
Oggi, gli autori di rilievo sono diventati dei consumati bari al servizio del potere capitalista, detestano l'impegno politico con la sinistra e giudicano legittima la complicità con lo sfruttamento e il ladrocinio, inclusa la rapina imperialista, anche se non sottoscriverebbero una descrizione così cruda come questa perché la loro vita richiede una dissimulazione.
Accettano, allo stesso tempo, il ruolo di legittimatori del capitalismo e creatori di menzogne nei laboratori ideologici del sistema, anche puntando su di una presunta cultura popolare che ha in orrore l'istruzione e la scienza, che rifiuta la libertà. Così, la repressione spudorata, a volte sottile, di una cultura liberatrice, la costante ripetizione di schemi di intrattenimento sociale nei grandi media e, soprattutto, in televisione e nelle piattaforme internet che servono al grande pubblico la brodaglia e il sudiciume del naufragio della decenza, hanno come obiettivo l'imbruttimento della popolazione e vanno di pari passo con l'acquisto, la lusinga interessata, il ricatto e l'estorsione, a volte l'elemosina, di molti intellettuali. Non è facile resistere ai meccanismi della proprietà.
Molti intellettuali resistono
Per il capitalismo, la funzione dell'intellettuale deve limitarsi ad essere quella di corifeo del potere, nella sua più precisa accezione di direttore del coro, come nel teatro greco classico. Se l'intellettuale pretende di svolgere un altro ruolo, si vedrà ridotto alla disoccupazione, all'ostracismo. A volte, alla morte civile se non accetta di riprodurre una cultura borghese che legittima i possessori di denaro e proprietà.
La distruzione della biblioteca di Alessandria, il rogo dei manoscritti [Maya e Aztechi del 1562, ndt] ad opera dei monaci spagnoli in America, il disprezzo fascista per la conoscenza e i roghi di libri organizzati dai nazisti (con la partecipazione dello stesso Heidegger!) trovano continuità con l'incendio della Biblioteca nazionale di Baghdad, dove sono stati bruciati un milione di libri, e nella distruzione dell'Archivio nazionale dell'Iraq che ha significato la scomparsa di due milioni di documenti senza che l'esercito di occupazione statunitense alzasse un dito per impedirlo.
Questa ferocia capitalista contrasta, ad esempio, con gli sforzi della Repubblica spagnola per portare libri ai miliziani e ai soldati sui fronti di battaglia.
Eppure molti intellettuali resistono, perché legano la loro attività a un progetto libertario e fraterno, riconoscendosi, anche se è passato tanto tempo, nell'enfasi per la cultura che si mostrava nei Paesi socialisti europei dopo la Seconda guerra mondiale: ancora tra le rovine della guerra, i lettori della metropolitana di Mosca che Rossana Rossanda vide nel 1949 erano gli stessi uomini e le stesse donne che qualche anno prima avevano combattuto il nazismo.
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