www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - linguaggio e comunicazione - 29-09-24 - n. 909

Perché l'estrema destra sta conquistando il sostegno della classe operaia?

Pablo Meriguet | peoplesdispatch.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

15/08/2024

L'ultimo dossier dell'Istituto di Ricerca Sociale Tricontinental affronta la necessità per la sinistra latinoamericana di confrontarsi con il neofascismo in ascesa nella regione e nel mondo.

La settimana scorsa, l'Istituto di Ricerca Sociale Tricontinental ha lanciato il suo Dossier n. 79 dal titolo "Per affrontare il neofascismo in ascesa, la sinistra latinoamericana deve riscoprire se stessa". In questo articolo riassumiamo le idee più importanti di questo documento.

Il dossier cerca di analizzare "l'avanzata del neoliberismo e il suo impatto sulle condizioni materiali della classe operaia in tutto il continente, ed esamina i meccanismi ideologici e culturali di questo modello economico, che convince una parte significativa della classe operaia ad appoggiare un progetto di cui è la prima vittima". (enfasi aggiunta)

Che cos'è il neofascismo?

L'apparentemente strano legame tra la destra e le classi popolari è riuscito a concretizzarsi su larga scala grazie all'impennata del neoliberismo nel XXI secolo, caratterizzato da un approccio più radicale e populista che il documento della Tricontinental definisce "neofascismo". Si tratta di "un nuovo movimento politico, economico e culturale" basato su diversi fattori: il successo dell'impianto di un'ideologia neoliberista (grazie a una classe media frustrata); l'anti-intellettualismo delle élite che rifiuta la ragione e la scienza a favore di un apparente senso comune naturalizzato; la produzione di un'identità nazionale punitiva, militarista, razzista e misogina, plasmata da "buoni cittadini" che condividono spiegazioni semplici di processi sociali complessi; la riarticolazione di un'ideologia anticomunista sostenuta dal fondamentalismo religioso.

L'emergere del cosiddetto neofascismo è stato possibile solo attraverso la paralisi intenzionale delle forze sociali di sinistra. Ciò è avvenuto attraverso l'eliminazione di un orizzonte futuro per i lavoratori che il neoliberismo non è interessato a forgiare e il progressismo non è in grado di elaborare.

L'attacco (quasi) spietato alla prima ondata di governi progressisti

Il documento distingue la prima ondata di governi progressisti dalla seconda. La prima mirava all'integrazione regionale dei diversi Paesi, alla ricerca della sovranità popolare in opposizione anche all'imperialismo statunitense, ecc. La seconda ondata di governi progressisti, a causa delle attuali condizioni politiche, è più fragile su questi temi e non è più in grado di ripetere allo stesso modo le ricette economiche e politiche sviluppate dalla prima ondata. Secondo il documento, questa debolezza è espressa dal rafforzamento dell'estrema destra regionale, dall'uberizzazione dei mercati del lavoro, dalla distruzione delle politiche di welfare sociale, dalla crescita della potenza militare statunitense e dalla riconquista economica statunitense del mercato latinoamericano.

L'offensiva dell'alleanza formata dalle classi dirigenti nazionali, dal capitale internazionale e dai governi statunitensi si è accompagnata a colpi di Stato o a processi politici che hanno indebolito i governi della prima ondata progressista della regione: Manuel Zelaya in Honduras (2009), Fernando Lugo in Paraguay (2012), Dilma Rousseff in Brasile (2016), Evo Morales in Bolivia (2019), l'incarcerazione di Lula in Brasile (2018), la persecuzione e il tentativo di assassinio di Cristina Fernandez in Argentina (2022), ecc.

È vero che in ogni Paese ci sono state peculiarità locali, ma in termini generali, possiamo vedere una strategia regionale di offensiva politico-ideologica che ha cercato, successivamente, una radicalizzazione dei processi neoliberali: "L'ampia riorganizzazione della destra latinoamericana era caratterizzata da molte tecniche comuni, come la combinazione di mezzi legali e illegali e la centralità della battaglia delle idee - o 'guerra culturale' - all'interno della sua strategia politica".

In breve, l'offensiva è stata devastante per il progressismo. Lo ha costretto a moderare buona parte del suo discorso in modo difensivo e a "gestire le politiche neoliberali, invece di costruire un ampio progetto di sinistra". Un buon esempio è la cosiddetta "guerra alla droga", un progetto promosso principalmente dalle agenzie di sicurezza statunitensi, a cui il progressismo latinoamericano non è riuscito a offrire un'alternativa.

Il progressismo si è più o meno conformato a tutte le strategie proposte dagli Stati Uniti a questo proposito. Infatti, uno dei grandi punti deboli di questa tendenza politica è la sicurezza dei cittadini, che è stata utilizzata da alcuni politici come Bukele in El Salvador e Noboa in Ecuador per diventare più popolari attraverso un discorso militarista. "Mentre la destra ha una posizione autoritaria e punitiva sulla sicurezza pubblica e contro il narcotraffico, i partiti progressisti sono diventati ostaggi della comunicazione elettorale, assecondando il discorso della destra sull'incarcerazione e sulle pene severe perché sempre più popolare tra gli elettori", si legge nel documento.

Le forze progressiste non sono state in grado di creare nuove forme di organizzazione collettiva di fronte alle ultime strategie politiche, ideologiche e mediatiche della nuova destra. Anche quando arrivano di nuovo al governo di un Paese, sono per lo più visti come governi che agiscono sulla difensiva: "La transizione da un governo neoliberista o neofascista a un governo progressista capace di portare avanti la trasformazione strutturale non è possibile senza un'ampia base di sostegno della classe operaia. In questo momento, la congiuntura non favorisce un'ampia trasformazione strutturale. Per questo motivo, i progetti elettorali progressisti hanno avuto difficoltà a costruire un forte sostegno popolare per i loro programmi limitati. La difficoltà di costruire un progetto politico di sinistra in grado di superare i problemi quotidiani dell'esistenza della classe operaia ha separato molti di questi progetti elettorali progressisti dalle esigenze delle masse. Questa condizione di separatezza ha portato settori della classe operaia e contadina a rifugiarsi sotto la bandiera del neofascismo".

Chi sono i più colpiti dalle politiche neoliberiste?

Tuttavia, le principali vittime di queste politiche sono sempre state i più poveri, in particolare i neri, le donne e le persone LGBTQI. Inoltre, i lavoratori sono stati profondamente colpiti dalle politiche neoliberiste, non solo dal punto di vista economico, ma anche in termini di coscienza.

Queste politiche hanno promosso l'idea che i lavoratori possano essere padroni di loro stessi, avere maggiori benefici se lavorano per conto proprio, avere una maggiore flessibilità del lavoro, avere redditi più alti e generare un'eredità per i loro figli. In altre parole, si è delineata una nozione ideologica in cui i lavoratori perdono la loro coscienza di classe come lavoratori sfruttati e iniziano a vedersi, in modo mistificato, come "imprenditori/padroni", che non percepiscono più il senso di difendere i diritti del lavoro dato che si proiettano come nuovi padroni delle aziende. Questo genera una profonda frammentazione nella classe operaia.

L'ideologia neofascista e il suo coordinamento mediatico

Tuttavia, nonostante il suo apparente pragmatismo assoluto, il neoliberismo è antagonista dei bisogni vitali dei lavoratori, generando uno stato di malcontento e angoscia di massa che porta a malattie psicologiche e all'aumento dell'uso di farmaci per contrastare questi mali.

Questo perché il neoliberismo promuove, secondo il suo ideale di uomo di successo, un individualismo esacerbato, la competizione spietata tra i membri della comunità a scapito del tempo libero e della cultura: "Sotto il neoliberismo, le idee del mondo aziendale si impongono in tutte le sfere della vita, plasmando la soggettività degli individui. La vita è ora strutturata intorno a parametri individuali, enfatizzando l'individualismo, il consumo e il mercato come caratteristiche primarie delle relazioni umane".

Questa ristrutturazione ideologica è stata possibile grazie alla storia degli Stati latinoamericani, che hanno dimostrato nel corso dei secoli di essere incapaci di beneficiare la maggioranza della popolazione. Il neoliberismo ha saputo sfruttare con successo questa sfiducia storica nei confronti degli Stati e del governo per generalizzare la sua visione antistatalista della società futura.

Uno degli aspetti fondamentali rivelati dal documento è il coordinamento mediatico che è stato organizzato e diffuso per la promozione del neofascismo. Ad esempio, la Silicon Valley promuove la diffusione di massa di determinati contenuti ideologici e potenzia le capacità di sorveglianza sui cittadini, costruendo al contempo modelli di studio degli "utenti" in base ai loro comportamenti.

Inoltre, le forze neofasciste, si legge nel dossier Tricontinental, sono organizzate attraverso think tank, finanziati da organizzazioni simili negli Stati Uniti e in Spagna. Questi finanziamenti hanno lo scopo di frammentare la classe operaia, diminuire la lotta di classe e creare consenso sociale tra le persone che consumano contenuti, principalmente dai social network: "In questo ambito, dove il modello di business favorisce un discorso di odio, i contenuti dei social media rafforzano in larga misura un'ideologia neoliberale, facendo uso del fondamentalismo religioso, della teologia della prosperità e della punizione. I social media sono un campo di battaglia chiave in una guerra culturale stimolata dal neofascismo, un "non luogo" dove dirottare diversi gruppi neofascisti da tutto il mondo. Questa guerra culturale non è il risultato spontaneo del risentimento e dell'indignazione delle vittime del neoliberismo: è organizzata, centralizzata e molto ben finanziata".

Inoltre, il neoliberismo è stato molto abile nel creare una tendenza anticomunista attraverso l'esacerbazione del fondamentalismo religioso. Come pensava Goebbels, crea con successo l'immagine di un nemico comune dichiarato: il comunismo. E sebbene i governi progressisti non abbiano nulla di comunista, qualsiasi processo politico che non rientri nel quadro neoliberale viene definito "comunista". Questo permette di semplificare la politica e la sua diversità. Tanto che qualsiasi tendenza politica che voglia garantire il ruolo dello Stato nella difesa dei diritti viene semplicemente etichettata come "comunista", anche se un liberale di sinistra è tutt'altro che comunista.

Inoltre, il fondamentalismo religioso viene utilizzato per combattere i nemici del neoliberismo. Sebbene questa strategia non sia nuova in America Latina, oggi i valori religiosi sono promossi contro i diritti sessuali e riproduttivi attraverso una guerra di parole che ha un enorme impatto sulle persone e provoca molta simpatia a favore dei discorsi conservatori. "Qualsiasi messa in discussione di questo modo limitato di esistere nel mondo viene inquadrata come 'ideologia di genere', provocando panico morale. I neofascisti attaccano, condannano e criticano come anormali diversi modelli di famiglia. Questi attori promuovono un discorso di odio e chiedono alla società di correggere quelli che considerano atteggiamenti devianti, provocando un'escalation di violenza contro la popolazione LGBTQIA+".

Creare una nuova alternativa per il futuro

Secondo il documento, ciò che tutte le forze anti-neoliberali dovrebbero fare è ricollegare la politica della sinistra e del progressismo con i bisogni, i dolori e i desideri dei più poveri, soprattutto attraverso le organizzazioni popolari nelle strade e nei quartieri. A questo proposito, il coordinatore dell'ufficio Tricontinental in Brasile, Miguel Stédile, avverte che "per affrontare i mostri del fascismo, la sinistra deve riscoprire se stessa. Di fronte ai problemi strutturali di oggi - la catastrofe climatica, la catastrofe migratoria e i conflitti armati - la sinistra deve osare proporre soluzioni altrettanto strutturali. La moderazione e la gestione delle crisi [...] non sono sufficienti per realizzare cambiamenti reali".

Infine, il documento della Tricontinental conclude che "sconfiggere la destra non sarà un compito facile, né si limiterà alla sfera elettorale. Le azioni dei movimenti sociali organizzati - i cui valori collettivi di solidarietà si oppongono all'ideologia neoliberale - e dei governi che danno priorità al rafforzamento dei diritti e alle politiche che promuovono il benessere delle persone, sono fondamentali per vincere questa lotta".


Resistenze.org     
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.