www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - poesia e letteratura - 22-06-07

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Sembene Ousmane - Omaggio ad un artista militante
 
Sembene Ousmane, cineasta e scrittore senegalese, militante anticoloniale e comunista, è morto a Dakar il 10 giugno.
 
Considerato come uno dei più dotati cineasti africani, aveva al suo attivo 12 film dei quali il primo, “Borom Saret”, è un cortometraggio realizzato nel 1963. Tra i suoi film i più conosciuti sono “Le mandat”, “Xala”, “Ceddo”, “Guelwarr” e “Camp de Thiaroye” che è stato girato nel 1987 e che parla del massacro dei cecchini senegalesi a Thiaroye, nella banlieue di Dakar, il mattino del 1 dicembre 1944, e anche di Moolaadé nel 2004.
 
Sembene Ousmane, 84 anni, fu anche autore di nove romanzi, tra i quali il più celebre “le bouts de bois de dieu”, pubblicato nel 1960, romanzo che parla del grande sciopero generale del 1947 dei ferrovieri di Dakar-Niger, sulla ferrovia che collega Dakar a Bamako, la capitale del Mali.
 
Nato a Ziguinchor, nel sud del Senegal, Sembene Ousmane, è stato reclutato nel 1942 dall’armata coloniale francese e ha vissuto in Francia dal ’46 al ’60. Questo è il periodo decisivo della sua vita. Lavora nelle fabbriche della Citroen e come portuale al porto di Marsiglia. Si ritrova nella descrizione degli operai neri, diventa sindacalista. Nel 1950, diventa membro del partito comunista, ricomprendo cariche importanti e segue la scuola del partito.
 
Il 6 dicembre 2006, il giornalista Baba Diop ha intervistato per l’ultima volta Sembene. Ecco alcuni estratti:
 
Sembene Ousmane. « Ho vissuto a mio modo assieme al popolo francese. Non ho frequentato le migliori università. Ho vissuto in seno alla classe operaia. La Francia non l’ho conosciuta tramite i libri. Gli operai mi hanno cresciuto, mi hanno dato una grande conoscenza di me, delle cose, dell’orgoglio, della fierezza che avevo prima di arrivare in Francia. Essere responsabile sindacale in questi luoghi è importante. (…) »
 
Spesso ha citato nei suoi film gli orrori della colonizzazione.
 
Sembene Ousmane. « Si! Ma iniziano da noi a porci le domande. Dobbiamo avere il coraggio di guardarci e di vedere fino a che punto ciascuno di noi è complice o compiacente»
 
Nel “Camp de Thiaroye”, girato nel 1987, ritrae il massacro dei ferrovieri senegalesi a Thiaroye, nella banlieue di Dakar, il mattino del 1 dicembre 1944. Sembene parla della pressione della Francia per impedire la realizzazione di questo film.
 
« Camp de Thiaroye. E’ un film nel film. Devo dirlo prima di morire. Ringrazio Djibo Ka. Era ministro dell’informazione all’epoca. Fu oggetto di ogni sorta di pressione, persino quella delle cellule dell’armata francese e dell’ambasciatore di Francia in Senegal. Ha tenuto duro. Sono persino venuti sul luogo dove si girava il film, seminando zizzania nell’equipe con la complicità di alcuni senegalesi. Quello che la gente non sa, è che io stesso sono stato vittima di un “incidente” andando sul set a girare. Un camion ha urtato la mia vettura. Mi dispiace dire che nell’africa francofona, gli africani sono i nemici primi degli africani, al punto che in Africa non ci sono che avversari.»
 
Oggi che tipo di rapporto ha con la Francia?
 
Sembene Ousmane. Le migliori relazioni. Sono indipendente. (…) All’indomani dell’Indipendenza ho detto “ora, rientro in Senegal. Non sono più francese”. Da quel giorno ho rinunciato totalmente alla nazionalità francese che la storia mi aveva imposto. Non ho alcun rancore nei confronti della Francia. Ammiro quello che il popolo ha potuto fare di buono per il suo paese. Non chiedo al popolo di rispettarmi, perché mi rispetto da solo. Rispettarsi è produrre quello di cui hai bisogno per vivere, sperando che i tuoi figli abbiano a cuore un cambiamento, e se non ce la farai tu, saranno loro che dovranno migliorare le cose.
 
Traduzione dal francese di Gabriele Proglio per www.resistenze.org