www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - poesia e letteratura - 26-05-15 - n. 545

O Gorizia, tu sei maledetta

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youtube Gorizia

Si stima che la battaglia di Gorizia (9-10 agosto 1916) sia costata la vita a 50.000 soldati e 1.759 ufficiali italiani (862 ufficiali e 40.000 soldati quelli di parte austriaca). Nacquero per l'occasione alcune canzoni popolari; la più celebre "Gorizia tu sei maledetta" scritta da un anonimo militare. Questo canto – che faceva rischiare la fucilazione ai soldati sorpresi ad intonarlo – ha, verosimilmente, conosciuto nei decenni l'amputazione di una strofa – «Traditori signori ufficiali / che la guerra l'avete voluta, / scannatori di carne venduta / e rovina della gioventù»  – che sottolineava, oltre al carattere pacifista, una netta connotazione di classe. Pertanto, eliminata questa strofa, la canzone aveva trovato ospitalità, in molte feste popolari  (recentemente, addirittura, in una trasmissione RAI dedicata alla Prima guerra mondiale) quale innocuo "folkore".

Uno scandalo determinò, quindi, nel 1964 la presentazione della versione originale della canzone al "Festival dei due mondi" di Spoleto quando Michele L. Straniero e Fausto Amodei (subito denunciati per "Villipendio delle Forze arnate") osarono cantare la versione originale della canzone.

Su Youtube tra le tante versioni di "O Gorizia" lì presenti si fatica a trovare una non censurata Tra i pochi  meritori video ci piace menzionare questo  (purtroppo non conosciamo gli interpreti) sottolineato dalle immagini di quello è certamente il più bel film antimilitarista italiano "Uomini contro" (1970) di Francesco Rosi, Film (che è possibile vedere, integralmente, qui).

Testo integrale della canzone:

O Gorizia, tu sei maledetta

La mattina del cinque di agosto
si muovevano le truppe italiane
per Gorizia, le terre lontane
e dolente ognun si partì.

Sotto l'acqua che cadeva a rovescio
grandinavane le palle nemiche;
su quei monti, colline e gran valli
si moriva dicendo così:

O Gorizia, tu sei maledetta
per ogni cuore che sente coscienza;
dolorosa ci fu la partenza
e il ritorno per molti non fu.

O vigliacchi che voi ve ne state
con le mogli su letti di lana,
schernitori di noi carne umana,
questa guerra ci insegna a punir.

Voi chiamate il campo d'onore
questa terra di là dei confini;
qui si muore gridando: assassini!
maledetti sarete un dì.

Cara moglie, che tu non mi senti,
raccomando ai compagni vicini
di tenermi da conto i bambini,
ché io muoio col suo nome nel cuor.

Traditori signori ufficiali
che la guerra l'avete voluta,
scannatori di carne venduta
e rovina della gioventù

O Gorizia, tu sei maledetta
per ogni cuore che sente coscienza;
dolorosa ci fu la partenza
e il ritorno per molti non fu.

Vedi anche "Canzoni italiane di protesta 1794/1974", a cura di Giuseppe Vettori (Paperbacks poeti 26, Newton Compton IV ed. marzo 1976)


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