www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - scienza - 30-09-02

da "La Voce" del G.A.MA.DI – Roma
Questioni della Scienza a cura di A. Martocchia

Idealismo e materialismo


Abbiamo considerato nello scorso numero alcune caratteristiche di quella che puo' essere definita la "ideologia dominante", intendendo con questa espressione un bagaglio concettuale e di "valori" ("democrazia", "liberta'", "diritti", eccetera). Nella nostra analisi ne abbiamo sottolineato il carattere "idealistico": i concetti vengono usati in maniera lapidaria, a-storica, non dialettica dunque (e spesso a sproposito, in maniera truffaldina), come se esistessero in se e per se, eterni, in una specie di "mondo delle idee" avulso dal mondo materiale nel quale trascorriamo la nostra vita reale.
 Questa concezione "dualistica" dei due mondi, quello materiale e quello "delle idee" (ovvero: la materia e lo spirito) ha una lunga storia, che si potrebbe narrare iniziando da Platone, vero e proprio fondatore dell'"idealismo" nella cultura occidentale. Passando attraverso il complesso pensiero hegeliano - che, pur rimanendo al suo interno, ha criticato la concezione idealistica svelandone la necessaria problematicita', tanto che molti allievi di Hegel sono arrivati a conclusioni opposte! - via via si sono sviluppate due direzioni principali: quella "trionfalistica" di Croce e Gentile - che non a caso furono anche corifei, rispettivamente, della chiesa e del fascismo - e quella nichilistica. I nichilisti (= quelli che non credono piu' a niente) divennero tali a forza di pensare a come doveva essere fatto questo "mondo delle idee"... Smonta di qua e smonta di la', si ritrovarono alla fine con un pugno di mosche, ovvero con la "volonta' di potenza" (Nietsche), oppure "l'Unico" (Stirner), oppure, afflitti da amare considerazioni esistenzialistiche, aderirono al nazismo (Heidegger).
Dunque, nonostante il contributo critico di filosofi, scienziati e pensatori di diverse epoche storiche e di diverse convinzioni, e persino di suoi sostenitori, l'idealismo anziche' essere abbandonato nel corso dei secoli ha potuto sopravvivere sino ad oggi. Esso rappresenta - in tutte le sue forme - uno degli esiti della storia del pensiero occidentale. Si tratta di quella corrente che crede alle "idee in se", dunque della corrente "metafisica" (meta = fuori dal, fisica = mondo materiale).
Pure altre correnti di pensiero, nate anch'esse nell'antica Grecia - come il materialismo, lo scetticismo, l'evoluzionismo ed il relativismo ("panta rei") - si sono sviluppate nel seno della cultura occidentale. In particolare, dopo Hegel e la sua teorizzazione delle leggi della dialettica, attraverso pensatori come Marx ed Engels si e' sviluppata una concezione molto avanzata, che e' "materialistica" perche' nega il "dualismo" tra materia e spirito, e concepisce un solo mondo, tutto immanente. Di questo mondo "unico", in continua evoluzione, le "idee" (le parole, i concetti, le teorie, i pensieri) rappresentano immagini prodotte dall'uomo, immagini che sono anch'esse in continua evoluzione e trasformazione. Il "modo" in cui questa evoluzione avviene si chiama "dialettica".
Una moderna concezione della stessa scienza, secondo me, deve collocarsi in questo versante: materialista e dialettico. La scienza e' "fisica", non "metafisica", perche' si occupa di questo mondo qui, anche quando si occupa di economia, storia o linguistica. Inoltre essa evolve "dialetticamente", in particolare nel continuo confronto tra teorie ed osservazioni. E questa evoluzione non ha fine. Essa ci porta ad una "conoscenza" sempre piu' precisa della Natura perche' ci fornisce un "modello", proprio come una "carta geografica". In realta', di modelli essa puo' fornircene piu' di uno: ma io credo che allora si deve scegliere quale usare, cosi' come due persone di due paesi diversi si scelgono una sola lingua per parlare tra di loro... altrimenti hanno sempre bisogno di un interprete per comunicare! Comunque, i "modelli" elaborati con la attivita' scientifica funzionano, come e' dimostrato dal potere crescente che l'uomo ha sulla Natura - si pensi alle tecnologie. Qui si aprono altri discorsi, che possono essere anche pessimistici, sull'uso delle conoscenze acquisite, e su come i rapporti sociali determinano lo sviluppo scientifico. Ma non e' questa la sede per approfondirli.
Con questo articolo, che e' un po' la prosecuzione del mio contributo precedente, ho voluto mostrare che il pensiero occidentale ha prodotto anche molte cose buone, cose che servono o possono servire all'umanita': in particolare, il metodo galileiano, cioe' la scienza moderna, che ci permette di capire, di prevedere come funziona la Natura, cioe' di conoscere, e non solo di "sperare" o "avere fede".
Per concludere, due note su cui riflettere. La prima: il nichilismo non nasce dal materialismo, bensi' dall'idealismo. La seconda: in fondo, la contraddizione tra le due vecchie correnti sviluppatesi nel seno del "pensiero occidentale" - materialismo ed idealismo - e' stata superata (in maniera dialettica!) con la nascita del "materialismo dialettico".