www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - scienza - 30-10-02

da "La Voce" del G.A.MA.DI – Roma
Questioni della Scienza a cura di A. Martocchia

Eugenio Curiel

Tra le figure poco note della storia italiana annoveriamo quella del giovane partigiano Eugenio Curiel, che fu insieme scienziato e combattente per la liberta'. Curiel nacque a Trieste nel 1912 da una famiglia benestante di religione ebraica. Pieno di ingegno e curiosita' intellettuale, intraprese gli studi scientifici frequentando il primo biennio di Ingegneria a Firenze. Si iscrisse poi al Politecnico di Milano, ma preferi' tornare a Firenze per seguire i corsi di Fisica che lo portarono a conseguire, nel 1933, la laurea a pieni voti a Padova, a soli 21 anni, con una tesi sulle disintegrazioni nucleari. Intraprese la docenza, come assistente universitario.
Negli anni tra il 1933 e il 1934 si dedico' anche agli studi filosofici e maturò il proprio orientamento antifascista. Avvicinatosi al marxismo, si iscrisse al Partito Comunista. Nel 1936 avvenne la prima presa di contatto di Curiel con il Centro estero del Partito comunista, a Parigi. Nel 1937 il giovane intellettuale assunse la responsabilità della pagina sindacale del "Bò", il giornale universitario di Padova. Ma nel 1938 Curiel, a seguito delle leggi razziali, viene sollevato dall'insegnamento ed emarginato. Si trasferisce allora a Milano, dove prende contatti con il Centro interno socialista e con vari gruppi antifascisti. Passa all'attività clandestina: deve viaggiare molto anche all'estero, viene arrestato varie volte dalla polizia svizzera per la sua attività antifascista e comunista che lo porta a collaborare anche con socialisti e azionisti nella lotta al regime di Mussolini. A Milano il 23 giugno del 1939 viene arrestato da agenti dell'Ovra. Sconta qualche mese nel carcere di San Vittore, poi il processo e la condanna a cinque anni di confino a Ventotene.

Nell'isola, dove arrivano operai, antifascisti, "garibaldini" di Spagna - attraverso una sorta di "università proletaria" nella quale anche Curiel insegna, come dimostrano gli appunti ritrovati delle sue lezioni - si formano i quadri che organizzeranno la Resistenza. Con alto rigore morale, Curiel pone la propria professionalità di docente a disposizione della lotta per la democrazia. Un esempio preciso, e purtroppo raro nel nostro paese, di intellettuale che mette la sua cultura e la sua formazione esclusivamente al servizio della conoscenza e della lotta per la trasformazione sociale. Un esempio che non ha niente a che vedere con l'"impegno politico" ai fini della mera affermazione personale negli ambienti culturali e/o professionali "che contano". Una figura, quella di Curiel, completamente diversa da quella dell'"intellettuale impegnato" italiano, tipicamente banderuola al servizio dell'orientamento di volta in volta egemone.

Il 21 agosto del 1943 anche Curiel, per sofferta decisione del governo Badoglio, lascia Ventotene. Torna in Veneto, ritrova vecchi amici e collaboratori, indica loro la via della Resistenza armata: diventa il partigiano "Giorgio". Ritorna a Milano, dove dirige, di fatto, "l'Unità" clandestina e la rivista comunista "La nostra lotta", tiene i contatti con gli intellettuali antifascisti, promuove tra i giovani resistenti la costituzione di un'organizzazione unitaria: il "Fronte della gioventù per l'indipendenza nazionale e per la libertà". Il "Fronte della gioventù" - della cui denominazione in anni successivi si appropriera' l'avversario fascista - era stato pensato innanzitutto come strumento per la formazione democratica dei giovani. All'inizio del 1945 contava gia' circa 15mila aderenti, tra cui nomi che diventeranno molto noti per la cultura italiana. Il mattino del 24 febbraio 1945, mentre si sta recando ad un appuntamento, Eugenio Curiel viene sorpreso in piazzale Baracca da una squadra di militi repubblichini guidati da un delatore. Non tentano nemmeno di fermarlo: gli sparano una raffica a bruciapelo. Il giovane si rialza, si rifugia a fatica in un portone, ma qui viene raggiunto e finito dai fascisti. Il giorno dopo, sulla macchia rimasta, una donna spargerà dei garofani. Mancano solamente due mesi alla Liberazione.

Alla memoria di Curiel e' stata assegnata la Medaglia d'Oro al Valor Militare. Una lapide commemorativa si trova in Piazza Conciliazione, a Milano. Di Curiel, oltre alla sua vicenda esemplare e ad un Inno partigiano a lui dedicato, restano pure gli scritti, di cui i più significativi pubblicati nei volumi "Classi e generazioni nel secondo risorgimento" (1955) e "Dall'antifascismo alla democrazia progressiva" (1970), nonche' quelli raccolti nel 1973 nel volume "Scritti 1935-1945": tra di essi figura un notevole saggio filosofico che, sulla base  di una critica al materialismo positivistico di N.I. Bucharin, ripropone il materialismo dialettico nel suo legame inscindibile con il sapere scientifico.

(Fonti: segnalazioni e documentazione via internet di G. Fresu, ANPI, Liceo Curiel Padova)