www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - scienza - 27-03-14 - n. 492

La pedagogia comunista di Antón Makarenko

Adrián J. Bertol * | tintaroja.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

27/02/2014

Anton Makarenko si differenzia da molti altri pedagoghi per il fatto che non realizzò il suo lavoro applicando la teoria dei libri alla realtà e tentando di fare coincidere quella realtà con la teoria anche se erano in chiara discordanza. L'importanza di Makarenko sta nell'elaborazione della sua teoria a partire dall'esperienza pratica, che gli venne proposta dalla direzione di una colonia di bambini problematici nei primi anni della Russia sovietica. Per questo la sua teoria è, senza alcun dubbio, una pedagogia rivoluzionaria.

Anton Makarenko ha formato la sua pedagogia al calore dei costanti dibattiti che dopo il 1917 si aprirono tra gli educatori russi. In realtà il suo confronto con altri pedagoghi arrivò fino a tal punto che in diverse occasioni fu minacciato di essere rimosso dalla sua posizione nella colonia di bambini in difficoltà che dirigeva. Infatti nonostante il rovesciamento della borghesia e della nobiltà zarista, molte delle loro idee persistevano nella società anche tra i lavoratori intellettuali, molti dei quali non provenivano dalla classe operaia ed erano stati formati con vecchi metodi.

Che cosa distingueva la pedagogia di Makarenko dal resto dei pedagoghi? La stragrande maggioranza intendeva lo sviluppo della personalità del bambino come un processo mediante il quale questi genera il suo modo di essere attraverso l'apprendimento individuale, facendo così in modo che il lavoro del pedagogo si riducesse a permettergli di svilupparsi liberamente; Marakenko intendeva che l'educazione del bambino poteva essere completa solo quando a questa si aggiungeva il rispetto delle regole e dei costumi della comunità, essendo la comunità l'unico luogo in cui il bambino può sviluppare le proprie capacità. In generale vediamo un confronto tra un modello di educazione che parte dall'individualità, contro un modello di educazione che parte dalla collettività.

Per Makarenko, l'importanza delle buone abitudini era indispensabile: "Niente unisce di più la collettività infantile che la tradizione. Tramandare le tradizioni, conservarle, è un compito di importanza straordinaria nel lavoro educativo", dice nella sua principale opera "Poema pedagogico". Come è evidente, con "tradizione" Makarenko non si riferisce alle vecchie abitudini della società zarista, bensì alla tradizione prodotta dalla propria collettività.

E quale era la nuova tradizione che tanta polemica causò nell'"Olimpo pedagogico [1]"? Makarenko sviluppò tre punti chiave: la "militarizzazione" della collettività, l'emulazione tra gli educandi e l'organizzazione della produzione.

Egli non intendeva affatto "militarizzare" la collettività nel senso di armare i ragazzi, bensì come applicazione della forma organizzativa osservata nei cechisti [2]. Quando la colonia Gorki [3], la prima che diresse, prese contatto coi cechisti, Makarenko scrisse nella sua opera: "I cechisti sono principalmente persone di solidi principi, ma i principi non costituiscono per loro una benda sugli occhi, come dicevano alcuni dei miei "amici" [in riferimento all'"Olimpo pedagogico"]. Per i cechisti, il principio era uno strumento di misurazione che utilizzavano con la stessa tranquillità di un orologio, senza burocrazia, ma anche senza precipitazione [...] Era una comunità effettiva, era l'unità del movimento e del lavoro, della responsabilità e dell'aiuto, era l'unità della tradizione."

L'uso dell'uniforme, la tromba che annuncia le attività del giorno, le sfilate nei giorni indicati e l'organizzazione per brigate con un responsabile al comando furono criticate da subito tra i pedagoghi "olimpici", che videro in ciò una violazione del principio di auto-educazione dal bambino. Ma le teorie idealistiche che difendevano, crollarono rapidamente sotto la forza della pratica. I bambini, una volta lasciata la colonia per avviarsi all'educazione superiore o incominciare a lavorare, avevano una personalità formata nel senso della responsabilità collettiva, fino a tal punto che molti finirono occupando importanti posizioni nella società sovietica, come operai qualificati, ingegneri, medici o militari.

Un merito ancora più significativo se si considera che i ragazzi entravano nella colonia consegnati dalle autorità, accusati di furti e delitti vari, molti dei quali vivevano per strada dopo avere perso i genitori o essere stati abbandonati da questi.

Un altro dei punti chiave della pedagogia di Makarenko era l'emulazione tra gli educandi, cioè, il confronto competitivo tra ragazzi, con l'obiettivo di motivare il loro sviluppo. In alcuni casi questa competizione si manifestava in maniera individuale, ma nella maggioranza dei casi assumeva una prospettiva collettiva.

"A Vania Galchenko e ad altri metallurgici della quarta brigata piaceva passare nel pomeriggio, davanti al diagramma per ammirare i progressi del centro. Era chiaro che gli azzurri se la passavano male sotto i colpi dei fonditori e dei tornitori. La verità era che le ragazze occupavano una posizione invidiabile: sul lato destro, il nastro rosso era avanzato moltissimo, perché si trovava al livello del 18 di aprile ed il calendario segnava il 25 di marzo. Le ragazze non si fermavano davanti al diagramma: non dava loro sicurezza trattenersi a contemplare i loro successi vertiginosi e si limitavano a gettargli un'occhiata. I piccoli le osservavano con falsa indifferenza. Lena Ivanova e Luba Rotshtéin si fermarono solamente per vedere come l'invidia divorava i metallurgici", narrava Makarenko quando la colonia si trovava immersa nella lotta per trasformare le sue umili officine in una grande fabbrica di strumenti elettrici chiamata "Primo Maggio".

Ma tutta questa competitività non supponeva affatto una rottura dell'unità collettiva. Ogni brigata era cosciente della sua funzione e al suo interno, ogni membro era cosciente della funzione che aveva dentro la brigata. A parte, per compiti concreti che non fossero legati al compito abituale della produzione, venivano formate brigate miste di bambini di differenti brigate, che ruotavano continuamente.

In questa maniera la direzione delle brigate non ricadeva sempre sugli stessi, ma le brigate miste potevano essere dirette perfettamente da un educando senza esperienza precedente da dirigente. Così si imprimeva un senso della responsabilità ed un sentimento di uguaglianza fino ad allora inediti.

Precisamente questa emulazione tra brigate ed educandi era strumentale nell'organizzazione della produzione. Tutte le decisioni circa la colonia, comprese quelle produttive, erano approvate in un'assemblea generale dove tutti i membri della colonia avevano diritto di esprimere la loro opinione. Ogni volta che c'era un tema importante, la tromba suonava per la riunione. In maniera ordinaria, inoltre, si riunivano i capi delle brigate che assumevano tutta la responsabilità circa il lavoro delle loro brigate.

In realtà, i capi di brigata erano giudicati con speciale attenzione. Se un capo commetteva qualche infrazione al regolamento di norme approvato, la responsabilità che si doveva assumere era maggiore e la sanzione era più grave. Qui viene illustrato il ruolo che avevano gli educandi più importanti come esempio per tutti. I nuovi coloni assorbivano gli atteggiamenti dei capi e copiavano le loro qualità, ma esisteva anche il rischio che copiassero i loro difetti.

Durante la sua carriera come pedagogo, Makarenko diresse due comunità: la colonia Gorki e la colonia Primo Maggio. Entrambe le esperienze sono state raccolte nelle sue due opere fondamentali: "Poema Pedagogico" e "Bandiere sulle torri", dove la sua figura appare sotto il nome del direttore Zajárov. Successivamente si dedicherà alla redazione ed all'esposizione delle sue concezioni pedagogiche, una volta spostato dalla pratica quotidiana alla teoria.

Senza alcun dubbio, una figura degna di ammirazione.

Note:

[1] Makarenko diede il nome di "Olimpo pedagogico" ai rappresentanti in quel momento dell'Istruzione Pubblica, molti di essi educatori impigriti nell'amministrazione che ricorrevano alle loro ampie conoscenze teoriche per rifiutare i suoi metodi. Questi pedagoghi stavano nell'"Olimpo", cioè, a tale altezza al di sopra della realtà, che erano ignari di essa.

[2] I cechisti erano i membri della Ceca, la prima organizzazione di intelligece politica e militare che venne creata nella Russia sovietica ed il cui fine era evitare l'azione contro-rivoluzionaria. Nel 1922 cambiò il suo nome in GPU e fu integrata nella NKVD (Commissariato del Popolo per gli Affari Interni).

[3] Makarenko sentiva una speciale ammirazione per lo scrittore russo Massimo Gorki, avanguardia del realismo socialista dell'epoca, con opere tanto importanti come "La Madre", "Per il mondo" o "Mia università". Makarenko riconobbe che le sue prime nozioni marxiste provenivano da lui e tale era il suo riconoscimento che mise il suo nome alla prima colonia che diresse, oltre a mantenere un ampio scambio di corrispondenza che portò Gorki a visitare la colonia.

Fonti:
"Poema Pedagogico", A.S. Makarenko
"Bandiere sulle torri", A.S. Makarenko
"A.S. Makarenko, un'antologia", J. Carbonell e F. Caivano, la Nostra Casa editrice Cultura, 1981

* Adrián J. Bertol è Direttore di Tinta Roja e membro dell'Ufficio Politico CJC.


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