Documenti e materiali dal Simposio dell'International Workers' Institute (IWI)
Il 10 dicembre si è svolto con successo il Simposio IWI su "Intelligenza artificiale e Movimento sindacale" tramite ZOOM. Più di 90 sindacalisti provenienti da 35 Paesi hanno partecipato al seminario.
Il discorso principale è stato tenuto dal compagno Grigoris Lionis, dott. in Ingegneria Meccanica. È intervenuto anche il compagno Sudip Dutta del Centre of Indian Trade Unions (CITU) ed esperto di nanotecnologie, sul tema "Intelligenza artificiale: Utopia o distopia?".
Per le presentazioni, i discorsi e le foto del Simposio, vedere qui sotto:
Intelligenza artificiale e movimento sindacale
Grigoris Lionis(Dr. Mech. Engineering)
Il dibattito sulla famigerata intelligenza artificiale (IA) e sui suoi effetti sull'uomo, in particolare sui lavoratori, è un dibattito che si è acceso di recente.
Quasi ogni giorno, vengono portate alla luce decine di notizie e analisi sui nuovi sviluppi dell'IA, sulle nuove applicazioni nella produzione e su come possa migliorare la vita delle persone.
E naturalmente, il movimento operaio deve discutere di questo tema, fare luce sui suoi aspetti, rispondere alle domande sollevate, anticipare gli sviluppi futuri.
La nostra discussione di oggi mira a dare un piccolo contributo a questo processo, per innescare nuovi pensieri e punti di vista.
Prima di approfondire la questione e cercare di dare delle risposte su cosa sia realmente l'IA e quali siano i suoi limiti, dobbiamo partire dalla consapevolezza che l'IA e la sua applicazione nella produzione sono una realtà e riguardano praticamente tutti i lavoratori dei cinque continenti.
Gli esempi di come l'IA impatta sulla vita dei lavoratori in tutto il mondo sono numerosi:
- In India, ci sono diversi annunci sui call center basati su IA, sui loro tassi di successo e sulla loro capacità di gestire automaticamente la maggior parte delle chiamate.
- Il Brasile sta promuovendo un importante piano per lo sviluppo dell'AI, che oltre al suo utilizzo per i "servizi pubblici" è anche legato alla politica industriale, con il Ministro Márcio Elias Rosa che ha dichiarato che l'obiettivo del governo è quello di "mettere l'IA all'interno delle fabbriche per rendere il Brasile efficiente e competitivo".
- Negli Stati Uniti, le applicazioni di IA vengono utilizzate in un numero crescente di aziende in un numero crescente di settori, sotto lo slogan "riportare la produzione negli Stati Uniti".
- L'Unione Europea si sta muovendo con molte nuove leggi per regolamentare l'IA, mentre "corre" per recuperare il ritardo rispetto alla concorrenza nello sviluppo del processo produttivo.
- La Cina è un campione mondiale nell'implementazione dei robot industriali.
E così via.
Di conseguenza, gli sviluppi stessi sollevano una serie di domande. Che cos'è l'IA e, soprattutto, che cosa può fare? Come si evolverà il lavoro con l'IA? Dobbiamo essere tecnofobici o tecnofili? Cosa dovrebbe fare il movimento operaio nell'era dell'IA? Come può essere utilizzata a beneficio dei popoli, a beneficio dei lavoratori?
Si può dire molto sulla tecnologia IA, ma vale la pena concentrarsi su alcuni fatti che possono sostenere gli obiettivi della nostra discussione.
Il termine IA è più o meno un ombrello che comprende molte tecnologie e soluzioni tecniche diverse, che tuttavia convergono su un risultato: la funzione IA sembra sostituire le funzioni cognitive umane. Alcuni processi che fino a poco tempo fa richiedevano una mente umana per essere eseguiti, ora possono essere eseguiti da sistemi informatici di IA. I processi che vengono automatizzati si riferiscono sia ad attività che si trovano principalmente nel regno mentale - ad esempio, la traduzione di un testo da una lingua all'altra - sia ad attività in cui le funzioni mentali controllano le funzioni fisiche, come la guida di un veicolo o la costruzione di un muro, che richiedono non solo la forza fisica, ma anche la capacità di eseguire i compiti del cervello umano: la percezione dell'ambiente, la comprensione dei problemi che l'ambiente può "creare", la scelta di un approccio diverso, ecc. I vecchi processi di automazione - l'industria automatizzata, i robot tradizionali - funzionavano bene in un ambiente standard, rigorosamente definito, su una linea di produzione, e anche lì avevano poco spazio per la flessibilità, rendendo la loro applicazione attuabile solo su volumi molto grandi. L'IA "regala" a questi sistemi una flessibilità di gran lunga maggiore. Dopo decenni di sviluppo di tali sistemi, l'umanità è riuscita a costruire sistemi in grado di operare in tali condizioni e di sostituire l'uomo in alcune di queste operazioni.
Questi sistemi utilizzano computer enormi, costruiti appositamente per il lavoro e a differenza delle soluzioni tradizionali, devono essere "addestrati" con una quantità molto elevata di dati, che sono principalmente generati dall'uomo.
In questo senso, questi sistemi hanno in realtà una base sociale, poiché la loro "intelligenza" non è altro che la "distillazione" dell'intelligenza delle persone i cui dati vengono utilizzati per addestrare questi sistemi. In poche parole, i grandi modelli linguistici che "parlano", in realtà non fanno altro che "ripetere a pappagallo" le parole e le frasi rilevanti e comporre frasi, paragrafi e testi che assomigliano a qualcosa che hanno già elaborato. Hanno semplicemente assimilato decine di milioni di pagine di testo, che praticamente ricordano tutte in una volta.
Quindi questi sistemi, sempre nella loro versione attuale, non "pensano". Non capiscono ciò che dicono. Ma producono risposte così complesse che sembra che stiano pensando, come se capissero ciò che viene detto.
Per questo motivo, la loro capacità di sostituire completamente gli esseri umani è attualmente inesistente.
Tuttavia, questi sistemi possono - nel modo in cui funzionano - moltiplicare la produttività del lavoro in modo tale da consentire una riduzione significativa del numero di lavoratori, in quanto i lavoratori con sistemi di IA svolgono compiti che prima erano svolti da molti più lavoratori. L'esempio recente di una grande azienda di call center la quale ha rivelato che l'instradamento automatizzato delle chiamate [routing automatico] viene utilizzato nel 95% dei casi è eloquente.
Nei prossimi anni, possiamo aspettarci un rapido sviluppo di molti sistemi tecnologici di questo tipo, in grado di eseguire processi con una riduzione significativa della manodopera, dagli autisti robotizzati che eseguono il 90% - 95% del viaggio, ai robot nel processo di produzione industriale.
Il lavoro umano sarà eliminato con questi sistemi? Parlando del futuro a medio termine, la risposta che diamo è un secco NO. Questi sistemi mancano di consapevolezza, giudizio e capacità di comprendere e rispondere a sviluppi davvero inaspettati.
Tuttavia, il fatto che la produttività del lavoro sia aumentata con l'uso di questi sistemi, che consentono di svolgere i compiti con un numero significativamente inferiore di lavoratori, è chiaro e indubbio.
Quasi tutti gli studi che valutano l'impatto dei robot e dell'IA sulla forza lavoro concludono che l'adozione dei robot comporta una perdita di posti di lavoro nelle industrie che li impiegano. In realtà, questi studi si riferiscono a robot "semplici" che sono già utilizzati nell'industria. I nuovi robot che operano con sistemi di IA, che arriveranno nel prossimo futuro con capacità ancora maggiori, avranno un impatto oggettivamente maggiore.
Questo fenomeno, ovviamente, non dovrebbe sorprendere nessuno e, dopo tutto, non è una novità. In ogni fase di sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche, il nuovo livello di automazione è stato utilizzato per aumentare la produttività del lavoro e per sostituire la forza lavoro umana in un settore, la quale poi è stata trasferita ad altri settori.
Forse l'esempio più tipico è quello della produzione agricola. Prima della meccanizzazione della produzione agricola, quest'ultima assorbiva una parte molto ampia della forza lavoro in quasi tutto il mondo. La meccanizzazione, l'automazione della produzione agricola, ha ridotto drasticamente la necessità di forza lavoro impiegata in essa, e storicamente l'ha liberata per destinarla ad altri settori produttivi.
La differenza tecnica con l'IA riguarda forse il fatto che i cambiamenti, l'automazione della produzione e la tendenza a sostituire il lavoro umano riguardano quasi tutti i settori dell'economia allo stesso tempo. L'avvento dell'IA non riguarda un settore o un altro, ma riguarda tutti i settori lavorativi, o almeno una vasta gamma di essi.
Ma soprattutto, ciò che influenza gli effetti dei nuovi mezzi tecnologici sul lavoro e sulle relazioni umane in generale è la struttura sociale stessa, il capitale e la proprietà del capitale.
Quando studiamo gli effetti dei nuovi mezzi tecnologici sul lavoro, dobbiamo tenere presente che nel capitalismo, i mezzi di produzione costituiscono il capitale. Il capitale viene investito con l'unico criterio della sua auto-espansione, il suo profitto in parole povere. Pertanto, l'investimento di capitale, l'intero investimento nel capitalismo, viene promosso sulla base del profitto e del saggio di profitto. L'ordine di priorità negli investimenti si basa sul saggio di profitto previsto. In altre parole, i nuovi mezzi di produzione vengono sviluppati e utilizzati in base al saggio di profitto.
Nell'area che stiamo esaminando attualmente, nelle nuove tecnologie, nell'IA e nella robotica, questa osservazione spiega come il capitalismo utilizzerà i nuovi mezzi di produzione e l'aumento della produttività del lavoro. Gli investimenti nei nuovi mezzi di produzione si verificano quando il "costo" per l'investitore si riduce, ossia quando la forza lavoro richiesta in una determinata azienda si riduce - e in effetti quando si riduce abbastanza da compensare l'aumento dell'investimento - o quando il nuovo mezzo di produzione espande la quota di mercato, riducendo così l'occupazione in altre aziende del settore.
Uno studio relativamente recente condotto dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) nel 2020 ha rilevato che ogni robot industriale installato negli Stati Uniti riduce - nella regione più ampia - la forza lavoro di 6 lavoratori. L'effetto in altri Paesi con una struttura economica diversa può essere diverso, ma il fatto è che gli investimenti di capitale, ossia gli investimenti che gli Stati e le aziende capitaliste fanno nei robot e nell'IA, hanno i seguenti effetti: sostituiscono la forza lavoro umana, riducendo il numero di posti di lavoro, mentre cambiano i posti di lavoro che rimangono, rendendo il lavoro più complesso, spesso più lungo e, a causa della disoccupazione, possono persino comportare una riduzione dei salari per coloro che lavorano.
Inoltre, se esaminiamo gli sviluppi nel contesto del modo di produzione capitalistico e oggi nel contesto del capitalismo monopolistico, i nuovi investimenti nell'automazione della produzione, nei robot e nell'IA hanno il potenziale di influenzare anche gli aspetti geoeconomici della produzione. Parte della forza lavoro più economica impiegata nelle regioni in via di sviluppo del mondo potrebbe essere sostituita da mezzi di produzione automatizzati nelle regioni più ricche e consumatrici. Per fare un esempio semplice, un sistema automatizzato che produce abiti, riducendo drasticamente la necessità di manodopera diretta, potrebbe portare a una significativa rimozione di manodopera dall'Asia meridionale, che attualmente è la "matrice" dell'industria dell'abbigliamento e delle calzature.
Oltre all'economia, queste nuove tecnologie sono fondamentali anche per il potere politico e militare. Vediamo che le nuove tecnologie vengono utilizzate nelle guerre che la NATO sta conducendo in tutto il mondo, e questo aspetto è sufficiente a far luce sulle ragioni per cui gli Stati Uniti e la NATO stanno cercando di mantenere la loro supremazia tecnologica, utilizzando anche tipi di guerra economica contro i BRICS e soprattutto la Cina.
La discussione svolta finora sembra spiegare perché la vera questione per il movimento operaio non attiene alla dicotomia tecnofobici o tecnofili.
Da un lato, il problema non è la tecnologia, l'IA e i robot. Dopo tutto, non sono altro che i risultati della produzione sociale stessa, dell'esperienza lavorativa umana accumulata e codificata come scienza, dopo tutto sono le nostre stesse creazioni. Tanto più che l'intelligenza artificiale, in particolare, codifica la comunicazione stessa di milioni o miliardi di persone, ossia ha un carattere sociale. Nelle circostanze attuali, le condizioni per lo sviluppo e l'utilizzo dei sistemi di IA e delle nuove tecnologie in generale sono determinate dai "padroni della terra", le classi borghesi e gli Stati borghesi. Quindi, non c'è alcun problema con le nuove tecnologie in quanto tali. Il problema è che oggi, e fino a quando esisterà il capitalismo, lo sfruttamento di tutte queste nuove tecnologie sarà a vantaggio del capitale, per garantire più profitto e un tasso di profitto più elevato.
Questo corso di sviluppo dei mezzi di produzione e di sfruttamento da parte del capitale significa che le nuove tecnologie, oggi, non saranno utilizzate per risolvere i problemi dei lavoratori, ma li amplieranno oggettivamente.
- Porteranno al deterioramento delle condizioni di lavoro, alla riduzione dell'occupazione e all'aumento dell'orario di lavoro.
- Il loro sfruttamento da parte dello Stato rende gli Stati più efficienti nel loro funzionamento: ossia nella pesante tassazione del popolo, nella repressione statale e nella sorveglianza delle lotte dei lavoratori.
- Il loro sfruttamento da parte dell'imperialismo produce nuove armi, ancora più pericolose, e porta a un potere ancora maggiore.
Pertanto, è del tutto fuorviante pensare che i problemi dei lavoratori possano essere risolti da nuove tecnologie nel processo produttivo e nel Paese. Le nuove tecnologie sono promosse con il criterio di aumentare i profitti e l'efficienza dello Stato, avendo così un impatto negativo sui lavoratori. Le forze, in politica e nei sindacati, che promuovono alcune "tecnoluzioni" che avanzano la posizione secondo cui una maggiore tecnologia può essere la base per migliorare la vita dei lavoratori, stanno, consciamente o inconsciamente, coltivando delle illusioni.
Il vero problema, quindi, non è se siamo negazionisti o favorevoli alla tecnologia. Il problema non è la tecnologia. Il problema sono i rapporti economici in cui viene sviluppata e sfruttata.
Siamo convinti che le nuove tecnologie abbiano il potenziale, in un contesto sociale ed economico radicalmente diverso, nel contesto di rapporti socialisti, di svolgere un ruolo molto importante a beneficio dei lavoratori.
In una società libera dal profitto e dalla proprietà capitalista, dove la produzione si sviluppi per soddisfare le esigenze ampliate dei lavoratori, le nuove tecnologie, la robotica, l'IA possono essere sfruttate con risultati considerevolmente positivi.
Nella produzione in sé, le nuove tecnologie, la robotica e l'automazione saranno sviluppate e sfruttate per ridurre in modo sostanziale la fatica umana, per rendere i compiti più semplici per gli esseri umani e porteranno a una rapida riduzione dell'orario di lavoro, migliorando al contempo il tenore di vita e il livello dei consumi.
Allo stesso tempo, in termini di organizzazione sociale, le nuove tecnologie e l'intelligenza artificiale possono offrire grandi progressi nella pianificazione centrale scientifica, consentendo di affrontare problemi che in precedenza erano molto più difficili da risolvere.
Le possibilità di prevedere i consumi possono adeguare sensibilmente la produzione ai bisogni, le possibilità di gestire grandi volumi di dati ponderati aiuteranno significativamente la pianificazione centrale scientifica del socialismo a risolvere problemi di produzione complessi.
Le nuove tecnologie saranno utilizzate per assistere i servizi educativi e sanitari, aumentandone l'efficienza e non come sostituto economico degli strati popolari, come avviene oggi.
Dopotutto, l'attuale enorme potenziale dei nuovi mezzi di produzione non riflette altro che la stessa divisione sociale del lavoro, sempre più profonda, il suo carattere sociale. Le nuove forze produttive invocano la necessità di cambiare i rapporti di produzione, gridano che i rapporti capitalistici sono ora più maturi che mai. Chiedono a gran voce la necessità del socialismo.
Oggi, il movimento operaio deve andare avanti utilizzando la sua teoria economica come faro. Deve avanzare con una chiara comprensione dell'effetto dei mezzi di produzione sul lavoro e sull'equilibrio di potere.
Rendersi conto che entrambi i lati che la propaganda borghese mette in evidenza sono ugualmente inefficaci.
I robot e l'intelligenza artificiale non sono "demoni" da esorcizzare, la tecnologia non è il problema.
Allo stesso tempo, lo sfruttamento dei robot e dell'IA da parte dello Stato e del capitale non risolverà i nostri problemi sul posto di lavoro, nella società, ma li moltiplicherà. L'avvento dei robot e dell'IA non rende migliore l'"economia" in generale, ma avvantaggia solo i capitalisti a cui appartengono.
Nelle circostanze attuali, il movimento operaio internazionale deve lottare e opporsi alle leggi capitaliste che cercano di sfruttare le nuove tecnologie a spese dei lavoratori.
Elaborare un quadro di richieste che illumini la realtà sociale, spiegare che il problema non è la tecnologia ma il padrone capitalista, anticipare per tempo l'impatto delle nuove tecnologie nei vari settori e nel proprio Paese. La necessità di ridurre drasticamente l'orario di lavoro, aumentando i salari dei lavoratori e migliorando le condizioni di lavoro, deve essere l'epicentro delle loro lotte. Queste lotte di oggi apriranno anche la strada ai grandi cambiamenti sociali di cui hanno bisogno i lavoratori di tutto il mondo.
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IA: utopia o distopia?
Sudip Dutta (CITU-India)
L'emergere maggiormente dibattuto dell'Intelligenza Artificiale (IA) ha portato alla ribalta la famosa domanda: utopia o distopia, quale sarà il destino finale dell'umanità?
Sarà un mondo in cui il lavoro diventerà insignificante o sta germinando il terreno materiale per la forma socialista del lavoro?
In questa discussione, cercheremo di vedere l'IA da una prospettiva politico-economica piuttosto che solo tecnologica.
Discuteremo quindi il suo scopo, le alterazioni che sta apportando agli strumenti e ai metodi di produzione, e gli effetti sul rapporto di produzione, sul lavoro, sul sistema economico e socio-politico.
Questo lo scopo in generale: il capitalismo è un sistema governato dalla ragione del profitto illimitato; alla ricerca di questo, il capitale tenta di espandere il volume della produzione vendibile a un livello senza precedenti. La macchina è stata il punto di partenza della Rivoluzione industriale che ha elevato la produzione alla fase gigantesca attuale.
Da un lato, il lavoro operaio è l'unica fonte di valore per l'espansione del capitale, ossia il surplus, dall'altro, l'organizzazione dei lavoratori è l'unico deterrente di fronte alla ricerca sfrenata di surplus di lavoro da parte del capitale. Così il capitale vuole sbarazzarsi del lavoro sindacalizzato, che può raggiungere una maggiore coscienza di classe e formare una resistenza, e allo stesso tempo rimane bloccato nella sua estrema necessità per sopravvivere e prosperare.
La dicotomia si esprime come relazione peculiare tra uomo e automazione nel capitalismo, amico indimenticabile e nemico insopportabile. L'automazione serve il capitalismo in 3 modi: aumentando la produttività dell'intera industria, quindi il volume di produzione e il profitto; introducendo nuove tecnologie transitorie e aumentando così la produttività di case monopolistiche selettive, assicurando loro un tasso di profitto più elevato; e respingendo la manodopera dal lavoro, aumentando così le dimensioni dell'esercito di riserva e imponendo una pressione al ribasso sui salari.
Quindi, la produttività in generale, la produttività in particolare e la capacità di sfruttamento attraverso l'aumento della disoccupazione nel suo complesso sono i tre ingranaggi del veicolo dell'automazione.
Certamente, l'automazione era molto cara al capitalismo e l'unica ambizione era il trionfo incontrastato della macchina sull'uomo. Per stabilire l'autonomia delle macchine rispetto al lavoro umano, il capitale ha sostituito la manodopera con i cavalli, il vento, l'acqua e il vapore o l'elettricità; la forza motrice inanimata ha iniziato a funzionare con o senza i muscoli umani, ma non ha potuto sbarazzarsi dell'intelligenza umana, rimasta l'unica a sovrintendere alla pianificazione, produzione, manutenzione, marketing ed a tutti i processi decisionali.
L'IA e l'attuale stato di crisi. Il capitalismo è bloccato in una crisi sistemica da un decennio e mezzo. Ha tre strade consolidate per uscire da qualsiasi crisi (oltre al comunemente noto scatenamento della guerra); queste sono: la creazione di nuovi e più redditizi rami industriali in quel momento specifico; l'accelerazione della produttività competitiva per un periodo transitorio, spingendo così il peso della crisi sulle aziende più piccole e sui loro lavoratori; e la creazione di una disoccupazione di massa, la riduzione dei salari, quindi il trasferimento del peso sulla classe operaia.
Si sostiene che questi tre aspetti possano essere affrontati con successo grazie all'introduzione dell'Intelligenza artificiale (IA) e della Robotica integrata. L'Intelligenza artificiale è presumibilmente lo strumento per aumentare la produttività su una nuova scala e in un nuovo grado, con il ridimensionamento di vari livelli di occupazione. I settori capitalistici in crisi partono dalla straordinaria convinzione che, grazie all'installazione dell'IA, la produttività aumenterà senza aumentare i costi dei beni fisici come i macchinari, eccetera, seguita da una drastica economia dei costi di occupazione, quindi la redditività aumenterà, anche se meno lavoro umano sarà impegnato in una singola unità di merce.
Quali sono i nuovi strumenti di produzione? Una macchina è un robot industriale se può essere programmata al computer per eseguire compiti fisici legati alla produzione senza la necessità di un controllore umano. L'applicazione dei robot industriali comprende l'assemblaggio, l'erogazione, la manipolazione, la lavorazione e la saldatura - tutte attività prevalenti nelle industrie manifatturiere; comprende anche la raccolta (in agricoltura) e l'ispezione funzionale di attrezzature e strutture (in centrali elettriche, linee di trasmissione, raffinerie di petrolio, ecc). Inoltre, l'"Internet delle cose" (Internet of Things, IoT) sta collegando macchine e attrezzature a una rete comune, in modo che l'intero processo possa essere gestito a distanza. In poche parole, l'intera rivoluzione consiste nell'integrare i vari processi di produzione e di servizio con un sistema digitale e nel gestirlo in remoto sulla base delle decisioni adottate attraverso l'analisi dei big data.
Le sfide sono state quelle di sviluppare un software in grado di prendere e modificare le decisioni autonomamente e di sviluppare un programma in grado di produrre tale software senza il lavoro umano. Ed ecco l'importanza dell'IA. Intelligenza artificiale significa macchina che non si limita a eseguire istruzioni pre-programmate, ma apprendere nuovi programmi e istruzioni grazie alle esperienze in nuove situazioni e prendere decisioni automatizzate senza una precedente codifica. D'altra parte, la produzione di software è stata generalmente descritta come irriducibilmente comunicativa, ad hoc e non adatta al metodo di gestione taylorista. Nel taylorismo, il manager scientifico seziona il processo lavorativo, lo codifica e lo ottimizza.
La rivoluzione dell'apprendimento automatico è che, in una forma nascente, ha sviluppato la possibilità di automatizzare un processo senza una precedente codifica. La procedura di apprendimento automatico opera generalmente con il metodo dei tentativi e degli errori a velocità disumane, saltando la codifica del processo di lavoro attraverso la pura forza bruta. Contemporaneamente, il lavoro di scienza dei dati che produce il software sta per essere sezionato in componenti, frammentato, dequalificato e automatizzato con strumenti di apprendimento automatico. I lavoratori stanno automatizzando il loro stesso lavoro. Si tratta certamente di un salto rivoluzionario nello scenario industriale.
Come cambierà il lavoro? L'effetto sarà molto ampio e di natura diversa. Nel settore manifatturiero, si è già instaurato un meccanismo in cui un essere umano lavora tra due robot in un processo di lavoro spietatamente intensificato. Certamente, con l'aumento del potere di sorveglianza a distanza e di analisi dei dati, i processi di lavoro saranno più serrati e frenetici, indebolendo così la capacità di contrattazione; ai lavoratori sarà imposto un onere maggiore.
Tuttavia, ancora oggi i progressi tecnologici sono largamente inadeguati per sviluppare robot IA in grado di sostituire qualsiasi forma più semplice di compiti composti svolti dall'uomo. Un test di ricerca della Difesa del Pentagono ha recentemente organizzato una competizione in cui i robot hanno impiegato un'ora per completare una serie di 8 compiti, mentre gli umani hanno fatto lo stesso in meno di 10 minuti.
Quindi, i robot e l'intelligenza artificiale vengono impiegati, ma i processi produttivi rimangono per lo più invariati. Inoltre, il lavoro umano è stato intensificato e da qualche parte sostituito. L'uomo e la macchina si replicano a vicenda in una competizione malsana che impone una pressione inimmaginabile sulla classe operaia.
E ci sarà un cambiamento particolare anche nel rapporto di produzione! La rapida intrusione dell'automazione di questo ultimo tipo richiede un'adozione molto rapida di una tecnologia all'avanguardia, superando continuamente la necessità di una forza lavoro esperta e dedicata a un compito specifico. Il modo di produzione si sta muovendo verso una direzione in cui i gruppi di apprendisti di fresca assunzione e più vulnerabili, saranno gravati dall'intera responsabilità centrale del processo di produzione. Anche i programmi governativi stanno dando risonanza a questo fatto. In modo sorprendente, l'IA avrà un forte impatto sulle mansioni di supervisione e monitoraggio, riducendo così la forza lavoro anche in queste categorie. Quindi, sta emergendo un terreno materiale in cui i dipendenti di tutti gli strati, dagli apprendisti ai dirigenti, sentiranno la necessità di organizzarsi per sopravvivere. Certamente, l'integrazione digitale dei processi produttivi darà ai lavoratori di nuova generazione una maggiore comprensione olistica dell'intero processo di produzione e aumenterà la loro consapevolezza.
Gravi effetti sul lavoro. Questa profonda automazione coinvolgerà tutti i settori, dal lavoro manuale a quello intellettuale. I lavori di assistenza alla persona meno pagati aumenteranno, mentre ci sarà un declino nel settore bancario, nella produzione di beni e servizi e nei lavori d'ufficio e di vendita. Gli economisti di Goldman Sachs hanno previsto che la tecnologia IA porterà una "significativa perturbazione" nel mercato del lavoro, mettendo a rischio 300 milioni di lavoratori a tempo pieno nelle principali economie; un quinto dei posti di lavoro a livello globale è esposto al rischio di automazione IA.
Quindi, sicuramente ci sarà una perdita di posti di lavoro in alcuni settori. Ma ci saranno nuovi posti di lavoro? L'aumento della produttività è garantito? Il professor Daron Acemoglu spiega che "se l'automazione è di questo tipo, essa genera solo piccoli miglioramenti della produttività e crea tutti gli effetti di spostamento ma pochi benefici di compensazione". In effetti, la ricerca di profitti extra dall'automazione da parte delle aziende leader può abbassare la crescita generale della produttività. Questo perché le aziende introducono l'automazione principalmente in aree che possono aumentare la redditività, come il marketing, la contabilità o la tecnologia dei combustibili fossili, ma non aumentano la produttività dell'economia nel suo complesso o cercano di soddisfare le esigenze sociali. D'altra parte, nell'era di stagnazione-inflazione dell'economia globale, se la produttività cresce, anche la produzione guidata dalla domanda può crescere a un ritmo più lento, riducendo così l'apporto di manodopera e il reddito (ore, occupazione e salari).
L'ultimo rapporto dell'ILO ha anche sancito che il risultato dell'automazione negli ultimi 30 anni è stato l'aumento della disuguaglianza dei redditi.
Infine, il tipo di sistemi hardware necessari per eseguire l'IA ha costi enormi, anche prima di considerare l'archiviazione dei dati e il networking. Indubbiamente, l'introduzione degli investimenti nell'IA non porterà a un facile risparmio di capitale fisso, quindi la redditività in generale non aumenterà automaticamente.
Anche se esiste una buona possibilità per i gruppi tecnologici monopolistici di aumentare la redditività adottando questa nuova tecnologia, ciò non sarà generale o automatico. Per garantirlo, verrà esercitata un'ulteriore pressione al ribasso sul lavoro e la disoccupazione aumenterà. Ma certamente la supremazia del lavoro prevarrà, poiché il lavoro è e rimarrà l'unico agente di creazione emergente e, ovviamente, l'unica fonte di profitto. Il lungo conflitto del lavoro con la macchina raggiungerà la fase più alta quando l'uomo competerà con la sua materia artificiale più avanzata, l'IA.
Ovviamente l'IA non è un problema per una società in cui il lavoro e i prodotti sono un diritto di tutti; la rivoluzione dell'IA rivela che stiamo entrando in un'epoca in cui il lavoro umano sarà sostituito dalle macchine con una rapidità senza precedenti, in cui la possibilità di un contributo più creativo si dispiegherà davanti all'umanità, un'epoca egualitaria con più tempo libero e lusso di vita, a condizione che l'ordine sociale capitalista reazionario venga abbandonato. Lo sviluppo delle forze produttive in questa fase non sarà più compatibile con questo sistema. I giorni a venire saranno più impegnativi; si dovranno percorrere nuovi sentieri. È dovere del movimento operaio organizzato convertire questa rivoluzione IA in un'arma per la trasformazione sociale, non in modo utopico ma scientifico.
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Commenti del Segretario nazionale aggiunto della Labor United Educational League (USA)
S.M. Cifone
Innanzitutto, vorrei inviare la solidarietà dei lavoratori statunitensi con orientamento di classe a tutto il popolo palestinese e siriano nel mondo. Mi chiamo Scott e sono il Segretario nazionale aggiunto della Labor United Educational League negli Stati Uniti. Siamo un movimento di lavoratori di base negli Stati Uniti che mira a costruire un centro di orientamento di classe all'interno del movimento sindacale americano.
Vorrei ringraziare la Federazione Sindacale Mondiale (FSM -WFTU), l'IWI per aver organizzato questa presentazione e ringraziare i relatori di oggi per l'ottima illustrazione delle lotte che i lavoratori del mondo devono affrontare con la crescente implementazione dell'IA. Vorrei solo fornire un rapido aggiornamento su alcune lotte che la classe operaia americana deve affrontare a causa dell'implementazione dell'IA e dell'automazione. In ottobre, gli scaricatori di porto della costa orientale e del Golfo degli Stati Uniti hanno scioperato a causa dell'aumento dell'automazione attraverso l'IA istituita nei porti degli Stati Uniti. Dopo 3 giorni di sciopero, hanno raggiunto un accordo provvisorio sui salari e concordato una proroga di 90 giorni del contratto quadro scaduto, mentre hanno continuato a negoziare sull'automazione. Il mese scorso, le trattative sono state interrotte e sembra che torneranno a scioperare il 15 gennaio con l'obiettivo di impedire l'automazione nei loro porti.
Inoltre, due anni fa i lavoratori delle ferrovie negli Stati Uniti sono stati impediti dal regime di Biden allo sciopero a causa della legge draconiana sul lavoro ferroviario firmata qui nel 1926. Le loro principali rimostranze riguardavano i tentativi delle ferrovie di ridurre gli equipaggi dei treni a 1 persona, rispetto a un equipaggio già ridotto a 2 persone, a causa dell'automazione. Oltre a ciò, le ferrovie hanno introdotto il cosiddetto "Precision Scheduled Railroading", che ha portato alla riduzione dei tempi di ispezione e a tagli massicci nella manutenzione, nonché all'aumento delle dimensioni dei treni, che sono lunghi fino a 3 miglia, il che ha portato al disastro ferroviario dello scorso anno a East Palestine, Ohio.
La Labor United Educational League ha avviato la nostra ricerca e sta lavorando a un piano per aiutare i lavoratori americani a comprendere meglio gli effetti dell'aumento dell'automazione e dell'IA, nonché a capire come procedere come movimento sindacale orientato alla classe. Devo dire che le presentazioni di oggi hanno coinciso ampiamente con le discussioni che abbiamo avuto sull'automazione. Una campagna su cui stiamo lavorando è la lotta con i lavoratori delle ferrovie americane per la nazionalizzazione delle ferrovie americane nella campagna Public Rail Now. In base a questo piano, i lavoratori avrebbero una partecipazione nella gestione delle ferrovie e potrebbero potenzialmente mitigare gli effetti negativi dell'automazione, consentendo che la sua implementazione avvenga a vantaggio dei lavoratori e non degli enormi profitti che attualmente vanno ai cartelli ferroviari.
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