da Accademia
delle Scienze dell'URSS, Storia universale, vol. X, Teti Editore, Milano, 1975,
pgg. 468-470
trascrizione e conversione in html a cura del CCDP
Il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki
I gruppi dirigenti degli Stati Uniti erano allarmati perché il ruolo decisivo
dell'Unione Sovietica nella disfatta della Germania hitleriana aveva
eccezionalmente accresciuto il prestigio internazionale dell'Unione Sovietica,
aveva contribuito a rafforzare le forze democratiche in tutto il mondo e a
intensificare il movimento di liberazione dei popoli dell'Asia. Il governo
degli Stati Uniti, volendo dimostrare la particolare potenza della macchina
bellica americana, impiegò contro la popolazione civile giapponese la bomba
atomica, uno strumento di distruzione in massa di eccezionale potenza.
Il lavoro per produrre l'arma atomica era iniziato negli Stati Uniti
nell'estate 1940. Il "progetto Manhattan" — così era chiamato in
codice il lavoro per la bomba atomica concentrato nei laboratori di Los Alamos
— costò agli Stati Uniti due miliardi di dollari. Alla soluzione diretta dei
problemi scientifici e tecnici presero parte scienziati non solo americani. Un
notevole contributo diedero i fisici europei che si trovavano allora negli
Stati Uniti d'America: Enrico Fermi, Viktor F. Weisskop, Eduard Teller e altri.
Il governo inglese trasmise agli Stati Uniti d'America il risultato delle
ricerche compiute in Inghilterra, e inviò in America i propri scienziati. Il
timore che i nazisti potessero per primi creare quest'arma impresse ai lavori
un ritmo febbrile.
Le conseguenze politiche della costruzione del-la bomba atomica non vennero
esaminate e discusse dal governo Roosevelt. Tutti gli sforzi furono concentrati
su un solo obiettivo: essere i primi a entrare in possesso dell'arma atomica.
Solo alla fine dell'aprile 1945, dopo la morte di Roosevelt, quando divenne
chiaro che il compimento dei lavori era questione di pochi mesi, fu deciso di
includere la bomba atomica nei piani militari.
Dal maggio 1945, il comando militare degli Stati Uniti d'America incluse la
bomba atomica nei piani militari della tappa conclusiva della guerra
sull'oceano Pacifico, quale arma probabile, ma niente affatto decisiva.
La imminente entrata dell'Unione Sovietica nella guerra contro il Giappone pose
in discussione l'opportunità militare dell'impiego dell'arma atomica.
Alla metà del luglio 1945, il comitato unificato del controspionaggio
anglo-americano presentò un memorandum al comitato unificato dei capi di stato
maggiore, in cui si affermava che appena l'Unione Sovietica avesse iniziato la
guerra contro il Giappone, il governo di Tokio "probabilmente desidererà
finire la guerra a qualsiasi condizione". L'alto comando militare
americano, considerando ciò, dubitò che l'impiego della bomba atomica fosse
indispensabile agli scopi militari. Venne proposto di limitarsi a una
dimostrazione: fare esplodere la bomba atomica o su luoghi disabitati oppure
sul mare del Giappone. La decisione finale dell'impiego della bomba atomica
tuttavia era nelle mani dei capi politici e fin dall'inizio non fu collegata
agli obiettivi della campagna conclusiva contro il Giappone. Il governo Truman
considerava la bomba atomica come lo strumento principale attraverso il quale
gli Stati Uniti potevano dettare le loro condizioni a tutti gli altri paesi del
mondo nella tappa conclusiva della guerra e nel periodo di assestamento
postbellico.
Il comitato provvisorio diretto da H. Stimson, creato dal governo americano per
la definitiva soluzione del problema, si pronunciò il 1° giugno 1945 perché
l'impiego della bomba atomica contro il Giappone avvenisse "al più presto
possibile".
L'intenzione del governo di utilizzare la bomba atomica come strumento di
pressione politica allarmò molti scienziati che avevano partecipato alla
costruzione dell'arma atomica. Il comitato degli scienziati atomici, presieduto
dal prof. James Frank, presentò al governo un rapporto nel quale si pronunciava
contro l'impiego della bomba atomica nella guerra con il Giappone.
"I vantaggi militari e la salvezza di vite americane — diceva il rapporto
— che possono essere ottenuti mediante un improvviso attacco atomico, possono
essere superati dall'ondata di terrore e di sdegno che si abbatterà sul resto
del mondo". Gli scienziati ritenevano indispensabile fare preventivamente
una dimostrazione della nuova arma alla presenza dei rappresentanti delle
potenze aderenti alla Organizzazione delle Nazioni Unite, e poi di intimare un
ultimatum al Giappone e, se il governo giapponese l'avesse respinto, di
esaminare la eventualità dell'impiego della bomba atomica. I1 16 luglio 1945 ad
Alamogordo, nel deserto dello Stato del Nuovo Messico, venne compiuta la prima
esplosione atomica sperimentale. II 24 luglio Truman diede l'ordine di
impiegare la bomba atomica contro il Giappone ai primi di agosto. Gli Stati
Uniti possedevano allora solo due bombe atomiche. Il governo americano si
affrettò a metterle in uso alla vigilia dell'entrata in guerra dell'Unione
Sovietica.
Il 6 agosto 1945 due bombardieri americani B-29 apparvero sopra la città giapponese
di Hiroshima. Nell'estate 1945 l'aviazione americana dominava incontrastata nel
cielo giapponese e il volo di questi aerei non suscitò particolari
preoccupazioni. Anche se fu dato il segnale d'allarme, la maggior parte della
popolazione non pensò a ripararsi nei rifugi. Continuò la vita normale. Alle
8,15 venne lanciata con un paracadute la bomba atomica. Alcuni minuti dopo
sopra il centro della città avvenne l'esplosione. In un attimo si generò una
luce accecante, si formò una gigantesca nube a forma di fungo, la città venne
coperta da turbini di fumo. Nel raggio di 4 km dall'epicentro dell'esplosione
scoppiarono incendi, i nove decimi delle case di Hiroshima si trasformarono in
cenere. Migliaia e migliaia di persone morirono per le bruciature e per l'onda
esplosiva. Sembrava che a Hiroshima si fossero scatenati contemporaneamente
tutti gli orrori dell'inferno. A sera, quando si spensero gli incendi, al posto
della città si stendeva un deserto di cenere con alcuni scheletri di edifici di
cemento che spuntavano qua e là. Il 9 agosto, la seconda bomba atomica venne
lanciata su Nagasaki, con effetti non meno devastatori. In questi primi due
bombardamenti atomici morirono o furono gravemente ustionati circa 450.000
civili giapponesi.
Questo atto di inaudita barbarie esercitò una impressione spaventosa sul popolo
e sul governo del Giappone. Ma non fu esso, tuttavia, a decidere l'esito della
guerra.
La rapida conclusione della guerra fu non tanto la conseguenza dell'impiego
della bomba atomica, quanto il risultato delle sconfitte inflitte al Giappone
nell'oceano Pacifico dagli Stati Uniti d'America e dall'Inghilterra e in
Estremo Oriente dalle truppe sovietiche.
I bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki furono solamente il primo passo
della politica americana postbellica del ricatto atomico rivolto innanzi tutto
contro l'Unione Sovietica.