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La questione sulla posi
Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
La Rivoluzione cubana e la liberazione dell'Africa
di Emile Schepers
17/01/2009
Quando la Rivoluzione cubana ha trionfato il 1° gennaio 1959, i suoi leader hanno dichiarato apertamente la loro inimicizia per l'imperialismo e il colonialismo, e hanno cominciato ad organizzare la solidarietà materiale per le lotte rivoluzionarie in Africa, Asia e America Latina.
Uno dei primi paesi africani su cui Cuba ha concentrato l’attenzione è stato il Congo, una colonia belga fino al 1960. Sebbene ricca di minerali, la Repubblica Democratica del Congo (come è ora chiamata) era stata crudelmente depredata da capitalisti belgi, europei e statunitensi, che si adoperarono per continuare il saccheggio senza ostacoli, anche dopo l’indipendenza del paese. La CIA e il Belgio cospirarono con traditori i congolesi per assassinare il primo ministro di sinistra, Patrice Lumumba e rimpiazzarlo con un militare corrotto, Joseph Mobutu (poi Mobutu Sese Seko). I sostenitori di Lumumba organizzarono la guerriglia contro Mobutu e un esercito di mercenari stranieri introdotti dalla CIA per sostenerlo.
Ernesto "Che" Guevara, uno dei principali teorici e leader della Rivoluzione cubana, fu in Congo con un piccolo, ma altamente addestrato, gruppo di volontari afro-cubani, e collaborò con le forze guerrigliere congolesi, cercando di diffondere alcuni degli insegnamenti teorici e pratici appresi a Cuba. Purtroppo, nonostante l’aiuto cubano, le forze ribelli non furono in grado di contrastare l'esercito di Mobutu e i mercenari bianchi. Il Che lasciò l’Africa per la Bolivia, dove incontrò una morte eroica.
Cuba sostenne l’Algeria nella resistenza contro l’invasione marocchina, e aiutò le colonie portoghesi in Africa (Angola, Mozambico, Guinea Bissau, Capo Verde, Sao Tomé-Principe) in lotta per l'indipendenza. Nel 1974, il rovesciamento del regime fascista in Portogallo, rese possibile la rapida vittoria della lotte di indipendenza. In Angola, l'MPLA (Movimento Popolare per la Liberazione d'Angola) formò un governo, guidato dal medico marxista Augustinho Neto, che nel 1965 aveva conosciuto il Che in Africa. Tuttavia, due movimenti armati destra: il FLNA di Holden Roberto (cognato di Mobutu) e l'UNITA, guidata da uno spietato signore della guerra, Jonas Savimbi, contendevano il potere dell’MPLA.
Roberto invase il nord con le truppe congolesi di Mobutu, nel tentativo di catturare la capitale angolana, Luanda. Le truppe del regime di apartheid del Sudafrica, già sceso in lotta contro il movimento SWAPO per l’indipendenza della Namibia, si unirono a Roberto. Entrambe queste forze erano finanziate in pieno dalla CIA.
Cuba allora inviò le proprie forze militari per sostenere le truppe angolane. Non si trattava di qualche consulente tecnico, ma di migliaia di volontari cubani che mettevano a disposizione la vita in prima linea per difendere la libertà del popolo angolano. Rapidamente, le truppe angolane e cubane sconfissero Holden Roberto, che uscì dalla scena angolana, quindi respinsero anche l’intervento sudafricano.
Ma nel 1985, l'esercito sudafricano invase nuovamente l’Angola dalla Namibia, alleandosi con Savimbi. Il Presidente cubano Fidel Castro inviò immediatamente una forza di 40.000 soldati cubani per aiutare Neto (alla fine le forze cubane, dice Fidel, raggiunsero 300.000 soldati e 50.000 tecnici, tutti i volontari).
Tra il dicembre 1987 e il marzo 1988, le truppe angolane e cubane, con l'aiuto sovietico, sconfissero il Sudafrica e l'UNITA nella battaglia di Cuito Cuanavale, una base militare angolana che i sudafricani e l'UNITA avevano cercato di catturare in cinque assalti. Pur reclamando la vittoria, per il Sudafrica fu indubbiamente una disfatta non solo militare, ma anche una grande sconfitta politica. Le truppe sudafricane e cubane si ritirarono dall’Angola e la Namibia ottenne la sua indipendenza.
La maggior parte degli analisti ritiene che Cuito Cuanavale diede al regime sudafricano lo scossone che portò alla caduta della dura linea razzista del primo ministro P.W. Botha, sostituito da F.W. deKlerk. Quest’ultimo convinse suoi colleghi del Partito Nazionale al governo della necessità di negoziare con il Congresso Nazionale Africano, cosa che consentì la liberazione di Nelson Mandela dalla prigione e il crollo dello Stato dell’apartheid.
Oggi, l'Angola resta un paese povero nonostante gli ininterrotti aiuti cubani, la ricchezza petrolifera e la morte di Savimbi. La Repubblica Democratica del Congo non si è ancora ripresa dal lungo e nefasto regno di Mobutu. Ma tutta l'Africa, riconosce e apprezza il contributo cubano.
Nelson Mandela lo ha detto bene: "Centinaia di cubani hanno dato letteralmente la vita, per una lotta che era prima e soprattutto nostra e non loro. Come Sudafricani li onoriamo e facciamo voto di non dimenticare questo impareggiabile esempio di disinteressato internazionalismo".