www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - storia - 13-07-09 - n. 282

da Rinascita, luglio 1949 
A sessanta anni dalla morte
trascrizione a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Dimitrov smaschera il fascismo a Lipsia
 
(Dal resoconto del processo)
 
DIMITROV: Debbo recisamente protestare contro la tesi che io abbia avuto degli scopi propagandistici. Si può ammettere che la mia difesa davanti al Tribunale abbia avuto un certo effetto di propaganda. Ammetto che la mia condotta al Tribunale possa essere d'esempio a un comunista imputato. Ma ciò non è stato il compito ira mediato della mia difesa. Il mio scopo consisteva nel confutare l'accusa che Dimitrov, Torgler, Popov e Tanev, il Partito comunista della Germania e l'Internazionale Comunista potessero avere un qualsiasi rapporto con l'incendio.
 
Io so che in Bulgaria nessuno crede alla nostra pretesa partecipazione all'incendio. So che all'estero, in generale, è difficile che qualcuno vi creda. Ma in Germania le condizioni sono diverse; qui si può prestar fede a queste affermazioni così strane. Perciò ho voluto dimostrare che il Partito comunista non ha avuto, e non poteva avere niente di comune con la partecipazione a un tale delitto. Se si parla di propaganda, osserverò che molti interventi hanno avuto qui questo carattere. Gli interventi di Goebbels e Goering hanno avuto, infatti, un effetto di propaganda indiretta a favore del comunismo, ma nessuno può ritenerli responsabili del fatto che i lorointerventi abbiano avuto un effetto di propaganda del genere.
 
La stampa mi ha calunniato in tutte le maniere, - ciò mi è del tutto indifferente, - ma insieme a me hanno chiamato «selvaggio e barbaro» anche il popolo bulgaro; mi hanno chiamato «losco personaggio balcanico», «bulgaro selvaggio», e questo non lo posso passare sotto silenzio, E' vero che il fascismo bulgaro è molto selvaggio e barbaro. Ma la classe operaia, i contadini, gl'intellettuali bulgari non sono assolutamente nè selvaggi, nè barbari. il livello della cultura materiale non è indubbiamente cosi alto nei Balcani come negli altri paesi europei, ma moralmente e politicamente le nostre masse popolari non sono a un livello più basso delle masse degli altri paesi d'Europa. La nostra lotta politica e le nostre aspirazioni non sono per niente più basse di quelle degli altri paesi. Un popolo che è vissuto 500 anni sotto il giogo straniero senza aver perso la propria lingua e la propria nazionalità; la nostra classe operaia e i nostri contadini, che hanno lottato e lottano contro il fascismo bulgaro, per il comunismo, un tale popolo non può essere barbaro e selvaggio. In Bulgaria i barbari cd i selvaggi sono soltanto i fascisti. Ma io vi domando, signor Presidente, in. quale paese il fascismo non è barbaro e selvaggio?
 
PRESIDENTE (interrompe Dimitrov) : Voi non volete accennare alla situazione politica in Germania ?
 
DIMITROV (con un sorriso ironico) : Oh, no, certamente, signor Presidente... Nell'epoca in cui il «tedesco» imperatore Carlo V soleva dire che egli parlava tedesco soltanto con i propri cavalli, e in cui i nobili e gli intellettuali tedeschi scrivevano soltanto in latino e si vergognavano della lingua tedesca, nella Bulgaria «barbara» gli apostoli Cirillo e Metodio creavano e divulgavano la vecchia scrittura bulgara.
 
Il popolo bulgaro ha lottato con tutte le forze e con tenacità contro il giogo straniero. Perciò io protesto contro gli attacchi al popolo bulgaro. Non ho nessuna ragione di vergognarmi di essere bulgaro. Io sono orgoglioso di essere un figlio della classe operaia bulgara.
 
Il carattere di questo processo è stato determinato dalla tesi che l'incendio del Reichstag fosse opera del Partito comunista tedesco, e persino del comunismo mondiale. Quest'atto anticomunista, - l'incendio del Reichstag, - è stato attribuito ai comunisti e dichiarato un segnale per l'insurrezione comunista, un segnale per il cambiamento dell'ordine costituzionale in Germania. Con l'aiuto di questa tesi è stato dato un carattere anticomunista a tutto il processo. Nell'atto d'accusa è detto:
 
« ... Perciò l'accusa sostiene il punto di vista che questo attentato delittuoso doveva servire di segnale per i nemici dello Stato, i quali volevano allora iniziare un attacco generale contro lo Stato tedesco per distruggerlo ed erigere al suo posto la dittatura proletaria, uno Stato sovietico per grazia della III Internazionale... ».
 
Signori giudici! Non è la prima volta che attentati simili vengono attribuiti ai comunisti. Io non posso qui citare tutti gli esempi di questo genere. Mi permetto di ricordare l'attentato ferroviario, commesso qui, in Germania, presso Jüterbog ad opera di uno squilibrato, avventuriero e provocatore. Allora non soltanto in Germania, ma anche negli altri paesi si affermò, per delle settimane, che esso era opera dei comunisti, che era un atto terroristico commesso dai comunisti. Poi, più tardi fu chiarito che l'autore era stato lo squilibrato e avventuriero Matuscka. Egli fu arrestato e condannato.
 
Voglio ricordare un altro esempio: l'assassinio del presidente della Repubblica francese, commesso da Gorgulov. Anche quella volta, in tutti i paesi, si affermava che ci fosse di mezzo la mano dei comunisti. Gorgulov veniva rappresentato come un comunista, come un agente sovietico. Che cosa ne venne fuori ? Che questo assassinio era stato organizzato dalle guardie bianche, e Gorgulov era un provocatore che voleva provocare la rottura dei rapporti diplomatici tra l'Unione Sovietica e la Francia.
 
Voglio ricordare anche l'attentato della cattedrale di Sofia. Quest'attentato non fu organizzato dal Partito comunista bulgaro, ma a causa di quest'attentato il partito fu perseguitato. Duemila operai, contadini e intellettuali furono ferocemente trucidati dalle bande fasciste, sotto il pretesto che sarebbero stati i comunisti a far saltare la cattedrale. Questa provocazione dell'esplosione della cattedrale di Sofia fu organizzata dalla polizia bulgara. Anche nel 1920, all'epoca dello sciopero dei ferrovieri, lo stesso Prutkin, capo della polizia di Sofia, organizzò degli attentati a mezzo di bombe, come provocazione contro gli operai bulgari.
 
PRESIDENTE (interrompe Dimitrov): Ciò non ha niente a che vedere col processo.
 
DIMITROV: Heller, funzionario della polizia, ha parlato qui della propaganda comunista, degli incendi, ecc. Io gli ho domandato se egli non conoscesse dei casi in cui degli incendi, organizzati dagli stessi imprenditori, fossero poi stati attribuiti ai comunisti. Nel Volkischer Beobachter del 5 ottobre sta scritto che la polizia di Stettino...
 
PRESIDENTE: Quest'articolo non è stato presentato al processo. (Dimitrov cerca di continuare).
 
PRESIDENTE: Voi non avete il diritto di parlare di ciò, perchè questa questione non è stata sollevata al processo.
 
DIMITROV: Una quantità d'incendi... (Il Presidente interrompe di nuovo Dimitrov).
 
DIMITROV: Ciò fu oggetto dell'istruttoria, poichè i comunisti furono incolpati di una quantità d'incendi. Poi fu chiarito, invece, che erano stati provocati dagli imprenditori «allo scopo di creare la necessità di lavori». Vi ricorderò ancora casi di fabbricazione di documenti falsi. Vi sono moltissimi casi in cui documenti falsi sono stati utilizzati contro la classe operaia. Di questi casi ve ne è una grande quantità. Vi ricorderò almeno, per esempio, la cosiddetta «lettera di Zinoviev». Era una lettera apocrifa. Questo falso fu utilizzato dai conservatori inglesi contro la classe operaia. Vi ricorderò pure una serie di documenti falsificati che qui in Germania hanno avuto una parte...
 
PRESIDENTE: Ciò esula dai limiti del processo.
 
DIMITROV: Qui si è sostenuto che l'incendio del Reichstag doveva servire di segnale per un'insurrezione armata. Si è cercato di dimostrarlo nel modo seguente : Goering ha detto qui, al processo, che nel momento in cui Hitler saliva al potere, il Partito comunista della Germania era costretto a esacerbare lo stato d'animo delle proprie masse e fare qualche cosa. Egli ha detto: «I comunisti erano obbligati a fare qualche cosa - ora o mai». Egli ha detto che il Partito comunista, già da anni, incitava le masse alla lotta contro il nazionalsocialismo. e che, al momento della presa del potere da parte dei nazionalsocialisti, per il Partito comunista della Germania non restava altra via di uscita che agire - ora o mai. Il Procuratore generale, con maggior precisione, e in una maniera ancora «più intelligente», ha cercato di formulare questa stessa tesi.
 
PRESIDENTE: Non permetterò che voi offendiate il Tribunale del Reich.
 
DIMITROV (continua) : Ciò che Goering ha affermato nella sua qualità di massimo accusatore, è stato sviluppato dal Procuratore generale. Il Procuratore generale Dr.Werner ha detto: «... II Partito comunista era quindi in una situazione tale, che esso doveva, o cedere senza combattere, o entrare in battaglia quantunque la preparazione non fosse ancora completa. Nella situazione creatasi, questa era l'unica probabilità che restasse al Partito comunista. O rinunciare, senza lotta, al proprio scopo, oppure decidersi a un atto disperato, puntare tutto sull'ultima carta; ciò, in date condizioni, avrebbe potuto ancora salvare la situazione. Ma questo giuoco avrebbe potuto anche fallire e, in questo caso, la situazione non sarebbe stata peggiore di quella che si sarebbe creata se il Partito comunista avesse indietreggiato senza dar battaglia». Questa tesi, affibbiata al Partito comunista, non è affatto una tesi comunista. Una simile supposizione dimostra che i nemici del Partito comunista della Germania lo conoscono male. Chi vuole lottare efficacemente contro il nemico, deve conoscerlo a fondo. La proibizione del partito, lo scioglimento delle organizzazioni di massa, la perdita della legalità, sono certamente dei colpi molto gravi per il movimento rivoluzionario. Ma questo non significa per niente che tutto è perduto.
 
Nel febbraio 1933 il Partito comunista tedesco era sotto il pericolo dell'interdizione. La stampa comunista era già proibita e si aspettava la proibizione del Partito comunista. Il Partito comunista della Germania se lo aspettava. Di ciò se ne parlava nei manifesti e nei giornali. Il Partito comunista della Germania sapeva benissimo che, in molti paesi, i partiti comunisti erano stati proibiti, ma che ciò nonostante continuavano il loro lavoro e la loro lotta. I partiti comunisti sono proibiti in Polonia, in Bulgaria, in Italia, e in qualche altro paese. Io posso parlarne basandomi sull'esperienza del Partito comunista bulgaro. Dopo l'insurrezione del 1923 il partito fu proibito, ma esso continuò a lavorare, benché ciò abbia costato numerose vittime, e il partito è diventato più forte di quanto lo era prima del 1923.
 
Ogni persona capace di ragionare lo comprende.
 
Il Partito comunista tedesco quantunque si trovi nell'illegalità può, in determinate condizioni, fare la rivoluzione. L'esperienza del Partito comunista russo lo dimostra. Il Partito comunista russo era nell'illegalità, esso subiva persecuzioni sanguinose, ma poi la classe operaia, con alla testa il Partito comunista, ha conquistato il potere. I dirigenti del Partito comunista tedesco non potevano pensare in modo simile, che cioè tutto fosse perduto e la questione si ponesse così: o l'insurrezione, o la morte. Ai dirigenti del Partito comunista non poteva venire un'idea cosi stupida. Il Partito comunista tedesco sapeva molto bene che il lavoro illegale sarebbe costato numerose vittime, e avrebbe richiesto sacrifici e coraggio. Ma esso sapeva anche che le sue forze rivoluzionarie sarebbero aumentate e che esso sarebbe stato capace di realizzare i compiti che esso si era posto. Perciò è del tutto da escludersi che il Partito comunista tedesco, in quel periodo, volesse giocare le sue ultime carte. Per fortuna i comunisti: non sono cosi miopi, come i loro nemici, ed essi non perdono il sangue freddo neanche nei momenti più difficili.
 
A ciò bisogna aggiungere che tanto il Partito comunista della Germania, quanto i partiti comunisti degli altri paesi sono sezioni dell'internazionale Comunista. Che cosa è l'Internazionale Comunista? Io mi permetto di citare il primo paragrafo dello statuto dell'Internazionale Comunista.
 
«L'Internazionale Comunista — Associazione internazionale della classe operaia — è l'unione dei partiti comunisti dei diversi paesi in un partito comunista mondiale unico. Guida e organizzatrice del movimento rivoluzionario mondiale del proletariato, propagatrice dei principi e degli scopi del comunismo, l'Internazionale Comunista lotta per la conquista della maggioranza della classe operaia e dei larghi strati dei contadini poveri, per l'istaurazione della dittatura del proletariato in tutto il mondo, per la creazione dell'Unione mondiale delle repubbliche socialiste sovietiche, per la completa abolizione delle classi e per la realizzazione del socialismo, prima tappa della società comunista».
 
In questo partito mondiale dell'Internazionale Comunista, che conta molti milioni di aderenti, il Partito comunista dell'Unione Sovietica è il partito più forte. Esso è Il partito dirigente dell'Unione Sovietica, il più grande Stato del mondo. Il Comintern, il partito comunista mondiale, insieme ai dirigenti dei partiti comunisti di tutti i paesi, valuta la situazione politica. L'internazionale Comunista, davanti alla quale sono direttamente responsabili tutte le sue sezioni, non è un'organizzazione di cospiratori, ma un partito mondiale. Un simile partito mondiale non giuoca coll'insurrezione e colla rivoluzione. Un simile partito mondiale non può ufficialmente dire ai milioni dei suoi aderenti una cosa e, in segreto, fare l'opposto.Un tale partito, mio caro buon dottor Sack, non conosce alcuna doppia tenuta dei libri!
 
Dott. SACK: Benone, continuate pure tranquillamente la vostra propaganda comunista.
 
DIMITROV: Un partito simile, quando si rivolge a masse di molti milioni di proletari, quando prende le sue decisioni sulla tattica e sui compiti immediati, lo fa con grande serietà, con piena coscienza della propria responsabilità. Citerò qui le risoluzioni della XII Sessione della seduta plenaria del Comitato esecutivo dell'Internazionale Comunista. Dato che queste risoluzioni sono state citate al Tribunale, io pure ho il diritto di citarlo. Secondo queste risoluzioni il compito principale del Partito comunista della Germania era il seguente:
 
«Mobilitare le masse lavoratrici per la difesa dei loro interessi immediati, contro il ladrocinio del capitalismo monopolistico, contro il fascismo, contro le leggi eccezionali, contro il nazionalsocialismo e lo sciovinismo, e condurre le masse verso lo sciopero generale politico a mezzo di scioperi economici e politici; valendosi della lotta per l'internazionalismo proletario e delle manifestazioni conquistare lo masse socialdemocratiche, superare decisivamente le debolezze nel lavoro sindacale. La parola d'ordine principale che il Partito comunista della Germania deve contrapporre alla parola d'ordine della dittatura fascista («Terzo Reich»), come anche alla parola d'ordine del Partito socialdemocratico («Seconda Repubblica»), è la parola d'ordine della repubblica degli operai e dei contatani, vale a dire la Germania socialista e sovietica, che garantisca anche al popolo austriaco e alle altre regioni tedesche la possibilità di unirvisi volontariamente».
 
Lavoro di massa, lotta di massa, resistenza di massa, fronte unico, nessuna avventura - questo è l'alfa e l'omega della tattica comunista.
 
Da me è stato trovato un appello dell'Esecutivo dell'Internazionale Comunista. Ritengo di poterlo anche citare. In questo appello vi sono due punti molto importanti. Si parla delle manifestazioni nei differenti paesi in relazione agli avvenimenti in Germania. Si parla dei compiti del Partito comunista nella lotta contro il terrore nazionalsocialista e della difesa delle organizzazioni e della stampa della classe operaia. In questo appello si dice tra l'altro:
 
«L'ostacolo principale per l'organizzazione del fronte unico di lotta degli operai comunisti e socialdemocratici consisteva e consiste nella politica di collaborazione con la borghesia applicata dai partiti socialdemocratici, i quali hanno posto oggi il proletariato internazionale sotto il colpo del nemico di classe». Questa politica di collaborazione con la borghesia, conosciuta sotto il nome della cosiddetta politica del «minor male» ha provocato praticamente in Germania il trionfo della reazione fascista.
 
L'Internazionale Comunista e i partiti comunisti di tutti i paesi hanno dimostrato più volte di essere pronti a una lotta comune con gli operai socialdemocratici contro l'offensiva del capitale, la reazione politica e la minaccia di guerra. I partiti comunisti sono stati gli organizzatori della lotta comune degli operai comunisti socialdemocratici e senza partito, malgrado che i capi dei partiti socialdemocratici facessero fallire sistematicamente il fronte unico delle masse operaie. Ancora il 20 luglio dell'anno scorso il Partito comunista della Germania, dopo la cacciata del governo socialdemocratico prussiano da parte di von Papen, ha rivolto al Partito socialdemocratico della Germania e all'Unione sindacale di tutta la Germania la proposta di organizzare uno sciopero comune contro il fascismo. Ma il Partito socialdemocratico della Germania e l'Unione dei sindacati di tutta la Germania, con l'approvazione unanime della II Internazionale, qualificarono come una provocazione la proposta dello sciopero comune. Il Partito comunista della Germania rinnovò la sua proposta di un'azione comune al momento della presa del potere da parte di Hitler, invitando il Comitato centrale del Partito socialdemocratico e la direzione dell'Unione dei sindacati di tutta la Germania a organizzare in comune la resistenza contro il fascismo; però anche questa volta esso ricevette un rifiuto. Inoltre, quando nel mese di novembre dell'anno scorso gli operai berlinesi dei trasporti scioperarono all'unanimità contro il ribasso del salario, di nuovo i socialdemocratici fecero fallire il fronte unico di lotta. La vita del movimento operaio internazionale è piena di simili esempi.
 
Intanto, il 19 febbraio dell'anno in corso, l'Ufficio dell'internazionale socialista operaia pubblicò una dichiarazione sul desiderio dei partiti socialdemocratici, aderenti a questa Internazionale, di stabilire con i comunisti un fronte unico per la lotta contro la reazione fascista in Germania. Questa dichiarazione è in contrasto stridente con tutte le azioni compiute sinora dall'Internazionale socialista e dai partiti socialdemocratici. Tutta la politica e l'attività svolta sinora dall'Internazionale Socialista, danno motivo ali'Internatzionale Comunista e ai partiti comunisti di non credere nella sincerità della dichiarazione dell'Ufficio dell'Internazionale socialista operaia, che fa questa proposta nel momento in cui in una serie di paesi, e, prima di tutto in Germania, le masse operaie prendono esse stesse l'iniziativa dell'organizzazione del fronte unico di lotta.
 
Ciò non ostante, davanti al fascismo che conduce la sua offensiva contro la classe operaia della Germania, e che scatena tutte le forze della reazione mondiale, il Comitato esecutivo dell'Internazionale Comunista incita tutti i partiti comunisti a fare ancora un tentativo per l'istituzione del fronte unico con le masse socialdemocratiche, per mezzo dei loro partiti socialdemocratici. Il Comitato esecutivo dell'Internazionale Comunista fa questa proposta con la piena convinzione che il fronte unico della classe operaia potrebbe respingere, sul terreno della lotta di classe, l'offensiva del capitale e del fascismo e affrettare in modo straordinario la fine inevitabile dello sfruttamento capitalistico.
 
In ragione delle condizioni specifiche dei singoli paesi e della diversità dei compiti concreti di lotta che, in ognuno di essi, sorgono davanti alla classe operaia, l'accordo tra i partiti comunisti e socialdemocratici per un'azione determinata contro la borghesia può essere meglio realizzato nei limiti dei singoli paesi. Perciò il Comitato esecutivo dell'Internazionale Comunista raccomanda ai partiti comunisti dei differenti paesi di fare proposte dirette ai Comitati centrali dei relativi partiti socialdemocratici appartenenti all'Internazionale socialista, circa l'azione comune contro il fascismo e l'offensiva del capitale. Alla base di queste trattative debbono essere poste le condizioni elementari della lotta in comune. Senza l'elaborazione di un programma d'azione concreto contro la borghesia ogni accordo tra i partiti sarebbe diretto contro gli interessi della classe operaia.
 
Il Comitato esecutivo dell'Internazionale Comunista fa queste proposte alla classe operaia internazionale e invita tutti i partiti comunisti, e in primo luogo il Partito comunista della Germania, a non attendere il risultato delle trattative e degli accordi con la socialdemocrazia per la lotta comune, ma di iniziare immediatamente l'organizzazione dei comitati comuni di lotta, sia con gli operai socialdemocratici, sia con gli operai di tutte le altre tendenze.
 
I comunisti hanno dimostrato nei loro lunghi anni dl lotta che essi sono stati, e saranno sempre, - e non a parole ma a fatti, - nelle prime file della lotta per il fronte unico e nelle azioni di classe contro la borghesia.
 
Il Comitato esecutivo dell'Internazionale Comunista è sicuro che gli operai socialdemocratici e i senza partito sormonteranno tutti gli ostacoli e, in comune accordo con i comunisti, realizzeranno il fronte unico non a parole, ma di fatto, indipendentemente dall'atteggiamento dei capi socialdemocratici verso la creazione di questo fronte.