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Dien Bien Phu: Davide si impone su Golia

Claudia F. Sosa | granma.cu
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

21/03/2014

Nel 2014 si compiono i 60 anni dalla vittoria vietnamita nella storica battaglia che portò al collasso dell'apparato militare francese in Indocina.

Immagina di portare a spalla una borsa piena di armi e munizioni mentre stai scalando un ripido pendio coperto di boscaglia. Immagina che un potente nemico ti insegua dal cielo e che, se scoperto, potresti mettere in pericolo la vita dei tuoi compagni di squadra e il successo di una campagna militare decisiva per il futuro della vostra nazione.

Sì, è successo.

Così dovevano sentirsi i combattenti vietnamiti che, al comando del generale Vo Nguyen Giap, trasportavano a Dien Bien Phu le armi che hanno sconfitto la Francia nel 1954.

Dien Bien Phu non deve essere vista come una grande battaglia isolata, il cui esito portò al crollo dell'apparato militare francese in Indocina, ma come il culmine della resistenza che per oltre un secolo ha condotto il popolo vietnamita contro i colonialisti europei, e della guerra che dovette sostenere contro questi ed i loro sodali nordamericani dopo la proclamazione della Repubblica Democratica del Vietnam.

Il successo della campagna sviluppatasi tra il 13 marzo e il 7 maggio 1954, significò il culmine di otto anni di combattimenti in condizioni di blocco, contro un aggressore che si rifiutava di riconoscere i diritti di un popolo ora sovrano e capace di superare innumerevoli difficoltà e carenze.

A 60 anni di questa storica battaglia, Granma ricorda in quali condizioni l'Esercito Popolare del Vietnam (EPV) giunse a Dien Bien Phu e quale strategia seguì per vincere il nemico.

Teatro delle operazioni

Il 2 settembre 1945, il leader rivoluzionario Ho Chi Minh proclamò da piazza Ba Dinh, nell'attuale città di Hanoi, la fondazione della Repubblica Democratica del Vietnam (chiamato anche Vietnam del Nord). Il territorio indocinese non era più una colonia francese e diventava uno Stato con aspirazioni socialiste.

La Francia, da poco liberata dall'occupazione nazista, cercò di restaurare in ogni modo il suo regime sull'Indocina interrotto dalla Seconda guerra mondiale. Dispiegò un intenso lavoro per separare il sud del paese, attraverso la costituzione di un governo fantoccio con l'ex imperatore Bao Dai.

Furono mesi difficili, nei quali la Repubblica Democratica del Vietnam si sforzò di mantenere la pace in tutto l'arcipelago, ma l'interferenza dell'aggressore francese si fece inaccettabile.

La guerra scoppiò il 19 dicembre 1946. A quel tempo i combattenti del Nord non avevano praticamente nessuna esperienza nell'applicazione della lotta regolare, erano male armati e mancavano le garanzie necessarie; ma erano intrisi di uno spirito combattivo molto elevato e avevano piena fiducia nella Direzione del Partito e del Presidente Ho Chi Minh.

"(...) il nostro paese è uno, la nostra nazione è una (...), il Nord deve avanzare verso il socialismo", proclamava zio Ho davanti alle minacce che emergevano dall'Occidente per lo "sgradito" riferimento ai principi del marxismo-leninismo dal paese asiatico. Agli Stati Uniti non piaceva l'idea di un Vietnam unificato e comunista, come agognava il Padre della Patria vietnamita.

Nel 1950 i paesi socialisti riconobbero la Repubblica Democratica del Vietnam, cosa che elevò il prestigio e la posizione del giovane Stato sulla scena internazionale. Il sostegno diretto dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) e della Repubblica Popolare Cinese fece si che nel 1954 le truppe guerrigliere del Generale Giap furono ulteriormente rafforzate.

Di fatto, fonti militari affermano che in quel momento l'Esercito Popolare del Vietnam poteva già essere considerato come una forza armata regolare.

Attaccare solo per vincere

Nell'estate del 1953, la Francia attraversava innumerevoli difficoltà nella sua ostinazione a continuare la guerra. "L'esercito di occupazione aveva arruolati circa 450.000 effettivi in Indocina, di essi 120 mila erano francesi, africani e della Legione straniera e il resto costituito da truppe fantoccio. Tuttavia, i rapporti di forza si piegarono a nostro favore", afferma Giap nel libro Dien Bien Phu. Memorie della Guerra (edizione 2005).

"Le truppe nemiche erano stanche e demoralizzate. Politicamente, a causa del carattere ingiusto della loro guerra di aggressione, i nostri nemici incontravano l'opposizione sempre più agguerrita del popolo francese e delle forze progressiste del mondo (...) Per salvare la situazione, l'imperialismo francese sollecitò un maggiore aiuto degli Stati Uniti, così facendo la sua dipendenza verso di loro incrementò incessantemente. L'aiuto degli Stati Uniti nel 1951 copriva il 12 % della spesa militare francese in Indocina, e nel 1953, giunse al 71 %.

"Mentre la Francia stava affondando in una situazione difficile in Indocina, gli USA approfittarono dell'armistizio coreano per intensificare la loro ingerenza in Vietnam ed entrare in rapporto diretto con il governo fantoccio del Sud. Quindi venne concepito il piano Navarra, come un nuovo tentativo degli imperialisti francesi e statunitensi di estendere la loro guerra d'aggressione nel nostro paese."

"Lo stesso Eisenhower proclamò ripetutamente che non avrebbe permesso in assoluto al comunismo internazionale di avanzare di un solo passo nel Sudest Asiatico, in particolare in Indocina, territorio considerato come posizione strategica di massima importanza".

In autunno e nell'inverno dello stesso anno, l'esercito di occupazione stabilì una potente forza mobile nella pianura di Bac Bo, che condusse una sanguinosa aggressione per distruggere le basi dell'Esercito Popolare del Vietnam, al fine di fermare e sfiancare le sue truppe regolari costringendole a rimanere sulla difensiva.

Agli inizi del 1954 il nemico prevedeva di approfittare della pausa forzata delle "affaticate truppe vietnamite" per trasportare gran parte delle sue forze mobili verso le zone di combattimento nel Sud del paese, in quanto proprio in questo periodo dell'anno le condizioni climatiche erano più favorevoli. La loro intenzione era quella di riconquistare i territori che restavano liberati.

Tuttavia, la Francia ricevette informazioni dalle sue fonti d'intelligence che indicavano lo spostamento di diverse unità vietnamite verso nord-ovest. Ciò li costrinse a cambiare strategia. Il 20 novembre del 1953, sei battaglioni delle loro forze mobili furono paracadutati nella pianura di Muong Thanh e occuparono Dien Bien Phu.

Secondo il Generale Giap, le truppe vietnamite erano determinate a "bucare" il piano Navarra. "La nostra strategia era quella di utilizzare una parte delle nostre forze regolari per attaccare le direzioni dove il nemico era vulnerabile e, parallelamente, approfittare di tutte le occasioni propizie per batterlo attraverso azioni di guerra di movimento. Allo stesso tempo intensificare la guerra di guerriglia nella sua retroguardia e rafforzare nelle nostre zone liberate le attività delle forze regionali, le formazioni di miliziani, i guerriglieri e il popolo, al fine di alleviare gradualmente il peso dalle truppe regolari che potevano compiere altre missioni".

Per garantire il successo - afferma Giap nel suo libro - era necessario attaccare quando si aveva la sicurezza di vincere, conducendo azioni di combattimento nei luoghi scelti come più favorevoli per le sue truppe, scegliendo accuratamente i punti più deboli del nemico e pressarlo lì. Così giunsero i combattenti del EPV a Dien Bien Phu .

Il colpo mortale

Dien Bien Phu era a quel tempo un piccolo villaggio in una valle circondata da montagne, nella più vasta, ricca e popolosa delle quattro grandi pianure di nord-ovest. Era già allora un importante nodo stradale di comunicazione con diverse città di rilevanza economica. Gli imperialisti la vedevano come una piattaforma per l'espansione e l'aggressione nel Sudest asiatico, e un luogo ideale per decimare le truppe regolari vietnamite se queste si decidevano di attaccarla.

Secondo la narrazione del Generale Giap, "Dien Bien Phu aveva le caratteristiche generali di una fortezza, ma con una particolarità (...) I suoi rifornimenti e rinforzi dipendevano interamente dalla via aerea, da aeroporti molto lontani. Se si interrompeva o limitava questa via, la regione fortificata molto presto avrebbe rivelato la sua debolezza.

"Come conseguenza della nostra offensiva invernale, le truppe nemiche si erano andate disgregando e prevedemmo che questa tendenza si sarebbe accentuata in seguito (...) Come il nostro nemico, abbiamo scelto Dien Bien Phu per svolgere lì una battaglia decisiva e ottenere un trionfo strategico".

In "Dien Bien Phu. Memorie della Guerra", il leggendario capo militare vietnamita riassume le fasi della battaglia come segue: in primo luogo, l'Esercito Popolare del Vietnam distrusse le posizioni periferiche delle truppe francesi a nord e nord-est. Poi, nella fase più lunga e aspra, le forze vietnamite attaccarono il dispositivo principale di difesa nella zona centrale, occuparono le colline situate a est dell'aeroporto di Muong Thanh e crearono un anello progressivo di fuoco intorno alle restanti posizioni nemiche, chiudendo il cerchio sempre più con l'obiettivo di tagliare i rifornimenti e i rinforzi ai francesi. In questo senso, la terza fase - orientata ad occupare tutte le fortificazioni - è stata molto breve, in quanto le condizioni favorevoli erano state create.

"Il 7 maggio alle ore 14:00, una delle nostre unità si lanciò all'attacco del punto di resistenza numero 507 vicino al ponte di Muong Thanh. La reazione nemica - dice Giap - fu debole. La Francia alzò bandiera bianca e si arrese. Approfittando di questa vittoria, le nostre truppe si impossessarono dei punti 508 e 509 sulla riva sinistra del Nam Rom.

"Alle 15:00, le nostre truppe ricevettero l'ordine di attaccare senza aspettare la notte e lanciare un assalto generale partendo da est e da ovest, entrambi verso il posto di comando nemico. Ovunque le nostre truppe irruppero, il nemico alzò la bandiera bianca e si arrese. Alle ore 17:30 le nostre truppe occuparono il posto di comando e fecero prigioniero il generale De Castries e tutto lo Stato Maggiore della regione fortificata di Dien Bien Phu (...).

"La bandiera del nostro esercito, che porta a lettere dorate il motto 'determinati a combattere, determinati a vincere', sventolava sulla valle".

Davide si era imposto su Golia.

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