www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - storia - 11-11-14 - n. 519

Novembre 1954: il Partito comunista algerino (PCA) denuncia la repressione dell'insurrezione nazionale algerina da parte del regime colonialista francese

Dichiarazione del Partito comunista algerino (PCA) sul 1° novembre 1954 (*)

PCA | solidarite-internationale-pcf.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

11/11/2014

Questa dichiarazione, datata 2 novembre 1954, è stata pubblicata prima su Alger Républicain, poi il 4 novembre è stata ripresa dal settimanale Liberté e da El Djazaïr al Djadida (mensile in arabo).

«L'Ufficio politico del Partito comunista algerino, dopo aver analizzato le informazioni circa le varie azioni armate che hanno avuto luogo in varie parti del territorio algerino, in particolare nel Aures, ritiene che all'origine di questi eventi ci sia la politica colonialista di oppressione nazionale, di soffocamento della libertà e di sfruttamento, con il suo portato di razzismo, povertà e disoccupazione, di cui gli ambienti ufficiali sono oggi costretti a riconoscere l'esistenza.

«L'Ufficio politico ritiene pertanto che le responsabilità principale di questi fatti sia esclusivamente da ricondurre ai colonialisti, che nonostante le esperienze del Vietnam, del Marocco e della Tunisia persistono in una politica di opposizione e resistenza alle legittime aspirazioni del popolo algerino, per mantenere i privilegi di un pugno di grandi proprietari fondiari, di banchieri e dei trust coloniali.

«Esso rammenta che la repressione non ha risolto e non risolverà i problemi politici, economici e sociali del mondo contemporaneo, né fermato l'irresistibile ascesa dei movimenti di liberazione nazionale.

«Ritiene che il modo migliore per evitare uno spargimento di sangue, per creare un clima di comprensione e di pace sia quello di dare seguito alle rivendicazioni algerine per la ricerca di una soluzione democratica che rispetti gli interessi di tutti gli abitanti dell'Algeria, senza distinzione di razza o di religione, e tenendo conto degli interessi della Francia.

«L'Ufficio politico denuncia la violenta campagna di panico, di odio razziale e di diversione della stampa reazionaria e colonialista, il cui scopo è di contrapporre gli uni agli altri, musulmani ed europei, e fa appello affinché si viva insieme in Algeria, patrimonio comune di tutti.

«Denuncia le richieste di repressione bestiale della stampa agli ordini di grandi signori della colonizzazione, la cui ricchezza è fatta dell'immensa sofferenza di milioni di algerini.

«L'Ufficio politico invita gli algerini, senza distinzione di origine, in particolare i lavoratori europei a non lasciarsi influenzare dalla falsa propaganda degli ambienti colonialisti, a riflettere su questi eventi, a respingere il retro-pensiero razziale a favore di un sano giudizio. Chiede loro di ricordare che questa stessa propaganda e minacce, utilizzate all'inizio della crisi in Tunisia sono poi state messe da parte - perché fallimentari - dopo una dolorosa esperienza, per lasciare spazio a un'era nuova per la soluzione del problema tunisino.

«Sottolinea le contraddizioni tra la versione ufficiale secondo cui la calma ora regna in Algeria e le vere e proprie misure di guerra adottate dal governo generale in accordo con il governo francese.

"L'Ufficio politico protesta contro queste misure di terrore che tendono a creare un clima di insicurezza generale per aprire la strada a una repressione generalizzata di tutti i patrioti, di tutti gli amanti della libertà e della democrazia.

«L'Ufficio politico invita tutti i patrioti, tutti i democratici musulmani ed europei a unirsi e agire per garantire che le misure repressive vengano segnalate all'amministrazione, per chiedere la liberazione di tutti i progressisti, i democratici e i militanti sindacali arbitrariamente arrestati, e infine perché sia avviata una nuova politica che, rompendo con le soluzioni di forza, sia chiamata a decidere delle giuste e legittime aspirazioni del popolo algerino.»

Algeri, 2 novembre 1954

L'Ufficio politico del Partito comunista algerino


(*) 1° novembre 1954, data dell'inizio della Guerra di liberazione nazionale contro lo sfruttamento coloniale francese, che si concluse sette anni e mezzo dopo, il 19 marzo 1962, con gli Accordi di Évian e l'indipendenza dell'Algeria.


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