www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - storia - 27-01-15 - n. 528

Auschwitz e le radici del "revisionismo polacco"

Oriental Review | globalresearch.ca
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

25/01/2015

La dichiarazione [1] del ministro degli Esteri polacco Grzegorz Schetyna, secondo cui furono i soli ucraini che presumibilmente liberarono i prigionieri da Auschwitz, non ha bisogno di ulteriori commenti. Lasceremo questa osservazione alla coscienza dell'autore, in quanto sembra che egli abbia "dimenticato" le migliaia di suoi connazionali che combatterono eroicamente contro il fascismo inquadrati nella Armia Ludowa [2]. In fondo, il revisionismo di Schetyna non fa altro che dare eco alla lungamente consolidata opinione di qualche storico nazionalista polacco. Ad esempio, nel 2005, fu citata dal quotidiano Rzeczpospolitaas l'affermazione di Pawel Wieczorkiewicz, un ex professore presso l'Istituto di Storia dell'Università di Varsavia, per cui riteneva sarebbe stata utile un'alleanza tra la Germania nazista e la Polonia.

"Avremmo potuto avere un nostro ruolo dalla parte del Terzo Reich, quasi come l'Italia e probabilmente con una posizione migliore rispetto ad Ungheria e Romania. Come risultato, avremmo potuto essere a Mosca, dove Adolf Hitler ed il nostro maresciallo Edward Rydz-Śmigły avrebbero guidato insieme le nostre vittoriose truppe polacco-tedesche."

Non c'è nulla di nuovo, esistono numerose prove fotografiche sull'amicizia tra nazionalisti polacchi e nazisti. I funzionari del governo sono semplicemente d'accordo con le conclusioni del professore.


Stretta di mano tra il maresciallo polacco Edward Rydz-Śmigły e l'addetto militare tedesco, il maggior generale Bogislav von Studnitz, alla parata del "Giorno dell'indipendenza" a Varsavia, l'11 novembre 1938.

Tuttavia, la dichiarazione di Schetyna ci dà un buon motivo per dare un'occhiata più da vicino ai dati degli archivi. Chi ha cacciato dai campi di concentramento liberati l'Armata Rossa, che comprendeva persone di ogni nazionalità presente in Unione Sovietica (compresi i polacchi)? Cerchiamo di sbirciare attraverso gli "occhiali" nazionalisti del signor Schetyna e diamo un'occhiata alla composizione etnica dei collaboratori di guardia ad Auschwitz. Possiamo subito notare che esiste una grande quantità di materiale che prova che polacchi ed ucraini (noti come Trawniki [3]) servivano volontariamente nei plotoni di esecuzione e come guardie del campo. I tedeschi, anche quelli "devoti" alle SS, guardavano con disprezzo a quel "lavoro" . Molti dei collaborazionisti polacco-ucraini fuggirono in Canada dopo la guerra. Qui avrebbero vissuto la loro vita in pace ed oggi stanno guardando, senza dubbio travolti dalla nostalgia, come i loro discepoli marciano trionfalmente issando torce sotto la runa Wolfsangel a Kiev [4]. A quanto pare questo scheletro nell'armadio ha così ossessionato il professore e diplomatico che il ministero degli Esteri polacco si è aggrappato ad una storia alternativa. "Preferiscono chiamarsi "vittime" e sottolineare la propria sofferenza sotto il regime sovietico, ignorando il fatto che essi stessi hanno sterminato gli ebrei su vasta scala", osserva [5] il dottor Efraim Zuroff, uno storico rispettato e direttore del Simon Wiesenthal Center in Israele.

Ecco solo alcuni esempi di fatti riguardanti per l'appunto "da chi" l'Armata Rossa ha salvato i prigionieri ad Auschwitz. Informazioni provenienti dagli archivi ufficiali del Museo di Stato Auschwitz-Birkenau dimostrano [6] che in vari momenti la Polizia Blu (Granatowa Policja) era composta da collaborazionisti polacchi che aiutarono ad inviare le persone direttamente dalle stazioni ferroviarie ad Auschwitz.


Nella foto un ufficiale polacco nel Governatorato generale tedesco. Questi robusti polacchi in uniformi blu hanno aiutato i nazisti nelle stazioni ferroviarie e nei confini.

Il libro del 1946, La fabbrica della morte ("Továrna na smrt", in ceco [7]), scritto dai prigionieri cecoslovacchi di Auschwitz (citato secondo l'edizione russa, State Publishing House for Political Literature, 1960, Mosca), racconta del "dottore dei prigionieri polacco, Vladislav Doering" (pag. 112), che ha preso parte agli esperimenti disumani condotti sui prigionieri e del capo delle baracche Stefan Wierzbic dalla Slesia settentrionale, che preferiva uccidere i prigionieri con "tre colpi di mazza" (pag. 53), e descrive anche il metodo unico di cura dei malati attraverso le percosse da parte del "dottore polacco dei prigionieri Zenkteller" (pag. 82).

Gli autori di questo libro identificano come fascisti polacchi: il capo delle baracche Bruno Bronevich; Raportschreiber Kazimierz Gosk di Varsavia; Julius Miklus e altri (pag. 252-253). Molti nomi polacchi si trovano nella lista dei membri delle SS colpevoli di particolare brutalità nei confronti dei prigionieri ad Auschwitz (pag. 231).

Tadeusz Piotrowski, un noto professore americano di origine polacca, offre una buona selezione di fonti in materia di collaborazionismo polacco ad Auschwitz nel suo libro, L'Olocausto polacco: conflitti etnici, collaborazione con l'invasione militare e genocidio nella Seconda Repubblica, (1918-1947) [8]. Tra le altre cose, racconta dei ricattatori polacchi ("szmalcowniki"), che chiedevano denaro a zingari, ebrei e comunisti, minacciando che altrimenti questi "nemici del Reich" sarebbero stati spediti ad Auschwitz.

Così, mentre l'Armata Rossa e i partigiani dell'Armia Ludowa (che includevano i polacchi che combattevano i fascisti) stavano liberando il Paese, cosa hanno fatto quei collaborazionisti polacchi, i cui interessi il ministro degli Esteri di Varsavia ha avuto tanto zelo nel difendere?

Il campo di Sobibór era situato vicino alla città di Włodawa (distretto di Lublino della Polonia occupata) e fu operativo dal maggio 1942 fino all'unica rivolta di successo nella storia dei campi di concentramento nazisti, guidati dal prigioniero di guerra sovietico Alexander Pechersky, nell'ottobre 1943. Secondo le stime ufficiali, circa 200mila prigionieri (per lo più ebrei polacchi e prigionieri di guerra sovietici) vennero uccisi nelle camere a gas di quel luogo.

"I soldati dell'Armata Rossa erano di varie nazionalità", ha affermato Schetyna, cercando maldestramente di placare la furia dello scandalo internazionale. "Tra questi russi, ucraini, bielorussi, kazaki e centroasiatici".


Note

1. http://www.polskieradio.pl/7/129/Artykul/1357818

2. Armia Ludowa (Esercito del Popolo), forza militare dei partigiani comunisti organizzata dal Partito Operaio Polacco (PPR)

3. Dal tedesco Trawnikimänner, ovvero gruppi di collaborazionisti reclutati nei campi di prigionieri di guerra in Europa orientale.

4. http://www.youtube.com/watch?v=UaaiTZk6Dig

5. http://www.i24news.tv/en/opinion/57693-150114-putin-should-be-invited-to-auschwitz

6. http://pl.auschwitz.org/m/index.php?option=com_content&task=view&id=497&Itemid=12

7. http://www.databazeknih.cz/knihy/tovarna-na-smrt-24168

8. http://www.amazon.com/Polands-Holocaust-Collaboration-Occupying-1918-1947/dp/0786429135


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