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9 maggio 1945: Il discorso della Vittoria

Stalin | Problemi della pace, Prefazione di Pietro Secchia, Edizioni di Cultura Sociale, 1953 |  scintillarossa.forumcommunity.net

Messaggio al popolo sovietico

09/05/1945

Compagni! Compatrioti e compatriote!
Il grande giorno della vittoria sulla Germania è giunto. La Germania fascista messa in ginocchio dall'Esercito rosso e dalle truppe dei nostri alleati si è dichiarata vinta ed ha annunciato la capitolazione incondizionata.
Il 7 maggio, nella città di Reims, è stato firmato il protocollo preliminare della capitolazione. L'8 maggio, i rappresentanti del Comando supremo tedesco, alla presenza dei rappresentanti del Comando supremo delle forze alleate e del Comando supremo delle forze sovietiche hanno firmato a Berlino l'atto definitivo della capitolazione entrato in vigore alle ore 24 dell'8 maggio.

Conosciamo la natura da lupi dei governanti tedeschi, i quali considerano carta straccia trattati ed accordi, e non abbiamo motivo di credere loro sulla parola. Ma da questa mattina le truppe tedesche, in esecuzione dell'atto di capitolazione, hanno incominciato a deporre in massa le armi e ad arrendersi alle nostre truppe. Questa non è più carta straccia. È la capitolazione effettiva delle forze armate della Germania. È vero, un gruppo dell'esercito tedesco nella zona cecoslovacca sfugge ancora alla capitolazione. Ma spero che l'Esercito rosso riuscirà a ridurlo alla ragione.

Possiamo ora dichiarare con pieno diritto che lo storico giorno della disfatta definitiva della Germania è giunto, che è giunto il giorno della grande vittoria del nostro popolo sull'imperialismo tedesco.
I grandi sacrifici da noi sopportati in nome della libertà e dell'indipendenza della nostra patria, le innumerevoli privazioni e sofferenze subite dal nostro popolo nel corso della guerra, l'intenso lavoro nelle retrovie e al fronte, offerto sull'altare della patria, non sono stati vani e sono stati coronati dalla piena vittoria sul nemico. La lotta secolare dei popoli slavi per la loro esistenza e la loro indipendenza è terminata con la vittoria sugli invasori tedeschi e sulla tirannide tedesca.
D'ora innanzi sventolerà sull'Europa il grande vessillo della libertà dei popoli e della pace fra i popoli.

Tre anni or sono Hitler dichiarò pubblicamente che uno dei suoi compiti era di smembrare la Unione Sovietica e di strapparle il Caucaso, 1'Ucraina, la Bielorussia, i Paesi Baltici e altre regioni. Egli dichiarò apertamente : «Noi annienteremo la Russia, perchè non possa mai più sollevarsi». Ciò fu detto tre anni or sono. Ma le folli idee di Hitler non dovevano realizzarsi, il corso della guerra le ha ridotte in polvere. In realtà è avvenuto qualcosa di diametralmente opposto ai sogni deliranti degli hitleriani. La Germania è debellata. Le truppe tedesche capitolano. L'Unione Sovietica celebra la vittoria, pur non proponendosi nè di smembrare, nè di annientare la Germania.
Compagni! La grande guerra in difesa della patria è terminata con la nostra piena vittoria. Il periodo della guerra in Europa è finito. Comincia il periodo dello sviluppo pacifico.

Mi felicito con voi per la vittoria, miei cari compatrioti e compatriote!
Gloria al nostro eroico Esercito rosso, che ha difeso l'indipendenza della nostra patria e ha riportato la vittoria sul nemico!
Gloria al nostro grande popolo, gloria al popolo vincitore!
Gloria eterna agli eroi caduti combattendo contro il nemico, immolando la loro vita per la libertà e la felicità del nostro popolo!


Brindisi al popolo russo

24/05/1945

Brindisi pronunciato al ricevimento in onore dei comandanti dell'Esercito rosso.

Compagni, permettetemi di fare ancora un brindisi, l'ultimo.
Vorrei fare un brindisi alla salute del nostro popolo sovietico e, in primo luogo, del popolo russo.
Bevo, innanzi tutto, alla salute del popolo russo, perchè è la nazione più eminente fra tutte le nazioni che fanno parte dell'Unione Sovietica.
Faccio un brindisi alla salute del popolo russo, perchè esso in questa guerra ha meritato il riconoscimento unanime quale forza dirigente dell'Unione Sovietica fra tutti i popoli del nostro paese.
Faccio un brindisi alla salute del popolo russo, non solo perchè è il popolo dirigente, ma anche perchè possiede una intelligenza chiara, un carattere fermo e paziente.

Il nostro governo ha commesso non pochi errori, vi sono stat i momenti, nel 1941-42, in cui la situazione era disperata, in cui il nostro esercito, ritirandosi, abbandonava villaggi e città a noi cari dell'Ucraina, della Bielorussia, della Moldavia, della regione di Leningrado, dei Paesi Baltici, della Repubblica carelo-finnica: li abbandonava perchè non v'era altra alternativa. Un altro popolo avrebbe potuto dire al governo: avete deluso le nostre speranze, andatevene, nomineremo un altro governo che concluda la pace con la Germania e ci assicuri la tranquillità. Ma il popolo russo non seguì questa via, perchè aveva fiducia nella giusta politica del suo governo e accettò ogni sacrificio pur di assicurare la sconfitta della Germania. E questa fiducia del popolo russo nel governo sovietico è stata la forza decisiva che ha assicurato la storica vittoria sul nemico dell'umanità, sul fascismo.

Grazie, popolo russo, per questa tua fiducia!
Alla salute del popolo russo!


Brindisi agli uomini semplici

25/05/1945

Non pensate che dirò cose straordinarie. Il brindisi che desidero fare è semplice e comune. Vorrei bere alla salute degli uomini che non hanno grandi incarichi, che sono di grado modesto; degli uomini che sono considerati come le «viti» della grande macchina dello Stato, ma senza i quali tutti noi, marescialli, comandanti di gruppi d'armate, comandanti di armate, non varremmo, oserei dire, un chiodo. Basta infatti che se ne vada una vite e tutto è finito. Bevo alla salute degli uomini semplici, comuni e modesti, alle viti della nostra immensa macchina statale, in tutti i campi della scienza, della economia, della guerra. Essi sono numerosi, il loro nome è legione, sono decine di milioni. Sono uomini modesti, di cui nessuno scrive, non hanno grandi incarichi o gradi elevati, ma sono essi che ci sostengono come le fondamenta sostengono l'edificio.
Bevo alla salute di questi uomini, di questi nostri compagni dei quali abbiamo la più grande stima.


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