www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - storia - 19-01-20 - n. 735

Omaggio alla memoria di Patrice Lumumba, simbolo di progresso e giustizia sociale dei popoli

Federazione Sindacale Mondiale (FSM - WFTU) | wftucentral.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

17/01/2020

In un giorno come oggi, 17 gennaio, nel 1961, il militante congolese Patrice Lumumba, torturato, venne brutalmente assassinato.

Quando il Congo ottenne l'indipendenza nel 1960, il movimento di liberazione nazionale guidato da Lumumba vinse le prime elezioni e formò un governo. Tuttavia, le posizioni amichevoli dell'URSS verso il nuovo governo allarmarono gli imperialisti che appoggiarono il colpo di stato di Mobutu: il governo eletto democraticamente venne rovesciato e venne imposta la dittatura nel paese.

La carriera politica di Lumumba iniziò come sindacalista, quando nel 1955 fu eletto presidente di un ramo locale dei sindacati del pubblico impiego; nel 1958 fu uno dei co-fondatori del Movimento Nazionale Congolese, il primo partito nel paese che si basava sulla rappresentanza di tutte le tribù. Il Movimento Nazionale Congolese, di cui Lumumba assunse presto la direzione, cercò l'indipendenza e sostenne lo sfruttamento della ricchezza minerale a vantaggio del popolo congolese, sottraendola al controllo da parte delle multinazionali belghe, europee e americane.

Il 23 giugno 1960 Lumumba assunse formalmente l'incarico di Primo Ministro alla presenza del re belga Bodouin. La cerimonia divenne celebre per le critiche che il nuovo Primo Ministro aveva espresso nel suo discorso nei confronti del re belga, descrivendo le atroci torture subite dal suo popolo come "un destino peggiore della morte".

Nel suo intervento alla cerimonia di indipendenza del Congo del 30 giugno 1960, in qualità di Primo Ministro, affermava: "Sebbene questa indipendenza del Congo sia stata proclamata oggi con l'accordo del Belgio, un paese amichevole con il quale godiamo reciprocità di condizioni, nessun congolese dimenticherà mai che l'indipendenza è stata vinta nella lotta, una lotta tenace e ispirata portata avanti di giorno in giorno, in cui fummo irriducibili nonostante le privazioni o le sofferenze, in cui non venne meno la forza e il coraggio. Fu una lotta di lacrime, fuoco e sangue. Siamo profondamente orgogliosi della nostra lotta, perché era giusto, nobile e indispensabile per porre fine alla schiavitù umiliante che era imposta".

Sin dal primo momento del suo governo, venne formata una coalizione che accanto agli oppositori politici interni di Lumumba includeva segretamente o apertamente il governo belga e i suoi alleati occidentali, in particolare gli Stati Uniti, portatori degli interessi commerciali allo sfruttamento delle ricche risorse del Congo.

L'Unione Sovietica appoggiò il governo di Lumumba ma le sue proteste contro le Nazioni Unite e nelle burrascose riunioni del Consiglio di sicurezza caddero nel vuoto. L'ONU con il suo Segretario svedese Dag Hammarskjöld persero il loro credito appoggiando i piani dell'imperialismo e mancando di proteggere il governo democraticamente eletto di Lumumba. Come dimostrano documenti ufficialmente declassificati, gli statunitensi contribuirono con informazioni e pressioni sulle Nazioni Unite a renderle inattive (come al solito) e ad ammortizzare la reazione sovietica.

Nel settembre 1960, Lumumba fu rovesciato in modo antidemocratico dal capo dell'esercito, il colonnello Mobutu, che istituì un regime dittatoriale con il sostegno della CIA. Contemporaneamente Mobutu lanciò una caccia all'uomo per la cattura di Lumumba, che avvenne il 1° dicembre 1960. Il leader congolese fu arrestato e consegnato al regime secessionista di Katanga con la tolleranza delle forze di pace.

Lumumba, insieme ai suoi compagni Maurice Mpolo e Joseph Okito, subirono abusi per settimane nella prigione di Hardy Camp; in seguito furono trasferiti a Katanga, dove continuarono le percosse da parte di ufficiali belgi e locali. La notte del 17 gennaio 1961 furono condotti in un luogo appartato e giustiziati. I loro esecutori, volendo eliminare i loro resti sepolti, li smembrarono e dissolsero nell'acido solforico. La notizia della loro morte venne annunciata tre settimane dopo dalla radio locale, con la falsa pretesa che Lumumba fosse stato attaccato dagli abitanti del villaggio durante la sua fuga.

L'opinione pubblica internazionale reagì con indignazione all'annuncio dell'omicidio del leader africano e si scatenarono grandi manifestazioni in una serie di grandi città in tutto il mondo. All'interno del Congo, alcuni compagni di Lumumba, guidati dal suo ex Ministro dell'Istruzione Pierre Moulet, continuarono la loro lotta per un certo periodo con il sostegno di Che Guevara, che arrivò nel paese nel 1965, fino alla repressione definitiva per mano degli americani e dei mandatari sudafricani del regime razzista. Questa definitiva sconfitta portò all'istituzione della dittatura di Mobutu, che ribattezzò il paese in Zaire nel 1971, un regime profondamente repressivo che durò per più di trenta anni.

La FSM - WFTU ha appoggiato gli sforzi e l'azione di Patrice Lumumba sin dal primo momento. Il movimento sindacale internazionale ha organizzato decine di proteste contro l'omicidio di Lumumba e dei suoi compagni.

Il ricordo di Lumumba vive ancora nella memoria del popolo africano e di ogni cittadino progressista in tutto il mondo come simbolo di resistenza allo sfruttamento coloniale. Il suo nome è intitola l'autostrada principale di Kinshasa, ma anche di dozzine di strade in paesi in Africa, Europa, Cuba e Iran. A Mosca la più grande università ricevette il nome di "Lumumba University" in suo onore.


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