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I fattori essenziali evidenziati da Stalin e alcuni dati sulla vittoria dell'Unione Sovietica sulla Germania nazista
Miguel Uribe Arellano * | elmachete.mx
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
08/05/2020
In relazione ai fattori essenziali che Stalin evidenziò al Capo dello Stato Maggiore Generale (SMG), S. Shtemenko, sui motivi che condussero alla vittoria dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) sulla Germania nazista nella Seconda Guerra Mondiale, il presente articolo ha l'obiettivo di aggiungere alcuni dati importanti per una loro migliore comprensione.
Shtemenko narra in un passaggio delle sue memorie [1] che alla fine della guerra ebbe una riunione militare con Stalin che gli pose la seguente una domanda: cosa pensa il giovane capo dello SMG, sul perché abbiamo sconfitto e costretto alla capitolazione la Germania nazista? La risposta di Shtemenko fu schematica. Elencò varie ragioni, tra cui: la vitalità del regime sociale e statale dell'URSS e la sua grande fermezza, così come la coesione del popolo con il Partito Comunista, il ruolo dei suoi dirigenti, la base industriale dell'URSS, i forti legami di amicizia tra i popoli dell'Unione Sovietica e l'elevata capacità dei capi militari e strateghi sovietici.
Stalin gli rispose che i fattori elencati erano veri ma non esaustivi. Gli fece un'altra domanda a proposito del numero dei militari che durnate la guerra mobilitarono l'URSS e la Germania nazista e il rapporto con la popolazione totale di ogni paese, includendo tutte le perdite nelle forze armate. La risposta del generale Shtemenko fu: nel caso dell'URSS, 11 milioni di uomini, il 6% di 194 milioni; la Germania nazista, 13 milioni, il 16% di 80 milioni di abitanti. Stalin, sulla base dei dati forniti dal generale, giunse alla conclusione che una percentuale tanto elevata di mobilitazione significava non conoscere le leggi oggettive di conduzione della guerra oppure condurla in modo avventuristico, tanto che nessun Stato può sopportare una tensione così grande e i fatti dimostrarono che gli hitleriani portarono alla rovina il loro paese. Ricordò che questo errore già lo avevano commesso i tedeschi nella Prima Guerra Mondiale, mobilitando nel 1918 il 19.5% di uomini con una popolazione di 67.8 milioni.
Stalin proseguì approfondendo sulla questione. Disse a Shtemenko che il fattore che prendeva in considerazione l'elevata capacità dei dirigenti era parziale, che era necessario aggiungere che questi quadri non stavano solo sul fronte ma anche nella retroguardia. Spiegò che le possibilità oggettive sono le premesse per la vittoria, ma che da sole non possono assicurare la sconfitta del nemico se queste non si mettono in azione e sono organizzate; da qui l'importanza del Partito; che la guerra in pochi mesi promosse e forgiò le persone più forti, audaci e con talento, cosa che in periodo di pace necessita anni, questo fu il caso dei capi militari che durante la guerra si trasformarono in magnifici militari. Allo stesso modo avvenne nella retroguardia, il trasferimento di macchinari da ovest a est per metterli al sicuro e poi metterli in moto per fornire all'esercito tutto l'armamento necessario; promosse generali e marescialli nel campo del petrolio, della metallurgia e dei trasporti, nonché nella scienza.
Infine, Stalin menziona che un'altra causa importante fu che i nazisti nonostante avessero portarono migliaia di persone a lavorare in Germania come schiavi non furono in grado di rifornire adeguatamente il loro esercito; mentre, grazie al lavoro dei comunisti nella edificazione dello stato sovietico e nell'educazione dell'uomo nuovo, il popolo dell'URSS fece quello che sembrava impossibile e realizzò una grandiosa impresa.
Nell'anedotto di Shtemenko si può vedere come Stalin, sulla base dell'analisi marxista-leninista, dipana e centra l'essenza del perché l'URSS vinse. Una delle premesse oggettive fu la grande forza umana e la sua capacità di produzione, forgiata durante i primi piani quinquennali.
La Russia zarista, nel 1913, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, contava 159 milioni di abitanti. La popolazione diminuì a causa della Prima Guerra Mondiale e la guerra civile. Nel 1926, già con l'istituzione dello stato socialista, la popolazione era di 147 milioni. Durante i periodi della Nuova Economia Politica, la collettivizzazione dell'agricoltura e i primi piani quinquennali, la popolazione aumentò; nel 1939 la popolazione era di 170 milioni. Con l'avvio del terzo piano quinquennale nel 1938 e l'incorporazione delle regioni occidentali di Ucraina e Bielorussia, la popolazione raggiunse 191 milioni di abitanti.[2]
Nei primi piani quinquennali per industrializzare l'Unione Sovietica (dal 1929 al 1940) furono gettate le basi che promossero lo sviluppo sociale del popolo sovietico. Così come era aumentata l'industria, aumentava la capacità produttiva e la ricchezza sociale. Uno degli obiettivi dell'URSS era di superare economicamente le potenze capitaliste nel terzo piano quinquennale.
Il Partito Comunista e il governo dei soviet erano coscienti delle conquiste e compiti del paese prima della guerra. Questo si riflesse nel Rapporto al XVIII Congresso del Partito sul lavoro del Comitato Centrale del P.C. (b) dell'URSS [3], nel 1939, dove, sulla parte relativa alla situazione interna dell'URSS, Stalin indicava che il ritmo di crescita dell'industria socialista del paese sovietico occupava il primo posto a livello mondiale; tuttavia, sottolineava, che anche così l'URSS era in ritardo per quanto riguardava le percentuali di produzione industriale per abitante. Indicava che la capacità produttiva era maggiore rispetto ai paesi capitalisti e la produzione, tuttavia, in relazione al numero di abitanti, la crescita economia era minore. Per spiegare meglio questa situazione, comparava la produzione industriale per abitante dell'Unione Sovietica con quella dell'Inghilterra. I risultati mostrarono che nel 1938 l'URSS fuse 15 milioni di tonnellate di ferro e l'Inghilterra 7 milioni. Sebbene, la produzione del paese sovietico era stata maggiore, in proporzione al paese, l'Inghilterra era superiore con 150 kg per abitante in comparazione agli 87kg dell'URSS. Ricordava che in quel momento, l'Inghilterra aveva una popolazione di 46 milioni di abitanti e l'URSS 170 milioni.
Prima della guerra, l'URSS già dispiegava tutto il suo potenziale produttivo. Le grandi forze umane in relazione alla capacità produttiva industriale che si erano sviluppate durante i primi piani quinquennali furono fattore sufficiente per affrontare e superare l'aggressione nazista.
Nel 1940 dei 191 milioni di abitanti nell'URSS, 34 milioni di essi erano operai e impiegati occupati nell'economia nazionale. Studiavano in scuole medie e superiori 35.5 milioni di alunni e 812.000 nei centri di insegnamento superiore; in totale erano 50 milioni di persone comprendendo tutte le persone iscritte a differenti corsi, rimanendo in produzione.[4] Inoltre bisogna aggiungere che l'URSS nel 1941 contava su servizi medici gratuiti: 130.340 medici; 661.431 posti letto; 63.992 posti letto in servizi psichiatrici; 141.873 posti letto di maternità; 132mila posti letto in sanatori e case di cura; 13.461 centri medici urbani; 13.512 centri medici rurali; 1.048 dispensari antitubercolosi; 1.498 dispensari contro le malattie veneree; 5.803 consultori per bambini e donne; 854.046 posti permanenti in casae di cura; 4.045.600 posti temporanei. In totale, l'URSS investiva in Sanità 11.960.000.000 rubli.[5]
Nulla di tutto questo fu contemplato dalla Germania nazista nel tentativo di conquistare l'URSS. Sebbene, agli inizi della guerra, il potere militare nazista era superiore rispetto a quello dell'URSS, questo era dovuto al fatto che tutti i rami produttivi tedeschi erano stati dedicati alla produzione militare; tutto questo a costo dello sviluppo sociale del popolo lavoratore tedesco; era anche dovuto al fatto che aveva posto sotto il suo giogo l'industria dei paesi capitalisti dell'Europa occidentale che aveva conquistato nei primi anni di guerra e al saccheggio delle loro risorse economiche; inoltre, bisogna aggiungere anche le migliaia di persone schiavizzate nei campi di concentramento che furono impiegate nella produzione militare. La Germania nazista fu un regime barbaro, che si imponeva su milioni di lavoratori sfruttati e schiavizzati. Il volto più selvaggio del capitalismo.
L'URSS dovette dispiegare tutto il suo potenziale umano e economico. Già nel terzo piano quinquennale si iniziò a rafforzare la scienza e l'industria militare della difesa. Vanno sottolineate le grandi invenzioni negli armamenti militari di questo periodo: nell'aviazione, i caccia "Yak-I", "Mig-3" e "LaGG-3"; l'aereo d'assalto "II-2" e il bombardiere "Pe-2"; carri armati, "kV-I", il famoso "T-34"; armi automatiche, la mitragliatrice e mitraglietta "PPD" e "PPsh"; nell'artiglieria, il veicolo lanciarazzi "Katiusha" e il razzo calibro 82 e 132mm. Inoltre nel periodo di guerra si modernizzò tutto questo armamento e si crearono nuovi modelli, come i cannoni automotrici S-122 e SU-152 e il carro armato IS-2.[6]
Il maresciallo Zhukov nelle sue Memorie e riflessioni si riferisce positivamente al lavoro di Stalin durante la guerra, nonostante le menzogne che si dissero su di lui dopo la sua morte:
Grazie al devoto lavoro dei scienziati e lavoratori sovietici nella retroguardia, negli ultimi tre anni di guerra, si fornirono all'esercito annualmente 120mila pezzi di artiglieria, 40mila aerei, 30mila carri armati e 193.9 milioni di proiettili di artiglieria, in comparazione con la Germania nazista, che negli anni dal '42 al '44 produsse 26mila aerei e 19mila carri armati. In totale, durante tutta le guerra si fabbricarono in Unione Sovietica 489.900 pezzi di artiglieria; 102.500 carri armati e cannoni semoventi; così come 136.000 aerei.[7]
L'impresa compiuta dell'Armata Rossa con il suo ripiego organizzato e nella difesa di Leningrado, Mosca, Stalingrado, la controffensiva a Kurts, il recupero dei territori occupati e la liberazione dei paesi europei d'oriente fino alla vittoria a Berlino; così, l'impresa compiuta dal popolo sovietico con il trasferimento dell'industria dalle zone occupate alle zone industriali d'oriente e la loro messa in produzione, non sarebbero state possibili senza la direzione pianificata del Partito, il governo sovietico e i grandi capi militari.
Dopo l'inizio della guerra, Il Partito Comunista e il Governo dei soviet crearono le strutture militari e di produzione militare necessarie per l'organizzazione centralizzata dell'Armata Rossa e il popolo sovietico, che durante lo sviluppo della guerra si andarono perfezionando. Si creò il consiglio di evacuazione delle zone occupate temporaneamente. Si creò il Comitato di Difesa, con pieni poteri su organizzazioni civili, di Partito e dei Soviet. Si creò il Grande Quartier Generale del Comando Supremo, che insieme allo Stato Maggiore Generale organizzarono e prepararono le campagne militari durante la guerra. Con l'aumento dei distaccamenti di guerriglieri nella retroguardia del nemico, nel 1942, si creò anche lo stato Maggiore Centrale del movimento guerrigliero.
Le strutture economiche e militari furono centralizzate sotto il comando di Stalin. Semplicemente, durante la guerra, Stalin svolse cinque cariche oltre l'esser Capo Supremo: Segretario Generale del CC del PC(b) dell'URSS, Presidente del Consiglio dei Commissari del Popolo dell'URSS, Presidente del Comitato dei Commissari del Popolo dell'URSS, Presidente del Comitato di Difesa dello Stato e commissario del popolo della difesa.
Alla vigilia e inizio della guerra, la produzione in serie di tutte le invenzioni militare non poteva avvenire, in gran parte a causa dell'invasione a sorpresa della Germania nazista nella primavera del 1941. Tuttavia, la fornitura di tutto questo materiale fu aumentata poco a poco grazie al lavoro del popolo sovietico che aumentò la sua capacità produttiva, e alla creazione di più imprese militari; inoltre fu una prodezza trasferire l'industria delle zone che furono occupate nella retroguardia, alle zone industriali degli Urali, Siberia, Asia Centrale, il Bacino del Volga e il Centro, per metterle in moto alla fine del 1942. Nei primi tre mesi furono evacuate 1.360 grandi imprese.[8]
"Dicono che nella prima settimana della guerra Stalin era così confuso da non riuscire nemmeno a pronunciare un discorso per radio e affidò il suo intervento a Molotov. Questa opinione non corrisponde alla realtà. E' vero che nelle prime ore Stalin era perplesso. Ma non tardò a riprendersi e a lavorare con grande energia, anche manifestando eccessivo nervosismo che spesso ci spazientiva".[9]
Nel fragore della battaglia e grazie alla capacità di assimilare l'esperienza militare con la pratica del Grande Quartier Generale e lo Stato Maggiore Generale, sorsero e si forgiarono grandi quadri militari durante la guerra. All'inizio della guerra già esistevano grandi marescialli come B. Sháphnikov, K. Voroshílov, S Timoshenko e S. Budionni; durante la guerra, e grazie alla capacità che dimostrarono come grandi strateghi sul campo di battaglia, ottennero il grado G. Zhúkov, A. Vasilevski, I. Kónev, K. Rokossovski, F. Tolbujin, R Malinovski, K. Meretskov e L. Góvorov. Il Capo Supremo, J. Stalin, lo ricevette nel 1943.[10]
In conclusione, il Partito Comunista ebbe un ruolo fondamentale nel dirigere e incanalare l'esercito e il popolo sovietico verso la vittoria; al fronte di battaglia furono inviati 1.500.000 comunisti [11], oltre i milioni che lavoravano nelle retrovie.
Note:
*) Miguel Uribe Arellano, membro del Comitato centrale del PCM
[1] S. Shtemenko, El Estado Mayor General Soviético durante la guerra, Moscú, Editorial Progreso, 1985, tomo 2, p. 497-499
[2] Direzione Centrale di Statistica Aggregata al Consiglio dei Ministri dell'U.R.S.S., Cuarenta años de poder soviético en cifras datos estadísticos, Moscú, Ediciones de Lenguas Extranjeras, 1959, p.6
[3] J.V. Stalin, Obras completas, México, Editorial Actividad EDA, 1981, tomo 14, p. 425
[4] P. Zhilin, La Gran Guerra Patria de la Unión Soviética 1941-1945 (estudio científico-popular), Moscú, Editorial Progreso, 1985, p. 40-41
[5] "La preocupación del Estado Soviético por madres e hijos", Boletín de información de la embajada de la U.R.S.S., Núm. 23, 29 de julio de 1944, p. 32
[6] I nomi degli inventori dell'aviazione militare sono: S. Iliushin, S. Lávochkin, A. Mikoyán, V. Petliakov y A. Yákovlev; dei carri armati, Zh. Kotin y M. Koshkin; delle armi di fanteria, V. Grabin, I. Ivanov, F. Petrov, B. Shavyrin, V. Degtiariov y G, Shpaguin. Zhilin, Op. cit., p. 42
[7] D. Kovalenko, Historia de la URSS, Moscú, Editorial Progreso, 1977, tomo 2, p. 67
[8] G. Deborin, La segunda guerra mundial, Moscú, Ediciones Lenguas extranjeras, 1961, p.187
[9] Gueorgui Zhúkov, Memorias y reflexiones, Moscú, Editorial Progreso, 1990, tomo 1, p. 320
[10] G.F. Alexándrov, J. Stalin Esbozo biográfico, Moscú, Ediciones en Lenguas Extranjeras, 1947, p.185
[11] Deborin, Op, cit., p. 625
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