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African Liberation Day, la lotta di lunga durata contro l'imperialismo e il capitalismo
Pan Africanism Today Secretariat | peoplesdispatch.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
25/05/2020

Conferenza di Accra dei popoli di tutta l'Africa, Ghana 1958.
Che cos'è la liberazione africana? In che modo i nostri antenati hanno combattuto per questo? Fino a che punto siamo arrivati a realizzarla oggi? Queste sono alcune delle domande che incombono ogni 25 Maggio sul popolo africano e sulla sua diaspora.
Il 25 Maggio si celebra l'African Liberation Day, la Giornata della liberazione africana. È una commemorazione delle lotte per la liberazione dal colonialismo e segna in particolare una data chiave nella lotta per l'unità panafricana: la formazione dell'Organizzazione dell'unità africana (OAU) nel 1963. Comprendente 21 stati membri, l'obiettivo principale dell'organizzazione era il sostegno ai movimenti di liberazione nelle rimanenti colonie africane e il coordinamento per la costruzione di una nuova società africana libera dallo sfruttamento.
Questa lotta per costruire la solidarietà africana attraverso il panafricanismo fu guidata dal leader rivoluzionario Kwame Nkrumah, il primo primo ministro e presidente di un Ghana indipendente. Entro un anno dall'indipendenza della nazione dell'Africa occidentale, il 15 aprile 1958, Nkrumah convocò la Conferenza dei popoli di tutta l'Africa, il primo incontro fra stati africani indipendenti. Questo incontro seguì le orme degli incontri panafricani del 1900 e del 1945 (rispettivamente a Londra e Manchester) e vi presero parte 200 delegati in rappresentanza di 60 organizzazioni di 27 paesi, tra cui leader determinanti come Patrice Lumumba.
La conferenza pose le basi per collegare i diversi movimenti di resistenza provenienti da contesti diversi sotto un'unica bandiera. In un adattamento dell'esplosiva dichiarazione del Manifesto comunista, l'incontro annunciò al mondo: "Popoli dell'Africa, unitevi! Non avete altro da perdere che le vostre catene! Avete un continente da riconquistare! Avete la libertà e la dignità umana da raggiungere!" Ai colonizzatori, essi pronunciarono coraggiosamente questa richiesta fondamentale: "Giù le mani dall'Africa! L'Africa deve essere libera! "
Il panafricanismo sorto durante questo periodo riconobbe che il colonialismo era un sistema di espansione capitalista attraverso lo sfruttamento brutale e l'oppressione razzista. Il progetto coloniale è sempre stato uno sviluppo dei paesi imperialisti attraverso il sottosviluppo del sud globale in generale e dell'Africa in particolare. Nkrumah, insieme ad altri gruppi rivoluzionari, cercò di costruire solidarietà attraverso l'unità dei governi africani allo scopo di ottenere la libertà economica e porre fine allo sfruttamento e all'oppressione per il popolo africano.
Questo panafricanismo è, in sostanza, un movimento dei popoli per la liberazione dell'umanità dallo sfruttamento del capitalismo e dell'imperialismo. L'Organizzazione dell'unità africana - e in seguito l'Unione africana - hanno deluso molti non promuovendo il programma rivoluzionario verso un'Africa unificata e socialista. Di fatto, molti governi africani, sotto la pressione delle istituzioni imperialiste, hanno regolarmente abbandonato il socialismo scientifico per lo sciovinismo e il capitalismo neoliberista. Questi fallimenti e limitazioni non dovrebbero, tuttavia, sviarci dall'ispirazione che il popolo africano, le sue organizzazioni e i suoi movimenti traggono dalla lotta per il panafricanismo. Questa piena liberazione dell'Africa, della sua immensa ricchezza materiale e degli operai del mondo, costituisce il significato sostanziale del 25 Maggio.
In tutto il continente africano, vari movimenti di liberazione furono in grado di garantire l'indipendenza politica dal dominio coloniale. Questa indipendenza politica non era tuttavia accompagnata dall'indipendenza economica - un fenomeno contrassegnato da Nkrumah come "neo-colonialismo" già nel 1965. Il continuo sfruttamento delle risorse e dei popoli africani attraverso il neo-colonialismo è stato cementato mediante i programmi di austerità neoliberisti applicati dalle istituzioni dell'imperialismo, come FMI e Banca mondiale. La stretta capitalista sul continente ha mantenuto lo status dell'Africa come ricca di risorse ma indebitata, sfruttata e quindi impoverita.
Nel tentativo di rinunciare alle prescrizioni del capitale, la maggioranza dei leader africani fondatori fece passi da gigante verso la costruzione del socialismo nei rispettivi territori. La storia è piena di resoconti delle ripercussioni di queste azioni. Kwame Nkrumah fu rovesciato, Thomas Sankara fu rovesciato e assassinato mentre Sekou Toure della Guinea affrontò la massiccia repressione dalla Francia. In queste circostanze economicamente repressive, l'immaginata vera democrazia della classe operaia non poteva concretizzarsi.
Lo sviluppo del capitalismo nel continente africano è stato raggiunto a spese della maggior parte della sua popolazione, privatizzando le risorse naturali e, per generazioni, negando a molti la loro libertà di accesso e possesso della terra. Queste acute contraddizioni della natura di classe della nostra società sono state evidenziate dalla pandemia di COVID-19.
Le organizzazioni dei popoli del continente, che si sono radunate a Winneba nel 2018 per continuare la marcia verso la libertà e il panafricanismo, hanno insistito sul fatto che è giunto il momento di unire le lotte delle masse contro il capitalismo e l'imperialismo. Questa richiesta di riaccendere la richiesta popolare di un'Africa unificata sotto il dominio socialista è ancora più pressante in un momento in cui 22 singoli uomini possiedono più ricchezza di tutte le donne del continente messe insieme. Come dichiarò Nkrumah all'incontro inaugurale dell'OAU, "Non c'è tempo da perdere. Dobbiamo unirci ora o perire."
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