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A proposito delle proteste contro il razzismo negli USA

Fernanda Larrainzar | elmachete.mx
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

08/06/2020

James W. Ford fu sindacalista e membro del Partito Comunista degli Stati Uniti (CPUSA), fu anche il primo afroamericano candidato alla vicepresidenza degli USA in tre occasioni, 1932, 1936 e 1940. James S. Allen fu membro del Partito Comunista degli Stati Uniti, redattore del giornale clandestino Southern Worker, organizzatore dei mezzadri in Alabama e dello sciopero dei minatori in Kentucky negli anni '30. Entrambi scrissero l'opuscolo I neri in un'America Sovietica pubblicato nel 1935, una lettura molto interessante a proposito delle proteste contro il razzismo negli USA alla base della triste morte di George Floyd per mano della polizia.

Gli autori iniziano raccontando una parte della storia della schiavitù nera negli USA, quella relazionata principalmente con la proprietà della terra nella Guerra Civile e immediatamente dopo la guerra. Nel 1910 solo un quarto dei contadini neri possedeva della terra, di solito poca e i più poveri l'avevano ipotecata. Nel 1930 molti avevano perso le loro terre, sottratte dalle banche, compagnie di assicurazioni, grandi latifondisti e da altri creditori.

La schiavitù era stata abolita, tuttavia le piantagioni continuavano ad esistere e molti neri che affittarono le terre per lavorarle erano prigionieri di questa condizione, simile a quelle di uno schiavo, soprattutto nelle piantagioni di cotone del Sud. Inoltre i neri erano emarginati alla disoccupazione o ai lavori più pesanti, di minore remunerazione e che richiedevano minore specializzazione. I neri guadagnavano meno dei bianchi, anche nello stesso lavoro, e ovviamente esistevano meno professionisti neri. In 75 anni il progresso economico del capitalismo non ha significato altro che diseguaglianza per i lavoratori neri.

E' chiaro che gli atti di odio razzista erano generati dal capitalismo: la classe dominante utilizzava dure misure di oppressione e persecuzione per mantenere i neri schiavizzati nelle piantagioni del Sud, relegati nei livelli inferiori dell'industria. Così come il rafforzamento dell'idea della superiorità della razza bianca per mantenere la divisione tra i neri e le masse, per mantenerli isolati e deboli.

Altre condizioni di diseguaglianza contro i neri erano evidenti anche nell'istruzione e la sanità. Nelle loro comunità c'erano poche scuole, che aprivano solo per un certo periodo, c'erano poche risorse e i bambini non andavano oltre il quarto grado. La tubercolosi era otto volte più comune tra i neri che tra i bianchi e i neri presentavano anche il doppio di morti per malattie cardiache.

Gli autori fanno qui una critica ai riformisti, che proclamavano che era possibile riformare il capitalismo ed abbellirlo attraverso metodi graduali e pacifici. Ad esempio, organizzazioni riformiste come la National Association for the Advancement of Colored People e la Urban League, che temevano una rivolta delle masse nere, preferivano sostenere riunioni con rappresentanti della classe dirigente, giungendo anche a sostenere aspre lotte contro i comunisti e la International Labor Defense.

Altra caratteristica dei riformisti è il culto delle elezioni, pensando che i lavoratori possano eleggersi per giungere al potere e dopo, pacificamente, trasformare il capitalismo. Questa idea era sostenuta dal Partito Socialista, a cui domandavano: "che succede se i capitalisti si rifiutano di lasciare il potere?" E loro rispondevano: "vedremo allora". Impossibile comunque da perseguire con 4 milioni di neri elegibbili attraverso elezioni, ma 2 su 3 non avevano diritto di voto. I comunisti riconoscevano la necessità di lottare per questi diritti, per eleggere i propri rappresentanti e creare proprie organizzazioni, avendo chiaro che questi diritti una volta ottenuti dovevano esser usati contro i capitalisti.

Riassumendo, il riformismo cercava la collaborazione di classe e distrarre le masse nere dalla lotta contro l'imperialismo statunitense; facendoli sprofondare ancor di più nella segregazione razziale, beneficiando così i neri delle classi alte e la classe dirigente.

Un rappresentante del riformismo, del patriottismo nero, era il Dr. Dubois. Ex membro della National Association for the Advancement of Colored People, argomentava che i neri della classe alta non sfruttavano il lavoro dei neri. Tuttavia è chiaro che gli interessi dei neri della classe alta sono gli stessi dei bianchi della classe alta, entrambi beneficiano della segregazione, ossia, della base dell'oppressione contro i neri.

Il Dr. Dubois si definiva come il fedele rappresentante delle aspirazioni dei neri, di essere il chiaro esempio di come sia possibile ottenere un nuovo futuro. Tuttavia questo personaggio temeva la classe operaia, proclamava la solidarietà di razza a scapito della solidarietà di classe tra neri e bianchi. L'intento del Dr. Dubois era di metterli contro, inimicandoli e distogliendoli da lottare contro il nemico reale, il capitalismo. Diceva: "L'unica cosa che dobbiamo e possiamo fare è organizzare il nostro potere economico e sociale, indipendentemente dalla quanta segregazione esista".

Dall'altro lato temeva l'azione dei comunisti, che erano alla testa del sindacato dei mezzadri in Alabama con 10.000 affiliati e di sindacati di altri stati del Sud. Ottenendo ad esempio la solidarietà del sindacato dei minatori per la lotta dei mezzadri. I comunisti ebbero esperienze importanti come la lotta per l'assicurazione di disoccupazione a beneficio sia dei neri che dei bianchi.

I lavoratori del Sud erano la sezione più arretrata della classe operaia degli USA. Impregnata, ovviamente, di pregiudizio razziale: ma nel corso della lotta contro i loro sfruttatori svilupparono la solidarietà con i lavoratori neri, la lotta per il pane e per la vita risultò esser più forte del pregiudizio razziale.

In questo senso, gli autori raccontano l'esperienza di una dozzina di lavoratori bianchi interessati al Partito Comunista, che sotto la sua influenza iniziarono a capire la necessità e l'importanza di organizzarsi insieme ai lavoratori neri negli stessi sindacati. Considerando esperienze amare, come la sconfitta dello sciopero del 1922 del sindacato dei lavoratori delle linee ferroviarie, proprio per non aver permesso ai neri di prender parte allo stesso, indebolendo la loro lotta.

Questa dozzina di lavoratori bianchi fu istruita dai comunisti, prendendo come esempio la possibilità che di fronte ad uno sciopero il sindacato avrebbe dovuto formare un comitato permanente formato sia da bianchi che da neri con la conseguente necessità di riunirsi anche a tarda notte e all'alba; non potendo andare a casa i membri neri del comitato, quelli bianchi avrebbero dovuto dargli alloggio nelle loro case. Così la necessità supera il pregiudizio razziale a beneficio della stessa lotta. Se non si pratica questa uguaglianza tra lavoratori, i neri smetteranno di appoggiare lo sciopero e si perderà, semplicemente.

Una lezione importante si ebbe quando i lavoratori neri e bianchi condivisero una esperienza di lotta. Il Partito Comunista e il Consiglio dei Disoccupati convocarono una protesta, ottenendo risposta di 5mila lavoratori sia bianchi come neri. Questa protesta fu repressa, la polizia colpì e arrestò uno degli oratori. Un centinaio di lavoratori si riunirono dopo negli uffici del Consiglio dei Disoccupati. Bianchi e neri erano seduti fianco a fianco, condividendo il malcontento e imprecando. Questa esperienza comune li unì.

Altro movimento pericoloso per gli interessi delle masse nere, e per i lavoratori in generale, fu il Pacific Movement of the Eastern World cui slogan principale era formare un fronte unito delle razze non bianche sotto la guida del Giappone, nel contesto di una possibile guerra tra USA e Giappone. Quindi far parte del conflitto tra due potenze imperialiste per spartirsi il territorio dell'Est e sfruttare le masse lavoratrici. Mentre la classe operaia sia degli USA che del Giappone avrebbe dovuto lottare contro l'imperialismo dei propri paesi.

Sappiamo che il capitalismo giapponese era uno dei principali nemici dell'Unione Sovietica. L'Unione Sovietica mostrava un altro percorso, un'altra possibilità, dato che nel suo territorio vivevano popoli di colore e di tutte le razze nella più completa uguaglianza e libertà, dove ogni atto di pregiudizio razziale era considerato un crimine.

Gli autori considerano che durante la presidenza di Roosevelt il fascismo si affacciò negli USA, con dure misure contro la classe operaia, come il tentativo di proibire il diritto di sciopero, e il controllo dei sindacati da parte delle imprese e del governo. Il presidente sotto gli ordini dei potenti di Wall Street, e preparando la guerra, dispiegò la propaganda nazionalista e patriottarda. Situazione che naturalmente generò maggiore sofferenza soprattutto per le masse nere, che furono vittime di persecuzioni e assassini, con la partecipazione di organizzazioni suprematiste come fu quella del Ku Klux Klan. Ma questo non era altro che il capitalismo di sempre, intento a cercare di conservare i suoi profitti a tutti i costi.

Gli autori continuano ponendo una domanda: cosa deve accadere perché cessi l'oppressione contro i neri, la loro persecuzione, linciaggio, segregazione, ostracismo sociale? La risposta è chiara: affinché avvenga ciò, anche lo sfruttamento dei lavoratori, sia dei neri che dei bianchi, deve finire. Che bisogna fare quindi per porre fine alla schiavitù salariata, alla disoccupazione, alla povertà, alle crisi e alla guerra? Si presenta qui la necessità e l'urgenza di una rivoluzione proletaria.

L'oppressione del popolo nero degli USA ha la sua radice nello schiavismo e nonostante la guerra civile l'abolì, lavoratori sia neri che bianchi non ottennero la loro vera libertà sotto il capitalismo. Elementi economici e sociali della vecchia schiavitù permangono ancora oggi, ed hanno a che fare con il già descritto sistema di piantagioni, con la situazione dei mezzadri nel "Black Belt" o Cintura Nera del Sud e con l'ereditata idea della supremazia bianca e il pregiudizio razziale.

Dopo l'abolizione dello schiavismo i neri continuarono ancora a vivere nei territori delle piantagioni dove erano un tempo schiavi e dove continuavano ad esser imprigionati. Gli autori sono chiari nell'affermare che finché sarebbero esisteite queste piantagioni, i neri non avrebbero potuto avere uguaglianza e che sarebbe stato  e ripartire la terra tra i lavoratori, ma che questo sarebbe stato possibile solo con l'organizzazione delle masse sfruttate; con la partecipazione anche di centinaia di migliaia di mezzadri bianchi e contadini poveri che erano state vittime degli usurari.

La vera libertà del popolo nero del "Black Belt" risiede nel diritto alla sua autodeterminazione, per ottenere questa rivoluzione necessitano un grande alleato che è la classe operaia, la forza leader nella lotta dei settori oppressi contro lo sfruttamento capitalista. Ossia, è necessaria una rivoluzione proletaria, come fu la Rivoluzione d'Ottobre del 1917.

Tra gli alleati più importanti della classe operaia negli USA c'è il popolo nero, questa questione determina la relazione tra i due aspetti della rivoluzione necessaria: la rivoluzione per la terra e la libertà nel Sud e la rivoluzione proletaria in tutto il paese, così come la ponevano gli autori del libro in questione. Sarà la classe operaia, bianchi e neri, che la guideranno. E sarà responsabilità del Partito Comunista spiegare constantemente l'unità di interessi tra le masse nere e la classe operaia, promuovere la lotta contro il "patriottismo nero" e la "solidarietà di razza", e promuovere nelle sue file militanti, bianchi e neri, i principi di uguaglianza e non discriminazione. Quanto detto, è valido anche oggi.

L'autodeterminazione del popolo nero del "Black Belt" sarà possibile solo sotto un governo della classe operaia che garantisca questo diritto. Riprendendo l'esempio dell'Unione Sovietica, che decretò il diritto di autodeterminazione a tutte le nazioni che conformavano l'ex impero russo.

Infine, gli autori fanno una proiezione di come sarebbero gli USA se la classe operaia fosse al potere, costruendo una nuova società, immaginando gli Stati Uniti Sovietici, che hanno ereditato dal capitalismo uno sviluppo dell'industria in termini di tecniche più moderne, dove nella maggior parte del paese i contadini potranno avere competenza con metodi avanzati di agricoltura. Allo stesso modo si vedrà un grande sviluppo della rete di comunicazione e una grande ricchezza in risorse naturali come la terra, il carbone, petrolio, legno, acqua, ecc., che potranno trasformarsi in fonte di prosperità per la popolazione, per soddisfare le necessità del popolo.

Questa nuova società dovrà porsi la necessità di dare ai neri il diritto di formarsi come lavoratori specializzati, attraverso l'accesso all'istruzione tecnica e nelle scienze e ingegneria. Da parte loro, le università dovranno offrire anche più posti per i neri che per i bianchi.

Scompariranno gli orrori della segregazione, smetteranno di esistere i ghetti, non ci saranno aree di segregazione, i neri potranno vivere in altre zone residenziali. Non ci saranno privilegi per i bianchi. I proprietari delle piantagioni e i capitalisti saranno vinti. Le masse sfruttate avranno il Potere: i lavoratori, i lavoratori agricoli che prima erano mezzadri, i piccoli proprietari, contadini poveri, ecc.

Gli autori parlano di una Repubblica Sovietica Nera, cui corpo centrale sarebbe composto dai rappresentati dei soviet locali, dove naturalmente non ci saranno solo neri ma anche bianchi. Si esproprieranno le terre senza compensazione per i latifondisti, così come il bestiame e gli strumenti di lavoro. In breve, si distruggerà il sistema di piantagioni nel Sud, la terra sarà proprietà del popolo nel suo insieme, sarà distribuita tra i contadini poveri, i debiti saranno cancellati. Questa zona abituata ad esser la più arretrata sotto il capitalismo si convertirà in una fonte di benessere per la sua popolazione. Il cotone, che era la coltura commerciale più importante e la frusta per milioni di lavoratori, sarà strumento per il rapido sviluppo economico e sociale.

Si potranno formare anche fattorie collettive, inoltre sarà possibile la trasformazione dell'agricoltura nel Sud per mezzo della pianificazione. Queste piccole fattorie collettive potranno convertirsi in grandi fabbriche di cotone, con l'utilizzo di macchinari specializzati per facilitare il processo produttivo. Scompariranno gli esorbitanti interessi del 700% annuale dei crediti bancari, dato che il cotone sarà amministrato dallo stato, cui profitti serviranno a migliorare l'industria e le condizioni di lavoro dei suoi lavoratori.

Immaginarono che sarebbe stata priorità del "Governo Sovietico" industrializzare il Sud, aprendo l'industria tessile ai lavoratori neri, così come l'industria della costruzione di macchinari, per modernizzare e migliorare i fertilizzanti, con l'utilizzo di metodi scientifici per lo sfruttamento delle risorse naturali come il legno di pino per la costruzione di mobili, ecc. Si svilupperà anche l'industria del metallo, per la manifattura di macchine agricole. Queste misure faranno uscire dall'arretramento il Sud e trasformeranno quest'area in una zona avanzata e ricca. Il Sud avrà nuove e moderne scuole; ospedali pubblici, disponibili per tutti; le grandi proprietà dei milionari, convertite in case di cura, ospedali e luoghi di ritrovo.

La conclusione del libro non poteva esser altra: solo il socialismo creerà le basi per lo sviluppo e l'uguaglianza del popolo nero. E questo era valido per la prima metà del XX secolo, e dato che il capitalismo nella sua fase imperialista è prevalso, è ancora valido nella sua essenza per i problemi attuali del popolo nero e dei lavoratori in generale.


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