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I comunisti e la lotta contro il razzismo negli USA

Ángel Chávez Mancilla * | elmachete.mx
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

19/06/2020

Quando si tratta il tema della lotta antirazziale negli USA solitamente si fa riferimento a Martin Luther King, Rosa Parks, Malcolm X, le Pantere Nere e Angela Davis. Ma la lotta contro il razzismo ha una storia che risale a molto prima degli anni sessanta. Non è casuale che si evidenzino questi personaggi e si dimentichino gli altri, dato che la storiografia borghese ha voluto cancellare l'importante partecipazione dei comunisti nordamericani alla lotta contro il razzismo; questa risale al decennio del 1920, dopo la fondazione del PCUSA nel 1919.

Bisogna segnalare che i comunisti in Nord America hanno svolto una importante agitazione politica tra tutti i lavoratori, per cui la lotta contro la discriminazione per razza o nazionalità non incluse solo i neri, ma anche gli immigrati latini, europei (irlandesi, italiani, ecc.) ed ebrei. Di fatto nei primi decenni del XX secolo negli USA, contro il flusso del pregiudizio razziale che l'ideologia borghese aveva seminato in parte della società nordamericana, i comunisti adottando il marxismo-leninismo si sono opposti a ogni tipo di segregazione o discriminazione razziale.

I comunisti andavano per le strade dei quartieri proletari e delle principali città mostrando la convivenza armoniosa tra le molteplici origini etniche e razziali. Che fossero amici o coppie, uomini e donne, bianchi e neri, davano prova di ciò che predicava il socialismo: l'uguaglianza tra tutti i lavoratori senza distinzione di genere, razza o nazionalità. Con disprezzo, la polizia politica che perseguitava i comunisti affermava che se avesse visto camminare una coppia bianco e nera, in atteggiamento egualitario, con sicurezza poteva affermare che c'era un comunista.

Un riflesso della posizione dei comunisti nordamericani rispetto alla lotta per il popolo nero si esprime nel programma del 1931, che pone le seguenti parole d'ordine:

"1. Uguale remunerazione, per uguale lavoro. 2. Pieni diritti politici e sociali ai neri. 3. Diritto a vivere in qualsiasi luogo della città e stato che si desidera: a) Lotta e perseguimento contro tutti proprietari di case che applicano un affitto più elevato ai neri rispetto ai bianchi a parità di condizioni. 4. Diritto ai neri di svolgere qualsiasi lavoro senza discriminazione. 5. Diritto dei neri ad iscriversi a qualsiasi scuola, università, ecc. e contro ogni forma di discriminazione. 6. Installazione di parchi pubblici e parchi per bambini, specialmente ad Harlem. 7. Unità dei lavoratori neri e bianchi nella lotta per l'uguaglianza di diritti e nella lotta contro il linciaggio del popolo nero".[1]

Tale programma già riconosce l'orientamento che l'Internazionale Comunista diede al PCUSA. Rispetto a questo si può dare un'occhiata all'opuscolo di Earl Browder Il partito comunista e l'emancipazione del popolo nero, dove si afferma che: "Uno dei principali compiti del Partito Comunista, che è all'avanguardia del nostro lavoro politico, è la liberazione del popolo nero dall'oppressione speciale che soffre".[2] Inoltre riconosce che la lotta per i diritti dei lavoratori neri è stata ritardata da una mancanza di comprensione della questione a causa del fatto che "il Partito ancora non si è liberato dall'approccio liberale borghese dei diritti dei neri, né dalla visione socialdemocratica che nega che il nero possa trovare la sua emancipazione solo con il socialismo e come parte della classe lavoratrice".[3]La dimostrazione che questa questione è attuale si osserva nel fatto che, in pieno 2020, nel mondo capitalista prosegue il razzismo e la discriminazione contro i neri, questione che è stata abolita nei paesi che hanno sperimentato la costruzione socialista.

Il Partito continuò il suo lavoro e il suo dibattito sulla questione della liberazione dei neri. Tuttavia, così come in altri molteplici casi, il tema fu esposto nel VI Congresso della Internazionale Comunista e nell'agosto 1930 venne elaborata una risoluzione speciale con la quale, dice Browder "si armò il nostro Partito politicamente per un avanzamento nella mobilitazione e organizzazione del movimento di liberazione dei neri, che consisteva nell'unione dei lavoratori neri e bianchi in una ferma e risoluta solidarietà".[4]

Bisogna evidenziare che la rivendicazione di uguaglianza di diritti per tutti i lavoratori era legata all'unità dei lavoratori neri e bianchi, con la quale si manteneva la parola d'ordine dell'unità della classe operaia - senza differenza di etnia, razza o nazionalità - contro il capitalismo, che è la causa dello sfruttamento dell'insieme di tutti i lavoratori e fonte delle altre forme di oppressione che ricadono sulla classe operaia come il razzismo.

Al radicamento che il PCUSA ottenne tra la classe operaia nordamericana conseguì che nelle sue fila militassero una grande quantità di lavoratori neri e grazie al principio di uguaglianza tra i comunisti, il riconoscimento del lavoro e la promozione di quadri comunisti neri non ebbe alcuna difficoltà. Di fatto membri della comunità nera furono importanti personaggi e dirigenti del PCUSA.

Ad esempio James W. Ford, che rappresentò il suo partito nel VII Congresso della IC, fu candidato a vicepresidente in tre occasioni: una insieme a William Foster, candidato presidente (1932) e altre due volte insieme a Earl Bowder, anch'esso candidato presidente (1936 e 1940). Tra i suoi scritti vale sottolineare Il diritto alla rivoluzione per il popolo nero (1932) e Problemi mondiali del popolo nero (1930), nel quale discute le posizioni di George Padmore che troveranno la loro deriva in una proposta di panafricanismo manifestato nei titoli I neri in un'America sovietica (1935), così come Il popolo nero e la situazione del nuovo mondo (1941).

Della sua prima candidatura si conserva l'opuscolo Foster-Ford. I candidati della gioventù lavoratrice, nella cui lista di richieste immediate stabilisce: "Uguaglianza di diritti per i neri e autodeterminazione delle cinture (zone) nere".[5]  Nel suo discorso di accettazione della candidatura alla vicepresidenza nel 1936, affermò: "E' un omaggio a tutto il popolo nero; è un'altra prova che il Partito Comunista è il combattente di punta per la sua libertà dalla segregazione e oppressione di ogni tipo. Altri partiti prodigano dolci parole al popolo nero, ma solo il Partito Comunista lotta ogni giorno per ogni richiesta e necessità dei neri".[6]

Altro militante esemplare che lottò per la comunità nera fu Benjamin J. Davis, cui esperienza come avvocato lo portò a constatare la repressione e l'ingiustizia dello Stato e ad entrare nel PCUSA. Ha svolto un importante lavoro giornalistico per il Partito con pubblicazioni dirette agli afroamericani. Successivamente divenne editorialista del giornale centrale del Partito The Daily Worker. Alcuni dei suoi testi con tematica antirazziale sono "I neri statunitensi devono aspettare?"; "Il popolo nero nella lotta per la pace e la libertà": "Il cammino della liberazione nera"; "Perché sono comunista". Insieme ad altri dirigenti del PCUSA fu processato dallo Stato Nordamericano per mezzo della Legge Smith, che implicava l'accusa di cospirare contro il governo. Come risultato del suo studio in carcere abbiamo il libro Comunist councilman from Harlem. Autobiographical notes writen in a Federal Penitentiary.[7] Inoltre polemizzò con le tendenze riformiste e opportuniste che non avevano chiaro che la fine del razzismo era urgente e pertanto la lotta per il socialismo era urgente e il compito dei comunisti negli USA: questo si apprezza nel suo opuscolo Gli afroamericani devono aspettare altri cent'anni per la libertà? Contro il tokenismo e il gradualismo.[8] Fino agli ultimi anni della sua vita Benjamin Davis rimase nel PCUSA, appoggiando l'organizzazione dei lavoratori.

Un altro dei grandi esempi di comunista nordamericano, anch'esso della comunità nera, è Henry Winston. Entrò nel Partito comunista attratto dall'aver udito dell'esistenza di un paese dove non esisteva l'inimicizia tra nazioni, né razze: l'Unione Sovietica. Divenne membro del CC del Partito e membro dell'Ufficio Politico. Lo Stato borghese lo processò insieme ad altri dirigenti comunisti. In sua difesa disse:

"Sono nero… Sono testimone di linciaggi e ho sperimentato la segregazione razziale e ogni tipo di brutalità, vessazioni e umiliazioni. Mi sono sempre sforzato di trovare per il mio popolo un programma che lo liberi dall'oppressione. Questa è la mia vita e non dimenticherò mai che il Partito Comunista è stato negli USA la prima organizzazione ad aver proposto questo programma per il mio popolo e per la mia classe".[9]

Tra i testi di Winston si rilevano La vita inizia con la libertà, Cosa significa esser comunista e Il significato del potere nero.[10] L'opera teorica di Winston comprende la costante difesa del marxismo-leninismo e la polemica contro le deviazioni riformiste, opportuniste, maoiste, culturaliste e panafricaniste, questo si esprime nei suoi libri Strategia per una agenda nera. Una critica alle nuove teorie della liberazione negli Stati Uniti e Africa[11] e in Classe, razza e liberazione nera.[12]

Allo stesso modo polemizzò con i sostenitori del Partito Pantera Nera (PPN) nel suo opuscolo La crisi nel Partito Pantera Nera. In esso espose che questo partito, che sorse autoproclamandosi "autodifesa" armata e disciplinata, che si presentava come l'alternativa alle manifestazioni di lotta spontanea (sommosse spontanee e disorganizzate), rimase un'alternativa falsa che deviava dall'unità e dalla lotta di massa. Sommato a questo caratterizza la divisione del PPN come una che avveniva tra il gruppo opportunista guidato da Huey P. Newton, che sosteneva la collaborazione di classe - tra proletari e imprenditori afroamericani del capitalismo nero - e il gruppo guidato da Eldridge Cleaver, con la sua posizione estremista, ma che poneva una tattica difensiva invece di aprire il cammino a un processo di lotta offensiva. Winston segnala che l'estremismo di sinistra e l'opportunismo di destra hanno in comune il fatto che non offrono al popolo il cammino della lotta di massa e che entrambe le posizioni politiche si appoggiano al sottoproletariato come avanguardia della rivoluzione.

Contro le deviazioni politiche segnalate, dalla concezione marxista-leninista la lotta e la teorizzazione contro il razzismo non è una questione esclusiva dei neri, né dei movimenti dei neri, poiché le basi sociali ed economiche del razzismo sono incanalate nel capitalismo e pertanto la lotta della classe operaia contro il capitalismo e i monopoli è la lotta contro il razzismo. Tale questione è evidenziata da Henry Winston nel suo opuscolo Bianco e nero: una classe, una lotta. Il ruolo dei lavoratori bianchi nella lotta contro il razzismo [13] dove acclara che il razzismo, così come il resto dei mali sociali dell'attualità, si deve al capitalismo. Si comprende che la lotta di classe è l'asse centrale delle molteplici lotte contro l'oppressione.

Poniamo un altro esempio delle espressioni del PCUSA rispetto al suo lavoro nella lotta per l'uguaglianza dei lavoratori neri. Senza entrare in dettaglio rispetto alla correttezza della tattica elettorale nel corso della storia degli USA e considerando che i Partiti Comunisti riconoscono l'utilizzo di ogni forma di lotta, voglio menzionare che il PCUSA nelle sue candidature per la presidenza e vicepresidenza considerò candidati neri. Già abbiamo menzionato il caso di James W. Ford come vicepresidente per le elezioni del 1932, 1936 e 1940.

Nelle elezioni del 1968 il PCUSA propose per la Presidenza una donna nera che, come membro del PCUSA, partecipò alla lotta per l'emancipazione della donna e per i diritti dei lavoratori neri: Charlene Mitchell. Fu accompagnata da Michael Zagarell come vicepresidente.[14]Per le elezioni del 1972 e 1976 il PCUSA propose alla presidenza Gus Hall e in entrambe le occasioni il militante nero Jarvis Tyner come vicepresidente. La formula delle elezioni del 1980 e 1984 fu conformata da Gus Hall e Angela Davis.[15]

Il circo della democrazia borghese che ha eletto nel 2009 un uomo nero come rappresentante dei monopoli, ma senza eliminare il razzismo, dimostra che dentro il quadro della democrazia borghese la lotta contro il razzismo è limitata.

Altra espressione di lotta dei comunisti nordamericani contro il razzismo e per l'affermazione dell'uguaglianza tra i lavoratori bianchi e neri si diede ad esempio durante la guerra civile spagnola, con l'invio della brigata Abraham Lincoln, dove proletari neri e bianchi combatterono fianco a fianco contro il fascismo. Tra i militanti che divennero comandanti si evidenzia Oliver Law. Insieme a questo, passata la guerra civile in Spagna, i comunisti organizzarono il Joint Anti-Fascist Refugee Committee per appoggiare i rifugiati della guerra civile.

I militanti comunisti neri, così come i bianchi, patirono la persecuzione. Già abbiamo menzionato i casi di Benjamin Davis e Henry Winston che essendo dirigenti del PCUSA furono incarcerati. Ma la persecuzione fu generale contro i militanti. Possiamo menzionare il caso del cantante e attore Paul Robinson, che affrontò difficoltà nella sua carriera a causa di esser militante del Partito Comunista e tuttavia, continuò nella sua convinzione politica.[16]

Alcuni altri scritti di comunisti nordamericani sulla questione dei neri e della lotta contro il razzismo sono Il marxismo e la liberazione nera[17], Lottando contro il razzismo[18] (compendio di articoli) e Razzismo: l'inquinante più pericoloso della nazione[19]. I tre di Gus Halle, che fu il Segretario del PCUSA a partire dal decennio del 1960. Inoltre si può consultare Il cammino verso la liberazione nera (1934), di Harry Haywood; anche se successivamente avrà posizioni contigue al maoismo, il suo testo risale ad un'epoca in cui egli e il PCUSA erano legati all'Internazionale Comunista.

La conoscenza dell'esperienza dei comunisti in ogni paese, così come del movimento comunista internazionale, è necessaria per svolgere le nuove battaglie che si presentano. Pertanto, con questo testo si cerca di recuperare ed esporre che l'esperienza dei comunisti nordamericani rispetto alla lotta contro il razzismo è abbondante e si è forgiata sulla lotta contro i monopoli e contro le deviazioni di sinistra e di destra che tergiversano il marxismo. Sta ai comunisti recuperare questa esperienza per orientarsi nella attuale lotta di classe.

*Direttore de El Comunista, giornale del PC del Messico


[1] Programa de elecciones comunistas contra el hambre, recortes salariales, aceleración y guerra, New York, Comunist Party, 1931, p. 3.

[2] Il testo fu scritto nel 1934, prima delle deviazioni politiche dell'autore. Il VII Congresso dell'Internazionale Comunista fu nel 1935 e il testo è precedente a questo avvenimento.

[3] Ibíd.  p. 2-3.

[4] Ibíd.  p. 3.

[5] Foster-Ford. Los candidatos de la juventud trabajadora. New York, Workers Library Publishers, 1932, p. 30. Questa candidatura ottenne circa 105 mila voti.

[6] Earl Browder & James W. Ford. Discursos de aceptación: candidatos comunistas en elecciones presidenciales. Workers Library Publishers, 1936, p. 14.

[7] Comunist councilman from Harlem. Autobiographical notes writen in a Federal Penitentiary. New York, International Publishers, 1969.

[8] ¿Deben los afroamericanos esperar otros cien años por la libertad? Contra el tokenismo y el gradualismo. New York, New Century Publishers, 1963.

[9] "Un figlio illustre del suo popolo. Henry Winston", in Vitali Korionov. Volti verso il futuro. I comunisti nel mondo contemporaneo. Mosca, Progreso, 1979. p. 236.

[10] La vida comienza con la libertad, Nueva York: New Age Publishers, 1937; Lo que significa ser comunista, New Century Publishers, 1951; Blanco y negro: una clase, una lucha. El papel de los trabajadores blancos en la lucha contra el racismo, Nueva York: New Outlook Publishers 1972; El significado del poder negro.

[11] Estrategia para una agenda negra. Una crítica a las nuevas teorías de la liberación en los Estados Unidos y África. Nueva York: International Publishers, 1973.

[12] Clase, raza y liberación negra. Nueva York: Editores internacionales, 1977.

[13] Henry Winston. Blanco y negro: una clase, una lucha. El papel de los trabajadores blancos en la lucha contra el racismo. New York, 1972.

[14] Anche se verso gli anni ottanta Charlene Mitchell si allontanò dal PCUSA, il suo lavoro antecedente questa data è esempio della lotta dei comunisti nordamericani.

[15] Bisogna segnalare che, a differenza di Gus Hall che restò nel PCUSA fino alla sua morte cercando di difendere il marxismo-leninismo, Angela Davis passò a posizioni divergenti dal Partito Comunista, collocandosi in una posizione più di sinistra.

[16] Per conoscere di più sulla partecipazione politica vid. Gus Hall, Paul Robeson: un comunista estadounidense. California, PCUSA, 1998.

[17] Gus Hall, Marxism and negro liberation. New York, New Century Publishers, 1951.

[18] Gus Hall. Fighting racism. Unity for equality justice, trade unionism, democracy, pace. New York. International Publishers, 1985.

[19] Gus Hall. Racism. The nation's most dangerous pollutant. New York, New Outlook Publishers, 1971.


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