www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - storia - 21-10-21 - n. 804

20 ottobre 1944, ricordo della liberazione di Belgrado

Enzo Pellegrin

20/10/2021



La resistenza armata dei partigiani jugoslavi si sviluppò  con il crollo del Regno di Jugoslavia e raggiunse successi sempre più crescenti. I partigiani erano guidati da comunisti come Josip Broz detto Tito, Koča Popović, Sava Kovačević, Milovan Đilas e Peko Dapčević e combatterono con abilità e determinazione non solo contro gli eserciti occupanti tedeschi e italiani ma anche contro i collaborazionisti del fascismo croato degli ustascia, del governo-fantoccio serbo e contro il nazionalismo reazionario dei cetnici.

Le forze partigiane comuniste assunsero ufficialmente il nome di "Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia" (Narodnooslobodilačka vojska i partizanski odredi Jugoslavije - NOV i POJ)  nel novembre del 42.

Nel periodo 1942-1943 organizzarono la resistenza contro le ripetute offensive degli eserciti dell'Asse. Con il crollo dell'Italia monarchico-fascista, l'8 settembre 1943, estesero il loro controllo sul territorio, e intensificarono la propria azione e le proprie forze, beneficiando dell'aiuto militare dell'Unione Sovietica e della Gran Bretagna.

Dall'8 settembre 1943, parteciparono alle azioni partigiane anche militari italiani che abbandonarono la monarchia fascista e si organizzarono in una divisione partigiana detta "Garibaldi".  Le divisioni italiane Venezia e Taurinense, di stanza nell'interno del Montenegro, scelsero di unirsi alla resistenza jugoslava, costituendo e organizzando una vera e propria formazione di combattimento che prese il nome dell'Eroe dei Mille. Ancora oggi Un commovente e preciso racconto dell'epopea della Divisione Garibaldi, con interviste e testimonianze dirette dei personaggi coinvolti, viene tracciato nel documentario "Partizani", curato dal famoso storico torinese Eric Gobetti, in collaborazione con l'ISTORETO.

Nel panorama delle forze italiane abbandonate nel paese balcanico, si disperdettero anche molti altri militari italiani, fanti e alpini, i quali, per evitare la rappresaglia nazista, si unirono singolarmente e autonomamente alle formazioni partigiane, fornendo aiuto militare e logistico in combattimento, evitando la deportazione nei campi di concentramento tedeschi e fascisti, e venendo aiutati a ritornare nella madrepatria, dove molti tornarono alle loro famiglie o si unirono alla Resistenza italiana.



Nel periodo finale della guerra, i partigiani jugoslavi, poterono utilizzare armamento pesante, e si strutturarono in un esercito regolare di 800.000 combattenti. Il 20 ottobre 1944 venne liberata Belgrado con l'aiuto dell' Unione Sovietica e dell' Esercito Popolare Bulgaro. La battaglia per liberare la città durò dall'11 ottobre al 22 ottobre del 1944 e vide impegnato il Primo Gruppo dell'Esercito Popolare di Liberazione, il quale pagò un tributo di sangue pari a 3000 morti e 4000 feriti. I partigiani combatterono accanto al quarto corpo dell'Armata Rossa Sovietica, che lasciò sul campo 960 soldati ed ufficiali. I liberatori lanciarono l'offensiva sulla città il 14 ottobre e sostenettero durissime battaglie per le strade, giungendo alla liberazione il 20.

Nella primavera del 1945, le armate dell'Esercito di Liberazione della Jugoslavia entrarono a Sarajevo, Zagabria e Lubiana e avanzarono fino ai territori contesi di confine con Italia e Austria.


Resistenze.org     
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.