www.resistenze.org
- cultura e memoria resistenti - storia - 30-04-24 - n. 898
Che Guevara a Gaza nel 1959
Yousef al-Helou * | resumen.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
23/04/2024
Dall'aperta colonizzazione israeliana della Palestina storica nel 1948, sostenuta dalle potenze colonialiste e imperialiste, Gran Bretagna e Stati Uniti, la lotta palestinese è diventata una causa globale. La resistenza è stata una naturale risposta alle invasioni e alle incursioni meglio conosciute come "pulizia etnica della Palestina".
Già prima di allora, con il radicarsi dell'occupazione militare per mano delle milizie sioniste pre-statali e delle unità paramilitari, sono stati commessi massacri ed espulsioni forzate che hanno portato alla Nakba del 1948, la catastrofe della perdita della patria palestinese. La Naksa del 1967, o "ricaduta" [l'esodo palestinese o Naksa del 1967 si riferisce alla fuga di circa 280.000-325.000 palestinesi dai territori conquistati da Israele durante e in seguito alla Guerra dei Sei Giorni, wikipedia] seguì con la sconfitta degli eserciti arabi.
I palestinesi indigeni sfollati furono costretti a vivere in campi profughi in tendopoli improvvisate a Gaza, in Cisgiordania, in Libano, in Siria e in Giordania, facendo affidamento sui sussidi alimentari forniti dall'UNRWA.
All'inizio si pensava che un giorno sarebbero tornati dove erano stati cacciati con la forza. Durante la Nakba, circa 500 città e villaggi furono cancellati dalla mappa e saccheggiati. Oggi, 70 anni dopo, gli sfollati e i diseredati sono ancora in attesa della realizzazione di quel sogno: il "diritto al ritorno".
In mezzo a tutti gli accadimenti dell'epoca, tra i palestinesi cominciò a emergere un senso di rivolta per difendere la propria terra.
I Fedaeyyeen - il termine arabo che indica i "combattenti per la libertà" - cominciarono a riunirsi e a compiere attacchi di rappresaglia contro le forze israeliane di occupazione. Alcuni combattenti si infiltrarono nella barriera di sicurezza dai Paesi arabi confinanti.
Seguirono orrendi massacri, in particolare nel 1953, 1955 e 1956, in cui centinaia di palestinesi furono uccisi su ordine di Ariel Sharon, allora un generale e falco dell'esercito, incaricato di sradicare i Fedaeyyeen e di punire i rifugiati per averli sostenuti.
Spirito rivoluzionario in Egitto
L'Egitto, conosciuto all'epoca come "Repubblica Araba Unita", aveva amministrato la Striscia di Gaza tra il 1948 e il 1967 e aveva perso decine di soldati, poliziotti e agenti di sicurezza, soprattutto nelle città di Khan Younis e Rafah, a sud di Gaza, durante la triplice offensiva contro le forze egiziane di Gran Bretagna, Francia e Israele nel 1956, in seguito alla decisione di Nasser di nazionalizzare il Canale di Suez.
Lo spirito rivoluzionario era forte in Egitto sotto il leader Gamal Abdel Nasser, il padrino del panarabismo, noto per la sua posizione antimperialista e anticolonialista. Nasser, che all'epoca dominava la politica araba e l'immaginario delle masse arabe, invitò nientemeno che Ernesto Che Guevara, il rivoluzionario latinoamericano, a visitare il Cairo.
Non si sa se la visita a Gaza fosse nell'agenda del Che o se fosse un'idea di Nasser. Ma la tempistica della visita fu di grande importanza per il movimento nazionale palestinese che era composto da Fedaeyyeen. Il movimento traeva ispirazione dai guerriglieri dell'America Latina, del Vietnam e dell'Algeria.
L'ideologia dei Fedaeyyeen palestinesi era principalmente nazionalista di sinistra, socialista o comunista, e il loro scopo proclamato era quello di sconfiggere il sionismo e liberare la Palestina attraverso la lotta armata per stabilirla come "uno Stato democratico secolare".
L'idea della liberazione acquistò slancio, poiché i palestinesi non avevano mai raggiunto alcuna forma di reale indipendenza nazionale nella loro patria, e pochi anni dopo, nel 1964, fu costituita l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), guidata da Ahmad Shukeiri. Yasser Arafat divenne presidente dell'OLP nel 1969 fino alla sua morte nel 2004.
Che Guevara a Gaza
Dopo aver accettato l'invito di Nasser, Guevara fu inviato nella regione da Fidel Castro per un tour di tre mesi in 14 Paesi. Una visita di un giorno fu dedicata a Gaza, allora sotto il governo egiziano. Guevara atterrò a Gaza con la sua tuta militare scura il 18 giugno 1959, dopo aver percorso circa 450 km dal Cairo.
Ricevette un'accoglienza da eroe dal governatore egiziano de facto di Gaza, il generale tenente Ahmad Salim, oltre che da funzionari e capi di municipalità palestinesi e da molte persone comuni.
Durante la sua breve visita, il Che si recò in diversi campi profughi palestinesi, tra cui quello di Al-Buraij, dove venne accolto con canti della rivoluzione cubana. Cuba accolse con favore la fondazione dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina, con la quale entrò in contatto ufficiale nel 1965. Uno degli obiettivi della visita del Che era quello di sostenere i movimenti di liberazione nazionale e rivoluzionari arabi e palestinesi contro l'imperialismo e la colonizzazione occidentali.
Zulfiqar Swirjo, un funzionario affiliato al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, aveva dichiarato in una intervista che suo padre era presente durante quella storica visita che aveva lo scopo di condividere le convinzioni e le idee rivoluzionarie di Guevara con i combattenti di Gaza. Volevano mettere a punto un piano strategico per una lotta popolare contro le forze israeliane utilizzando tattiche di guerriglia.
Gaza
La Striscia di Gaza è un piccolo lembo della costa orientale del Mar Mediterraneo, nella parte meridionale della Palestina storica, confinante con l'Egitto a sud-ovest e con Israele a est e a nord. Con una lunghezza di 45 km e una larghezza compresa tra i 5 e i 12 km, ha una superficie totale di soli 365 km quadrati - circa la stessa dimensione della città di Bakersfield, in California (380.000 abitanti).
Oggi, due terzi dei due milioni di abitanti di Gaza sono rifugiati, "ripuliti etnicamente" dalle loro case originarie.
Secondo il ricercatore palestinese Salman Abu Sitta, dopo la visita di Guevara a Gaza, Cuba dispose borse di studio agli studenti palestinesi, concesse la cittadinanza ai palestinesi in fuga e tenne molte conferenze a sostegno della Palestina. Poiché la Palestina è diventata un simbolo della lotta contro il colonialismo, non sorprende che anche il primo ministro indiano e colonialista anti-britannico Jawaharlal Nehru abbia visitato Gaza nel 1960 e abbia incontrato la Forza di Emergenza delle Nazioni Unite (UNEF), la cui presenza doveva proteggere la vecchia linea di armistizio tra Israele ed Egitto.
Il leader rivoluzionario argentino fu giustiziato sommariamente dalle forze boliviane nell'ottobre 1967, quasi quattro mesi dopo la "guerra dei sei giorni", quando Gaza fu sottratta al controllo egiziano e passò sotto la totale occupazione israeliana.
Il Che divenne un'icona della resistenza, soprattutto per i movimenti di resistenza palestinesi di sinistra come il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina e il Partito Popolare Palestinese.
La sua eredità perdura e, per molti attivisti palestinesi, rimane una fonte di ispirazione, in quanto icona popolare della ribellione contro l'imperialismo, il colonialismo e l'occupazione militare.
*) Yousef al-Helou è un giornalista palestinese freelance.